Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2013, Aktoj de la IKU, 66a sesio, edd. A. Wandel, R. McCoy (Rotterdam), 69-96
…
30 pages
1 file
This article deals with the contrasting destinies of the eastern and western parts of the later Roman Empire in the fifth century A.D. It does not offer a narrative history of barbarian invasions, but rather considers the political, structural and economic problems that the empire had to face, especially the western half. It also discusses the role of the emperor and the relative powerlessness of western emperors; in addition, consideration is given to the armies of the two partes imperii, as to the more defensible borders of the eastern empire and the role of the church in society. Thus it seeks to explain the survival of the East and the fall of the West.
La moneta Romaion, scritta in caratteri greci, segna l'inizio della ellenizzazione della lingua sardo-latina.
L'articolo si propone di ricostruire criticamente il processo di crisi e trasformazione del concetto di impero a ridos-so delle rivoluzioni settecentesche. A partire dalla Histoire des deux Indes di Raynal, e dalla critica illuminista ai differenti modelli imperiali, Pandolfi delinea il passaggio dal colonialismo classico – costruito attorno al rapporto tra coloni, selvaggi e schiavi – a una fase contraddistinta invece dallo sfruttamento indiretto della forza lavoro. La trattazione porta alla luce l'ambivalenza illuminista nei confronti della questione dell'impero, dimostrando come l'opera di Raynal intersechi e restituisca al lettore le tensioni fondanti della seconda metà del Settecento. Così, ripercorrendo l'analisi di Diderot, l'autore dimostra come l'avanzamento morale dell'umanità sia il prodotto della costante interazione tra la retorica imperialista del commercio e le rivoluzioni che, in luoghi e momenti diversi, hanno attraversato lo spazio coloniale. The article critically analyses the late eighteenth century process of crisis and transformation of the concept of empire. By considering Raynal's Histoire des deux Indes and the Enlightenment's critique of the different imperial models, Pandolfi reconstructs the transit from classic colonialism – built around the relations between settlers, savages and slaves – to another phase characterized by the indirect exploitation of the labour force. The text underlines the ambivalence of Enlightenment towards the question of the empire by demonstrating how Raynal's work reflects the constitutive tension of the second half of the 1700s. Therefore, through Diderot's analysis, the author demonstrates how the moral advancement of humanity is the product of a constant interaction between the colonial rhetoric of commerce and those revolutions, which, – in different moments and places – have crossed the colonial space.
Andrea Mazzoli, a cura di, Progetto & Manualità, 1991
AURELIA· VSOAln . VJITOfUO PAPA CIUSEF•Pf 0 1 GENNARO -A(R -ANG[UNI PltTRO l OINO . ARTIC1ANA10 AJt'USTICO 9HlA • ARMANDO 8Ell0NI ORN[UA OE SllVtSnn • lfl.'U'KESMAN VANNICOl.A • GIORGIO MAROnl t,A80AA10RK) CERA.MICAA.R11STIC.A CIL-V, SORCtl'lTC OCJ. GIUNCO C LI AfHtCIANI -FORESTI -COSMOS[RIGAA.r DELLA MONICA (:AREIONI VE1ft0 • OEV1l IN. PLEX SON<MRREOO • BRUNO MICCI C tUSEPPf ROMACNOll S,PA()():,,,l.,'1,V.RM() IN
2016
Il presente lavoro mira ad indagare l’etica della fortuna come attitudine caratterizzante quella che Michael Stewart definisce la «façon d’être tzigane» (il modo d’essere zingaro) . Studiando l’insieme delle consuetudini rom in una comunità ungherese, Stewart individua la centralità della nozione di fortuna (baxt) in quanto determinante una peculiare condotta rom nelle pratiche economiche: in tale contesto tramite l’appello alla fortuna i rom si rendono capaci di affermare un certo controllo sul mondo esteriore. La tesi del presente lavoro è che la nozione di fortuna determini più in generale un peculiare atteggiamento etico mediante il quale i rom fanno esperienza del mondo. Dove intendiamo con atteggiamento etico la maniera in cui si articola l’uso del sé nel mondo. Si è inteso quindi non tanto concentrare l’attenzione su un patrimonio di pratiche caratterizzante una specifica comunità rom, quanto piuttosto individuare una forma comune dell’agire nel mondo che orienta la condotta individuale in comunità anche diverse. Per questo motivo la ricerca, realizzata in Transilvania (Romania), si è sviluppata in due diverse comunità, una definibile “tradizionale” e l’altra non “tradizionale”, in quanto maggiormente assimilata al mondo rumeno circostante. Entrambe le comunità sono estese su due villaggi. Nella prima sono ancora conservati i legami comunitari e il mestiere di antica consuetudine, la seconda si presenta invece più eterogena al suo interno e priva di legami comunitari, anche se vi si pratica ancora il lavoro artigiano, in essa tuttavia alcune famiglie non possono dirsi completamente assimilate al mondo rumeno. L’indagine sul campo ha infatti mostrato che l’etica della fortuna governa la condotta dei singoli in entrambi i contesti, nel secondo in particolare in funzione del grado di assimilazione. In primo luogo, con lo scopo di definire il ruolo che possiede la baxt nei terreni di studio, si è scelto di indagare la relazione intercorrente tra la nozione di baxt e la concezione di Dio, mediante l’analisi dell’opposizione di fatto rilevabile tra l’etica della fortuna e l’etica del “soggetto consapevole” che caratterizza la dottrina pentecostale, diffusa tra i rom nei contesti indagati. Tale disamina ha permesso di dare emersione al legame tra la baxt e un determinato esercizio etico peculiare a quelle realtà rom oggetto di indagine non integralmente assimilate alla dottrina pentecostale. In questi casi la fortuna si presenta come un dono di Dio che deve essere conservato e reso produttivo sulla realtà tramite l’agire, una concezione antitetica all’etica pentecostale che prescrive di donare a Dio le proprie azioni. Una volta evidenziata in tal modo la peculiarità dell’etica della fortuna si è inteso approfondire la doppia valenza semantica che caratterizza la baxt in quanto sanità e in quanto fortuna: da una parte l’importanza della sua conservazione in quanto istanza legata al corpo e dall’altra la sua capacità di rendere il soggetto produttivo. Come mostrato da Olivera nel suo studio relativo ai rom Gabori della Transilvania, da una parte la baxt, in quanto legata alla salute, è qualcosa che il rom ha nel corpo, una sostanza che lo distingue dal gadjé (non-rom), dall’altra è qualcosa che gli dà la facoltà di fare, di mettere in atto un uso del corpo. Perciò si è indagata anzitutto questa prima relazione tra baxt e salute del corpo in entrambi i contesti. E’ emerso come la conservazione della baxt sia fatta dipendere dall’uso del corpo volto al mantenimento dell’integrità, anche intesa come rispetto di requisiti di purità. Si è visto inoltre come nella comunità non “tradizionale”, dove il rispetto dei requisiti di purità non è più oggetto di sanzione da parte della comunità, in taluni casi la relazione tra fortuna e corpo viene ricondotta alla nozione di malocchio mediante una sovrapposizione semantica, la quale una volta indagata conferma il ruolo centrale della fortuna per la conservazione dell’integrità fisica. L’attenzione posta sull’uso del corpo ha poi permesso di approfondire il legame esistente tra la baxt e il fare: infatti la baxt da una parte in quanto residente nel corpo è potenza d’azione, dall’altra deve essere confermata e incrementata attraverso l’agire. Anche l’attività produttiva è una manifestazione di tale logica, grazie alla quale entro la sfera economica il rom si rende capace di affermarsi sul mondo gadjé. Essa si manifesta nell’etica del lavoro autonomo presso i rom “tradizionali” ma anche in taluni casi presso i rom non “tradizionali”,in particolare nel rapporto che si instaura con la pratica della negoziazione. Entro tale pratica il rom si distingue dal gadjé per il valore che conferisce all’agire rispetto al seguire una norma nella condotta economica. Per il rom possiede importanza prioritaria il rapporto con la fortuna in quanto occasione di affermazione di sé entro la pratica, per cui la negoziazione non è finalizzata all’ottenimento del bene nelle condizioni migliori ma comporta l’accettazione di ampi margini di rischio. Ciò rappresenta una forma di antitesi rispetto all’etica economica gadjé basata sulla logica costi-benefici, un’antitesi che permette al rom di affermare la façon d’être tzigane. La façon d’être tzigane si manifesta con particolare evidenza in quelle pratiche, anch’esse di natura economica, che il “mondo gadjé” considera marginali in quanto basate su una forma di richiesta (manghel) senza contropartita.L’attitudine al manghel rientra nella logica del fare veicolata dall’etica della fortuna e appare centrale in entrambe le comunità, in modi diversi. In particolare, la comunità “tradizionale” sistematizza il manghel in un’assidua pratica dell’accattonaggio all’estero, i cui proventi vengono reinvestititi dalle famiglie entro la comunità. Nella comunità non “tradizionale” invece il manghel appare in taluni casi come forma dell’agire incorporata fin da piccoli e determinante in modo decisivo l’uso del sé. In entrambi casi si osserva un’abilità al trasformismo del corpo esercitata con maggiore o minore intenzione e consapevolezza ma comunque finalizzata ad un uso del sé volto ad assecondare la fortuna. Tale forma di uso del sé rappresenta un’attitudine assimilabile all’esercizio della metis in quanto facoltà di orientare le circostanze a proprio favore senza un progetto preliminare ma inserendo abilmente la propria azione nello svolgersi degli eventi. Lo stesso rapporto con il rischio e l’incertezza che caratterizza la sfera economica ne è un esempio: L’azione della metis si esercita su un terreno franoso, in una situazione incerta e ambigua: due forze antagoniste si affrontano; in ogni istante le cose possono volgere in un senso o nell’altro. Su questo tempo contrastante e instabile dell’agon, la metis conferisce una presa per altre vie irraggiungibile: nel corso della prova l’uomo della metis si mostra, in rapporto ai suoi rivali, sia più concentrato su un presente di cui nulla gli sfugge, sia più teso verso un avvenire di cui conosce in anticipo i diversi aspetti, sia infine più ricco di esperienza. Questo stato di vigile premeditazione, di continua presenza nelle azioni in svolgimento, viene espresso in greco con le immagini dell’agguato, della posta, quando chi sta sul chi vive spia l’avversario per colpirlo al momento opportuno. Tale capacità di vivere nel presente ma cogliendo le potenzialità che in esso presagiscono il futuro porta i rom ad affermare di avere un controllo sul destino. La baxt, la cui semantica ricomprende anche la nozione di destino, non permette tanto di agire sulle condizioni date, che infatti sono interamente governate dal “mondo gadjé”, ma di agire propriamente entro gli eventi. L’etica della fortuna è ciò che permette al rom di differenziarsi dal gadjé mediante l’agire. Tale differenza non si esprime allora nel contenuto fattuale di due condotte antitetiche ma piuttosto nel diverso modo di affermarsi nel mondo, nell’etica che le origina. Questa etica per il rom non risiede infatti in un’intenzionalità precedente all’atto ma nella forma stessa dell’adattamento dei suoi atti alla realtà.
website: www.jovene.it email: info@jovene.it I diritti di riproduzione e di adattamento anche parziale della presente opera (compresi i microfilm, i CD e le fotocopie) sono riservati per tutti i Paesi. Le riproduzioni totali, o parziali che superino il 15% del volume, verranno perseguite in sede civile e in sede penale presso i produttori, i rivenditori, i distributori, nonché presso i singoli acquirenti, ai sensi della L. 18 agosto 2000 n. 248. È consentita la fotocopiatura ad uso personale di non oltre il 15% del volume successivamente al versamento alla SIAE di un compenso pari a quanto previsto dall'art. 68, co. 4, L. 22 aprile 1941 n. 633.
2019
Le présent projet vise à présenter, au niveau de la synthèse, l'évolution du roman roumain depuis ses premières manifestations. Les pages consacrées aux discussions sur le phénomène du roman roumain ont pour point de départ la fixation conceptuelle, qui implique une clarification de la terminologie et du paradigme du roman roumain. L'élaboration du projet de recherche organise les discussions sur les époques / périodes, classées par ordre chronologique. Le roman roumain à la suite de certaines transformations du discours esthétique: la chronique, l'épopée, le poème épique, le roman, etc.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Canofiena romana e cavalli “de razza Costaguti”, 2020
Studia historica, 2023
Catasti del Riminese: una storia d'archivio
Gli esametri Getty e Selinunte: Testo e contesto, ed. C. Antonetti, 179–200. Alessandria: Edizioni Dell'Orso.
Appellati nomine lupi. Giornata internazionale di Studi sull’Hirpinia e gli Hirpini Napoli, 28 febbraio 2014 a cura di VINCENZO FRANCIOSI - AMEDEO VISCONTI ALESSANDRA AVAGLIANO - VITTORIO SALDUTTI, 2017
Diritto e Politica dei Trasporti II (2023), pp. 127-134 [www.dirittoepoliticadeitrasporti.it, 2024