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2020, Arnovit
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Boccaccio e le sue edizioni della Vita nuova.
I testimoni del vero. Su alcuni libri in biblioteche d'autore, a cura di Emilio Russo, 2000
I rapporti del Boccaccio con l'opera oraziana, al di là di una pagina dell'Hortis, una nota di Vittore Branca all'edizione dell'Amorosa Visione e pochi altri cenni, non sono mai stati fatti oggetto di attenzione specifica 1 . Si tratta di una circostanza a tutta prima spiegabile in termini abbastanza lineari. A differenza di quanto avviene per altri autori classici, variamente assunti a grandi modelli, quali Ovidio o Apuleio, Virgilio o Stazio, il corpus oraziano non si è rivelato mai una fonte privilegiata per l'immaginario e per i generi boccacciani, e ciò senza nulla togliere all'auctoritas che il Boccaccio indiscutibilmente riconosceva al Venosino, giungendo a tributare parole di grande ammirazione per chi «uomo di altissima scienza e di profonda fu, e massimamente in poesia fu espertissimo» 2 . Eccettuata l'ipotesi, proposta a più riprese da Hollander, di una complessiva esemplarità di genere dell'Orazio satirico per l'autore del Decameron 3 , argomenti e indizi circa una presenza importante del referente oraziano nell'opera del Boccaccio risulterebbero -ancora a quanto è possibile 107 1 A. HORTIS, Studj sulle opere latine del Boccaccio, Trieste, Libreria Julius Dase, 1879, pp. 402-403; V. BRANCA, commento a G. BOCCACCIO, Amorosa Visione, Firenze, Sansoni, 1944, pp. 421-22 (nota ripresa, in forma più scorciata, in Tutte le opere di Giovanni Boccaccio, Milano, Mondadori, vol. III, 1974, pp. 586-87); G. PADOAN, commento a G. BOCCACCIO, Esposizioni sopra la Comedia, in Tutte le opere, cit., vol. VI, 1965, p. 828 (che cito dalla ristampa Milano, Mondadori, 1994). 2 Il giudizio è tratto dalla ampia chiosa a Inf. IV, 89, ivi, pp. 198-99. 3 R. HOLLANDER, «Utilità» in Boccaccio's Decameron, in «Studi sul Boccaccio», XV, 1985-86, pp. 215-33: 215-16 e n. 2; ID., The proem of the Decameron: Boccaccio between Ovid and Dante, in Miscellanea di studi danteschi in memoria di Silvio Pasquazi, 2 voll. , Napoli, Federico & Ardia, 1993, vol. I, pp. 423-40: 435; ID., C. CAHILL, Day ten of the Decameron: the myth of order, in «Studi sul Boccaccio», XXIII, 1995, pp. 113-70: 163-66 e n. 100. In tutti i casi Hollander ha corroborato la sua tesi sull'esemplarità oraziana rimarcando la sorprendente identità di parola in incipit (umana/humano) fra l'Ars poetica e il Decameron. Ma sul valore modellizzante dell'Ars nella poetica boccacciana cfr. infra, pp. 111-13. dedurre dall'esegesi e dalla critica più recenti -alquanto esigui se solo paragonati a qualsiasi altro degli autori sopra ricordati.
2013
Si è discusso molto e ancora si discute sullo «svolgimento della grafia» di Boccaccio, per ragioni che ognuno intuisce e che risiedono nel fatto che con Boccaccio siamo di fronte prima di tutto a un autore di cui ci sono arrivate opere in versione autografa e poi a un autore che è stato anche copista di cose non sue. «Svolgimento della grafia» è segmento facilmente riconoscibile del titolo dato da Pier Giorgio Ricci allo studio che, nel 1962, accompagnava non la scoperta, ma il debutto in società dell'autografo del Decameron 1. Il termine grafia, con quel vago sentore di tribunale, è adoperato da Ricci al posto di scrittura: forse casualmente, anche se di fatto la sua fu insieme expertise e definitiva sentenza sull'autografia dell'Hamiltoniano 90 2. Da quel lavoro (e prima ancora dalle osservazioni di Barbi), passando per il profilo di Boccaccio copista disegnato da Albinia de La Mare 3 e fino alla recentissima, lunga nota di Marco Cursi nel volume dedicato alle Origini e * Pubblico il testo nella forma in cui è stato letto, col solo necessario complemento delle note bibliografiche, senza tener conto di quanto è uscito dopo la data del convegno fiorentino. Per comodità del lettore aggiungo alla fine un elenco, in ordine cronologico, degli autografi noti (Appendice I, pp. 164-165) e una sintetica cronologia delle scoperte e riscoperte degli autografi e dei manoscritti della biblioteca di Boccaccio (Appendice II, pp. 166-170). 1 Svolgimento della grafia del Boccaccio e datazione del codice, in V. Branca-P.G. Ricci, Un autografo del Decameron (Codice Hamilton 90), Padova, CEDAM, pp. 47-67. 2 Per questo e tutti gli altri autografi di Boccaccio, e così per i libri da lui posseduti, rinvio collettivamente al catalogo della mostra inaugurata in occasione del convegno, nel quale si trovano dettagliate schede descrittive e ampia documentazione fotografica: Teresa De Robertis et al. (a cura di), Boccaccio autore e copista, catalogo della mostra
nato nel 1313 a Certaldo in Toscana, può ben essere considerato il padre della prosa volgare italiana e, insieme a Petrarca e a Dante, il più importante scrittore del XIV secolo sia in Italia che in Europa. Dopo i primi studi a Firenze, nel 1327 si trasferisce a Napoli dove si dedica ai classici latini e alla letteratura italiana e francese e proprio qui vedono la luce le sue prime opere: Filocolo, Filostrato, Teseida, Caccia di Diana e Rime. Durante i successivi soggiorni a Firenze e nelle corti di Romagna compone oltre al Ninfale fiesolano e ad altre opere minori, la sua opera capitale: il Decameron, terminato nel 1351. È in questi anni che stringe amicizia con il "glorioso maestro", Petrarca, e si dedica allo studio dell'opera dantesca. Viene a mancare nel dicembre 1375.
Boccaccio e l'immagine mimetica L'interesse di Boccaccio per le arti visive, palese al livello dei contenuti nel Decameron, per via di una presenza di opere d'arte e artisti che che non ha precedenti in letteratura, è innanzitutto legato allo sperimentalismo letterario dell'autore sulla forma della novella. Ciò risulta evidente da un'analisi comparata fra la novella di Giotto e Forese (VI, 5), in cui Boccaccio spiega al lettore cosa sono e come funzionano le immagini dipinte da Giotto, e la novella di Lidia, Pirro e Nicostrato (VII, 9), una novella che non tratta di opere d'arte o artisti ma incentrata sull'esperienza del vedere.
2018
EnglishRelying on the most recent scholarly findings, this essay quickly retraces the presence of the figure of Homer and its meaning in the whole of Giovanni Boccaccio’s literary works. The aim is to ponder the role of the Greek poet in the intellectual biography of Boccaccio, and to better understand the author’s knowledge of Homer in its chronolog-ical development and unfolding. In this chronological survey, a prominent role is played by the recently reemerged Homer’s portrait, which is sketched in the final page of the so-called ‘Toledan Dante’. The essay focuses on the meaning of this fascinating and enig-matic page, in order to formulate a new interpretative hypothesis. italianoIl saggio ripercorre rapidamente l’intera produzione letteraria di Giovanni Boccaccio al fine di riflettere, in prospettiva diacronica e alla luce delle scoperte piu recenti, sulla presenza e sul senso della presenza del poeta greco nella biografia intellettuale del Certaldese e di meglio collocare nel ...
2019
In copertina: Bibliothèque nationale de France, ms. Français 112, f. 239r. Informazioni sul catalogo e sulle ristampe dell'editore: www.ledizioni.it Le riproduzioni a uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da Ledizioni.
Il Cinquecento a Polirone, 2019
Contributo dedicato alla produzione artistica avvenuta nel XVI secolo nel contesto dell'abbazia polironiana. Pubblicato in: Il Cinquecento a Polirone. Da Correggio a Giulio Romano, catalogo della mostra (San Benedetto Po, Refettorio Grande e Basilica, 14 settembre 2019 - 6 gennaio 2020), a cura di Paolo Bertelli in collaborazione con Paola Artoni, Mantova, Publi Paolini, 2019, pp. 55-62
Fin dal XIV secolo, tanto la sequenza nome-cognome quanto il solo cognome di Giovanni Boccaccio hanno conosciuto una varietà di forme: Giovanni di Boccaccio, Giovanni Boccaccio, Giovanni Boccacci, Boccaccio, Boccacci. L’articolo si propone di analizzare la distribuzione cronologica e geografica di queste forme e il loro uso nella tradizione letteraria, grammaticale e lessicografica, nel tentativo di stabilire per quali vie si sia giunti alla situazione attuale (solo Giovanni Boccaccio per la sequenza nome-cognome; solo Boccaccio per il cognome).
Un richiamo boeziano nelle opere del Boccaccio anti sono i casi in cui un autore può ritenere utile inserire nella propria opera le parole di un altro, per così dire "rubargliele." Egli può essere spinto da semplici considerazioni estetiche o dalla necessità di stabilire delle basi autorevoli su cui fondare il proprio lavoro, oppure dall'esigenza di confermare o rafforzare un concetto che appartiene alle tradizioni religiose del passato. Rari però sono i momenti in cui tutti questi motivi confluiscono in una sola allusione, evidenziata ripetutamente nel corso di un'intera carriera. Un caso del genere è la citazione boeziana nelle opere di Giovanni Boccaccio di cui ci occuperemo in queste pagine: parlare di "fonti" rischia di metterci fuori strada, però, perché ogni ritorno della citazione -nelle opere in versi o in prosa, o addirittura nel commento dantesco -permette di introdurre un nuovo tassello nel mosaico dell'etica personale dello scrittore e del suo sviluppo di poeta, filosofo, umanista e perfino teologo. La stessa citazione a sua volta rimanda ad altre culture e ad altre filosofie, ben diverse da quelle che caratterizzano l'ambiente storico-culturale di Boccaccio stesso; e non solo si inserisce comodamente nei diversi contesti, ma, proprio per le profondità di pensiero che evoca, sembra assumere diverse sfumature concettuali a seconda dei contesti stessi, come l'acqua che prende la forma di ciò che la contiene.
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Boccaccio editore e interprete di Dante. Atti del Convegno promosso dal Centro Pio Rajna, Roma 28-30 ottobre 2013, a cura di L. AZZETTA e A. MAZZUCCHI, Roma, Salerno, 2014, pp. 137-57
Bocaccio e le donne, Aracne, Roma, 2014, 2014
Intorno a Boccaccio / Boccaccio e dintorni 2018 : atti del Seminario internazionale di studi (Certaldo Alta, Casa di Giovanni Boccaccio, 6-7 settembre 2018) / a cura di Stefano Zamponi. – Firenze : Firenze University Press, 2020. (Studi e saggi ; 205), 2020
Il Cinquecento a Polirone, 2019
Firenze University Press, 2015
San Rocco di Villafranca. Dal restauro alla consocenza, 2015
Intorno a Boccaccio. Boccaccio e dintorni 2019, 2021
Intorno a Boccaccio/Boccaccio e dintorni, 2019
In Philippe GUÉRIN e Anne ROBIN (eds), «Boccaccio e la Francia. Boccace et la France», Firenze, Franco Cesati Editore, 2017, pp. 307-319.
Firenze Universty Press, 2020