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(PDF) Il Ponte "omerico", "Lettera Emme Magazine", n. 7, luglio 2024

Il Ponte "omerico", "Lettera Emme Magazine", n. 7, luglio 2024

Presentato all'indomani della Seconda guerra mondiale dall'ingegnere italoamericano Mario Palmieri, con la collaborazione dell'architetto Armando Brasini, prevedeva un impalcato a più campate per una lunghezza totale di 3.710 metri, con fregi e figure alte sino a dieci metri per rendere monumentali le due imboccature e con un'isola artificiale al centro li anni '50 a Messina furono un periodo di grande laboriosità ma anche di carenza di infrastrutture adeguate a una città in costante espansione edilizia e demografica. Sebbene non fossero mancati durante il ventennio fascista o in precedenza studi e progetti di ponti o tunnel sottomarini, l'ipotesi di un attraversamento stabile, di qualsiasi natura, dello Stretto, a lungo messa da parte e accantonata per far spazio alle esigenze belliche, assunse, in quel secondo dopoguerra, i caratteri di un' opera auspicata e desiderata da quasi tutte le locali componenti sociali, politiche ed economiche. Come ricostruisce Aurelio Angelini, nel suo libro Il mitico Ponte sullo Stretto di Messina. Da Lucio Cecilio Metello ai giorni nostri: la storia, la cultura, l' ambiente (2011), la questione venne portata alla ribalta grazie soprattutto alla stampa locale, che fornì ampio spazio alla presentazione delle idee e dei progetti dei vari tecnici, alle opinioni della popolazione e degli studiosi di varie discipline e, soprattutto, al resoconto dei numerosi incontri e convegni politici che si tennero in quegli anni a cura del Comitato Siciliano per il Ponte di Messina, in merito alla realizzazione di un' opera-il "Cavalcamare" come la definì la neonata Gazzetta del Sud in un articolo del marzo 1953-considerata un'ineluttabile necessità dalle stesse forze politiche ed economiche siciliane e messinesi.