Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
…
8 pages
1 file
Archaeological discoveries in the city of Mantua over recent years have helped identify an area of approximately four hectares that corresponds with the spot occupied by the earliest buildings of the original Etruscan settlement. Within this area various elements have been identified that mark it out as a sacred area dating back as far as the archaic period. Presumably the floors of the buildings would have been of beaten earth and the walls made of degradable materials such as timber and mud. Some of the buildings would have been roofed with terracotta tiles. There is a notably high number, about fifty, of engraved inscriptions on the pottery left as votive offerings. Three of these, dating back to the archaic period, are dedications to Vei and Zipni, providing evidence of the existence of a place of worship dedicated to female divinities at that time. Paleographic and onomastic data highlights a Celtic presence in the area as far back as the late archaic period.
Historika : Studi di Storia Greca e Romana, 2017
Gli scavi della Missione Archeologica Italiana a Hierapolis di Frigia (Pamukka-le) in Turchia si sono concentrati soprattutto in due aree: quella sacra centrale che comprende il santuario di Apollo e l'adiacente Ploutonion ricordato da molte fonti letterarie antiche e quella posta alle pendici delle colline a nord est della citta dove fu costruita una chiesa che incorporava una tomba di I secolo d.C.; quest'ultima fu venerata a partire dal II secolo d.C. come quella dell'apostolo Filippo. Il presente articolo illustra un documento dal santurio di Apollo riguardante suppliche di schiavi e un titulus pictus dalla chiesa di San Filippo. In recent times the excavations of the Italian Archaelogical Mission in Hierapolis of Phrygia (Pamukkale -Turkey) have focused on two main areas: the central sacred area, including the temenos of Apollo and the adjacent Plutoni-um, attested by several ancient literary souces; and the the slopes of the hill that bordered the urban centre to t...
alcuni recenti rinvenimenti hanno ampliato il panorama epigrafico della colonia romana di Sena Gallica, ancora troppo poco conosciuto 1 .
Epigraphica, 2019
We present here the edition of two new funerary inscriptions and an inscribed fragment coming from the Roman colony of Mutina; moreover, in the second part of the paper, a fresh commentary on five inscriptions already published (among them, a tablet with a consular dating by Pompey and Crassus and a carmen) coming from the same territory.
LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - Università degli Studi di Milano, 2022
Le scoperte archeologiche occorse a Mantova negli annui duemila hanno portato all'individuazione di elementi che, a partire dall'età arcaica, definiscono un'area sacra. Tre graffiti vascolari hanno dediche alle divinità femminili Vei e Zipni. Vei corrisponde per taluni aspetti a Demetra e per altri a Kore ed il suo culto era diffuso in molti siti dell'Etruria centro meridionale e a Mantova, Felsina, Marzabotto, Servirola di San Polo d'Enza e Parma. Il suo partner, Dis Pater noto anche come Mantus, era la divinità più importante della dodecapoli padana. La presenza di un culto di Vei in Mantova può essere prova della presenza del culto di Dis Pater/Mantus. Alcuni dati paleografici e onomastici graffiti su supporti vascolari indicano la presenza di devoti di lingua celtica.
Epigraphica, 2013
Dell'esistenza di un Iseo nella colonia di Florentia si ebbe notizia, per la prima volta, a seguito dei lavori di fondazione per l'oratorio dei Padri devoti a S. Filippo Neri negli anni 1746 e 1772-73, e poi di nuovo nel 1886 a seguito degli scavi di fognatura in Borgo de' Greci (1). Accanto ad oggetti di varia natura (monete, frammenti di colonne, decorazioni in marmo) si riportarono alla luce una serie di basi votive di piccole dimensioni con iscrizioni alla dea Iside (2). In quegli stessi lavori di fine diciannovesimo secolo fu ritrovata parte di una iscrizione monumentale la cui funzione di dedica del santuario è stata da ultimo argomentata in maniera convincente da Giulio Ciampoltrini (3). Secondo i gusti dell'epo-
Atti e Memorie dell'Accademia Nazionale Virgiliana 2016, 2018
2 la presenza veneta è testimoniata nel territorio dell'odierna provincia di Mantova a partire dal Bronzo Finale, con le principali attestazioni da abitati di casalmoro, sacca di goito, sermide, castellaro lagusello e dalla necropoli a incinerazione di Fontanella Mantovana di casalromano, a tal proposito si veda r. DE Marinis, Il confine occidentale del mondo protoveneto/paleoveneto dal Bronzo Finale alle invasioni galliche del 388 a.
in Ségolène Demougin, John Scheid (ed.), Colons et colonies dans le monde romain, in Collection de l'École française de Rome , Roma, École française de Rome, vol. 456, pp. 395-407 (ISBN 9782728309122), 2012
In occasione della XIV e Rencontre franco-italienne in onore di Silvio Panciera, chi da anni attende al progetto di una edizione sistematica del patrimonio epigrafico in lingua latina del sito di Altino 1 aveva presentato all'attenzione della comunità scientifica i criteri orientativi in base ai quali datare a tarda età repubblicana almeno una cinquantina di titoli rinvenuti nei sepolcreti della città progenitrice di Venezia, la quale non figurava per l'innanzi con alcun documento epigrafico nei corpora comprendenti iscrizioni della libera res publica 2 . In assenza di cronologie consolari o di altri cogenti elementi interni, erano stati prospettati alcuni elementi indiziari (quali la natura dei litotipi e la loro provenienza, la persistenza di tradizioni grafiche locali, gli aspetti paleografici, l'articolazione onomastica, la resa abbreviata del gentilizio) il cui concorso autorizzava ad ipotizzare una datazione 'rialzista'. Il dato che ne conseguiva appariva non irrilevante dal punto di vista storico perché, come è stato percepito dalla critica più avvertita 3 , consentiva di individuare una non esigua schiera di famiglie latinofone (almeno 24, tra latine venetizzate o venete latinizzate) 4 che, tra il II secolo a.C. e il tempo di Augusto, avrebbero apposto segnacoli funerari in lingua latina lungo le vie di accesso all'insediamento indigeno; ne risultavano così anticipati tempi e forme della romanizzazione in area altoadriatica e, di conseguenza, il sito lagunare si accreditava quale laboratorio privilegiato per lo studio dei fenomeni di interferenza linguistica e grafica, esito di contatti interculturali. In altra sede si era anche ipotizzato che tale precoce presenza di documentazione scritta in lingua latina fosse motivata dalla connotazione emporica di Altino che, in quanto porto di antica tradizione preromana, si
2008
La S Sardhnía bizantina tra greco e latino La documentazione epigrafica bizantina della Sardhnía si è arricchita in anni recenti, a fronte di un ridotto numero di testi lapidari greci e latini, tra cui il frammento di Bosa con la menzione di un Ñerg(íow) e una colonnina del battistero di Cornus con l'iscrizione di un E•t[ikow] , entrambi del VI secolo, di un ampio novero di elementi dell'instrumentum, in cui rientrano secondo la tradizione mommseniana anelli digitali, spilloni crinali, tesserulae, exagia e sigilli. Gli scriventi hanno presentato in un volume del I sigilli bizantini della Sardhnía , l'edizione di tutta la documentazione sfragistica nota della Sardegna, rappresentata, in particolare, dai rinvenimenti del sito di San Giorgio di Sinis nell'ager tharrensis. A distanza di tre anni dalla pubblicazione di quel testo si presentano in questa sede documenti dell'instrumentum pertinenti a due aree della Sardhnía: da un lato due località rispettivamente dei comuni di Suelli (frazione di Sisini) e di Siurgus Donigala, all'estremità nord-orientale del territorio caralitano, al confine con la Barbaria, dall'altro ancora il fertile sito di San Giorgio di Sinis. Le due aree con i nuovi rinvenimenti epigrafici bizantini parrebbero, ancora una volta, «restituire un intimo legame tra la regione mediana (corrispondente nel Medioevo al Giudicato d'Arborea) e quella meridionale (il medievale Giudicato caralitano), a quanto pare impregnate entrambe nelle origini d'uno spiccato senso d'identità autonomistica d'estrazione culturale bizantina» . Con tali parole, di recente, Eduardo Blasco Ferrer ha teso a evidenziare, sulla base della documentazione diplomatistica, sfragistica e storica, una liaison culturale bizantina profonda tra i territori storici medievali dei giudicati caralitano e arborense, rimontante, come ci consentono di evidenziare vecchi e nuovi ri
Terra Insubre, 2002
In this paper, we analyze the Latin epigraphy of Insubria - the historical region corresponding to the modern-day areas of eastern Piedmont and western Lombardy, northern Italy, and Canton Ticino, southern Switzerland - devoting special attention to the survival of the Celtic element in Roman times. Many Celtic family, place and god names are found to be used in Romanized Insubria, centuries after the Roman conquest. We can then conclude that a certain Celtic imprinting survived Romanization, not only in the more peripheral areas and/or lower classes. Indeed, many of the analyzed phenomena refer to the city of Mediolanum - modern-day Milan - founded in the 6th century BC by the Golasecca Celts, whose Romanization started in the 3rd century BC.
I. -Per rendere omaggio alla memoria di Antonio Maria Colini, uno studioso con cui, per vari motivi, anche anagrafi ci, non ho avuto rapporti particolarmente stretti, ma di cui ho sempre apprezzato la grande serietà e l'ampia generosità 1 , riprendo e porto a compimento, tranne per alcuni piccoli frammenti che non ho ancora potuto vedere, la pubblicazione del materiale epigrafi co restituito dagli scavi di Elisa Lissi Caronna nei Castra peregrina, pubblicamente ringraziando ancora una volta la scavatrice per averlo messo a mia disposizione non solo con amicizia, ma anche con grande disponibilità all'assistenza nella sua edizione.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
La ricerca antiquaria nell’Italia nordorientale. Dalla Repubblica Veneta all’Unità, a cura di Maurizio Buora e Arnaldo Marcone, in Antichità Altoadriatiche, LXIV (2007), pp. 317-366, 2007
Vetulonia, Pontecagnano, Capua. Vite parallele di tre città etrusche, 2013
Una vita per i musei. Atti della giornata di studio in ricordo di Lanfranco Franzoni (Verona, 24 novembre 2015), a cura di M.Bolla
Epigraphica, 2018
Epigraphica 75 (2013), pp. 404-410, 2013
Pro merito laborum. Miscellanea epigrafica per Gianfranco Paci, 2021
… topografica della Colonizzazione greca in Italia e …, 2006
Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik, 2007