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Economia cognitiva: fondamenti ed evoluzione storica
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La motivazione per l'attribuzione del premio Nobel per le Scienze Economiche del 2002 conferito a Daniel Kahneman e Vernon L. Smith pone in luce una rivoluzione silente oggi in atto, che sta radicalmente modificando i presupposti della teoria economica classica: l'approccio cognitivo al comportamento umano. All'inizio della cerimonia di consegna del premio presso la Concert Hall di Stoccolma, il professor Lars-Göran Nilsson ha pronunciato il discorso di presentazione nel corso del quale ha esplicitamente riconosciuto il successo di un nuovo approccio emergente che mette in discussione i tradizionali fondamenti dell'analisi economica:
2001
All'inizio del XXI secolo, l'economia della conoscenza mette in rilievo l'importanza del sapere localizzato come fattore di produzione nel nuovo dintorno competitivo. Il sapere codificato mostra una tendenza alla diminuzione del costo, al tempo che il sapere specifico localizzato è un fattore intangibile e di difficile trasmissione che acquista importanza nella spiegazione del successo produttivo. In questo contesto, la città non è un ente isolato come generatore, utente e trasmittente di conoscenza, ma parte di questa conoscenza si genera, utilizza e trasmette in interazione con altre città, in una dinamica di rete.
L’economia cognitiva e sperimentale studia le deviazioni dalla razionalità neoclassica – un rovesciamento intellettuale che consente di ottenere teorie a partire dall’evidenza empirica. Gli esseri umani hanno un cervello raziocinante, ma anche fallibile e sistematicamente condizionato da automatismi ancestrali e contesti sociali. Costruire nuovi modelli economici che tengano conto dei vincoli cognitivi, dell’influenza delle emozioni e delle norme sociali consentirà di avvicinare la teoria al mondo reale, di colmare lo scarto tra homo oeconomicus e il decisore in carne e ossa, e di progettare migliori ambienti di scelta e istituzioni più efficaci.
SOCIOLOGIA DEL LAVORO, 2014
L’articolo si propone di analizzare criticamente i limiti e le contraddizioni di un paradigma che raggruppa una costellazione di narrazioni teoriche - postoperaisti, apologeti della New Economy, teorici del "capitalismo personale" e del lavoro autonomo di seconda generazione, ecc. - che utilizzano alcune categorie comuni: economia della conoscenza, economia del dono, knowledge workers, moltitudine, classe creativa, ecc. La critica verra condotta riproponendo il punto di vista analitico fondato sul concetto di composizione di classe. Si tratta, com’e noto, di una categoria che ha svolto un ruolo centrale nella storia del pensiero operaista, il quale la utilizzava per "leggere" la stratificazione sociale attraverso un duplice criterio: quello del posizionamento di un determinato strato nell’organizzazione del processo produttivo (composizione tecnica) e quello delle sue pratiche conflittuali (composizione politica). Si tratta di uno strumento teorico che consente di articolare le categorie marxiane di classe in se e classe per se, adattandole a un contesto storico in cui la relazione fra identita di classe e soggettivita politica tende a divenire meno visibile e scontata.
Fonderia, 2014
Si tratta di un corso post-laurea triennale a cui si accede per concorso, tradizionalmente fi nalizzato a fornire a giovani laureati (ovvero i dottorandi) le necessarie competenze per esercitare attività di ricerca di alto livello presso università ed enti di ricerca pubblici. Il dottorato può contribuire alla creazione di fi gure professionali altamente qualifi cate da inserire nelle imprese per aumentare la capacità di ricerca delle stesse e rispondere alle esigenze di innovazione tecnologica. L'ammissione ai corsi di dottorato avviene mediante valutazione comparativa pubblica dei candidati. La selezione dei can-didati si basa di solito sulla valutazione dei titoli e/o su un progetto di ricerca, su una prova scritta, un colloquio o su una combinazione tra tali modalità. I dottorandi devono essere in possesso di una laurea del vecchio ordinamento oppure di una laurea specialistica, di laurea magistrale, o di analogo titolo accademico conseguito all'estero. Non ci sono limiti di età e di cittadinanza. Il dottorando è in grado di risolvere specifi ci problemi che richiedono un'attività di ricerca (come per esempio lo sviluppo di un nuovo prodotto, l'evoluzione di un prodotto esistente, l'ottimizzazione di un processo produttivo, e altro ancora). L'impresa
La critica economica marxista consta di due parti essenziali: una, di pura analisi economica del processo capitalistico, sbugiarda la equivalenza tra lavoro fornito dall'operaio in fabbrica e salario ricevuto, e mostra nel plusvalore la parte del primo che viene defraudata: tale dottrina si svolge usando i simboli e le categorie proprie del sistema capitalistico. La seconda parte, alla scala sociale e storica, imputa alla classe capitalistica in tutto il suo corso l'enorme annientamento di sforzi di lavoro umani dovuto al suo sistema economico, annientamento che per volume supera di assai l'insieme di quanto consumano i lavoratori in magra, i capitalisti in grassa, e di quanto viene accantonato in riserva per accumulare nuovi mezzi produttivi. Più volte con citazioni di Marx, molto note quanto poco digerite, abbiamo mostrato come la rivendicazione che verte solo sull'adeguamento, raggiunto con gli indici della calcolazione economica capitalistica, tra lavoro fornito e lavoro pagato, è parte insufficiente del socialismo, e riesce sterile per la rivoluzione, vuota di senso agli stessi fini di una riforma del capitalismo. Tutti quelli che non videro la seconda parte, sociale storica e politica, che ha al centro la quistione dello Stato, e fonda ben altre radicali opposizioni tra economia comunista ed economia attuale, sono socialisti di conio falso, la loro critica e condanna per noi è classica, applicata a tanti e tanti, da Proudhon a Sorel, da Bernstein agli attuali stalinisti. Con questa salda impostazione della portata del socialismo non occorrono armi nuove a smascherare e a battere in breccia le gesta ultimissime dell'epoca capitalistica; il controllo, il dirigismo, il totalitarismo dei grandi centri imperiali del mondo, il loro ostentato pilotaggio dei processi economici, che è soltanto un folle "driving" verso l'abisso e la rovina.
2007
Questi appunti-che non sostituiscono lo studio dei manuali, e tanto meno la lettura dei classicisono finalizzati a rendere accessibile a studenti con preparazione di base di Economia Politica le teorie economiche del passato, secondo un approccio di rational reconstruction. Ampio spazio è riservato agli aspetti analitici delle teorie passate in rassegna, mentre minore rilevanza assume la dimensione propriamente storico-culturale. Ciò nella convinzione che un corso di SPE possa essere utile per far comprendere che la teoria economica studiata oggi non è l'unica teoria possibile, né è l'unica teoria 'vera'. Naturalmente, ciò non implica che gli studi di historical reconstruction siano irrilevanti o meno rilevanti di quelli qui proposti. Ciò che si intende sottolineare è che, così intesa, la disciplina rientra direttamente nel bagaglio di conoscenze che un economista deve avere, e il suo studio-per la natura stessa della disciplina-induce ad apprezzare il pluralismo delle idee economiche. secondo una visione competitiva del sapere economico, all'interno della quale si confrontano visioni diverse e spesso contrastanti (cfr. Ronacglia, 2001). In tal senso, il 'guardarsi indietro' non è un mero esercizio di erudizione o, per dirla con Schumpeter, una "visita di soffitta". Lecce, aprile 2007 Guglielmo Forges Davanzati PARTE I-L'economia 'pre-sistematica' 1.1-SUL METODO DELLA STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO Si ritiene convenzionalmente che l'economia politica ha la sua 'data di nascita' nel 1776, anno di pubblicazione della Ricchezza delle nazioni di Adam Smith. E' tuttavia innegabile che, fin dall'antichità (Aristotele, Platone), siano state elaborate riflessioni teoriche sui fatti economici. In quanto segue, la trattazione avrà inizio con la fase c.d. pre-sistematica e, segnatamente, con il mercantilismo. Non esiste un metodo unico né dell'Economia politica, né della Storia del pensiero economico. Per quanto attiene all'Economia politica-e con estrema sintesi-si possono individuare due approcci allo studio dei fatti economici: 1) L'approccio della riproducibilità. E' proprio dell'economia politica classica (Smith, Ricardo, Marx, in particolare) ed è basato sulla convinzione che oggetto di studio della disciplina siano i meccanismi di produzione e distribuzione della ricchezza. Si ritiene, a riguardo, che l'analisi debba essere condotta a partire dalla constatazione che la società è strutturata in classi (segnatamente: i proprietari terrieri, i capitalisti, i lavoratori) e che la dimensione storica, sociale e istituzionale sia non separabile dalla dimensione propriamente economica. A ciò si aggiunge l'assunto in base al quale i fattori produttivi (lavoro e capitale) sono riproducibili senza vincoli di scarsità e in un orizzonte di lungo periodo, ad eccezione della terra, assunta come quantità data e, dunque, scarsa. Questo approccio può essere declinato come olismo metodologico: ciò che conta non è il comportamento dei singoli agenti, ma delle classi (o gruppi) sociali presi nel loro insieme. * Questo testo è stato elaborato esclusivamente per scopi didattici. Esso è il frutto di un lavoro congiunto di Guglielmo Forges Davanzati, Andrea Pacella (che ha materialmente steso le sezioni su Say, Malthus, Ricardo e sulle teorie dell'interesse) e Antonio Luigi Paolilli (che ha elaborato la parte III). Si ringrazia il dott. Michele Bee per aver contribuito alla stesura della sezione sulla fisiocrazia, il dott. Andrea Pappalardo per aver curato la sezione su Schumpeter e la dott. Carla Maria Fabiani per aver scritto la sezione introduttiva su Marx.
I diversi temi affrontati nel libro che contiene questo capitolo sono tenuti assieme da un unico filo conduttore: la storia istituzionale della scienza economica. In questo testo ci proponiamo di presentare e discutere le premesse metodologiche di questo modo di studiare la vicenda di una disciplina scientifica, ripercorrendo brevemente le ricerche e i dibattiti che sono stati all'origine degli studi sull'istituzionalizzazione, la divulgazione e la professionalizzazione della scienza economica e presentando, senza pretesa di esaustività, alcuni tra i più recenti contributi a questa prospettiva di studio.
IA e mercato del lavoro: UBI , Integrazione Al Reddito, Lavoro Garantito, 2018
L'IA ha il potenziale per continuare o forse addirittura esacerbare le tendenze al calo della partecipazione alla forza lavoro e all'incremento della disuguaglianza. I timori riguardo a questi cambiamenti hanno contribuito a motivare ed espandere l'interesse per l'idea secolare di un reddito di base universale (UBI) che sostituirebbe parzialmente o completamente i programmi di sicurezza esistenti con un trasferimento di denaro unico e incondizionato a tutti gli adulti negli Stati Uniti. Sebbene meno spesso incorniciate come risposta all'IA, altre due idee più grandi che sono cresciute in interesse negli ultimi anni potrebbero servire come alternative all'UBI: il primo è un sistema su larga scala di sussidi salariali per contribuire a creare un incentivo per il lavoro e aumentare il ricompensa per lavorare (ad esempio, Phelps 1997) e il secondo è garantito l'impiego federale (ad esempio, Mitchell 1996, Mosler 1998). Questa sezione rivede alcuni dei pro e contro di queste tre idee.
Il ruolo degli attori reali nei processi economici e nella ricerca scientifica e tecnologica 1 di Andrea Declich Qualche tempo fa un economista australiano, Peter Earl, parlando degli approcci psicologici all'economia, affermava: «Gli economisti hanno sempre visto la loro disciplina come una realtà elitaria, una sorta di 'fisica' delle scienze sociali (…); è probabile che essi avranno delle difficoltà nello scuotersi da dosso questa loro auto-rappresentazione di "scienziati duri". Una cosa con cui si potrebbe facilitare questo cambiamento potrebbe essere quella di evitare l'uso dell'aggettivo "psicologico'". Per questo, il futuro della economia potrebbe forse trovarsi nella 'cognitive economics'» 2 .
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SISTEMI E IMPRESA, 2006
Itinerari di Ricerca Storica, 2019
La Business Intelligence a Supporto della Riqualificazione Urbana: Firenze Smart City, 2016
D. Miccione, Lumpen Italia. Il trionfo del sottoproletariato cognitivo, LetteredaQalat, Caltagirone , 2022
La rassegna dell'Arma, 2021
Sviluppo Locale, 2001
LUISS University Press, 2013