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2023
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Ciclo di lezioni sul Prometeo incatenato Quinto Secolo, Università statale di Milano
filosofia del presente
55 Dal «teatrale» al «cinematografico»: un percorso di pensiero 56 Gertrud, figura eroica del tragico moderno 63 La solitudine dell'io, tra passione estetica e impossibilità etica 72 v. iL marE assoLuto dELLa soLitudiNE soLitudiNE dELL'uomo, soLitudiNE di dio 83 La solitudine, nostalgia dell'eterno 84 La solitudine e il mare 87 Giovinezza della solitudine 89 Solitudine dell'uomo, solitudine di Dio 93 vi. "È Così ChE iL moNdo fiNisCE…" La terra desoLata di t.s. ELiot, NELLa LEttura di r.g. CoLLiNgwood 95 Arte e profezia 96 Poesia e filosofia dinanzi alla decadenza della civiltà 99 Smisurata preghiera 103 Uomini vuoti 105 vii. La CoNtraddizioNE tragiCa dELLa LibErtà iN diaLogo CoN sErgio givoNE 107 iL "doNo" di CaLiPso Nota di traduzioNE di LuNa rENda 113 A Pino Desidero ringraziare innanzitutto Massimo Cacciari, la cui stima e amicizia da tempo mi onora, che con il suo intervento ha ri-aperto i cantieri inesausti della mia riflessione filosofica. Quindi Luna Renda, per le sue preziosissime "note", e Calogero Rizzo, che per primo mi aveva svelato gli enigmi della pagina di Eschilo, dalla quale siamo partiti. E infine Lara, unica nota essenziale e costante, che ha accompagnato con la sua presenza, fedele e paziente, tutti questi miei anni. πολλὰ τὰ δεινὰ κοὐδὲν ἀνθρώπου δεινότερον πέλει Molte sono le cose mirabili, ma nessuna si erge mirabile e terribile più dell'uomo Sofocle Perché il bello non è, che il tremendo al suo inizio, noi lo possiamo reggere ancora, lo ammiriamo anche tanto, perch'esso calmo, sdegna distruggerci. R.M. Rilke 11 "Esseri effimeri" 1 Nota di traduzione di Luna Renda Prometeo: Certo per gli amici io mi trovo in una condizione compassionevole. Coro delle Oceanine: Ma tu, non sei forse andato ben oltre queste azioni? Prometeo: Feci in modo che i mortali non avessero sempre dinnanzi la morte. Coro: E trovando quale rimedio a questa malattia? Prometeo: Insinuai in loro speranze cieche. Coro: Un grande dono questo che tu hai offerto agli uomini. Prometeo: Oltre a questo io, nondimeno, ho donato loro il fuoco. Coro: Anche ora gli effimeri, gli esseri dalla vita di un solo giorno, conservano il fuoco scintillante? Prometeo: Grazie ad esso impareranno molte altre arti.
Materiali di Estetica, 2017
Il mito di Prometeo viene riproposto da Kafka in quattro versioni circolari che dal tradimento al dolore, confluiscono nell’oblio e si chiudono nell’inspiegabile. Così come inspiegabile rimane il patire, il dolore e il destino degli uomini, di cui Prometeo è amico e complice. The myth of Prometeo is proposed by Kafka in four circular versions that from the betrayal to the grief, they merge in the forgetfulness and end in the inexplicable. Inexplicable as the leaving, the suffering and the destiny of the men, of which Prometeo is friend and accomplice. https://riviste.unimi.it/index.php/MdE/article/view/9776/9229
Esiste un luogo comune per cui allo scienziato dovrebbe essere estranea la passione; egli dovrebbe avere come suo ideale il gelido rigore, che sarebbe la forma fenomenica dell'obbiettività scientifica. Da questo luogo comune deriva una figura di scienziato sostanzialmente anaffettiva, fissa nella sua specialità e sostanzialmente incapace di comunicare con gli altri esseri umani. Ma è fondata questa visione? I maestri che mi hanno guidato nella mia vita scientifica corrispondono a questa immagine? Ed io mi ci riconosco? Quando ero al liceo risuonai molto con l'affermazione di Giovanbattista Vico 1 : "Gli esseri umani prima sentono, poi avvertono con animo perturbato e commosso, indi riflettono con mente pura." Quando appresi questa affermazione risalii ad alcuni anni prima, quando, ragazzo dodicenne, nelle notti di un luglio, guardavo il cielo dalla terrazza della casa di mio zio. Non guardavo le stelle come qualcosa di estraneo, non cercavo di impararne i nomi, che ignoro tuttora, ma cercavo di penetrare dentro di loro, ero curioso di loro, volevo sapere come vivessero, quale fosse la loro natura interna, volevo dialogare con loro, ero curioso di loro di quella curiosità che è la premessa dell'amore. Ma era un amore non possessivo; sarei forse stato disturbato se nello stesso istante un milione di altre persone avesse avuto il mio stesso rapporto empatico con la stessa stella? E cosa sarebbe accaduto se la stella con cui in quel momento ero in amore fosse esplosa in una supernova e fosse quindi sparita? Nulla, mi sarei rivolto a un'altra stella; il cosmo è infinito e non muore mai. Durante questi viaggi notturni del mio Sé, io ero felice, perturbato e commosso. Dovevo rientrare in me e chiamare, come suggeriva Vico, la mente pura, ma avrei mai potuto chiamarla se non fossi stato felice per il mio animo perturbato e commosso? Molti anni dopo incontrai un grandissimo fisico, Herbert Fröhlich, che ammirai non solo per le sue scoperte scientifiche, ma anche per la sua grandezza umana, per il suo rifiuto di servire i potentati istituzionali -non soltanto le famigerate tirannie hitleriana e staliniana, ma anche gli imperialismi liberaldemocratici dell'occidente -, cosa che gli precluse l'accesso ai massimi onori scientifici. In un recente scritto rievocativo 2 la vedova Fanchon Fröhlich ricorda: "Filosoficamente egli ritiene che vi sia un percorso impersonale non individualistico o Tao intrinseco sia al mondo che alla mente e che ad un certo livello profondo di penetrazione essi coalescano. Quindi, rispetto alla scienza moderna, egli considera la coalescenza della matematica astratta prodotta nella mente o su un foglio di carta con gli elaborati esperimenti condotti in laboratorio come fonte di meraviglia e di mistero (in contrasto con il riduzionista che pensa che ciò sia tautologicamente banale). Egli ha detto spesso che nel processo creativo del pensiero la sua mente esce fuori dalla cornice del suo corpo umano e diventa la particella fisica e la situazione di campo, sentendo direttamente come essi tendano a comportarsi, usando però le tecniche della matematica sia per catturare questa sconosciuta situazione fisica che come àncora, cosicché la mente possa tornare nel suo proprio cervello o nella personalità di tutti i giorni. Dopo di che egli consolida nei calcoli quello che ha trovato durante questi viaggi mentali. Come dice il Tao Te Ching: "Per comprendere il vuoto, devi prima tu diventare il vuoto." La sua più profonda intenzione potrebbe essere espressa come il desiderio di rendere la materia conscia. Questo si basa sulla credenza metafisica che la materia, una volta capita, penetrata dalla mente, sia trasformata. Tale convinzione mostra un parallelo con le idee di Jung sull'alchimia… Questa, metodologicamente molto importante, è la distinzione tra la fisica come viene scritta per la
S. Piazzese, Prometeo: dismisura, dolore e conciliazione, in «IlPequod», anno IV/7, giugno 2023, pp. 106-118, 2023
Motto Carta si face perché homo è fallace Copertina (Foto di Paola Giordano. Grafica di Michele Accardo) Le immagini presenti nel numero, ove non diversamente specificato, sono degli autori di ciascun contributo. Epigrafe del numero Per convincere qualcuno della verità, non basta constatare la verità, occorre invece trovare la via dall'errore alla verità.
Classica Cracoviensia
The Prometheus myth is an essential part of European culture, observed in each literary epoque, being variously interpreted and adopted. This article aims to examine the presence and meaning of the myth about the Titan in one of the works of Giacomo Leopardi La scommessa di Prometeo basing on both ancient and earlier Italian literary tradition in depicting the deity. Leopardi, well familiar with ancient and contemporary culture, rewrites the myth in the way to express his vision of human life. Although his idea seems original and new he obviously makes use of many motives already present in earlier tradition transforming them and reinterpreting to create a new and significant quality.
Aevum Antiquum, 2015
A mystical fire thief: Péladan’s Prometheus and the Salvation Péladan’s Prométhéide was written in 1893 and published in 1895. In the Preface of the trilogy Péladan had inserted a letter of Émile Burnouf, a famous French scholar of ancient Greek literature, in which the latter testified to the philological correctness of the play. Burnouf proclaimed his certainty that Aeschylus’s work was an esoteric introduction to mysteries, a mystical ritual of which the main goal was the revelation of religious truth to the public. As it is known, only one of the three Aeschylus’ tragedies on the Titan is left, Prometheus Unbound. Péladan pretended to have “restored” the two lost tragedies, the Fire Thief and Prometheus released, and to have translated the only one we do have. Yet his interpretation of Aeschylus’ work is an esoteric one, in which he tries to balance the values of ancient Greek culture and the Christian Revelation: Péladan’s Prometheus is the creator and savior of humankind, Christ’s precursor (or the precursor of Christ). Prometheus’ sacrifice is interpreted by Péladan as an anticipation of Christ’s suffering for the salvation of mankind/humankind, as his Aeschylus ‘translation’ demonstrates: the Greek Prometheus suffers “for the destiny of his brothers”, while Péladan’s hero suffers “in his brothers". His suffering is, furthermore, a “suffering for justice”, an expression that finishes the three Péladan’s tragedies and exhibits the deep sense of his work. His Prometheus is moreover a Symbolist character, without a realistic personality and without a real risk of dramatic conflict: an absolute character, indeed.
Il presente studio si propone di analizzare le possibili accezioni funzionali del negozio attraverso cui s’intende garantire un diritto di credito. L’analisi separata delle diverse fattispecie condurrà ad individuare un gruppo di contratti con funzione di garanzia che possono addirittura prescindere dalla stessa esistenza del negozio principale, o attraverso cui il garante può assumere i c.d. rischi atipici del contratto, concernenti l’evenienza dell’invalidità o della risoluzione del negozio principale. Il risultato del <<distacco>> dell’operatività della garanzia rispetto alle vicende del negozio “garantito” costituisce per siffatta forma contrattuale un effetto del suo fondamento causale autonomo. La locuzione “contratto di garanzia” starà qui ad indicare non la causa del negozio (causa cavendi), bensì la funzione della prestazione posta in essere dal garante, volta alla protezione dell’interesse del beneficiario a non subire detrimento per la conclusione di un certo affare. Gli studi dedicati a siffatta forma contrattuale conducono ad importanti risultati sistematici circa l’inquadramento della promessa del fatto del terzo tra i contratti di garanzia.
La promessa è un'istituzione necessaria alla sopravvivenza delle società umane? Possiamo considerarla parte di una sorta di "contenuto minimale" del diritto naturale? H.L.A. Hart si è occupato di questi problemi nel suo libro The Concept of Law. In tale lavoro, il filosofo britannico sostiene che: la riflessione su alcune ovvie generalizzazioni -verità che nessuno metterebbe in discussioneriguardanti la natura umana e il mondo in cui gli uomini vivono, mostra che fintanto che queste rimangono vere, esistono alcune regole di condotta che qualsiasi organizzazione sociale dovrebbe contenere per essere realizzabile. Tali regole costituiscono di fatto un elemento comune nel diritto e nella morale convenzionale di tutte le società che sono progredite fino al punto da distinguerle come forme di controllo sociale. Con esse si trovano, sia nel diritto sia nella morale, molte cose che sono peculiari di una società particolare o che sembrano arbitrarie o mere questioni di scelta. Tali principi di condotta universalmente riconosciuti, che si basano su verità elementari riguardanti gli esseri umani, il loro ambiente naturale e i loro fini, possono essere considerati il contenuto minimo del diritto naturale, in contrasto con le costruzioni più grandiose e più discutibili che sono state presentate con quel nome 1 . Secondo Hart, la connessione tra queste ovvie generalizzazioni a proposito della natura umana e il contenuto minimo del diritto naturale non sarebbe soltanto in grado di spiegare la sopravvivenza delle comunità i cui sistemi giuridici contengono le prescrizioni richieste. Lo scopo principale di Hart non è quello di fornire una spiegazione del notevole livello di sovrapposizione dei sistemi giuridici delle comunità a noi note. La sua tesi è piuttosto che la consapevolezza di questi fatti riguardanti la natura umana dovrebbe fornirci ragioni per accettare le regole che soddisfano i requisiti che sono imposti dal contenuto minimo del diritto naturale.
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Rivista Terra Insubre. Cultura del territorio e identità. Anno XIX, n. 69, I trimestre 2014. ISSN 2283-5709., 2014
«Stratagemmi» 6, 2008, pp. 11-38., 2008
La promessa della libertà e l'inganno del potere in "Diritto, potere e libertà. Scritti in onore di Bruno Montanari", 2022
Religioni Fantastiche e Dove Trovarle. Divinità, Miti e Riti nella Fantascienza e nel Fantasy , 2-3-4-5-6 luglio , Velletri (Roma) , https://www.fantasymagazine.it/29861/religioni-fantastiche-e-dove-trovarle , 2019
Antonello Russo, Vuoto e Progetto, LetteraVentidue Edizioni, Siracusa, 2018
Un contributo per la Conoscenza, 2022