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2023
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Riflessioni sulla Coscienza Una breve analisi filosofica, teologica e scientifica. Nel presente lavoro, il cui orizzonte di riferimento è quello della sola cultura occidentale, ho tentato di porre dialetticamente a confronto fisiologia e filosofia sul tema generale della coscienza senza peraltro trascurare, ma anzi valorizzando, quanto la tradizione religiosa ha nel tempo affermato al riguardo.
2020
Sommario La coscienza, in quanto stato comportamentale che permette di avvertire quanto avviene in noi ed in rapporto con il mondo esterno, è sempre stato un argomento estremamente difficile da affrontare da ogni punto di vista. Di recente alle tradizionali interpretazioni religiose e filosofiche si sono aggiunte le importanti scoperte sui meccanismi cerebrali a cui sono giunte le neuroscienze. Ciò ha paradossalmente ampliato l’orizzonte dei problemi anziché restringerlo; in altri termini ci si chiede oggi, ignorando tutta la riflessione filosofica precedente, dove risieda la coscienza e quali sono i meccanismi fisiologici che la attivano. Queste domande sono spinte dai risultati ottenuti nella ricerca empirica e strumentale, che oggi può avvalersi della diagnostica per immagini tramite avanzatissime apparecchiature che consentono di “vedere” come funziona il cervello umano. Sono certamente domande di chiara impronta modernista poiché si parte dal dato già scontato, ma tutto da dimostrare, che non esista nulla al di fuori di quanto prodotto dai neuroni. Nel presente lavoro ho tentato di porre a confronto fisiologia e filosofia sul tema generale della coscienza senza peraltro trascurare, ma anzi valorizzando, quanto la tradizione religiosa ha nel tempo affermato al riguardo.
Brevi contributi di A. Donato, A. Amarante, S. Majorano e un'intervista con il Preside, A. Wodka
Studia Patavina, 2024
Studia patavina 3/2023 pubblica il focus dal titolo Coscienza e umanità. Fondamenti teorici, fonti antiche, riflessioni moderne e contemporanee, a cura di Andrea Toniolo (Facoltà teologica del Triveneto) e Franco Buzzi (Accademia di studi luterani in Italia). Otto articoli rileggono il tema della coscienza sotto differenti punti di vista, nell’ascolto di voci di diversa confessione, cattolica e protestante, e nel tentativo di una sintesi ecumenica, con apporti anche delle ricerche in atto nella psicodinamica e nelle neuroscienze. Contributi di Ernesto Borghi, Franco Buzzi, Pierluigi Imperatore, Markus Krienke, Johannes Schilling, Dietrich Korsch, Lorenzo Raniero e Sergio Gaburro. Introduzione di Lubomir Žak. Oltre al Focus, la rivista propone la ricerca del teologo Giuseppe Trentin su Il mistero di Maria, figura e simbolo della creazione; la lectio magistralis dal titolo Blaise Pascal fra libertini e post-modernità: sono le Pensées ancora attuali per l’odierna teologia fondamentale? di Giuseppe Tanzella-Nitti; gli articoli di Rolando Covi (Come parlare di risurrezione oggi? Spunti di teologia pastorale) e Alessandro Scardoni (L’esistenza umana e credente nel globalismo informazionale). Il fascicolo può essere richiesto a studiapatavina.abbonamenti@fttr.it ed è in vendita su Libreriadelsanto.it
Il testo letterario si configura quale spazio privilegiato per una metariflessione sulla cognizione, intesa come forma di sua rappresentazione immaginale. Affidata a figurazioni di parola, consente di portare alla luce dinamiche cognitive della relazione fra individuo e ambiente. Nel caso specifico dell’opera di Goethe appare particolarmente fruttuosa un’indagine delle figurazioni di parola rappresentative del suo sistema gnoseologico elaborato nel corso dell’intera esistenza. Dal suo complesso sistema si irradiano frammenti di una differenziata teoria esemplificata da figure cardine della sua opera: Proserpina si rivela quale figurazione della parola come coscienza, ottenuta grazie all’esaltazione della dimensione narrativa del linguaggio.
La Struttura Logica Della Coscienza , 2020
È mia contesa che la tabella dell'intenzionalità (razionalità, coscienza, mente, pensiero, linguaggio, personalità, ecc.) che figura in primo piano qui descrive più o meno accuratamente, o almeno serve come euristica per, come pensiamo e ci comportiamo, e quindi comprende non solo la filosofia e la psicologia, ma tutto il resto (storia, letteratura, matematica, politica ecc.). Si noti in particolare che l'intenzionalità e la razionalità come io (insieme a Searle, Wittgenstein e altri) lo vedono, include sia il sistema linguistico deliberativo cosciente 2 e l'inconscio sistema prelinguistico automatizzato 1 azioni o riflessi. Fornisco un'indagine critica di alcuni dei principali risultati di due dei più eminenti studenti di comportamento dei tempi moderni, Ludwig Wittgenstein e John Searle, sulla struttura logica dell'intenzionalità (mente, linguaggio, coscienza, comportamento), prendendo come punto di partenza la scoperta fondamentale di Wittgenstein -che tutti i problemi veramente 'filosofici' sono gli stessi - confusioni su come usare il linguaggio in un particolare contesto, e quindi tutte le soluzioni sono le stesse, guardando a come il linguaggio può essere utilizzato nel contesto in questione in modo che le sue condizioni di verità (Condizioni di soddisfazione o COS) siano chiare. Il problema di base è che si può dire qualsiasi cosa, ma non si può significare (dichiarare chiaro COS per) qualsiasi espressione arbitraria e significato è possibile solo in un contesto molto specifico. Analizzo vari scritti da e su di loro dalla prospettiva moderna dei due sistemi di pensiero (popolari come 'pensare veloce, pensare lentamente'), impiegando una nuova tabella di intenzionalità e nuova nomenclatura di sistemi duali. Vi mostro che questa è una potente euristica per descrivere il comportamento. Così, tutti i comportamenti sono intimamente connessi se si prende il punto di vista corretto. L'Illusione Fenomenologica (oblio al nostro Sistema automatizzato 1) è universale e si estende non solo per tutta la filosofia, ma per tutta la vita. Sono sicuro che Chomsky, Obama, zuckerberg e il Papa sarebbero increduli se gli venisse detto che soffrono dello stesso problema di Hegel, Husserl e Heidegger, (o che si differenziano solo in grado dai tossicodipendenti e dai tossicodipendenti di sesso nell'essere motivati dalla stimolazione delle loro cortice frontali dalla consegna della dopamina (e oltre 100 altre sostanze chimiche) attraverso il tegmentum ventrale e il nucleus e il nucleus èevidente, ma è vero. Mentre i fenomenologi hanno sprecato solo un sacco di tempo delle persone, stanno sprecando la terra e il futuro del loro discendente.
La danzaterapia è una pratica clinica che trova applicazione nella cura di malattie mentali di diverso genere. Senza tentare una definizione esaustiva si potrebbe dire che il lavoro del danzaterapeuta consiste essenzialmente nel fare emergere strati profondi del Sé dei suoi pazienti , attraverso l'evolversi del loro movimento espressivo/ creativo. Per far questo dispone di conoscenze teoriche sul corpo e il suo movimento, e sulla relazione tra essi e lo sviluppo psicologico. Dispone anche, e la cosa è forse più importante, di quelli che possiamo chiamare strumenti "tecnici"; strumenti che non costituiscono in alcun modo un metodo o repertorio di comportamenti ma si fondano piuttosto su una particolare sensibilità del terapeuta. Infatti, la sua principale risorsa è una approfondita coscienza del proprio corpo e della costante fluttuazione di quello che possiamo chiamare il corpo/mente, e cioè la lucida percezione della costante variazione degli stati del corpo e della relazione che essi hanno con i cambiamenti della coscienza stessa. Questa capacità di ascolto del fluire della propria esperienza profonda è quello che le permette di trovare risposte che devono essere sempre diverse, per dar risposta ai bisogni diversi di ogni paziente.
Rivista Internazionale Di Filosofia E Psicologia, 2013
Ricevuto il 1 febbraio 2013; accettato il 5 aprile 2013 █ Riassunto In questo lavoro intendo mostrare che il cosiddetto programma intenzionalista, secondo il quale gli aspetti qualitativi del mentale vanno ricondotti alle sue caratteristiche intenzionali, non funziona. Infatti, contrariamente a quanto pensava Brentano, la proprietà che costituisce la parte principale di tali caratteristiche intenzionali, l'intenzionalità, non è il marchio del mentale, né in senso propriamente brentaniano, per cui l'intenzionalità è la condizione necessaria e sufficiente del mentale, né in un senso annacquato recentemente difeso da Tim Crane, per cui l'intenzionalità è solo la condizione necessaria del mentale. Questo però non fa sì che essere mentale sia una mera categoria eterogenea. Può esserci infatti qualcos'altro che funge da marchio del mentale, cioè la coscienza, nel senso fenomenologico della proprietà di essere esperito. PAROLE CHIAVE: Intenzionalità; Coscienza; Intenzionalismo; Franz Brentano; Tim Crane █ Abstract Consciousness without Intentionality. On the Controversy About the Mark of the Mental -The aim of this paper is to show that the so-called intentionalist programme, according to which the qualitative aspects of the mental have to be brought back to its intentional features, is doomed to fail. For, pace Brentano, the property that constitutes the main part of such intentional features, i.e., intentionality, is not the mark of the mental, neither in the proper Brentanian sense, according to which intentionality is the both necessary and sufficient condition of the mental, nor in its "watered down" counterpart recently defended by Tim Crane, according to which intentionality is just the necessary condition of the mental. However, this does not mean that being mental is a merely heterogeneous category. For there may be another mark of the mental, i.e., consciousness, in the phenomenological sense of the property of being experienced.
Rivista internazionale dei diritti dell'uomo, 1989
DESCRIZIONE GIURIDICA DEL REGIME DELL'OBIEZIONE DI COSCIENZA NEI PAESI DEL CONSIGLIO D'EUROPA NEL 1989
Cuadernos de Filología Italiana, 2015
Nonostante sia noto l'interesse per la letteratura italiana da parte di Carmen Martín Gaite, e nonostante quest'interesse sia stato registrato da numerosi critici che ne hanno visto il riflesso nell'opera dell'autrice salamantina, l'influenza dell'opera di Italo Svevo non è mai stata studiata in maniera sistematica e approfondita. Eppure, la stessa Martín Gaite cita lo scrittore triestino come esempio. Nello studio che segue si vuole mettere in luce come La coscienza di Zeno costituisca, sia dal punto di vista strutturale sia dal punto di vista tematico, l'intertestualità fondamentale della composizione di Ritmo Lento. Parole chiave: Svevo, Martín Gaite, intertestualità, influenze, Ritmo Lento. La coscienza di Zeno: Intertextuality in Ritmo Lento ABSTRACT One of Carmen Martín Gaite's interest was the Italian literature. There are many studies that focused their attention on the influence that this literature has in the Carmen Martín Gaite's work. But the influence of Italo Svevo is forgotten. In this work I want to focus my attention in the relationship between La coscienza di Zeno and Ritmo Lento.
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Rivista internazionale dei diritti deII'uomo, 1988
Documenti ANCI , 2004
Il Senso della Repubblica , 2023
SPECIALE V CENTENARIO "UTOPIA" (1516–2016), 2016
Stamen (https://www.edizionistamen.net/) Series: The Human and the Divine, 2018