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Exhibition on the results of the IMPERO Project, held in Paganico in 2019 and 2020
Si raccolgono in questo documento i testi dei pannelli per la mostra "Ecclesia Sancte Marie de Arestano", ospitata nella Galleria delle esposizioni del Museo Diocesano Arborense (6-8 maggio 2016), curati dallo scrivente.
Il volume rientra nel Progetto di interesse nazionale (PRIN 2008) Il termalismo in età romana tra cono scenza e valorizzazione ed è interamente finanziato dal MIUR -Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca. Layout grafico: Matteo Annibaletto Università degli Studi di Padova Dipartimento dei Beni Culturali: archeologia, storia dell'arte, del cinema e della musica Piazza Capitaniato, 7 -35139 Padova www.padovauniversitypress.it Tutti i diritti sono riservati. È vietata in tutto o in parte la riproduzione dei testi e delle illustrazioni. In copertina: Ipotesi ricostruttiva della villa romana di via Neroniana a Montegrotto Terme (disegno di Inklink). UNIVERSITà DEGLI STUDI DI PADOVA DIPARTIMENTO DEI BENI CULTURALI archeologia, storia dell'arte del cinema e della musica ANTENOR QUADERNI 26 AquAe pAtAvInAe montegrotto terme e il termalismo in italia aggiornamenti e nuove prospettive Di valorizzazione ATTI DEL II CONVEGNO NAZIONALE (PADOVA, 14-15 GIUGNO 2011) a cura di Maddalena Bassani, Marianna Bressan, Francesca Ghedini Aquae patavinae. Montegrotto terme e il termalismo in Italia arCheologia virtuale a montegrotto terme Sofia pescarin, Bruno Fanini, Daniele Ferdani, Guido Lucci Baldassari 1. introDuzione 1.1 oBiettivi e requisiti «The principles of the London Charter are valid wherever computer based visualization is applied to the research or dissemination of cultural heritage» [L.C. Principle 1]
Il tesoro di antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento. A cura di Eloisa Dodero e Claudio Parisi Presicce, 2017
Musei Capitolini Con il contributo tecnico di Media partner Servizi di vigilanza Organizzazione
2008
The exhibition opens after three months from the end of an rescue archaeological excavation made in 2007 after monitoring the sites of a building allotment in this area. The exhibition shows the remains founded in a cemetery dating back to the Roman Imperial period (I-III century A.D.), with burials, cremation and inhumation (350 tombs), some of them excavated in the ground and some excavated in the trachytic stone, with numerous and simple ornamental objects that accompanied the dead (jugs, oil lamps, pottery cups, glasses and glass unguentaria and bronze coins, etc). The archaeological fieldwork has been conducted from May to November by a team of archaeologists, restorers, draftsmen, technicians and operators who joined the stratigraphic excavation, the first work of restoration, documentation and survey with the following retrieval of materials and outfits. The excavation has been made under the supervision of the competent Archaeological Superintendencies of Sassari and Nuoro provinces, with the cooperation of Alghero town hall and the contribution of the building firm. Even if we have few data and materials collected in that area, and obviously still under investigation, the exhibition has been greatly wanted, because the numerous burials of the necropolis give new and important information about the position of the ancient 'statio' of Carbia that the old sources testify in the territory near Alghero and now, on the bases of previous researches, we can give the village clearer boundaries and original placing.
2018
Una formidabile stagione di valorizzazione e di conoscenza per l’arte antica genovese matura nella prima metà del Novecento, quando in Italia e in Europa diversi momenti espositivi spettacolari contribuiscono a definirne la specificità storiografica (soprattutto tra Rinascimento e Barocco), affiancando tale vicenda alle più note e, in quella fase, già consolidate realtà toscane, romane e venete. Nel delta cronologico preso a riferimento, lo spazio ‘effimero’ della mostra si affianca a quello istituzionale del museo, spesso in gestazione, completandosi vicendevolmente in un progetto culturale unitario, davvero di portata internazionale. E’ Orlando Grosso, pittore e direttore dell’Ufficio Belle Arti di Genova, a tracciare il perimetro di un case study sino a quel momento praticamente inedito: l’approccio di Grosso è contraddistinto da un saper vedere ‘largo’, sicuramente condizionato dalla politica del tempo, ma utile anche a porre le basi per gli approfondimenti che si susseguiranno nel secondo dopoguerra. Procedendo per casi esemplari, il contributo intende tracciare le coordinate delle mostre e degli allestimenti museali genovesi attraverso l’attività di un intellettuale al centro di relazioni estese e sempre di notevole livello (Berenson, Longhi, Ragghianti, Geiger, Bernard). Quella di Grosso è stata una progettualità sofisticata, a sostegno di una politica espositiva capace di grandi aperture: dal 1908 al 1948, si moltiplicarono gli appuntamenti culturali da lui promossi, di cui si mantiene traccia attraverso i cataloghi, le recensioni sulle maggiori riviste di quegli anni, la documentazione archivistica e fotografica. Con Camille Enlhart, Ugo Ojetti e Corrado Ricci, in particolare, egli tratterà a lungo della creazione di un museo di arte italiana contemporanea a Parigi, tutto questo in parallelo alla prima apertura ‘moderna’ di Palazzo Bianco in Strada Nuova e alla creazione di quel sistema museale cittadino divenuto poi paradigma, nell’Italia della ricostruzione, con l’esperienza di Franco Albini e di Caterina Marcenaro.
Museo dei Brettii e degli Enotri. Catalogo dell’esposizione, 2014
Dopo le indagini archeologiche eseguite fra il 1919 e il 1920 da Roberto Paribeni, fu possibile evitare la demolizione di Palazzo Caffarelli, anche per l'opposizione e le proteste dell'opinione pubblica, testimoniate da molte delle testate giornalistiche dell'epoca. Si giunse così all'accordo fra lo Stato e il Comune di Roma per la cessione a quest'ultimo del palazzo e dell'annesso giardino Caffarelli. In quegli anni operava attivamente a Roma Ghino Venturi (Pisa 1884 -Roma 1970) 1 , coetaneo e amico di Arnaldo Foschini e di Marcello Piacentini, distintosi fino a quel momento per numerosi progetti a Roma e soprattutto per essersi battuto, insieme allo stesso Piacentini e ad altri, per la creazione di una scuola superiore di architettura universitaria, che nacque proprio nell'ottobre del 1919. Nel 1921, con gli stessi Piacentini e Foschini, quest'ultimo suo compagno di studi all'Accademia romana di Belle Arti, progettò a Roma la sistemazione dell'area di Largo di Torre Argentina, ossia dell'isolato fra le vie di Torre Argentina, corso Vittorio Emanuele, San Nicola de' Cesarini e via Florida, uno dei nodi romani più densi di traffico. "Dal corso Vittorio Emanuele, per questa strettoia di via di Torre Argentina, passano oggi numerosissime linee tramviarie, dirette al Viale del Re, al Testaccio, a S. Paolo, a Monteverde, al Gianicolo, in Trastevere ecc., tutti quartieri popolosissimi e tendenti sempre ad ingrandirsi" 2 . Nel 1923 il Comune di Roma bandisce un concorso nazionale per la sistemazione dell'aula consiliare in Campidoglio, con lo scopo di dare una sistemazione "pratica e definitiva alla sala della rappresentanza cittadina"; la commissione giudicatrice premia Ghino Venturi che "ha presentato un progetto variante inteso alla conservazione integrale della massima aula capitolina ed alla sua naturale restaurazione". Il bando stabilisce "la riduzione in altezza ed in lunghezza della grande aula senatoria" e richiede "la decorazione di questo ambiente così inopportunamente rimpicciolito". Venturi, oltre a presentare il progetto rispondente al bando e giudicato il migliore, espone "un secondo progetto nel quale ha svolto il suo concetto mirante alla conservazione dell'aula senatoria, proponendo la costruzione ex novo della sala consiliare" 3 ( . L'associazione artistica fra i cultori di architettura di Roma saluta "attraverso questa bella vittoria, una intelligenza che potentemente si afferma". La variante progettuale prevedeva anche la sistemazione degli
La collezione numismatica nel riallestimento del museo archeologico a piazza Duomo (Siracusa) dopo la seconda guerra mondiale.
2008
Catalogo della mostra personale Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci / Prato Testi di Stefano Pezzato (curatore), Saretto Cincinelli, Salvatore Lacagnina. Italiano / Inglese 128 pagine, colore, formato cm 14 x 20.
Oblio 38/39, 2020
Grazie a Tutte le poesie del 2017, Umana gloria (2004) si è fissato come il punto di partenza di Mario Benedetti, producendo un significativo riallineamento della sua opera sulla stretta contemporaneità, ma anche la cancellazione della sua storia precedente. Mario Benedetti comincia a scrivere negli anni Settanta e pubblica il suo primo libro, Moriremo guardati, nel 1982. Umana gloria è preceduta da sette raccolte, restano per la maggior parte escluse dal volume del 2004. La prima, Moriremo guardati, completamente rimossa. Ripercorrere la stratificazione dell’opera anteriore a Umana gloria contente perciò di riscostruire una carriera letteraria molto complessa, in cui si mescolano prosa e poesia, fondamentale per comprendere che cosa succede nella poesia italiana fra anni Settanta e Novanta.
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La Mostra d'Oltremare nella Napoli occidentale. Ricerche storiche e restauro del moderno, 2021
Alberto Garutti. Didascalia / Caption, 2012
Ricerche di S/Confine, 2023
Rubbettino, 2014
Archeologia e Calcolatori, 2016
Archeologia a Montegibbio. La scoperta di una villa romana, 2007
in Legni preziosi. Sculture, busti, reliquiari e tabernacoli da Medioevo al Settecento nel Cantone Ticino, catalogo della mostra (Rancate, 2016-2017), a cura di E. Villata, Cinisello Balsamo, 2016
Collezioni e Musei Archeologici del Veneto, 2013
NAM 5108211 Fascicolo N. 5, 2021
Collezioni e Musei Archeologici del Veneto, 2012
Quaderni della Soprintendenza archeologica del Piemonte, 13, 1995, pp. 285-296.