Storia di un rivoluzionario disciplinato Il tempo è il Novecento: vite cominciate a cavallo fra Otto e Novecento e vissute in tempi di trasformazioni accelerate, fra due guerre mondiali, monarchia e repubblica, fascismo e antifascismo, tradizione e modernizzazione. Vite di sindaci e di vescovi, di professori e di attori, di uomini della piazza e di uomini delle istituzioni: di uomini e di donne. Ma il tempo non basta a definire l'ambito di una esistenza, ci vuole uno spazio, un territorio, in cui e da cui la biografia prenda forma: prenda e dia, in un rapporto che non è unilaterale, ma un reciproco avere e dare. Lo spazio, qui, è il Veneto, ma non perchè i protagonisti di questa galleria di "Profili novecenteschi" siano tutti nati, vissuti e morti nel Veneto. Semplicemente, i nostri personaggi hanno agito almeno per una parte decisiva della loro vita pubblica nel Veneto e del Veneto sono stati elemento costituente: o dovremmo dire Tre Venezie, Triveneto, Nordest? Così via via si è cercato di nominare una geografia di luoghi, materiali e immateriali, i cui confini possono risultare al tempo stesso autoevidenti ed elastici. Di tali personaggi variamente cruciali vorremmo fare un inventario. Quali sono stati, nel secolo appena trascorso, gli attori principali e, in certo senso, persino gli autori di quell'entità non immobile, ma storicamente in cammino che chiamiamo Veneto? Possiamo costruire un album di famiglia e come è composto? Quali diverse presenze, tendenze e subculture vi si muovono, ignorandosi o intrecciandosi, procedendo in parallelo o entrando in conflitto? Scopriremo -anticipiamolo sin d'ora -miscele e proporzioni ogni volta differenti, fra città e campagna, la piccola patria e l'Italia, il noialtri e il mondo. Com'è ben naturale che sia in un'area aperta, in pace e in guerra, che da Venezia alle montagne bellunesi, dalla Bassa al mare -ha da secoli tra i suoi fattori di caratterizzazione i viaggiatori e i migranti. 9 Introduzione 13 Trieste 13 Giovani in movimento 23 Carcere 23 «Non le nasconderò che sono di idee sovversive...» 25 Ascesi carceraria 33 Mosca 33 «Mi trovo al sicuro, in buona e fidata compagnia» 36 Cicatrici 39 La legge del collettivo 41 Avere il mondo a portata di mente 49 Parigi 49 Uomo di penna 51 Una casa a Parigi 57 Linee d'ombra 65 Montagna e laguna 65 Un comunista e i partigiani 78 I nostri Caduti 87 Veneto 87 I vecchi e i giovani Indice 94 Disciplina di partito 111 Riti di una religione politica 127 Roma, Padova, Vienna 127 «Cara, cara Graziella mia...» 134 Travet della rivoluzione differita 148 Ultimi anni e morte degli internazionalisti GIUSEPPE GADDI 8 Come si può scrivere, oggi, la biografia di un comunista? Quella che per molti -ex o post -è una domanda esistenziale è diventato anche un problema storiografico.

studi storici e politici 8 Autori Livio Antonielli, Dipartimento di Studi Storici, università degli Studi di Milano. Paola Bianchi, Dipartimento di Scienze umane e Sociali SHS, università della Valle d'Aosta / université de la Vallée d'Aoste. Eva Cecchinato, Dipartimento di Studi umanistici, università di Venezia "Ca' Foscari". Mariella Colin, Normandie université, France, uNiCAEN, ErLiS EA 4254. Piero Del Negro, professore emerito università di Padova. Fatima Farina, Dipartimento Economia Società Politica, università degli Studi di urbino Carlo Bo. Marina Formica, Dipartimento di Scienze storiche, filosofico-sociali, dei beni culturali e del territorio -università di roma "tor Vergata". Mario isnenghi, professore emerito università di Venezia Ca' Foscari (Dipartimento di studi storici). MacGregor Knox, professore emerito Department of international History, the London School of Economics and Political Science. Nicola Labanca, Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali, università degli studi di Siena. Davide Maffi, Dipartimento di Studi umanistici, università di Pavia. Mario rizzo, Dipartimento di Studi umanistici, università degli Studi di Pavia.

From 1815 to 1831 the sabaudian court spent longer and longer periods in Genoa. Subsequently, Genoa became a sort of second State capital, and the Genoese aristocracy began to frequent the court: during the ancient Republic this representativeness did not exist. Only some families, however, were admitted to court. These few families were skilled to use the court to secure careers both in the army and in diplomacy. In mid 19th century these families were perfectly inserted in the service of the Sabaudian crown.

la sua straordinaria preparazione filosoficoscientifica, che le permise di diventare socia onoraria della prestigiosa Accademia delle Scienze ancor prima di laurearsi in Filosofia Naturale nel 1732, seppe emanciparsi dai limiti socio-culturali impostile per età e per sesso. Da subito la esaltarono i contemporanei, dedicandole appunto nel 1732 più raccolte di rime, tra cui quelle del celebre scrittore Francesco Algarotti, che la elogiò per aver osato percorrere «in verde età», non ancora venticinquenne, i sentieri della sapienza «Ove vestigio d'Uom raro pur'è», emulando addirittura Newton e divenendo « Ricca miniera / Inesauribile / Di nuovo oltremarino alto saper». Arduo fu, tuttavia, superare la perenne ostilità degli ambienti scientifico-accademici dovuta al suo sesso: lezioni pubbliche ne poteva tenere solo su richiesta del Senato bolognese; molti ambienti culturali le si aprirono solo dopo il matrimonio con Giuseppe Verati, medico e fisico (1738); soprannumerariocioè eccezionale e transitoriofu il posto che nel 1745 le ottenne papa Benedetto XIV nell'Accademia Benedettina; l'insegnamento effettivo, infine, cioè la Cattedra di Fisica Sperimentale all'Istituto delle Scienze, le fu concesso dal Senato dopo lunghe discussioni, appena due anni prima della sua morte (1766). Ma la Bassi non si rassegnò: «mi mossi a pensare d'impiegare la mia, se ben pochissima abilità, nel servire al pubblico in questi studi», dichiarò riferendosi al suo celebre Laboratorio di Fisica Sperimentale, cui accorsero tra gli altri Spallanzani e Volta. Studiosa e ricercatrice di calibro internazionale, appassionata insegnante dei princìpi della scienza moderna, Laura non rinunziò però, nella realizzazione personale, alla pienezza affettiva e familiare accanto al marito, che fu suo assistente e poi suo successore all'Istituto delle Scienze, e da cui ebbe ben otto figli.

Negli anni Cinquanta e Sessanta la società italiana attraversa un periodo decisivo, nel quale cambia in modo rapido e profondo, come forse mai nella sua storia. Il libro racconta questo momento di passaggio utilizzando una categoria di fonti storiche inconsueta e formidabile: le canzoni di Sanremo. Da Nilla Pizzi a Claudio Villa, da Modugno a Celentano, da Mina alla Cinquetti, quelle prime, seguitissime edizioni del Festival riflettono il percorso dell'Italia dal Dopoguerra al Boom, dalla povertà al benessere, da società contadina a moderna potenza industriale. Analizzando le canzoni sia da un punto di vista testuale che musicale ed inquadrandole nel generale contesto di ricostruzione storica di quegli anni, viene messo in luce come quelle musiche e parole, quei divi e quel pubblico rivelino i mutamenti (e le resistenze al cambiamento) di un Paese attratto e spaventato dalla modernità. Cambia il modo di rappresentare la realtà, di guardare all'America, nonché l'immagine dell'amore, della donna e della famiglia. Mentre partiti politici ed intellettuali come Pasolini, Eco, Fallaci e Montanelli si interrogano sul Festival, gli italiani ne decretano a gran voce il successo, canticchiandolo, criticandolo o facendo entrambe le cose.

(303 pagine - Nota introduttiva di Stefano Bollani)
http://www.mondadorieducation.it/libro/leonardo-campus/non-solo-canzonette/120900039852

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In the Fifties and the Sixties, Italian society undergoes changes as quick and deep as probably never before in its history. The book deals with this pivotal moment through an unusual, yet very powerful category of historical sources: the songs of the Sanremo Festival.
With singer-stars such as Nilla Pizzi, Claudio Villa, Domenico Modugno, Adriano Celentano, Mina and Gigliola Cinquetti, those early, very popular editions of the Sanremo Festival reflect the path Italy was covering from postwar to the "boom" years, from poverty to prosperity, from rural society to a modern industrialized power.
By analyzing the songs both from a textual and a musical point of view, and by placing them into the historical context, the book underlines how those notes and lyrics, those singer-stars and their audiences may reveal us the changes (and efforts to resist them) of a country that was both attracted and scared by modernity.
Among things that change are the way songs represent social reality, the relation with America and its culture, the image of love, woman and family.
As political parties and intellectuals such as Pasolini, Eco, Fallaci and Montanelli judge the Festival, Italian people sanction its success with a loud voice, by either whistling it, criticizing it, or doing both at the same time.

(pages 303; Foreword by Stefano Bollani)
http://www.mondadorieducation.it/libro/leonardo-campus/non-solo-canzonette/120900039852

La «politica dei sacrifici» del governo Andreotti e la proposta dell’«austerità» avanzata da Berlinguer furono il principale bersaglio del movimento del 1977. Sacrifici e austerità erano ritenuti due programmi convergenti, finalizzati – secondo i contestatori – non solo a fronteggiare la crisi economica ma a prefigurare un modello di sviluppo basato sulla riduzione dei livelli di benessere per le classi subalterne. Attacchi molto duri furono indirizzati al Partito comunista. Ebbe così luogo, quell’anno, la prima contrapposizione esplicita e frontale in Italia fra il principale partito della sinistra e un movimento sociale. Il movimento considerava infatti il Pci collocato a difesa del capitalismo e lontano da ogni progetto di trasformazione della società. Si trattò non solo di uno scontro politico e ideologico, ma anche di una contrapposizione tra diversi universi culturali, sistemi di valori, modelli esistenziali, che traducevano modi diversi di interpretare e vivere le trasformazioni della società italiana (la raggiunta maturità della società del benessere, la diffusione dei consumi, la ricerca del soddisfacimento di bisogni individuali). Il movimento fu di fatto anche un’espressione di quei cambiamenti, cui diede corpo con nuove forme di politicizzazione e un rapporto tra militanza e privato diverso dal passato. Quei fermenti, tuttavia, attraversarono anche il corpo del Pci, nonostante le rigide posizioni del gruppo dirigente.

Uno sguardo sullo stato dell'arte * Questo contributo è frutto delle ricerche effettuate nell'ambito dell'unità locale dell'Università di Trieste «Diversità e tolleranza nella cultura storico-politica europea del XVIII secolo», facente parte del Cofin 2002 «Studi e testi per la storia della tolleranza in Europa nei secoli XVI-XVIII» diretto da Antonio Rotondò, Università di Firenze.

The course is a journey through 250 years of Italian history, from the French revolution to the current pontificate of Pope Francis. The aim is to capture fundamental moments and issues in the religious life of the Italian people. While focusing mainly on Italy, the course will also take into account questions and events that relate to the broader history of Western societies. The primary type of documents that will be examined are the papal encyclicals (official letters authored by the popes). The course will study the theological and political content of the encyclicals, as well as their linguistic and stylistic strategies. While focusing primarily on pontificates and their intellectual production, the course will pay attention also to the religious life of the people and the documents that reveal their devotion and beliefs. In this regard, the class will shed light on the historic tensions and conflicts in Catholic history between the religious canon (that is the set of laws and norms produced by the Holy See across the centuries), and the actual practices and beliefs of the people.
The course will be delivered in a seminar mode and host contributions from notable external scholars. Students will be invited to give presentations, comment on the readings, and be actively engaged all the time. Attention will be paid to the original Italian documents or their translation. Students with no knowledge of the Italian language are welcome to join.

Segnalazione del saggio incluso nel numero monografico dedicato a "L'Italia e la rivoluzione d'Ottobre. Masse, classi, ideologie, miti tra guerra e dopoguerra", a cura di Giorgio Petracchi, in ANNALI DELLA FONDAZIONE UGO LA MALFA "STORIA E POLITICA", XXXI, Edizioni Unicopli, Milano 2016, pp. 144-166.

Il saggio intende dimostrare che, subito dopo la pubblicazione, da parte di Alberico Gentili, dei De iuris interpretibus Dialogi sex (1582) e delle Lectiones et Epistolae (1583-1584) i rapporti fra Jean Hotman e il giurista di San Ginesio divennero molto difficili e burrascosi. Lo dimostrano alcune epistole scritte da Hotman ad autorevoli giuristi (ad es. Bodin), e ad alcuni umanisti (Bergmann, Payne, Cuffe, Th. Savile) contenenti critiche molto dure e severe ai Dialogi gentiliani. Malgrado ciò, e malgrado le opposizioni dei puritani, Gentili riuscirà ad ottenere la cattedra di Civil Law a Oxford.Il saggio contiene anche notizie circa il tentativo compiuto, dal Gentili, di ottenere un insegnamento a Tubinga nel 1580.

uelques mois après l’élection de Benoît XIV, les architectes de la Fabrique de Saint-Pierre de Rome engagèrent une série d’enquêtes de stabilité sur la coupole de la basilique. Elle présentait, depuis longtemps déjà, de nombreuses fissures. L’inquiétude s’étendit à la curie et, à l’automne 1742, elle était à son paroxysme. La pape commanda alors une expertise à des savants réputés mais étrangers au microcosme romain de l’architecture. Les résultats de leurs travaux, présentés lors d’un spectacle de démonstration scientifique mettant en scène la maquette de Michel Ange restaurée pour l’occasion, ne firent que déclencher une onde de protestations qui s’étendit sur plusieurs années. La querelle initiale, confinée dans les cercles du palais apostolique, se constitua rapidement en une controverse scientifiquement argumentée qui traversa avec une grande violence les catégories professionnelles et les clans intellectuels. Cependant, la richesse du dossier montre qu'il ne peut être réduit à un simple débat policé sur des questions techniques. Il fait apparaître la très grande diversité de conceptions sur l'architecture en vigueur dans la Rome du milieu du XVIIIe siècle, motivées par des positions identitaires, intellectuelles, religieuses et politiques discordantes.

Davide Tabor, Il cerchio della politica. Notabili, attivisti e deputati a Torino tra ‘800 e ‘900, Silvio Zamorani editore, Torino 2013, pp. 288, Euro 32,00

Il libro parla di politica e si concentra sui decenni tra Otto e Novecento, quando le trasformazioni sociali cominciarono a modificare il sistema politico italiano. Parla dell’Italia liberale, negli anni in cui iniziò ad allargarsi il corpo elettorale e dunque si estese la gamma degli interlocutori sociali dei candidati e delle associazioni, e quando tanto le istituzioni quanto le organizzazioni cominciarono ad affrontare il problema della partecipazione delle masse alla vita politica italiana. Parla di politica «alta» e di politica «bassa», di persone importanti, deputati, senatori e ministri, di individui comuni, artigiani, operai, membri di associazioni popolari, e di notabili di quartiere. Tra tutti questi attori, infatti, c’erano nessi, contatti e scambi, e la politica di massa sembrava il frutto, più che di una nazionalizzazione o di una mobilitazione dall’alto, dell’interazione tra i vari soggetti che da più parti contribuivano a costruire le organizzazioni e a definire i messaggi politici, in «alto» come in «basso». Il libro ha vinto il premio SISSCO-ANCI Storia 2014.

Massimo M. Augello (1949) è professore ordinano di Storia del pensiero economico al-rUniversità di Pisa. Si è occupato dell'industrialismo francese dei primi decenni dell'Ottocenlo. CQn la monografia Charles Dunover: l'assolufizzazione dell economia polilicit in Francia (Bi/./.arri, 1979). e della storiografia su Schumpeter, con il volume Joseph Alois Schumpeter. A Reference Guide (Springer Verlag, 1990). Il suo principale interesse di ricerca è la storia del pensiero economico italiano, nei cui ambito ha curato, con altri, i volumi Le cattedre di economia politica in Italia (Angeli, 1988), Le riviste di economia in Italia (Angeli. 1996), Associazionismo economico e diffusione dell'economia politica nell 'Italia dell 'Ottocento (Angeli, 2000) e The Spread of Politicai Economy and the Professionalisation of Econoniists (Routledge, 2001). E direttore della rivista // Pensiero economico italiano e membro delTAdvisory Board di History of Economie Ideas. Marco E.L. Guidi (1958) è professore straordinario di Storia del pensiero economico all'Università di Pisa. È autore di studi su Smith, Ricardo e sul pensiero economico degli utilitaristi classici. Ha pubblicato // sovrano e l'imprenditore. Utilitarismo ed economia politica in Jeremy Bentham (Laterza, 1991). Si è anche occupato di storia del pensiero economico italiano dell'Ottocento e del Novecento, curando ibsteme ad altri studiosi i volumi Le riviste di economia in Italia (Angeli, 1996), Associazionismo economico e diffusione dell'economia politica nell'Italia dell'Ottocento (Angeli, 2000) e E vietata la riproduzione, anche parziale o ad uso iniemo o didattico, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, non autorizzata. Per legge la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non darineggi l'autore. Ogni fotocopia che evili l'acquisto di un libro è illecita ed è punita con una sanzione penale (art. 171 legge n. 633/41). Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Stampa: Tipomonza. via Merano 18, Milano. ' Cfr. M. Soresina, "La corrispondenza dei demografi francesi Louis-Adolphe e Jacques Bertillon con Luigi Bodio", Storia in Lombardia, 1, 1996, pp. 63-139. ' L. Bodio, Della statistica nei suoi rapporti coli 'economia politica e colle altre scienze affini. Prelezione al corso di statistica nella R. Scuola superiore di commercio di Venezia li 3 dicembre 1868, Treves & C, Milano, 1869. ' Sui documenti statistici del Regno d'Italia. Cenni bibliografici presentati al VI Congresso internazionale di statistica. Tipografia Barbera, Firenze, 1867. * Su questo periodo cfr.: D. Marucco, L'amministrazione della statistica nell'Italia unita, Laterza, Roma-Bari, 1996; M.L. D'Autilia, G. Melis. "L'amministrazione della statistica ufficiale", in Statistica ufficiale e storia d'Italia. Gli «Annali di statistica» dal 1871 al 1997, {Annali di statistica, s. X, 21), Istat, Roma, 2000, specie pp. 19-56; M. Soresina, Conoscere per amministrare, cit-, pp. 27-39, 113-117.

You could say there was something of an age difference. I was 18 years old; the house was 536. Nevertheless, it was love at first sight. Sitting in a darkened college classroom in the American South, hazily absorbing the steady stream of Renaissance masterpieces that flickered before me, my eyes suddenly widened. The professor's monologue on classical pilasters and arched windows quickly faded as I fixated on glowing skin, chiseled features and an elegant stature. Rucellai was the name-Palazzo Rucellai-a private residence in via della Vigna Nuova. I duly took note and, changing my major from biology to art history as a result of this chance encounter, wore my heart on my sleeve from that day forward.

Lombardy is one of the richest plains in the world: parrebbe l'ennesima ripresa di un topos largamente presente nella letteratura di viaggio (a cui faceva pendant il leitmotiv della ricchezza di Milano e la raffigurazione dei suoi abitatori come gaudenti e insaziabili mangiatori 1 ) ed era invece l'incipit di uno dei testi chiave dell'agronomia settecentesca, le Notes on the agriculture of Lombardy inserite da Arthur Young nel secondo volume dei suoi Travels during the years 1787, 1788 & 1789 2 . Di per sé la frase non rivelava nulla di particolarmente nuovo, ma è significativo che a scriverla fosse il celebre editore degli "Annals of Agriculture". A quella soglia le campagne della Lombardia irrigua erano da tempo un riferimento obbligato per agronomi, ingegneri e funzionari pubblici italiani e soprattutto stranieri 3 , curiosi di tutto ciò che poteva contribuire a migliorare le condizioni del loro paese 4 . Spesso anche chi era in viaggio per altri motivi (e valgano come esempio i nomi di Lalande 5 , Monge 6 , Jefferson 7 ecc.), deviava dai percorsi canonici del Grand Tour per recarsi a visitare le campagne tra Milano e Lodi, tutti traendone l'impressione di una "vérita-[in Il paese dell'acqua. I Luoghi Pii Elemosinieri di Milano e le loro terre: un itinerario nel paesaggio dal medioevo ai nostri giorni, a cura di L. Aiello, M. Bascapè, S. Rebora, Como,Nodo Libri, 2013, pp. 22-30] 1 Per un riesame di questo cliché cfr. M. Novelli, Divora il tuo cuore Milano. Carlo Porta e l'eredità ambrosiana, Milano, il Saggiatore, 2013, in part. pp. 29-67. 2 Pubblicati a Londra nel 1792, e in una seconda edizione, da cui si cita, nel 1794 (London, Printed for W. Richardson, Royal-Exchange, 2 voll), i Travels -il cui sottotitolo chiariva gli intendimenti dell'autore: undertaken more particularly with a view of ascertaining the cultivation, wealth, resources and national prosperity of the Kingdom of France -, ebbero una larga circolazione editoriale. 3 Per una prima mappatura del fenomeno rimando agli atti del convegno internazionale Quando l'Europa ci invidiava. Viaggiatori, scienziati, agronomi alla scoperta della Bassa Lombardia (XVIII-XIX secolo) organizzato da chi scrive e F. Cattaneo a Lodi nel 2011. 4 "Sforziamoci di emulare l'arte con cui i lombardi sanno costruire canali, chiuse, ponti d'acqua e condotte sotterranee [...]; di applicare questa loro arte e lunga esperienza nella gestione delle acque a sistemi colturali adatti alle nostre regioni climatiche", scriveva ad esempio Rumohr. Riprendo la citazione dall'introduzione di E.Y. Dilk a J. Burger, Agricoltura del Regno Lombardo-Veneto, Milano, 1843, "forse il più bel monumento edificato in Europa alla campagna irrigua lombarda", secondo la curatrice della ristampa anastatica, Milano, Provincia di Milano, 2002, p. 27. 5 M. De La Lande nel primo volume del suo Voyage en Italie, Genève, 1790 3 , dopo aver brevemente richiamato la storia dei canali del Milanese (pp. 327-329), a proposito delle campagne osserva che "Ces riches cultures attirent principalement l'attention des voyageurs, par l'art avec lequel on dirige l'arrosemens". p. 364. 6 G.

The aim of this paper is to situate the Sardinian village within the flux of contemporary social transformations that stand poised to redefine it. Specifically, it examines the highland village of Orgosolo, understanding it as a site that concentrates a clear set of cultural self-definitions that stand opposed to perceptions of life beyond the locality. A key element of local discourse is a view of the collective historical experience that
underscores the social, political, and cultural marginality of rural life in central Sardinia, and associates the village with a dissident identity that is reaffirmed by a social memory of violence suffered at the hand of powerful outsiders from Antiquity onwards. Yet, this perspective on the locality is not the sole one, and as such the village presents a contested site where the normative traditionalist vision holds little traction among an ascendant generation of urban-oriented youth who, for their part, reject the past and any definition of village identity explicitly associated with it.

This article explores the way in which wine came to be viewed as a quintessentially ‘Italian’ beverage among Italy's middle- and upper-class households during fascism's twenty years in power. Due to significant increases in wine consumption among the labouring classes during the years immediately following the First World War, wine, as a general category of beverage, had become closely associated within the minds of many bourgeois and wealthy consumers with the country's popular taverns and saloons, alcoholism and physical and moral ‘degeneration.’ In response, fascist Italy's typical wine growers, merchants and industrialists worked feverishly to rehabilitate the beverage's downtrodden reputation via a series of wide-ranging public relations and collective marketing campaigns during the 1920s and 1930s. By promoting the beverage's hygienic and alimentary qualities, as well as systematically intertwining the moderate consumption of the peninsula's standardised wines with the dictatorship's nationalisation and popular mobilisation programmes, this article will show, the Industrial Wine Lobby successfully re-established ‘wine's honour’ and, simultaneously, recontextualised the country's typical wines as Italy's wholesome, family-friendly, ‘national beverage’.

Italian performance in the First World War has been generally disparaged or ignored compared to that of the armies on the Western Front, and troop morale in particular has been seen as a major weakness of the Italian army. In this first book-length study of Italian morale in any language, Vanda Wilcox reassesses Italian policy and performance from the perspective both of the army as an institution and of the ordinary soldiers who found themselves fighting a brutally hard war. Wilcox analyses and contextualises Italy's notoriously hard military discipline along with leadership, training methods and logistics before considering the reactions of the troops and tracing the interactions between institutions and individuals. Restoring historical agency to soldiers often considered passive and indifferent, Wilcox illustrates how and why Italians complied, endured or resisted the army's demands through balancing their civilian and military identities.

This introductory chapter outlines how Fascist Italy played a distinct role in shaping international affairs in the period between 1935 and 1945, creating a Fascist decade of war. In contrast with the tendency to marginalize Fascist Italy’s role in much of the scholarship, we suggest that Italy was one of the principal causes of the international instability leading to World War II and that Fascist ideology influenced the conduct of war across the Mediterranean theatre. The Fascist decade of war is analysed through the political, military, diplomatic and cultural dimensions, adopting a dual perspective. On the one hand, the Italian angle considers the ways in which Fascist policy, strategy and ideology made this decade of war a by-product of the consolidation of the Fascist regime. On the other, the international angle seeks to evaluate how Fascist regional challenges affected the policies, strategies and ideologies of other countries. We, therefore, seek to revisit and challenge traditional military histories by exploring violence, propaganda, perceptions, ideology, empire, race and occupation, engaging with new methodological approaches. In so doing, this volume draws upon recent developments in Italian and international scholarship, providing a necessary update on the state of the field for an English-speaking readership.

One of the most important Sephardic families, the Abrabanel played an important role in the making of the Cosimo I de' Medici's state. Allowed to establish banks in Tuscany and granted special privileges, the Abrabanels, especially Benvenida, was in very good personal terms with Cosimo's wife, Eleonora of Toledo who - according to some Hebrew sources - used to refer to her as a "mother".

A n n o C V I -2 0 1 0 -s e r i e I I I S B N 9 7 8 -8 8 -9 7 8 8 8 -1 8 -5 I S S N 1 1 2 2 -6 8 3 8 n . 7 3 d e l R e g i s t r o g i o r n a l i e p e r i o d i c i d e l T r i b u n a l e d i C a t a n i a ( d e c r e t o 2 9 ma r z o 1 9 4 9 ) © 2 0 1 2

"Cinema is the most powerful weapon " – Benito Mussolini's motto loomed in capital letters over the 1937 inauguration of the massive production hub being built in the outskirts of Rome, reminding the film industry what was expected of it. Notwithstanding the effort to deploy cinema as a key technology for governing the nation and the empire, in the early 1940s film became a battlefield for the Regime. This excavates from the closet of memory the story of the Cinema cell, the group of young film enthusiasts who, in fascist Italy, engaged in what today we would call " media activism " : they put their lives on the line, infiltrated the film industry, and shouldered the movie camera as their initial weapon of combat against a defiant totalitarianism. Here, I focus on how the underground formation elaborated an iteration of filmic realism that countered the implantation in the body politic of racialized fantasies of national identity. In tracing the cell's efforts to develop a gaze on the nation that would oppose the race-driven realism advocated by Mussolini's son Vittorio, among others, I establish a genealogy for Visconti's 1943 Ossessione and its display of queerness as the authentic alternative to fascist life. By way of conclusion, I disentangle the system of intimacy and affectivity harnessed by this film from the one that postwar neorealism contributed to securing.

This book deals with the fate of one of the oldest and largest tangible remains of ancient Rome: the fourth century BCE city wall, incorporated in the city's symbol of modernity, the central train station of Termini. Through a "heritageography" of the renowned station, the book tells a history of modern Italy and the classical tradition, exploring the dynamic of the interplay of ancient and modern in the Eternal City in the period 1860–1950.