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Presentato all'indomani della Seconda guerra mondiale dall'ingegnere italoamericano Mario Palmieri, con la collaborazione dell'architetto Armando Brasini, prevedeva un impalcato a più campate per una lunghezza totale di 3.710 metri, con fregi e figure alte sino a dieci metri per rendere monumentali le due imboccature e con un'isola artificiale al centro li anni '50 a Messina furono un periodo di grande laboriosità ma anche di carenza di infrastrutture adeguate a una città in costante espansione edilizia e demografica. Sebbene non fossero mancati durante il ventennio fascista o in precedenza studi e progetti di ponti o tunnel sottomarini, l'ipotesi di un attraversamento stabile, di qualsiasi natura, dello Stretto, a lungo messa da parte e accantonata per far spazio alle esigenze belliche, assunse, in quel secondo dopoguerra, i caratteri di un' opera auspicata e desiderata da quasi tutte le locali componenti sociali, politiche ed economiche. Come ricostruisce Aurelio Angelini, nel suo libro Il mitico Ponte sullo Stretto di Messina. Da Lucio Cecilio Metello ai giorni nostri: la storia, la cultura, l' ambiente (2011), la questione venne portata alla ribalta grazie soprattutto alla stampa locale, che fornì ampio spazio alla presentazione delle idee e dei progetti dei vari tecnici, alle opinioni della popolazione e degli studiosi di varie discipline e, soprattutto, al resoconto dei numerosi incontri e convegni politici che si tennero in quegli anni a cura del Comitato Siciliano per il Ponte di Messina, in merito alla realizzazione di un' opera-il "Cavalcamare" come la definì la neonata Gazzetta del Sud in un articolo del marzo 1953-considerata un'ineluttabile necessità dalle stesse forze politiche ed economiche siciliane e messinesi.
Sophocles' drama composition "Oedipus the King", built on the rhetoric of the double and focused on Oedipus' character, in his unresolved identity of tyrannos, reveals the absolute power of one against the power shared between many, in such a way as to signify the end of the Athenian democracy of 5th century BC, as well as the end of the tragic form of representation, and to prefigure historically in the western culture the violence of the univocal discourse (logos) against the plurivocal (mythos).
2018
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Débâcle elettorale della sinistra, sgretolamento del centro politico, netta vittoria di M5s e Lega: l'Italia si trova a fare i conti con l'instabilità ed è probabile che rimanga senza guida politica per parecchi mesi. L'analisi del professor Damiano Palano MILANO 07 marzo 2018 di Damiano Palano * Con le elezioni del 4 marzo l'Italia è tornata ad essere un "caso". Se anche negli ultimi venticinque anni ha in fondo sempre rappresentato una "anomalia", le urne ci hanno infatti consegnato un quadro segnato da rotture profonde. Un quadro che è destinato a produrre nei prossimi mesi una notevole instabilità e forse a generare ripercussioni sull'intero edificio europeo. Ma di cui per ora è necessario quantomeno registrare l'impatto sugli equilibri di ciò che resta della "Seconda Repubblica".
Montale e il caso Svevo EXagere-Rivista mensile Periodico di contributi e riflessioni di sociologia, psicologia, pedagogia, filosofia. | 1 di Vinicio Pacca Quando Svevo pubblica La coscienza di Zeno presso l'editore bolognese Cappelli, nel maggio 1923, l'accoglienza di pubblico e critica non è dissimile da quella toccata ai primi due romanzi, Una vita (1892) e Senilità (1898): un silenzio pressoché totale, almeno al di fuori di Trieste. Ma questa volta lo scrittore non si rassegna: dopo un quarto di secolo ha ormai sviluppato una piena consapevolezza del proprio valore; e l'amicizia con James Joyce, che prima della guerra gli aveva impartito lezioni di inglese a Trieste, che a partire dal 1920 si era stabilito a Parigi e che nel 1922 aveva pubblicato Ulysses raggiungendo fama internazionale, gli apre ora nuove prospettive. È dunque a lui che Svevo sottopone il romanzo, ricevendo nella lettera del 30 gennaio 1924 parole di incoraggiamento ("Sto leggendolo con molto piacere. Perché si dispera? Deve sapere ch'è di gran lunga il Suo migliore libro") e soprattutto una concreta offerta di aiuto consistente nell'invito a mandarne copie a Valery Larbaud, Benjamin Crémieux, Thomas Stearns Eliot e Ford Madox Ford, che Joyce promette di contattare. Nelle successive lettere di Joyce a Svevo possiamo seguire l'evoluzione della vicenda: il 20 febbraio gli comunica di aver preparato l'accoglienza da parte dei due critici francesi ("Mandi i libri senz'altro. Ho già parlato di Lei a Larbaud ed a Crémieux") e il 1° aprile registra le prime reazioni positive ("Buone notizie. M. Valery Larbaud ha letto il Suo romanzo. Gli piace molto. Ne scriverà una recensione nella «Nouvelle Revue Française»").[1] La macchina messa in moto da Joyce, sia pure con qualche ritardo, produce i suoi effetti: un anno dopo, l'11 gennaio 1925, Larbaud scrive a Svevo una lettera altamente elogiativa ("ho fatto tutto quello che ho potuto per fare conoscere in Francia questo libro ammirevole") e annuncia di volersi occupare della sua opera;[2] e infatti il fascicolo di "Le Navire d'Argent" del febbraio 1926 contiene la traduzione di alcuni passi di Senilità e della Coscienza, accompagnati da un saggio di Crémieux.[3] Nel frattempo, però, qualcosa si era mosso anche in Italia grazie a un amico triestino di Svevo, Roberto (Bobi) Bazlen, trasferitosi a Genova e qui entrato in rapporti con Montale, che in sede di commemorazione postuma rievocherà la loro amicizia in questi termini:
https://www.doppiozero.com/beppe-fenoglio-destino?fbclid=IwAR2PtvoYoW4AICsN6JI7gpF_lDrwRdZVmk9GTN2NVGVP1nGrsvg0sHz7d_4
Per una critica della società dello spettacolo partecipato, 2018
Le seguenti pagine cercano di indagare il rapporto tra virtuale e reale che il dilagante fenomeno dei social networks ha reso di così stringente attualità. Si tenterà di farlo concentrandosi sul rapporto tra uomo e macchina all’interno della società capitalistica secondo le indicazioni offerte da Karl Marx, ma anche avvalendosi dei contributi di altri critici della contemporaneità per descrivere i riverberi quotidiani di una nascente “cultura social” all’interno di una nuova “società dello spettacolo partecipato”. Infine, distinguendo l’uso capitalistico della tecnologia digitale dalla tecnologia stessa, se ne potranno apprezzare le potenzialità e i limiti dei suoi usi alternativi, finalizzati cioè alla liberazione delle coscienze e delle relazioni tra gli individui, piuttosto che al loro sfruttamento economico e al loro controllo politico.
PATRIMONIUM APPIÆ, 2022
Nei 15643 esametri dattilici dell'Iliade e nei 12109 dell'Odissea, Lemno è menzionata 15 volte (una volta solo implicitamente). Inclu dendo un minimo di contesto, riguardano l'isola un centinaio di versi, distribuiti tra più canti dell'Iliade e il solo racconto odissiaco di Efesto e degli amori di Ares e Afrodite. Non c'è da stupirsi: la geografia del primo poema è reale, quella del secondo largamente fantastica, proiet tata nel mare degli eroi e dei Greci «dalle odysseiai alle apoikiai», per dirla con la felice formula di Pugliese Carratelli. Nell'orbita omerica andrà collocato anche un riferimento all'isola nell'Inno ad Apollo. 1 Il caso di Lemno non sfugge al problema generale del rapporto tra i versi omerici e la realtà storica. 2 I due poemi epici sono testi dalla
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Tracce Urbane, V. 7 N. 11, 2022
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Ozieri. Pont Etzu ("Ponte Vecchio"), in "I Club del Distretto 2080 raccontano "Nell'obiettivo la bellezza dei nostri Club", 2021