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2019, DIRITTO & QUESTIONI PUBBLICHE
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20 pages
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The author focuses on some problematic aspects of Luigi Ferrajoli’s Manifesto per l’uguaglianza. In particular, she highlights the ambiguous place between logic and ethics given to the principle of equality. She also criticizes the distinction between inequalities and differences, the use of the concepts of identity and dignity and the frequent identification between economic inequalities and poverty that can be found in the book. Finally, she stigmatizes Ferrajoli’s underestimation of the enormous improvements of the conditions of life on the planet in recent decades.
Diritto e questioni pubbliche, 2017
Il testo si concentra su alcune questioni di dettaglio relative a un tema centrale della teoria del diritto di Luigi Ferrajoli: la distinzione tra diritti e garanzie. Questa tesi, pietra angolare del garantismo di Ferrajoli, pone (almeno) cinque questioni fondamentali: (1) La correlatività tra diritti e doveri implica la loro equivalenza? (2) La distinzione tra diritti e doveri implica la necessità di altrettante disposizioni normative? (3) Che tipo di rapporto d'implicazione sussiste tra diritti e garanzie? (4) Le garanzie sono logicamente predeterminate dai diritti? (5) Chi deve dare attuazione ai diritti? Tenendo conto della loro interrelazione concettuale, su ciascuna singola questione si presenta qualche sintetica annotazione intesa ben più ad avanzare domande che a dare risposte.
Questa tesi si pone lo scopo di realizzare un’analisi critica dell’attuale sistema politico-rappresentativo italiano, attraverso gli strumenti, teorici e pragmatici, offerti da Luigi Ferrajoli. Il primo capitolo consiste in una panoramica prevalentemente storica, riguardante lo sviluppo dello Stato di diritto, nel contesto europeo. Si ripercorre, a tal proposito, la sua evoluzione fino al raggiungimento della forma costituzionale, che caratterizza le attuali democrazie. Il secondo capitolo è dedicato alla breve ricostruzione della teoria del diritto costituzionale elaborata da Ferrajoli. Partendo dai presupposti analitici, di eminenti normativisti, quali Kelsen e Bobbio, Ferrajoli si occupa di costruire la propria teoria, incentrandola sul ruolo dei diritti fondamentali. In tale sede si mostra come tali diritti, unitamente alle relative garanzie, rappresentano la sostanza della democrazia costituzionale. Il terzo ed ultimo capitolo è, quasi esclusivamente, incentrato sulla rappresentanza politica, strumento e momento focale della vita democratica. Si cerca di mostrare come le patologie che la affliggono, siano in grado di aumentare la distanza, di per sé fisiologica, tra l’essere e il dover essere della democrazia. Le analisi conclusive sono dedicate alla situazione italiana, che, per quanto riguarda i vizi della rappresentanza, offre, purtroppo, un’esperienza esemplare. Dopo aver messo in luce i vari fattori di crisi, evidenziandone le ricadute sul piano del diritto e sul piano culturale, si suggeriscono dei rimedi volti ad arginare questa deriva e a ristabilire la dimensione sostanziale della democrazia.
2019
Analisi della dialettica uguaglianza-differenza in generale e in particolare nell'opera di Luigi Ferrajol
Pasolini si abbevera lungo le prodaie dei campi nell’avita terra furlana prima, e lungo le strade insozzate dalla lordura cittadina di Roma poi, all’estenuante ricerca della Cosa materna, – oggetto inaccessibile allo sguardo – che, di notte, transustanzia in corpi vacui e inconsistenti: i “ragazzi-cosa”. Altresì, dal lato artistico, il poeta esprime in maniera disperata un’ossessione creativa, che è in realtà un altro sintomo della “fissazione alla madre” . Riferendosi all’infanzia dell’autore, Enzo Siciliano scrive: «l’unica scappatoia nevrotica appariva naturalmente “il desiderio di morire”. La soluzione espressiva doveva venir dopo» . Nelle pagine che seguono, dunque, si affronterà un quesito che interessa non soltanto il Pasolini reale, ma anche, e di riflesso, un Pasolini per così dire tipizzato – in quanto inscritto in un personaggio letterario –; il quale sembrerebbe elevare a un grado di “conflitto bipolare” le contraddizioni che attraversano tutta la vita del poeta. Si tratta di quella parte di Pier Paolo Pasolini ravvisabile con ogni probabilità in Manuele , protagonista del romanzo Aracoeli , immaginato da Elsa Morante come il solitario artefice di un viaggio attraverso la lingua e il tempo – elementi che nella poesia di Pasolini sono gli attributi di un’iconografia materna in continuo mutamento –, ma soprattutto attraverso la psicosi, nel solco di un doloroso ricongiungimento con le radici perdute della madre. Al netto di tale fissazione, è lecito credere che il rapporto con l’oggetto primario possa influenzare il rapporto con la Storia, che, nel caso di Manuele, è praticamente nullo? E in caso di risposta affermativa, può dirsi, quello di Pasolini, vero interesse politico, se motivato dalla fissazione nevrotica di un trauma personale? Certo è che il discorso presenta molti nodi: se la creazione di un “oggetto-idolo” giustifica il trasbordo semantico dalla madre al “regno delle madri” – un antimondo dominato, come si vedrà, da un ethos squisitamente familista e amorale –, ciò tuttavia non segna, se non in parte, o addirittura in apparenza, il motivo della “schiavitù” di Pasolini rispetto a un «senso/ alto, irrimediabile, di un impegno immenso» , che il poeta subisce sia nei confronti della madre reale, sia dinanzi alla propria missione intellettuale e politica – quest’ultima forse non imputabile al solo fardello dell’essere un eterno «bambino/badante» –; bisogna invece tenere in considerazione anche l’importanza dello scontro col padre, in particolare la sparizione del suo doppio simbolico dal mondo interno dell’autore, che in ciò si avvicinerebbe ulteriormente alla figura di Manuele. Infatti, come scrive Walter Siti in Elsa Morante nell’opera di Pier Paolo Pasolini, e a proposito di Aracoeli: Alcune “scoperte” psicologiche che il protagonista fa su sé stesso, sono dati psicologici che appartengono a Pasolini: come quando interpreta il proprio odio come invidia mascherata, o quando si rende conto di aver sempre amato, più in fondo ancora che sua madre, suo padre (un padre che somiglia al padre empirico di Pasolini, come Aracoeli, madre-ragazza-capinera assomiglia a Susanna) . Un simile fenomeno si riscontra anche in Aracoeli, romanzo interamente orbitante attorno al mausoleo materno, e che pure termina nel segno del padre. Si darà spazio perciò al ruolo di quest’ultimo e alla sua violenza/assenza nella vita di Pasolini, capace di bloccare i primi tentativi di un Io in fieri di desiderare in modo autonomo. La scena primaria assimilata come uno stupro, e il senso di colpa legato al fatto di legittimare col proprio esistere quella prepotenza sessuale – del padre sulla madre – fissano «a nucleo a bulbo la nevrosi creativa del poeta» . Bisognerà a questo proposito stringere il nodo come un intrico, tenendo a mente tutti i passaggi; infine tornare indietro: scioglierlo. Credo sia questa la via maestra da seguire per avvalorare l’intuizione di Siti, in modo da colmare la distanza fra il "creare" di Pasolini e l’«andare» di Manuele. Proprio nell’atto del creare, e dunque del tradurre in opera una parte del proprio mondo interno, sembra risiedere infatti l’evidenza irrecusabile dell’impegno pasoliniano, che, tuttavia, altro non è che un’alternativa catartica al disimpegnato peregrinare di Manuele. La questione privata dei due è in sostanza la medesima, seppure con alcune differenze, e lo sono anche le «scoperte psicologiche» ad essa associate. Diversa invece è la via di ricerca della presenza materna, che in Manuele è fisico-corporea, e in Pasolini evocazione della madre prima – nel segno della regressione che attualizza l’oggetto perduto –, impegno civile poi: la “missione” dunque, che estende l’amore per Susanna a tutto il «regno delle madri». La disgregazione dell’Italia contadina equivale allora a un delitto, e richiama nuovamente alle responsabilità di una nuova nascita, questa volta ineluttabile, nel mondo delle frustrazioni.
In Circolo, 2019
Il museo si fa città", questo il motto del Macro Asilo, nuovo corso del Museo d'Arte Contemporanea di Roma che, sotto la direzione di Giorgio De Finis, presenta un nuovo progetto artistico, a partire dal primo ottobre 2018. Il Macro Asilo, con sede in Via Nizza 138, incontra la città, proponendosi di essere uno spazio aperto a chi ne voglia usufruire, a chi lo voglia riempire di attività e contenuti, senza intermediazioni. Una piazza, insomma, dove si può arrivare da strade diverse con il proprio e personale bagaglio di saperi, esperienze e attitudini e condividerlo con la comunità.
in ARTISTI IN VIAGGIO. 1600-1750. PRESENZE 'FORESTE' IN FRIULI VENEZIA GIULIA, a cura di M.P. Frattolin, 2004
ReUSO Messina, 2018
The area of Ferrara's historic centre which was the focus of the urban project ordered by duke Ercole I d'Este and known as 'Herculean Addition', a topic widely discussed in the historiographic production, was analysed through a reconstruction of the transformation processes of its urban fabric. The objective is to develop solutions for the historic urban fabric which are compatible with the protection and maintenance of the physical area, as the centre is an ever-changing area which is the result of multiple transformations and stratifications over time. It is, therefore, essential that any proposed action be fully respectful of all existing morpho-typological features and be open to further constructional developments. Knowledge of the historical and evolutionary past of the site is of paramount importance for effective consultancy. The case presented herein is the study of the 1494 'Antico Estimo dei Borghi', an extraordinary archival source that permitted the partial reconstruction of the Borgo S. Guglielmo, which was subsequently annexed to the city during the Addition: the cadastre contains records of land lots, owners and toponyms, which provides a comprehensive outline of the suburban area prior to the Herculean Addition. A comparative analysis of the historical, archival, bibliographic and cartographic records and sources, coupled with historical land survey information demonstrated that the Terranuova project was strongly influenced by the preexisting architecture. Such an analysis is crucial for the interpretation of the urban area's current design, as well as for the creation of realistic future developments that are compatible with its evolution.
Leggendo l'Elogio della follia si rimane in bilico tra l'ammirazione e la delusione: da una parte l'arguzia della dialettica, dall'altra l'incoerenza del ragionamento, la scintillante sequenza di immagini retoriche e i sensi disparati a cui sono piegate, l'audacia del pensiero e il carattere dispersivo di questo straordinario sforzo filosofico, oltre che letterario. Prendendo le mosse da simili constatazioni, comuni dinnanzi alla lettura dell'Encomium, si possono imboccare diverse strade. Anzitutto, evidentemente, l'opzione per una di queste due possibilità: sottrarre all'opera qualsiasi valore di pensiero (cioè di pensiero coerente), leggendola come una brillante satira sociale con un sottotesto di tipo moraleggiante e religioso, con una serie di fioriture retoriche e di implicazioni ideologiche sostanzialmente ridondanti rispetto all'intento fondamentale; o viceversa tentare di ricondurre a una logica unitaria ciò che all'apparenza la rifiuta, ritrovando una coerenza più profonda, magari nascosta, nell'ingarbugliato argomentare erasmiano.
Diritto Pubblico Europeo Rassegna online , 2020
Negli studi sul populismo è ormai risalente l'immagine del complesso di Cenerentola: una scarpetta -quella appunto del populismo -confezionata con estrema cura dagli studiosi sul piano astratto, ma che poi difficilmente calza in maniera adeguata alle diversificate esperienze concrete che si pretende di ricondurre alla categoria 1 . Fin dal titolo -che declina l'oggetto di indagine al plurale: i populismi -il recente volume di Alberto Lucarelli sceglie di assumere tale dato, misurandosi criticamente con esso 2 . * Sottoposto a referaggio. ** Professore Ordinario di Diritto costituzionale -Università di Napoli "Federico II". 11 L'immagine, proposta da Isaiah Berlin in una conferenza del 1967, è stata di recente ripresa, in Italia, da M. Tarchi, Italia populista. Dal qualunquismo a Beppe Grillo, Bologna, 2015, p. 27. 2 Cfr. A. Lucarelli, Populismi e rappresentanza democratica, Napoli, 2020. 3 Cfr. Io, Salvini, il Cav. e Renzi. Il gran manifesto anti populista di Maroni, intervista di Claudio Cerasa, Il Foglio, 11 gennaio 2018.
Obiettivo strategico: degradare ruolo, compiti e collocazione celeste di San Raffaele, dislocandolo dalla posizione apicale e verticistica dallo stesso scritturisticamente detenuta, in Tb 12,15 per portarlo nel penultimo grado delle gerarchie celesti. Distruggere la presenza reale dei Sette Arcangeli in Tb. e Ap. trasformandoli in allegorie liturgiche. Autore dell'abbassamento: S. Tommaso D'Aquino. Opera:-Summa Theologica, T I°, q.112, n.3: «Un angelo fu mandato per ministero a Tobia. Eppure esso dichiarò di sé [Tb 12, 15]: "Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che stanno al cospetto di Dio". Quindi anche gli angeli che sono mandati stanno al cospetto di Dio … Se gli angeli inferiori non appartengono al numero degli angeli assistenti, ciò dipenderà dal fatto che essi non ricevono le illuminazioni immediatamente da Dio, ma per mezzo degli angeli superiori… Tutti gli angeli assistenti vedono alcune cose immediatamente negli splendori della divina essenza: perciò si dice che è proprio di tutta la prima gerarchia essere illuminata immediatamente da Dio. Ma gli angeli superiori vedono più cose degli angeli inferiori, e su di esse illuminano gli altri: come anche tra coloro che stanno intorno al re, alcuni conoscono più segreti di altri». Periodo di realizzazione: XIII° secolo. Corollari liturgici: divaricazione tra Angeli assistenti e ministranti; sparizione dei Sette Arcangeli. ___________________________________________________________________ UBI EST RAPHAEL? Lo pseudo-Dionigi, stranamente, nel descrivere le Gerarchie e i Cori del suo sistema, parla di Gabriele e di Michele, ma non parla mai di Raffaele! Perché? La questione rimane senza risposta! Ovviamente gli interpreti successivi dell'opera se lo sono chiesto. Tale carenza può spiegarsi forse con l'imbarazzo dell'espressione utilizzata da Raffele in Tb 12,15, che introduce a) non solo l'idea di Sette Arcangeli principali, ma anche, quel che è peggio per l'angelologia classica, b) la possibilità da parte di spiriti assistenti di essere inviati per compiti e ministeri esteriori, che di solito si attribuiscono solo ai ministranti.
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Giuseppe gugliotta, 2025
Silvia Zorzetto, 2015
"Religioni e Società, rivista di scienze sociali della religione", 2007
History of philosophy Economics and Marxist philosophy, 2021