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È opinione comune che l’emigrazione italiana sia stata un fenomeno quasi esclusivamente meridionale, che solo marginalmente ha interessato alcune regione del Nord della Penisola. Tale convinzione è derivata, forse, dal massiccio esodo di contadini lucani, calabresi, e siciliani che, in effetti, dopo il fascismo, hanno lasciato le loro terre in cerca di nuova fortuna. Ad emigrare per primi, però, contrariamente a quanto si pensi, sono stati, prima dello sviluppo industriale, proprio i settentrionali, coloro che abitavano quelle che oggi possono essere considerate le più ricche Regioni d’Italia: i contadini piemontesi, lombardi e veneti e l’emigrazione è rimasta un fenomeno prevalentemente settentrionale fino al 1900.
2006
L’Intelligence militare italiana - L’Intelligence elettronica - L’Intelligence cinese
Questo dossier è strettamente collegato a quello su Cinema ed immigrazione pubblicato da "Studi Emigrazione" agli inizi del 2008 1 . Alcuni autori hanno infatti collaborato alle due imprese, appaiate dai medesimi interrogativi: 1) in che modo gli emigranti sono ritratti sullo schermo?; 2) la loro partecipazione alla produzione cinematografica e televisiva del paese di arrivo ha influito su tale rappresentazione? Nonostante questi elementi comuni, i due fascicoli si distinguono perché mettono a fuoco due differenti questioni: in questo badiamo alle raffigurazioni cinematografiche e televisive della diaspora italiana; nell'altro studiavamo la reazione delle cinematografie nazionali all'arrivo degli immigranti, qualsiasi origine questi avessero. In tutti e due i casi abbiamo seguito vie aperte da altri studiosi. La critica statunitense analizza da decenni come Hollywood e la televisione abbiano reso l'interplay dei nuovi arrivati e della società che li ospita 2 . Da qualche anno la critica europea presta attenzione alle risposte spagnole, francesi, italiane alle migrazioni e al loro riflesso nell'immaginario filmico, giornalistico e letterario 3 .
Se è vero che per il periodo più arretrato dobbiamo dipendere per lo più da fonti non coeve, esistono tuttavia buone possibilità di arrivare a definire un quadro coerente e significativo della produzione di documenti di interesse pubblico e della loro conservazione in funzione delle necessità dello Stato 3 .
Studio critico sulla Storia della Colonna Infame di Alessandro Manzoni
«Quaderni Culturali delle Venezie» dell’Accademia Adriatica di Filosofia “Nuova Italia”, 2019
Il problema vero che si pone a colui che vuole scrivere di Storia è quello dell'oggettività. Non è possibile eliminare la soggettività di colui che si mette a fare delle analisi di natura storica: la soggettività è sempre presente di Roberto Bonuglia
Ci apprestiamo a festeggiare i 150 anni dall'Unità d'Italia: ebbene, la commemorazione di una tale ricorrenza non può prescindere da quelle che sono state le ondate migratorie degli italiani; perché l'Italia non sarebbe tale, senza questa pagina importantissima che è stata l'Emigrazione italiana nel Mondo e che oggi si nutre del rapporto privilegiato con uomini e donne, con le nuove generazioni, curiose di conoscere la terra, la lingua, la cultura, le tradizioni dei propri avi. E' su queste considerazioni che nasce il primo Dizionario dell'Emigrazione Italiana, un Dizionario che mette insieme tasselli di Memoria, parole ed emozioni come "semantica di una Storia tricolore" che si è snodata attraverso un secolo nei cinque continenti, annullando il Tempo e lo Spazio nella dimensione di una Patria che non ha più confini, che si estende ovunque esista una comunità di italiani. E nello stesso tempo un valido strumento di promozione della lingua, della cultura, dell'arte, delle particolarità territoriali e della genialità del Bel Paese attraverso racconti di eccellenze che, in ogni settore, hanno veicolato il "Made in Italy" nel mondo. per coinvolgere, in un unico, appassionato abbraccio, gli italiani dentro e fuori dall'Italia.
5. “Il passato come utopia e il desiderio di storia” in Rolf Petri (ed.) Nostalgia. Memoria e passggi tra le due sponde dell’ Adriatico, Roma-Venezia, Centro Tedesco di Studi Veneziani, 2010, 63-74, 2010
La reputazione del futuro e del passato è radicalmente cambiata durante l’ultimo mezzo secolo, portando a una inversione dei ruoli. Mentre cinquant’anni fa i modernisti bandivano il passato per salutare il futuro, oggi il passato si è trasformato nella nostra consolazione di fronte a un domani che incute paura. Un tempo gradevole e familiare, il futuro è diventato non uno straniero, ma un alieno
Le origini della città di segregazione, pui giustamente chiamata la Citta del Apartheid, precedono l'istituzione del'Apartheid, un sistema di segregazione legalizzata dal Governo Nazionalista Sudafricano dopo che hanno vinto le elezioni nel 1948, e che probabilmente hanno loro radici nel sistema coloniale Anglo-Olandese dal 1652. I Olandesi hanno iniziato il concetto della separazione razziale, e le loro città e villaggi stabiliti nel Transvaal e il Orange Free State dopo in 1840 sono stati progettati con zone residenziali segregate, non per ragioni di legge, ma per ragioni di usanza sociale. L'administrazione Inglese, incominciando dal 1807, non ha mai avuto una politica per quanto riguarda la segregazione urbana, ed i vari settori della loro società hanno adottato valori differenti secondo l'espedienza del loro caso.
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Teora - Emigrazione verso gli USA fine '800 inizi '900, 2014
Fondazione Agnelli, 2003
in B. Sorgoni (a cura di), Etnografia dell'accoglienza. Rifugiati e richiedenti asilo a Ravenna, CISU, Roma. , 2011
Frammenti di Storia.Materiali lapidei dell'età moderna nelle collezioni dell'ex museo civico, 2016
Fiume. Rivista di studi adriatici, n. 29, gennaio-giugno 2014, 2014
ACCADEMIA DELLE ARTI DEL DISEGNO. 450 ANNI DI STORIA, a cura di L. Zangheri e Bert W. Meijer, 2015