This is a course on a masterpiece in world literature, on a late 4 th-century text of Augustine. We will read closely the whole Confessions in which the author tells his story in the form of sequential conversions to the quest of wisdom (Cicero), Manichaeism, skepticism, neoplatonic philosophy, and catholic Christianity. The Confessions is the history of the schooling of the author's heart in the love of God, which is presented simultaneously as a narrative, introspection, theological reflection, philosophical scrutiny, and prayer. Course Goals: Students are expected to know the course of Augustine's life, his intellectual development, and the main themes that he considered in his Confessions.

An overview of the variety of textual differences that exist between the Apocalypse in Codex Sinaiticus and the book in modern critical editions, thereby offering a window into the book's early readership. There is also a YouTube link to the lecture version of this paper, which was recently delivered at Samford University for their Holley Hull Lecture Series: https://vimeo.com/878444925/a35492dd8b?share=copy&fbclid=IwAR10Iu7HKuAjjcEcDdxgfT7XKqe2F6W6Bwb1cVHafNO0Yz6g4VhsIhXHMz4

The contribution aims to analyze the classical echoes in Jerome’s letter 123 de monogamia sent in 409 to Geruchia, a Gallo-Roman noblewoman. Quotations and allusions to the classics, renewed and transformed, intertwine with the doctrinal essence of the text. Virgil’s, Ovid’s and Lucan’s references, utterly fit in the Christian context, through a modus operandi which reveals itself to be, once again, not only intentional, but also systematic.

A lungo dimenticato, poco letto, utilizzato raramente, Mariο Vittorinο non
deve per forza 'risorgere' oggi nel contesto del vasto movimento di recupero del passato che caratterizza la conteporaneità.
A dire il vero, l'uomo era stato famoso ai suoi tempi - almeno a Roma.
Ma il suo ricordo, ancora vivo nella generazione che segue la sua morte,
svanisce rapidamente. Vittorino è presto ridotto a un'opera - logica
retorica, filosofica, teologica - che gradualmente si sbriciola e i cui
pezzi subiranno destini molto diversi e sopravviveranno separati in qualche manoscritto del Medioevo. Per i moderni, Vittorino è associato a qualche aspetto del suo lavoro: per alcuni è un grammatico del basso impero, per altri un retore poco originale, per altri ancora un traduttore di opere greche che ha avuto un certo ruolo per la trasmissione del patrimonio filosofico greco al Medioevo, come un precursore di Boezio, insomma. Si è anche visto in lui un Agostino prima di Agostino (Von Harnack), in primo luogo perché la sua conversione fu, per il futuro vescovo di Ippona, esemplare, ma anche perché i commenti
di Vittorino alle epistole di Paolo fanno intravedere una teoria della grazia che prepara quella di Agostino. Altri, infine, conoscono il teologo che scrisse libri "contro Ario" da Girolamo qualificati come molto
oscuri.
Finora tutti questi aspetti, elencati dai manuali o dalle storie della letteratura cristiana latina, non erano mai stati studiati globalmente. Mi sono sforzato, in questo libro, di dare a ciascuno di essi, uno "status quaestionis" che possa servire da punto di partenza per ulteriori ricerche. D'altronde ho cercato di ricostruire l'intelaiatura generale e credo di aver definito, per quanto possibile, la personalità dell'autore e lo spirito del suo tempo. Mi sono sforzato di farli rivivere, guardandomi tuttavia dall'operare ricostruzioni troppo arbitrarie.

This article studies Augustine’s Eucharistic Spirituality as it emerges
primarily from his preaching, in his catechesis during the Easter
Season. It investigates how the bishop of Hippo explains to the neophytes the transformation that makes bread and wine into the Body
and Blood of Christ in order to ignite their awareness about what it
is that they receive at the Altar. It further considers what Augustine
indicates as the spiritual disposition necessary for the reception of the sacrament and its effects in the life of those who worthily share in it.
Finally, the article explores the link Augustine establishes between the
Eucharist and the Church to demonstrate the importance of Unity
among those who approach the Altar of the Lord and the need to
continuously become what we receive even today as we perpetuate the
memorial of the Lord in our Eucharistic celebrations.

È a partire dagli apologisti (II a metà II° sec. d.C.) che si cominciò a riflettere, con sistematicità e profondità, sui possibili rapporti e sulle eventuali similitudini tra il messaggio cristiano e le dottrine coeve: atteggiamento, questo, che culminerà nella concezione agostiniana dell''appropriazione debita'. Agostino infatti giustifica la necessità dell'assimilazione della sapienza extracristiana allegorizzando l'episodio della spoliazione degli egiziani di Es. 3,21-22 e della schiava di Dt. 21,10-13 (De doct. christ., II 40; ed. M. SIMONETTI, Milano 2000 2 , p. 162). Il principio alla base di tali affermazioni era costituito dall'esistenza di un λόγος seminale sparso frammentariamente nel genere umano: vi furono, pertanto, per condotta di vita conforme a virtù, cristiani ante Christum natum. I padri della Chiesa espressero quindi una certa stima verso i filosofi pagani di 'provata virtù', come gli stoici, ma in particolare Pitagora e Platone venivano ad occupare un ruolo preponderante, dovuto al fatto che in loro si vedevano i sommi rappresentante di una tradizione arcaica comune a tutti i popoli più antichi ed autorevoli, e proprio per questo detentrice della verità più pura. L'associazione tra i due filosofi rimontava al medioplatonismo pitagorizzante dell'Alto Impero, e a figure quali Moderato di Cadice, Eudoro di Alessandria, Nicomaco di Gerasa, Numenio di Apamea, che vedevano in Platone un continuatore della dottrina di Pitagora e degli 'antichi'. Tale concezione sarà accolta anche nel neoplatonismo, in particolar modo nella Vita di Pitagora di Giamblico; viceversa Porfirio, autore di un'omonima biografia sul Samio, considererà Platone il vertice della speculazione iniziata da Pitagora.

Le Etimologie di Isidoro di Siviglia rappresentano un'importante operazione di cerniera fra antichità e medioevo. Il contributo illustra la personalità di Isidoro enciclopedista, volendo coglierne le peculiarità nell'ambito della sua complessa opera letteraria dal punto di vista della teoria del genere e della pratica di scrittura.

Ennodius’ Itinerarium Brigantionis castelli (carm. 1, 1) is an interesting poem that does not adhere so much to the topoi of the odeporic tradition, but responds to different requests not exhausted by simple attention to form. In fact, the poet insists on the tiring aspects of overcoming the Alps, various undertakings described based on the figure of hyperbole: this has been seen as a characteristic of late latin travel literature, but Ennodius’ originality consists in giving a new and entirely Christian value the idea of the traveler’s trial, a spiritual path supported by divine providence, therefore a very different perspective from that of the classical tradition. The opening and closing terms of the way are oppositive symbols: the chronological location of the journey contains the astronomical image of the Titan (the sun) and the journey ends with the visit of the limina sanctorum and the moving prayer on the sepulcher of the Turin martyrs. This article examines several passages of the text and wants to show that Ennodius describes an iter of literate, as well as religious; for this reason the poet adheres to a way of writing literature firmly based on classical models but aware of the overcoming of these.

In this paper the author provides an analysis line to line of Alc.Av. carm. 4, 621-635 to point out the main features of the description of the rainbow exploited in these verses of De spiritalis historiae gestis. The first part is devoted to illustrate the role and the function of this tableau in the complex structure of carm. 4 (De diluvio mundi), while the second one is focused on the commentary aimed to point out the overlap of the different intertexts and models combined with the poetical writing of the Biblical tale of the Convenant after the deluge.

In occasione del XV centenario della morte di Magno Felice Ennodio (521 - 2021), decimo vescovo di Pavia, santo e figura complessa di religioso e letterato in lingua latina, il successore di quest’ultimo sulla cattedra pavese, monsignor Corrado Sanguineti, ha assunto l’iniziativa di indire un “Anno Ennodiano”, invitando alcuni esponenti della società civile, culturale e religiosa a costituire un comitato allo scopo di proporre e coordinare iniziative di vario ambito e diversa destinazione.
Il presente volume nasce appunto da questo motivato contesto cittadino come intervento di buona e affidabile divulgazione, per rendere familiare la figura di Ennodio ai pavesi che non la conoscono nelle sue varie pieghe e, in generale, rivolgendosi ai cultori dell’antichità interessati ad approfondire un momento storico-culturale che fra l’altro sa mostrare sensazionali consonanze con taluni aspetti della nostra epoca.
Così si è cercato di proporre, più che una vera e propria biografia, una narrazione basata sui dati noti riguardanti la vita del personaggio. Tali notizie provengono in massima parte proprio dagli scritti ennodiani, e per questo la scelta è stata quella di far parlare lo stesso autore, a commento di alcuni momenti salienti della sua vita, attraverso la traduzione di alcuni passi a vario titolo significativi. Inoltre è stata prestata attenzione ad alcuni esponenti della storiografia locale pavese, che interpretano la tradizione al proposito aggiungendo una ulteriore dimensione critica in grado di documentare la rilevanza di Ennodio a livello di vero e proprio culto della personalità.
Il racconto biografico è arricchito da tavole originali del maestro Marco Giusfredi. Con la sua consueta attenzione alla ricostruzione storica delle immagini egli ha saputo illustrare i diversi momenti cogliendo sensazioni e aspetti peculiari, donando altresì un volto al personaggio nelle diverse stagioni della sua esistenza.
Il progetto dell’opera è stato inoltre concordato con Luisa Erba, che con la sua competenza storico-artistica e con la sua passione per la storia patria ha garantito un apporto critico e documentario davvero prezioso.

This article aims to analyze a particular passage by Jerome (Ep. 69, 2), in wich he uses a sentence from Cicero’s In Pisonem (1, 1) to grotesquely portray a rhetor against whom he had disputed over a controversy victoriously regarding the question of the ordained
bishops already married before conversion. Jerome uses this sentence to unveil the signs of his opponent’s face to replace his eloquence now completely defeated.

Premier Père de l’Église latin d’Afrique, Tertullien (160-220) a marqué de son empreinte le christianisme de l’Occident. Cependant, si son influence sur des auteurs comme Jérôme ou Isidore de Séville a souvent été soulignée, peu d’études ont été consacrées au rôle théologique, spirituel et littéraire que son œuvre volumineuse a joué dans le développement de la pensée et de la langue des écrivains chrétiens d’Afrique durant l’Antiquité tardive. Pourtant, ce rôle est assez bien documenté, comme l’attestent les témoignages, certes parfois contradictoires, de grands écrivains chrétiens africains comme Cyprien, Lactance ou Augustin. Aussi nous semblait-il nécessaire de nous interroger à nouveaux frais sur l’influence de Tertullien sur la littérature chrétienne d’Afrique du Nord (IIe-VIe siècles), à travers une étude tant des formes littéraires, des contenus dogmatiques, que des contextes ecclésiologiques de sa réception. Au final, les travaux de cette journée d’étude, organisée dans le cadre du programme de recherche du G.R.A.A., « Tradition, évolution et mutation des formes littéraires en Afrique romaine », offrent quelques éclaircissements à la question fondamentale de la construction, réelle, imaginaire ou fantasmée, d’une « africanité » de la littérature chrétienne d’Afrique du Nord.

Il calamo della memoria -VII. Raccolta delle relazioni discusse nell'incontro internazionale di Trieste, Biblioteca Statale, 29-30 settembre 2016 a cura di Lucio Cristante e Vanni Veronesi [Trieste]: Edizioni Università di Trieste, 2017. -XVI, 258 p. : ill. ; 24 cm.

This paper deals with a group of Latin substantives which acquired a new meaning and became, in effect, synonyms for epistula in letter collections of the fourth and fifth centuries. The semantic development of these words, which designate in their original meaning as nomina abstracta the reciprocal character of some kind of relationship (family, friendship, patronage) is examined on the ground of semantic changes of officium, a concept of central importance for the Roman world. It has been demonstrated that officium as a common word denoting ‘a letter’ occurs for the first time in the correspondence of Q. Aurelius Symmachus and, later, in the letters of Christian authors of the fourth and fifth centuries. The rethinking of the concept of officium by Symmachus is viewed in the context of several fixed semantic oppositions that became an integral part of the content of the Christian letter.

Abstract: A group of Quodvultdeus’s sermons—speci cally De cantico novo, De accedenti‐ bus ad gratiam I–II, De symbolo I–III, De ultima quarta feria, and De cataclysmo—is addressed to candidates for baptism (competentes). In the years after the Vandal invasion of Africa and preceding their conquest of Carthage, the Bishop of Carthage prepared new members of the Church for the upcoming persecution, when their Catholic faith would be chal- lenged. In his catecheses, he aims at building up their identity and sense of belonging to the Church. The study focuses on four topics of his formation related to the shared identity of the candidates for baptism: the desire for a new life, the Church, heresies, and the liturgical rite, exempli ed by the renunciation of the devil, the scrutinies, and the handing over of the baptismal Creed.

Depuis le travail des bollandistes au XVIIe siècle (Januarii, t. 1, p. 569-571), la Passio sanctae Marcianae n’avait pas fait l’objet d’une réédition. Un nouvel examen des témoins de ce dossier hagiographique d’Afrique du Nord permet pourtant d’isoler deux manuscrits, conservés à la bibliothèque nationale de Paris : le manuscrit lat. 17 002, f. 129v-131r composé à Moissac aux Xe-XIe siècles (P) et le lat. 3809 A, f. 176v-177v, du XIVe siècle, d’origine méridionale (X). Rangés sous le numéro BHL 5256, ils ont transmis un texte très différent de celui des Bollandistes, même si le récit du martyre de la jeune vierge, condamnée à être violée dans une école de gladiateurs puis à être exposée aux bêtes de l’amphithéâtre pour avoir brisé une statue de Diane à Césarée de Maurétanie (Cherchel), reste à peu près le même. Cet article propose donc, après une présentation de la tradition manuscrite des deux témoins, une édition de cette recension, sur la base du manuscrit le plus ancien (P), accompagnée d’un apparat des sources classiques, bibliques et patristiques, et d’une traduction française annotée.

Africká církev se po roce 430 ocitla ve zcela nové situaci. Zesnuly dvě její nejvýznamnější osobnosti, které ji vedly od začátku století-Aurelius z Kartága a Augustin z Hippony. V Africe se vylodili Vandalové vedení Geiserichem, kteří přijali ariánství, označované katolickými křesťany za herezi. Vandalové se začali zmocňovat afrického území, až 19. října 439 dobyli i hlavní město Kartágo. 1 Katoličtí křesťané tím ztratili status privilegované náboženské skupiny chráněné císařskou mocí a takřka přes noc se stali opět pronásledovanými. Geiserich připravil katolické elity i samotnou církev o majetek a velkou část senátorů, význačných osobností, biskupů a kléru odeslal do vyhnanství. 2 Mezi exulanty se ocitl i kartáginský biskup Quodvultdeus. 3 Již od roku 432/4, kdy se stal biskupem, musel intenzivně vnímat nebezpečí, které Vandalové představovali pro římské obyvatelstvo v Africe jako takové, avšak zejména pro jejich víru. Již jako jáhen se Quodvultdeus zajímal o problematiku herezí, když žádal po svém příteli Augustinovi, aby sestavil pro kartáginský klérus jednoduchou příručku, která by mu pomohla zorientovat se v existujících herezích. 4 Hipponský biskup mu na-* Studie byla připravena za finanční podpory Grantové agentury České republiky prostřednictvím grantu Historie a interpretace Bible, č. P401/12/G168.

... Of the studies which seem to illuminate most, then apart from Origen and Augustine a reader might choose Calvin, and John Wesley, and ... Abgar legend in book I of Eusebius' Ecclesiastical history and in its more developed Syriac form in the Teaching of Addai, Mirkovic sensibly ...