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2020, Oblio 38/39
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Grazie a Tutte le poesie del 2017, Umana gloria (2004) si è fissato come il punto di partenza di Mario Benedetti, producendo un significativo riallineamento della sua opera sulla stretta contemporaneità, ma anche la cancellazione della sua storia precedente. Mario Benedetti comincia a scrivere negli anni Settanta e pubblica il suo primo libro, Moriremo guardati, nel 1982. Umana gloria è preceduta da sette raccolte, restano per la maggior parte escluse dal volume del 2004. La prima, Moriremo guardati, completamente rimossa. Ripercorrere la stratificazione dell’opera anteriore a Umana gloria contente perciò di riscostruire una carriera letteraria molto complessa, in cui si mescolano prosa e poesia, fondamentale per comprendere che cosa succede nella poesia italiana fra anni Settanta e Novanta.
Promotori: L.V. Moscarini e M. Nuzzo. Redazione: F. Addis, G. Capaldo e V. Pescatore, 2008
Per Mario Benedetti, a cura di A. Garlini, L. Sorrentino, G.M. Villalta, Milano-Udine, Mimesis, 2021, 129-131
secrétariat scientifique du colloque Nicola Iodice La loi du 11 mars 1957 n'autorisant aux termes des alinéas 2 et 3 de l'article 41, d'une part, que les « copies ou reproductions strictement réservées à l'usage privé du copiste et non destinées à une utilisation collective » et, d'autre part, que les analyses et les courtes citations dans un but d'exemple et d'illustration, « toute représentation ou reproduction intégrale, ou partielle, faite sans le consentement de l'auteur ou des ayants droit ou ayants cause, est illicite » (alinéa 1 er de l'article 40). Cette représentation ou reproduction, par quelque procédé que ce soit, constituerait donc une contrefaçon sanctionnée par les articles 425 et suivants du Code Pénal. . La reproduction des dessins illustrés dans l'essai de Madame Elena Vaiani et de Monsieur Henri Lavagne à été gracieusement consentie par la Royal Library de Windsor.
bibliography, 2024
She studied the case of Guglielma publishing the critical edition of the inquisitorial trials and other studies (Milano 1300. I processi inquisitoriali contro le devote e i devoti di Guglielma, edited by M. Benedetti, Milano 1999; Io non sono Dio. Guglielma di Milano e i Figli dello Spirito santo, Milano 2004 2). Starting from the case of Guglielma, she devoted herself to heresy and inquisition in the Middle Ages
Mediterranea Supplemento 2, 2022
The paper concerns the discovery in 2016, in the archives of the National Etruscan Museum of Villa Giulia, of the un- published manuscript signed by Fausto Benedetti in 1903, with the description of the excavations carried out by him self and his father Annibale, in the necropolis of Monte Michele in Veii. The manuscript helps in the reconstruction of the controversial events surrounding the excavation and will allow to re-examine the publication written by Mauro Cristofa- ni in the 1969, dedicated to the grave goods from Monte Michele in the National Archaeological Museum of Florence.
«Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum». Studi in onore di Fra’ Giovanni Scarabelli per i cinquant’anni di sacerdozio, 2019
Esiste un particolare tipo di effetto narrativo, che troviamo soprattutto nei romanzi di fantascienza, in cui vari piani temporali si confondono e al lettore non è più immediatamente possibile distinguere se gli eventi narrati siano accaduti in un remoto passato o debbano invece ancora accadere in un lontano futuro. L'orientamento temporale implicitamente assunto dal lettore del genere, di solito escatologicamente puntato verso un finale a orologeria, si inceppa, gira a vuoto e va in tilt. Passato e futuro-le due coordinate principali in cui si articola la reciprocità tra narratività e temporalità-entrano in uno stato di indistinzione e il lettore si ritrova in confusione, risucchiato da un loop temporale che ricade sul presente, tanto rendergli impossibile distinguere esattamente il tempo in cui avviene ciò che viene raccontato. Si tratta certamente di uno spaesamento, di un "senso di anacronismo", un effetto weird di cui parla Mark Fisher nel saggio Prigioniero delle spire di Ouroboros. Tim Powers 1 , solitamente connesso agli "strange loops" e alle "gerarchie aggrovigliate" dei viaggi nel tempo. Ma nel nostro caso vi è l'effetto, non la causa-il viaggio nel tempo. Sto parlando, per fare un esempio noto a tutti, di quella strana vertigine che ci coglie all'inizio di un film di Star Wars: "A long time ago in a galaxy far, far away..." Il lettore/spettatore è disorientato, non sa dove collocarsi, si aspettava una storia di fantascienza nel futuro e ora si scopre nel passato? Non voglio però sviluppare questo interrogativo in relazione a Star Wars, perché a mio avviso è la versione popolare e banalizzata dei temi e delle atmosfere del ciclo di Dune, una serie di romanzi forse meno conosciuti dal grande pubblico cinematografico ma saldamente entrati nell'immaginario degli appassionati del genere. Il grandioso affresco fantascientifico conosciuto come Dune si articola in 6 volumi, pubblicati tra il 1963 e il 1985 e scritti da Frank Herbert, la cui morte nel 1986 ne ha bruscamente interrotto la prosecuzione 2. La storia narra, sullo scenario di un pianeta (Arrakis o Dune) con caratteristiche ecologiche uniche in tutto l'universo, di quel profondo legame tra religione, politica ed economia che giace alla base delle comunità umana. Della Terra, pianeta natale dell'umanità, si è persa traccia e memoria, troppo lontana ormai nel tempo e nello spazio. Di fronte al lettore si apre una storia passata di migliaia e migliaia di anni, un abisso temporale vertiginoso i cui unici appigli sono i passaggi di consegne tra quell'intreccio di poteri chiamato (ancora e sempre) "impero" da un pianeta, una fazione o una lobby, sulla base di guerre, rivoluzioni e complotti. Le grandi casate nobiliari si contendono questo potere facendo leva su feudi ampi centinaia di anni-luce: una Dieta che, sulla base di rapporti di forza mutevoli, decide chi può fregiarsi del titolo di imperatore. I primi 3 volumi sono dedicati all'ascesa della Casa Atreides: il duce Leto, grazie all'attribuzione del feudo del pianeta Dune, entra in possesso di una risorsa strategica unica, il Melange, una droga che consente ai Navigatori di distorcere lo spazio e il tempo, in modo da colmare le enormi distanze tra pianeti e sistemi, garantendo così viaggi, comunicazioni e dunque l'esistenza stessa dell'Impero. Il figlio di Leto, Paul, grazie a una fusione con le culture autoctone di Dune e a un uso massiccio del 1 Mark Fisher, Prigioniero delle spire di Ouroboros. Tim Powers, in The Weird and the eerie. Lo strano e l'inquietante nel mondo contemporaneo, Minimum Fax, Roma 2018, trad. it. di Vincenzo Perna, pp.45-51. 2 Frank Herbert, Dune-Messia di Dune-I figli di Dune-L'imperatore Dio di Dune-Gli eretici di Dune-La rifondazione di Dune. Brian Herbert (figlio di Frank) e Kevin J. Anderson hanno proseguito e terminato il ciclo fino alla pubblicazione dell'ultimo romanzo nel 2007.
IL CANTO DEGLI ITALIANI / Poesia di Goffredo Mameli / Musica Michele Novaro - Edizione critica a cura di Maurizio Benedetti, 2019
L’edizione critica de Il Canto degli Italiani vuole offrire ampia e approfondita documentazione sui vari aspetti che concorrono alla chiara e corretta comprensione del nostro inno nazionale: dalla storia della sua nascita alla descrizione delle fonti documentarie, dall’analisi musicale all’esegesi del testo. Un forte stimolo alla realizzazione di questa edizione è venuto dalla recente approvazione nel dicembre 2017 della legge n.181, che riconosce il testo di Mameli e lo “spartito musicale originale” di Novaro quale inno nazionale della Repubblica. Una legge giunta a sanare l’imbarazzante condizione di provvisorietà della funzione di inno nazionale, che Fratelli d’Italia assolveva da oltre settant’anni in base ad un provvedimento datato 12 ottobre 1946 del primo Governo repubblicano. La legge n.181 del 2017 si colloca in una continuità ideale con la precedente legge n. 222 del 2012, che, oltre a raccomandare l’insegnamento del nostro inno nelle scuole di ogni ordine e grado, intende promuovere, nell’ambito di una didattica diffusa, i valori di cittadinanza, fondamento di una positiva convivenza civile, nonché riaffermare e consolidare l’identità nazionale attraverso il ricordo e la memoria civica. A sostegno di questa didattica diffusa, vogliamo dare il nostro contributo con la presente pubblicazione, convinti che quei valori di coscienza civica richiamati dal legislatore saranno sempre rappresentati e custoditi dalla poesia e dalla musica de Il Canto degli Italiani di Goffredo Mameli e Michele Novaro. Maurizio Benedetti, docente di flauto presso il Conservatorio di Torino, ha iniziato ad occuparsi dell’inno di Mameli - Novaro nel 2000 quando, durante la Presidenza di Carlo Azeglio Ciampi, ricevette dal Quirinale l’incarico di curare una ricerca musicologica sul repertorio risorgimentale italiano, che ebbe come esito la pubblicazione per la Presidenza della Repubblica della revisione dell’autografo di Novaro custodito presso il Museo Nazionale del Risorgimento di Torino. In seguito si è dedicato alla divulgazione dell’opera di Novaro e della musica patriottica dell’Ottocento con concerti e edizioni discografiche. Nel 2011, anno delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ha realizzato il cortometraggio Il Canto degli Italiani dove si narra la storia della nascita del nostro inno nazionale nella Torino del 1847 secondo la testimonianza diretta di Vittorio Bersezio.
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Archeologia a Montegibbio. La scoperta di una villa romana, 2007
A scuola di archeologia da Mario Torelli, Dialogando. Studi in onore di Mario Torelli (MOUSAI. Laboratorio di archeologia e storia delle arti, 4), 219-230., 2017
M. Borio, R. Cescon, A. D’Agostino, T. Di Dio, F. Mancinelli, "Per Mario Benedetti", Fondazione pordenonelegge.it, 2018
Colligite fragmenta 2, Atti del Convegno, Bordighera 2017, 2017
Cozza F., 2023, Archeologia è caccia, in «Dialoghi Mediterranei», n. 60, pp. 384-389., 2023
Quaderni della Soprintendenza Archeologica per le …, 2001
in "Scienza eSocietà", 17-18, pp. 103-114, 2014
QUADERNI DELL'ISTITUTO DI STORIA DELL'ARCHITETTURA , 2020