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Slide presentate durante gli interventi "Una 'scaena' digitale per il 'Miles gloriosus'„ (Seminario di Didattica del Latino, UNIPI - 7 novembre 2017; prof.ssa Elena Rossi Linguanti) e "Dal PNSD alla Didattica per Competenze„ (Corso di Storia della Lingua Italiana A, UNIPI - 22 novembre 2017; prof.ssa Roberta Cella).
da https://www.roars.it/online/gli-insegnanti-lultimo-ostacolo-allarivoluzione-digitale-della-scuola/ Poco più di venti mesi fa, appena all'inizio del primo anno scolastico successivo all'approvazione della Legge 107, venne pubblicato un documento dedicato all'innovazione digitale della didattica[1], uno dei primi che tentava di rendere operativi alcuni contenuti qualificanti la "Buona Scuola". Diversi interventi si dedicarono all'analisi di quel documento[2]. A venti mesi da quella pubblicazione, due tra i più solerti collaboratori del ministero, nonché tra gli estensori di parte dei documenti dedicati alla "Buona Scuola", ovvero Damien Lanfrey e Donatella Solda, hanno licenziato un nuovo testo[3], per fare il punto sui risultati ottenuti, nonché rilanciare l'iniziativa in occasione dell'anno e mezzo trascorso dall'elaborazione del primo Piano digitale. Risulta in qualche modo doveroso, da parte nostra, proporre un analogo bilancio rispetto alle posizioni critiche che erano state espresse allora.
Strumento di ricerca, 2022
Competenze digitali 2022 Vi invitiamo a prendere parte a una delle fasi di una ricerca volta a indagare la preparazione professionale dei futuri docenti. Nello specifico il questionario riguarda il ruolo delle tecnologie in educazione. Nel rispetto del GDPR (art. 13 regolamento UE 2016/679 GDPR-General Data Protection Regulation) e dell’art. 13 (legge 196/2003) il questionario si presenta come uno strumento di raccolta anonimo i cui dati saranno utilizzati esclusivamente per scopi scientifici (pubblicazioni, presentazioni in conferenze, etc.) Il questionario si compone di tre parti il cui focus è rispettivamente: 1) l’uso di diversi device e di Internet, 2) l’uso delle tecnologie in educazione e 3) la conoscenza degli aspetti (positivi e negativi) della società dell’informazione. La ricerca è parte di un progetto internazionale dal titolo: "Teachers of the future in the information society - between risk and opportunity paradigms", approvato da the Polish Agency for Academic Exchange (NAWA). Occorrono circa 15-20 minuti per completare il questionario. Vi ringraziamo per la vostra disponibilità a prendere parte a questa ricerca di carattere internazionale. Se accettate di compilare il questionario proseguite pure con le sezioni che seguono. Łukasz Tomczyk PhD e-mail: tomczyk_lukasz@prokonto.pl
2015
Il lettore del Piano Nazionale Scuola Digitale (d'ora in poi PNSD) 1 è avvisato fin dall'inizio: "Non è un libro dei desideri" (p. 7). L'apertura è accattivante, ha il sapore sfumato e incerto della litote, un modo delicato di mettere le mani avanti, di alleggerire l'intento di quello che forse non sarà un libro dei desideri, ma che si presenta a tutti gli effetti come un ambizioso piano di conquista dell'universo scolastico. Il digitale cui si fa riferimento è, al contempo, "nastro trasportatore", "alfabeto" e "agente attivo dei grandi cambiamenti del nostro tempo" (pp. 72--73). Tuttavia, per capire queste espressioni fino in fondo, occorre uno sguardo sul contesto istituzionale e storico in cui il piano è stato concepito. Facciamo quindi un passo indietro Il PNSD è stato presentato ufficialmente a Roma lo scorso 27 ottobre dal Ministro Stefania Giannini, insieme al Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Antonello Giacomelli, al Consigliere per l'innovazione del Presidente del Consiglio Paolo Barberis e al Presidente di Confindustria Digitale Elio Catania. Per quanto si tratti di un documento di indirizzo del MIUR, è evidente che il "lancio di una strategia complessiva di innovazione della scuola italiana" e "un nuovo posizionamento del suo sistema educativo nell'era digitale" (p. 6) non possa avvenire in modo settoriale, ma che chieda il contributo e l'impegno di alleati nel governo e nel mondo delle imprese. Nelle premesse del testo si conciliano innovazione e tradizione, e si esplicita il quadro di riferimento internazionale. Da un lato il piano ambisce ad accompagnare la società italiana nell'era digitale, ci chiama a costruire una nuova visione dell'educazione e a gettare le basi per sostenere un apprendimento life--long (nell'arco della vita) e life--wide (esteso a tutti i contesti, formali e no). Dall'altro, gli obiettivi ultimi restano quelli rassicuranti dell'acquisizione di competenze da parte degli studenti, della costruzione di apprendimenti duraturi, capaci di dialogare con i costanti mutamenti della società in cui viviamo. Come accadde lo scorso anno con il documento settembrino della Buona Scuola, anche questo è un lungo testo graficamente accattivante, con pagine vuote a segnare lo stacco tra le varie sezioni che lo compongono, quasi a concedere al lettore di prendere una boccata d'aria nel fitto alternarsi di promesse, chiamate all'assunzione di responsabilità e all'accettazione della sfida. Lo stanziamento totale, su un arco di tempo di 6 anni, è di un miliardo di euro e i finanziamenti sono distribuiti in 35 azioni, organizzate in quattro ambiti di intervento: • strumenti, riguardante le azioni relative alle condizioni di accesso, ai nuovi spazi e ambienti di apprendimento, all'amministrazione digitale; • competenze e contenuti, riguardante le nuove alfabetizzazioni e le competenze digitali nel quadro generale delle competenze, indirizzate verso il mondo del lavoro e dell'imprenditoria e riguardante la predisposizione di standard e interoperabilità degli ambienti on line per la didattica, la promozione delle Risorse Educative Aperte (OER); • formazione, che comprende gli interventi necessari per fare in modo che le persone che lavorano nella scuola -dirigenti, insegnanti, personale ATA -siano dotate delle competenze necessarie per guidare la digitalizzazione della scuola; • accompagnamento, per assicurare che il Piano si traduca in un cambio di paradigma diffuso e condiviso nei vari livelli della società, dentro e fuori dalla scuola.
2008
Come si può definire e valutare la competenza digitale? Uno dei più diffusi strumenti per la certificazione delle abilità informatiche è l'ECDL, che presenta alcuni limiti soprattutto nella stretta relazione con conoscenze tecnologiche legate a specifici software. Il nostro gruppo di ricerca ha elaborato un modello per la definizione della competenza digitale, incentrato invece su tre dimensioni: tecnologica, cognitiva e etica. Sulla base di esso, è stato sviluppato e testato uno strumento per la valutazione della competenza digitale (Instant DCA) in studenti di 15/16 anni. Modelli e strumenti per la valutazione della competenza digitale nella scuola
Competenza lessicale e apprendimento dell’Italiano L2
This paper presents the main features of the UDD (Unità Didattica Digitale), a new operational model developed specifically for language teaching in e-learning. In particular, we will focus on how this model can be used to develop lexical competence, the features of which will be briefly defined, mainly by referring to the different phases envisaged in the teaching plan. The paper will then illustrate the possibilities that the UDD model offers for activating and supporting the development of lexical competence, the types of activities that can be carried out and in which ways the model can be used, highlighting the positive aspects and the critical issues still to be resolved.
Si discute ampiamente di quali competenze debbano sviluppare i soggetti in crescita per essere in grado di affrontare la complessità del mondo contemporaneo. Un elemento cruciale per l'inclusione e la partecipazione sociale sembra essere la capacità di sfruttare le opportunità messe a disposizione dalla tecnologia, superando gli usi acritici e superficiali. Per questo si parla di digital literacy e di digital skills, a indicare nuove tipologie di competenza che prescindano e superino la mera abilità informatica. Queste rinnovate esigenze di alfabetizzazione chiamano in causa le responsabilità formative della scuola, con particolare riferimento alle competenze degli insegnanti e all'adeguamento degli strumenti didattici. L'innovazione della scuola si misura in termini di creatività metodologica e di capacità di reagire al cambiamento sociale.
The Italian Minsitry of Education launched an ambitious plan to engage all the school staff in improving their digital skills. This contribution is the result of a loto of training hours spent in running course for the school staff. Lights and shadows of the National Plan are introduced here.
2017
In questo articolo gli autori discuteranno sulla base del modello SAMR di Puentedura la tipologia delle diverse attività didattiche, presenti nel software open source Moodle, a disposizione dei docenti. Queste attività didattiche possono essere digitalizzate o digitali a seconda della modalità di utilizzo delle nuove tecnologie della comunicazione e di internet, note con il nome Web 2.0.
«Catechetica ed educazione» , 2021
La Pandemia causata dal Covid 19 ha costretto le persone e le istituzioni ad adottare velocemente nuovi modi di comunicare e di lavorare. Un ruolo significativo l'hanno svolto le Nuove Tecnologie Digitali (NTD), grazie alle quali è stato possibile garantire la continuità e il funzionamento delle scuole e delle aziende. Ciò che è stato realizzato inizialmente come risposta all'emergenza ha rivelato, però, alcune opportunità da valorizzare anche nell'avvenire. La possibilità di studiare in forma ubiqua, ad es., apre interessanti prospettive didattiche per gli allievi delle scuole dell'obbligo, ma soprattutto per gli studenti universitari e per le persone che già lavorano. Ad ogni modo, le nuove forme didattiche richiedono nuove competenze da parte dei docenti e un'approfondita riflessione sui processi di insegnamento e di apprendimento. In questo contributo affronteremo la questione fondamentale per questi processi, e cioè la progettazione didattica. Grazie alle NTD questa può assumere non solo il ruolo anticipatorio, ma può diventare anche uno spazio in cui si intrecciano i processi di insegnamento e di apprendimento in atto.
2015
In this paper we present a critical-historical review of some of the projects that have marked an important step in the history of the introduction of technology in school.The purpose of the study is to help to trace a route that starts in 2008 and ends today in a scenario of full re-launch of the digital in the school with the recent Law 107 (July, 2015) and the new Digital School Plan (October, 2015). The variables of time together with the role of technology, the type of governance, the training model adopted and the number of recipients, characterize the projects described in which the Ministry of Education, University and INDIRE have held various roles to support the strengthening of the teachers digital skills not only through their initial training but also during the in-service training.
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Strumenti per la didattica e la ricerca
Media Education
Italian Journal of Educational Technology, 2018
Studi sulla Formazione, 2020
in M. Fiorucci, E. Zizioli (a cura di), La formazione degli insegnanti: problemi, prospettive e proposte per una scuola di qualità e aperta a tutti e tutte, Pensa Multimedia, Lecce, pp. 600-604., 2022
Pedagogia più Didattica, 2022
www.casadellacultura.it, 2020
Studi sulla Formazione, 2022
Franco Angeli - Libro Digital Literacy e giovani:Digital literacy e giovani: Strumenti per comprendere, misurare, intervenire, 2017
Journal of e-Learning and …, 2009
Glottodidattica Digitale Integrata. Guida teorico-pratica all’integrazione delle glottotecnologie nella didattica dell’italiano L2/LS, 2024
Idee in formazione, 2019
Didattica a Distanza: esperienze dal lockdown; Quaderni del Dipartimento di Linguistica - Università della Calabria, 2021