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PAROLE CHIAVE Preistoria, Bologna, paleoambiente, età del Bronzo, carotaggi, ricognizione di superficie, sub-appenninico. RIASSUNTO Questo articolo riassume i risultati delle ricerche condotte a S. Giovanni in Triario nella pianura a Nord-Est di Bologna, mettendo insieme numerosi dati di natura diversa provenienti dalla documentazione di vecchi scavi di emergenza, l'analisi aerofotografica e dalle recenti indagini condotte sul sito costituite da ricognizioni di superficie e carotaggi manuali. Grazie alle nuove indagini condotte sul deposito stratigrafico e allo studio di un consistente campione di manufatti rendono ora possibile delineare gli elementi cronologici ABSTRACT This paper summarizes the results of researches carried out in S. Giovanni in Triario (NorthEast plain of Bologna) by piecing together several heterogeneous data coming from old rescue soundings' reports, aerial photo-interpretation and recent investigations consisting of core drillings and surface surveys. Thanks to new inspections on the deposit and the study of a consistent sample of artifacts it is now possible to outline the main cultural and chronological features of this Late Bronze Age settlement.
SCIENZE DELL’ANTICHITÀ 22 – 2016 Fascicolo 2, 297-313, 2016
Stromboli is an active stratovolcano that rises about 3 km from the seafloor up to an elevation of 924 m and the northeastern most island of the Aeolian Archipelago in the Tyrrhenian Sea. The Bronze Age site belongs to the Capo Graziano facies (Early to Middle Bronze Age 1-2; 2300-1400 B.C.) and is located on a steep-sided plateau, a large orographic unit, about 6 ha wide, 40 to 100 m a.s.l. It provides remarkable visual (perhaps also actual) control of the southern Tyrrhenian Sea. This challenging, provocative and fascinating island-scape is located in a strategic position, playing a fundamental role in the Mediterranean trade network. The site was discovered in the ’80 and since 2009 has been investigated by our team with an interdisciplinary approach and international field school. The excavation area, about 600m2, is located on irregular sloping surface, which influenced the topographical organization of the dwellings with huge stone walls that partition the settlement. In the eastern area, a large terrace-wall sustains an area containing various structures. In the western area, it is possible to recognize two main building phases, marked by the use of two different terracing walls. Handmade burnished pottery was locally produced and imported. Several Early Mycenaean ceramics from the Aegean (XVII-XVI cent BC) are also attested.
n questa sede si segnala alla comunità scientifica, in via del tutto preliminare, un'importante scoperta verificatasi nel secolo scorso ma resa nota soltanto in tempi recenti.1
2019
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione o delle informazioni contenute nel presente documento può essere riprodotta, memorizzata in un sistema di recupero o trasmessa con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, mediante fotocopiatura, registrazione o altro, senza previa autorizzazione scritta da parte del Groningen Institute of Archaeology. Copertina e composizione: Siebe Boersma (RUG/GIA) Modifica del testo: Agnese Livia Fischetti & Peter Attema (RUG/GIA) In copertina: Carta IGM con annotazioni di R. Lanciani, dagli archivi della BiASA (Biblioteca di Archeologia e Storia dell'Arte) e vaso in peperino con protomi di grifo, dal sito Marcandreola a Ciampino (Roma). Photo Agnese Livia Fischetti. rijksuniversiteit groningen institute of archaeology groningen V INDICE 1.
Indagine sulle fosse da grano presenti nel sottosuolo del centro storico di San Giovanni in Marignano (Rimini). Ricerca condotta su materiali archivistici e principalmente sull'analisi di documenti notarili (secc. XV-XVI).
Proporzioni, 2008
a cappella dedicata a San Giovanni Bono come la conosciamo oggi è frutto di una stratificata successione di eventi molti dei quali non hanno lasciato traccia. Per capirne l'evolversi, le modifiche e l'assetto odierno dobbiamo risalire all'alto medioevo e considerare le vicende, vere o presunte tali, legate a San Giovanni Bono.
A Monforte San Giorgio esiste un borgo di matrice islamica chiamato la Vetera, costruito tre il 965 e il 1061 periodo durante il quale la zona fu sottomessa ai musulmani. Il termine latino Vetera indica che si tratta della parte più antica del paese. Il borgo è rimasto miracolosamente intatto nella sua struttura fondamentale grazie al fatto che era abitato dalle famiglie più potenti del paese. La sua struttura è molto rara ma abbiamo riscontrato che un borgo con le stesse caratteristiche, costruito tra il IX e l’XI secolo si trovava a Procida. Il borgo di Monforte conserva ancora la struttura caratteristica islamica delle antiche medine e quattro delle cinque porte di accesso. Proprio esso fu il protagonista degli avvenimenti che ci vengono narrati dalla Katabba, il concerto di campane e tamburo che viene suonato tutti gli anni dal 17 gennaio al 5 febbraio e che racconta l’ingresso trionfale a Monforte nel maggio 1061 dei liberatori normanni .
IpoTESI di Preistoria, 2019
L’abitato di Mursia dell’ antica e media età del Bronzo (XVIII - XV sec. a.C.), offre una ricca documentazione di strutture domestiche legate all’uso del fuoco. Si tratta di focolari strutturati e altre installazioni principalmente destinate alla preparazione del cibo, ma anche all’illuminazione e al riscaldamento degli ambienti domestici. Collocate prevalentemente all’interno delle capanne, le strutture da fuoco si caratterizzano per un utilizzo ripetuto, probabilmente quotidiano. Il loro uso é presumibilmente connesso all’ambito familiare e al sostentamento di un gruppo ridotto di individui. L’elemento ricorrente è il focolare a "cista litica", costruito con quattro lastre di pietra disposte verticalmente a formare una piccola cassetta e destinato a controllare la combustione, evitando che potesse causare incendi. Le altre strutture connesse all’uso del fuoco sono le piastre da cottura: in una prima fase sono costitute da lastre di pietra incassate o appoggiate in orizzontale sul pavimento. Nelle fasi più avanzate le piastre di cottura sono realizzate tramite una stesura di sedimenti impastati che ricopre uno strato di preparazione di piccoli ciottoli, lapilli e frr. di ceramica. Sono riconducibili alla cottura dei cibi, confermata dalla frequente presenza di alari in terracotta e vasi adatti alla preparazione sul fuoco. L’obiettivo di questo contributo é di definire la distribuzione e le modalità d’utilizzo delle diverse strutture, sottolineando eventuali cambiamenti di gestione del fuoco e di preparazione dei cibi nel corso delle differenti fasi d’occupazione del villaggio.
Rivista Mineralogica Italiana , 1986
PICCOLO LIBRO BIANCOStorie di biodiversità, naturalisti e transizioni ecologiche, 2022
TORRE SAN GIOVANNI DI UGENTO E IL CULTO DI ARTEMIS BENDIS IN MAGNA GRECIA, 2020
Progressus, 2023
Scienze dell'Antichità, v. 14 (2007-2008)., 2008
IL RESTAURO DELL’ORGANO, Gebrüder Mayer 1888 op. 34, Chiesa R.C. di San Francesco Saverio in Trento, 2010, 2010
D. GANDOLFI - M. VENTURINO GAMBARI (a cura di), “Colligite fragmenta: aspetti e tendenze del collezionismo archeologico ottocentesco in Piemonte”, Atti del Convegno (Tortona, 19-20 gennaio 2007), Bordighera 2009, pp. 217-228, 2009