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in Archeo 343, settembre 2013
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La storia dei Casini d'Ardenza, la più originale architettura del lungomare di Livorno, nel contesto delle grandi trasformazioni urbane della città ottocentesca.
Quante volte, perdio, ho desiderato assaltare il sole, per cancellarlo dall'universo, o usarlo per incenerire il mondo! Questi sì che sono crimini, e non le piccole deviazioni a cui ci abbandoniamo». È il giudice Curval a parlare, il più luciferino dei quattro libertini autosegregatisi nel castello di Silling. Viktor Sklovskij diceva che il desiderio essenziale che in qualche modo rende unitaria l'ispirazione della letteratura moderna, al di là di ogni pur sensata differenziazione, è quello di «assalire il cielo». Nelle parole di Curval trova voce la più empia e forse la più audace volontà di assalto che la letteratura abbia saputo formulare. La conquista del cielo viene ottenuta attraverso la distruzione: il sole viene cancellato, oppure il suo fuoco si confonde con la combustione di un pianeta in fiamme. Tempo dopo, la scrittura poetica con la quale l'Italia esordisce nel nuovo secolo, si colloca sotto lo stesso segno di "sublimazione" e annichilimento. «Con questo grido "Distruggiam! Distruggiamo!" ha inizio il poema epico La conquista delle stelle»: è parte di un commento con cui Marinetti introduceva alla lettura della propria Conquête des étoiles, come recitava il titolo della sua prima raccolta di versi pubblicata nel 1902, cui di lì a poco sarebbe seguita La destruction. Marinetti, l'inauguratore del Novecento per gl'italiani, si sarebbe sempre mantenuto fedele alla seduzione di una scrittura che prometteva la conquista del cielo per forza di togliere: Mafarka le futuriste sarà un manesco eroe d'acciaio, volante e, consapevolmente o no, sadiano. Una tappa di questo interminabile assalto al cielo fu anche, e forse nel modo più sorprendente, la poesia di Sergio Corazzini, il quale lavorava a Roma negli stessi anni in cui Marinetti inseguiva il successo a Parigi. Corazzini non è stato solo il poeta delicato, il tenero «fanciullo bianco» le cui «piccole mani sono pure / come quelle dei santi di cera» (L'ultimo sogno), l'enfatico ed esangue cantore di flore appassite, che l'iconografia ufficiale si è troppo spesso rassegnata nel volerci restituire. Corazzini fu e rimane anzitutto, nelle sue prove più riuscite, l'osservatore attivo di una catastrofe, il cronista complice di una dissoluzione cosmica. L'assalot al cielo di Corazzini si articola in due fasi, che noi qui esporremo in modo sintetico, lasciando indeciso il modo esatto in cui esse si costruiscano l'una sull'altra.
Se l'intervista è un genere monotono, cristallizzato nella domanda e nella risposta, ? a volte entrambe scontate ? quella con Lienz Chang, da pochi mesi Maître del Ballet al San Carlo di Napoli, è tutt'altro. Puntuale, sorridente e disponibile, Chang è un vero gentleman (non solo della danza, come lo definì il grande Roland Petit) e cortese interlocutore. Il nostro incontro rompe gli schemi dell'interrogazione prestabilita e, davanti all'immancabile caffè napoletano, non si scrive e non si registra, ma si chiacchiera come se ci conoscessimo da tempo. http://www.gbopera.it all'interno del Massimo napoletano.
Proprietà letteraria riservata all'Autore «La storia ci appare come uno spettacolo sfuggente, in movimento, fatto dall'intreccio di problemi inestricabilmente mescolati e che può assumere, di volta in volta, cento volti diversi e contraddittori. Con la storia è possibile ritrovare la vita: mostrare come le sue forze si legano, si fiancheggiano o si urtano, e anche come, molto spesso, mescolano le loro acque furiose» Fernand Braudel Lo Stemma originario di casa Saluzzo di Corigliano aveva le seguenti caratteristiche: spaccato di verde e di azzurro; caricato il primo di un leone d'oro, nascente dalla partizione. Dietro: veduta settecentesca di Corigliano. In primo piano il convento dei Carmelitani ed il fiume Coriglianeto (Incisione di 21.5X34.5 firmata da Despréz), da: I. PRINCIPE, Paesaggi e vedute di Calabria nella raccolta Zerbi, Vibo Valentia 1993.
Itinerario artistico architettonico e culturale tra borghi storici e monumenti, da Bergamo alla Val Rendena in Trentino, seguendo l'antica leggenda di Carlo Magno, documentata a partire dal XV secolo.
Posizione sostanziale dei beneficiari di un trust a titolo gratuito e loro legittimazione processuale: un’ipotesi di litisconsorzio necessario?, 2019
Posizione sostanziale dei beneficiari di un trust a titolo gratuito e loro legittimazione processuale: un’ipotesi di litisconsorzio necessario?
La Diana. Rivista semestrale della Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell'Università di Siena, 2021
The article focuses on two poems by Francesco Maria Molza (1489-1544), translat- ing into poetry two paintings by Titian. Born in Modena, Molza lived most of his life in Rome in the span of time between the papacies of Leo X and Paul III, in touch with relevant patrons and intellectuals. One of his Latin epigrams is dedicated to the Portrait of Ippolito de’ Medici now in the Pitti gallery, painted in 1532. The text displays a remarkable closeness to the artistic and cultural interests of Paolo Giovio, one of Molza’s friends and correspondents. Another poem, a sonnet likely to have been composed during the years in which Molza was a part of Ippolito de Medici’s court, describes a piece that the author identifies with Titian’s Penitent Magdalen also in the Pitti palace. Through historic and textual analysis, pointing out the distinctive features of Molza’s poem, it is proposed that the painting was commissioned by cardinal Medici himself.
pubblicazione è un mio studio sulla contea di Conversano e sulle famiglie che l'hanno posseduta dalla metà dell'anno Mille, fino al 1806 e successivamente, solo nominalmente. 2 C. Massa, 1903. Bari nel secolo XVII. Stab.Tip. Avellino, Bari.
Convegno annuale della società canadese per gli studi d'italianistica, Sorrento, 19-21 giugno 2015 Panel: Voci di donne, voci di uomini nella letteratura italiana fra Quattro e Seicento
Medioevo E Rinascimento Annuario Del Dipartimento Di Studi Sul Medioevo E Il Rinascimento Dell Universita Di Firenze, 2006
In occasione del lungo lavoro di restauro della Porta del Paradiso 1 , compiuto presso il laboratorio dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, sono stati scoperti numerosi punzoni impressi sulla parte posteriore dell'anta di destra 2. Sono state contate complessivamente quaranta figure tra le più varie, la maggior parte delle quali sono distribuite sul telaio, particolarmente nella parte centrale ed alta; sei punzoni sono stati rilevati sulle zone retrostanti le formelle (cfr. schemi 1 e 2). Non si tratta di punzoni di garanzia, benché questi fossero imposti dalle Arti anche su metalli non nobili, come vediamo talvolta su oggetti di ottone o di acciaio, documentati, questi ultimi, in un prezioso reper-* Gli schemi 1-2 e le foto nr. 1-5, 10-13, 16-18, 20, 21, 23, 24 mi sono stati concessi per la pubblicazione dall'Archivio dell'Opificio delle Pietre Dure (= O.P.D.) di Firenze. 1 Per le notizie e i documenti della Porta del Paradiso si fa riferimento a K. KRAUTHEI-MER, Lorenzo Ghiberti, Princeton 1956. 2 Desidero ringraziare, innanzi tutto, Elisabetta Nardinocchi, che mi ha segnalato i marchi e mi ha "ceduto" il loro studio con la consueta generosità. Desidero poi ringraziare caldamente Annamaria Giusti, direttrice del Museo dell'Opificio delle Pietre Dure e dei restauri della Porta, che non solo mi ha permesso di studiare i punzoni, ma mi ha anche fornito il materiale fotografico e i rilievi grafici realizzati da Annalena Brini e dagli architetti Lorenzo Sanna e Ettore Ursini; un grazie sentito anche alle restauratrici Stefania Agnoletti e Lodovica Niccolai, che mi hanno accompagnato nella ricognizione sulla porta. Le prime conclusioni relativamente all'identificazione dei punzoni sono state riferite in occasione del workshop, reso possibile dal fondamentale contributo della Andrew Mellon Foundation e organizzato dall'Opificio delle Pietre Dure, dal High Museum of Art e dal Metropolitan Museum of Art, che si è svolto a Firenze il 2 e il 3 Febbraio 2006.
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Gangemi editore, Roma, 2023
Bullettino di Paletnologia Italiana (Roma), 2009-2010 , 2010
Le dimore della poesia. Univ. di Padova, 2012
I Signori delle Alpi: famiglie e poteri tra le montagne d'Europa, 2013
Il futuro retrospettivo: conservatorismo e innovazione nell'opera di Carlo Gozzi, 2021
Racconto d’Egitto: Trascrizione e traduzione del manoscritto di ʿAbd al-Laṭīf al-Baġdādī (con brevi note di commento), 2020
Santi, giullari, romanzieri e poeti
Manzù e il Fregio del monumento ai Fratelli Calvi a Bergamo, 2020
Studi sul Settecento e l'Ottocento, 2006