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Il seminario, primo incontro nell'ambito del "Laboratorio Erasmo" prenderà in esame "Convivium religiosum", il primo tra i Colloquia che Erasmo, a partire dal 1522, aggiunge alle Formulae, trasformando progressivamente il formulario per l’apprendimento del latino in una raccolta di dialoghi.
2015
Quando si parla di umorismo e si studiano i sacri testi ottocenteschi si ci si imbatte sempre in Erasmo e nel suo Elogio della follia. Il tema della follia o pazzia, quindi, e tra i piu celebrati dai teorici e dagli scrittori, che prediligono questo tipo di visione del mondo che e quasi canzonatorio, ma non privo di rigore e serieta. Nel mio lavoro ho cercato di mostrare chi fosse Erasmo e cosa rappresentasse per lui l'Elogio, tenendo anche conto che da molti questo libercolo scritto quasi di getto e considerata la sua opera piu riuscita. In uno spazio veramente ridotto mi sono sforzato di evidenziare l'uomo, lo studioso e il chierico e quale fosse l'importanza della follia nel suo pensiero e nelle sue opere. Esaminare gli scritti dell'olandese richiede grande impegno e seria capacita di essere al di sopra delle parti. Credo che l'Erasmo che emerge dal mio lavoro abbia precise coincidenze con quello che scaturisce dalla lettura dei suoi scritti. Ritengo che ...
2016
A travel along Erasmus' Adagia, from a strange poin of departure: animals. But it's just a trick, useful to begin a study about common language and common sense, and mystyfing speech in the "discorso pubblico". With a lot of biblical quotations, greek literature and examples of reasonig (?) of the Inquisizione. Only in Italian, alas.
Saggi sulla semiotica dell'autenticità
C'era un gruppo, fra i riformati, a cui Erasmo era più affine che ai rigidi e dogmatici zuingliani: gli anabattisti. Egli rigettava la dottrina da cui essi derivavano il loro nome ed aveva orrore dell'elemento anarchico che era in essi. Troppo vivo era il suo senso del decoro spirituale perché egli potesse sentirsi all'unisono con quegli sregolati. Tuttavia non era cieco di fronte alla serietà delle loro aspirazioni morali, condivideva il loro orrore per la violenza ed ammirava la pazienza con cui sopportavano l'oppressione di cui erano oggetto. «Essi sono ritenuti migliori di tutti gli altri per l'innocenza della loro vita», scrive nel 1529. L'episodio del violento moto rivoluzionario degli anabattisti fanatici coincide proprio coll'ultimo periodo della sua vita; e non c'è bisogno di dire che Erasmo non ne parlò che con orrore. Uno dei migliori storici moderni della Riforma, Walter Köhler, chiama Erasmo uno dei padri spirituali dell'anabattismo. Ed è certo che questo movimento nel suo successivo pacifico sviluppo ebbe molti notevoli tratti in comune con Erasmo: la propensione a riconoscere il libero arbitrio, certe tendenze razionalistiche, l'avversione contro un concetto esclusivo della Chiesa. Parecchie idee di Hans Denk, anabattista della Germania meridionale, sembrano prese direttamente a prestito da Erasmo. Ma l'affinità delle idee di Erasmo e degli anabattisti è in gran parte dovuta alla loro comune derivazione da alcuni caratteri della coscienza religiosa dei Paesi Bassi, patria di Erasmo, dove lo spirito anabattista trovò un ricco nutrimento. Erasmo certamente non si rese mai conto di questa correlazione. 1 Erasmo e il battesimo:materiali di lavoro e spunti di riflessione Desidero ringraziare Chiara Franceschini e Adriano Prosperi, con i quali ho discusso l'elaborazione di questo testo. Rimango naturalmente responsabile di ogni errore a cattiva interpretazione.
Programma generale del laboratorio "Dal 3D al GIS" organizzato in collaborazione con alcuni dei Musei Archeologici del Nord Italia.
1999
Catalogo dell’esposizione “Mi chiamo Esmeralda. Che volto mi dai?” allestita per il Laboratorio di Antropologia Culturale nel chiostro di San Galgano, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Siena, 27 – 30 marzo 2001, organizzazione a cura di M. Squillacciotti e Valentina Lusini. Come spiegato nel programma, il Laboratorio ha dato seguito ad un racconto “Il segreto di Luna” ideato e scritto da Giovanni Burali, ispirato alle tavole di Henny Boccianti. Il racconto è allegato in fondo al catalogo della mostra “Il Volto e la Maschera”. Anche ivi nella sezione 7 - Immagini: https://www.academia.edu/44566846/Il_Volto_e_la_Maschera_Laboratorio Mi presento: sono Esmeralda, nata per l’esposizione allestita nella Facoltà di Lettere di Siena nel 2000 sulle mola – pannelli di stoffa cuciti dalle donne cuna di Panama – ed ora mi trovo nel Seminario di Antropologia dell’arte per lanciare una iniziativa di Laboratorio. Ho invitato alcuni amici disegnatori a lavorare con noi sul tema “Il volto e la maschera” proponendoci 1 o 2 tavole da presentare nel corso del Seminario dove, insieme, guideremo gli studenti ed altri che vorranno essere presenti nell’elaborare 1 o 2 racconti per ogni tavola, rivolgendoci ai ragazzi delle elementari. Come vedi, se in genere gli illustratori sono chiamati a dare forma visiva ad un racconto – decorando il testo o costituendone il sussidio didattico con la propria opera – nella nostra iniziativa rovesciamo la prospettiva: partendo dal disegno arriviamo al racconto, partendo dalla creatività della mano e dell’artista arriviamo ad un Laboratorio di scrittura narrativa, ad un gioco di molteplici letture dell’opera figurativa. Un po’ come leggere l’arte… Pensiamo pure di contornare questa nostra iniziativa principale con alcune situazioni di confronto più ampio, come rendere pubbliche le opere ricevute esponendole, prima dell’inizio della nostra attività, nel chiostro di San Galgano della Facoltà; creare un’occasione di scambio di esperienze tra i disegnatori presenti; porci l’obiettivo di valorizzare e diffondere la nostra esperienza, al termine del Laboratorio, con la realizzazione di un calendario o di un sito web di Didattica e Antropologia o altro ancora.
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EUT Edizioni Università di Trieste, 2020
Musica/Realtà 73, 2004, pp. 153-182
Biblioteca di Via Senato, 2021
Restituzioni XIX, 2022
L.A.M. (Laboratorio d’Arte Marmellata) , 2023