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in E. Berti (ed.), Storia della metafisica, Roma, Carocci, 2019
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An overview of the origins and development of analytic metaphysics. The first part is strictly historical, focusing mainly on Russell and Moore, and then on Wittgenstein, Carnap, and Stebbing, but also on other authors whose work has been more or less directly influential, from Husserl to Twardowski, Kotarbiński, and Leśniewski. The second part deals with later developments, including recent work in ontology and meta-ontology, identity, persistence through time, and the metaphysics of modality.
Si ricostruisce in breve un percorso filosofico che Franca D'Agostini ha tracciato in due testi: "Introduzione alla verità" e "Realismo? Una questione non controversa". Emerge la polemica contro una interpretazione della filosofia kantiana, che parte da Nietzsche e arriva fino a Maurizio Ferraris, in base alla quale ci si vuole sbarazzare della metafisica o si vuole rendere irrilevante la scienza. La metafisica è rinata invece dallo spirito della logica e vive oggi nell'ontologia analitica, ma rimane un grande lavoro da fare perché possa rispondere alle domande metafisiche più profonde che appartengono da sempre alla filosofia e che richiedono anche un proficuo rapporto con la scienza.
Plato is the founder of a form of metaphysics, which has had great success in the Western World. Having given the historic and philosophic «Sitz im Leben» together with a brief consideration of some hermeneutical problems, the article presents the gnoseological and anthropological framework of the «theory of ideas». The body of the article examines the dialectics, and then it looks at the complex «unwritten doctrines» and platonic theology. An evaluation of Plato’s place in the history of metaphysics ends the article.
Il Sileno, 2019
This essay aims to analyze the debate about the sense of metaphysical questions raised after Heidegger's discourse What is Metaphysics in 1929. Principal opponents of Heidegger were neopositivist philosophers, particularly Carnap in The Elimination of Metaphysics. Although neopositivists assumed that the source of antimetaphysics criticism was Wittgenstein's Tractatus, it is possible to show that Wittgenstein maintained that metaphysics is very respectable. Following Wittgenstein, contemporary analytic philosophers have rehabilitated metaphysics whose duty is to make an inventory of the world. Therefore, we can speak of a renaissance of metaphysics: even if thinkers whose main objective is to illustrate the fundamental constituents of reality prefer to label their science ontology, it is possible to conclude that now days bias against metaphysics is definitively eradicated. 1. Etimologia del termine metafisica Quando chiediamo agli studenti di filosofia cosa intendano con il termine metafisica, il più delle volte rispondono con la seguente definizione: «ciò che va oltre la realtà fisica»; nei dizionari di lingua italiana che riportano i significati correnti e figurati, si trovano definizioni come: «concezione del tutto slegata dall'esperienza corrente» (Garzanti online), «concezione, teoria, dottrina o affermazione estremamente cerebrali e astruse; gusto per le considerazioni astratte e i ragionamenti oscuri» (Treccani online) e il Merriam-Webster online definisce metaphysics «a study of what is outside objective experience». Fuori, oltre e al di là sono quindi le preposizioni o avverbi che nella definizione di metafisica più spesso si accompagnano ai termini realtà o esperienza sensibile. Com'è noto, e come viene ricordato nei dizionari più informati, il termine metafisica non è altro che il termine scelto nel I secolo a. C. da Andronico da Rodi, sistematore delle opere di Aristotele, per indicare i libri dedicati alla filosofia prima da collocare dopo quelli di fisica (fusiká), che hanno a tema la natura. Solo in seguito il termine greco metá, originariamente indicante il dopo, venne interpretato come l'oltre. Nel testo Che cos'è Metafisica del 1929, da considerarsi una delle cause scatenanti della polemica antimetafisica, portata avanti dal neopositivismo novecentesco prima e dalla filosofia analitica dopo, Martin Heidegger riprende il termine greco di metá tà fusiká per sostenere che già alla sua origine esso indica che il Niente appartiene all'Essere, in quanto è proprio del domandare metafisico cercare di andare oltre ciò che è (l'ente): La nostra domanda relativa al Niente deve presentarci la metafisica stessa. Il nome metafisica deriva dal greco metá tà fusiká. Questa strana denominazione fu successivamente interpretata come definizione del domandare che va metá, trans, «oltre» l'ente in quanto ente (Heidegger, 2001: 60-61). Nella storia del termine e del suo significato, che filologicamente sarebbe da leggere come mero fenomeno di sostituzione di senso, da un semplice dopo spaziale a un oltre indefinito, Heidegger ritrova invece il manifestarsi nel linguaggio della natura interpretante dell'uomo, che pone la
Aquinas LXII, 35-59, 2019
L’articolo presenta e discute quattro modelli di metafisica analitica, esemplificando ciascuno di essi con l’analisi della posizione di un autore rappresentativo. La discussione delle diverse concezioni di metafisica analitica ruota intorno alla domanda – tipica per i filosofi analitici – se è possibile una metafisica e, se questa è possibile, quale rapporto ha con la scienza. L’interrogativo circa il rapporto della metafisica con la scienza è importante, per il fatto che dal modo in cui esso è inteso dipende l’ammissibilità o meno della metafisica non naturalistica. I quattro modelli si differenziano, appunto, nel modo di intendere questo rapporto e, di conseguenza, nell’accettazione o rifiuto della metafisica non naturalistica. L’articolo argomenta a favore di un modello di metafisica non naturalistica.
Il complesso tentativo kantiano di individuare le conoscenze a cui può giungere la ragione indipendentemente da ogni esperienza, affinché essa possa stabilire quale metodo debba seguire per fondare la metafisica come scienza, non è un problema totalmente nuovo nella storia della speculazione occidentale, e non è una questione relativa solo al criticismo kantiano. Che la filosofia, intesa nell'accezione di metafisica, dovesse affrontare un necessario vaglio metodologico per potersi poi atteggiare a scienza era opinione comune nei filosofi dell'età moderna. La scienza moderna aveva posto nell'istanza metodologica la pietra di paragone tra ciò che era fondato e ciò che era infondato. Inoltre, ai filosofi dell'età moderna 1 appariva in tutta la sua forza epistemica lo iato che si poneva tra una serie di idee metafisiche (legate da una serie di sillogismi) e la catena dei ragionamenti del matematico: la speculazione metafisicastrutturata secondo la logica aristotelicanon riusciva ad assumere un valore scientifico tale da valere 2 per l'intera comunità filosofica.
in A. C. Varzi (ed.), Metafisica. Classici contemporanei, Roma, Laterza, 2008
Da sempre uno dei settori principali della filosofia, la metafisica è oggi al centro di un rinnovato e accresciuto interesse. Soprattutto nell'ambito della cosiddetta filosofia analitica, ma non solo, gli ultimi anni hanno registrato un'impressionante progressione nel numero di studi e ricerche dedicati ai temi classici di questo settore, e dopo la «svolta linguistica» del primo Novecento e la «svolta cognitiva» degli ultimi decenni, il nuovo secolo sembra essere decollato all'insegna di un'enfatica e per certi aspetti inattesa «svolta metafisica».
Schegge di filosofia moderna/X, pp. 41-55, 2014
Tutto ciò ci è noto», proclama Husserl piuttosto lapidariamente, nel paragrafo delle Lezioni sulla sintesi passiva dedicato alla «Descrizione dei possibili tipi di intuizione», ricollegandosi alle brevi considerazioni appena svolte sulla struttura della coscienza temporale 1 . Al loro centro, quale nucleo di estrema problematicità e, insieme, di fecondità fenomenologica, si poneva il tema del rapporto tra attività e passività di coscienza, che costituisce la questione fondamentale nelle Lezioni. A partire da un'analisi di questo inciso e delle sue implicazioni, tenteremonel presente contributodi allargare lo sguardo allo "spirito" del pensiero fenomenologico e ai suoi obiettivi di fondo, che si condensano in modo peculiare nella questione del rapporto possibile tra fenomenologia e metafisica. È un talento tutto husserliano la capacità di concentrare in poche, perentorie battute (al limite, in pochissime parole) intere costellazioni concettuali: è il caso del breve inciso qui in esame. «Tutto ciò ci è noto»: Husserl lo afferma in riferimento alla struttura temporale della coscienza, come unità di orizzonte ritenzionale, impressione originaria e orizzonte protensionale. Cosa cade esattamente sotto il titolo "tutto ciò"? Chi è il "ci" qui chiamato in causa? E in che modo avviene questo "esser noto"? Dalle risposte a tali domande è possibile ricavare una prima descrizione del metodo fenomenologico, nella quale appare subito centrale l'articolazione temporale della coscienza, vero banco di prova della teoria husserliana. Come risulta chiaro dalle Lezioni per la fenomenologia della coscienza interna del tempo 2 , la coscienza si 1 HUA XI: Analysen zur passiven Synthesis. Aus Vorlesungs-und Forschungsmanuskripte 1918-1926, hrsg. v. M. Fleischer, Martinus Nijhoff, Den Haag 1966 tr. it. a cura di V. Costa, Lezioni sulla sintesi passiva, Guerini e Associati,
Stando tuttora alle comuni ricostruzioni manualistiche, l'immagine corrente di Kant resta quella del «grande demolitore» della metafisica. Davanti al «tribunale» della Critica si sarebbe svolto un processo definitivo alla metafisica che, mostrandone l'infondatezza conoscitiva, l'avrebbe smascherata come una semplice «illusione», benché «naturale», della ragione. E quale significato dare allora alle ricorrenti confessioni di Kant di essere «innamorato» della metafisica, che è l'autentica filosofia, la scienza più antica e la più alta, che «sopravviverebbe anche quando le altre dovessero tutte quante essere inghiottite nel baratro di una barbarie che tutto devastasse»?
Con l'espressione "neotomismo" si intende quel movimento di rinascita della scolastica medievale e moderna -da cui l'espressione quasi sinonima di "neoscolastica" -e di rivalutazione del pensiero di Tommaso d'Aquino, cominciato nella metà del xix secolo e protrattosi con alterne vicende fi no ai nostri giorni.
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in F. D’Agostini and N. Vassallo (eds.), Storia della Filosofia Analitica, Turin, Einaudi, 2002
Etica & Politica / Ethics & Politics, 2018
Giornale di metafisica, 2007
S. Piazzese, Dal thaûma tragico. Alcune riflessioni su Metafisica concreta, in «IlPequod», anno V/10, dicembre 2024, pp. 63-72, ISSN: 2724-0738, 2024
Introduzione a "La superficie assoluta", Textus, L'Aquila, 2018
Ragione impura: Una Jam Session su …, 2006
FILOSOFIA E CRITICA DEL DOMINIO. STUDI IN ONORE DI LEONARDO SAMONà, 2020
Quaderni di Inschibboleth n.14, 2020