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2015
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The fortuitous discovery below the backfill, of an old still perfectly intact stone bridge, called us for a search on the age and construction techniques employed. Through the analysis of ancient sources, the historical current mapping, chronicles of the time, it has outlined the history of the river Oreto crossing system, the expansion of the city to the area of the bridge, finding those social practices that have made that peculiar name. The study also traced the building phases of the different structures that have taken place on the site, by the end of the sixteenth century, up to a few years ago. We have found new information and unpublished images, useful for interpreting the purely technical issues, along with those related to the viability and development of the city.
Notiziario Archeologico Soprintendenza Palermo, 2016
The fortuitous discovery, below the backfill, of an old still perfectly intact stone bridge, called us for a search on the age and construction techniques employed. Through the analysis of ancient sources, the historical current mapping, chronicles of the time, it has outlined the history of the river Oreto crossing system, the expansion of the city to the area of the bridge, finding those social practices that have made that peculiar name. The study also traced the building phases of the different structures that have taken place on the site, by the end of the sixteenth century, up to a few years ago. We have found new information and unpublished images, useful for interpreting the purely technical issues, along with those related to the viability and development of the city.
https://www.giornotto.com , 2019
Le ragioni di un intervento di adeguamento liturgico e riqualificazione di una chiesa del 1633.
I resti del ponte di Santarcangelo si trovano ad ovest dell'attuale centro del paese, lungo il tracciato dell'antica via Emilia, l'attuale via Andrea Costa 2 . Ubicato sul corso del torrente Uso, il ponte costituisce uno dei pochi punti fissi della topografia di Santarcangelo romana. L'esiguità dei resti e l'utilizzo perdurato della struttura, con i conseguenti continui restauri e rimaneggiamenti, rendono difficile, tuttavia, poter stabilire la data esatta di edificazione, per quanto la storiografia locale l'abbia a lungo fatta coincidere con la costruzione della via Emilia nel187 a.C. La difficoltà maggiore nello studio del ponte è legata principalmente allo stato di conservazione delle parti più antiche. La struttura subì un primo pesante rifacimento nel 1775 che ne interessò oltre i due terzi e finì per inglobarne le parti più antiche. Successivamente, il ponte venne fatto saltare nell'estate del 1944 dall'esercito tedesco in ritirata alla fine della seconda guerra mondiale e ricostruito dal Genio della VIII Armata inglese nello stesso anno 3 . Della struttura originaria rimane visibile, così, dopo gli ultimi interventi, solo parte della prima arcata di sinistra e alcuni elementi della porzione inferiore delle pile di fondazione. Diverse sono le ipotesi relative all'alzato del ponte; studi recenti sostengono la presenza di una quarta arcata di dimensioni ridotte speculare a quella superstite 4 . La prima documentazione in questo senso pare costituita dal rilievo, realizzato dal Buonamici nel 1775, che mostra il progetto di ricostruzione del ponte a seguito di un disastroso crollo dovuto ad una piena del1754. In esso sono visibili le quattro arcate, le due di sinistra per chi guarda dal lato a monte e le due di destra ricostruite in quell'occasione 5 . L'insufficienza dei dati raccolti nell'ambito delle ricerche non permette in ogni modo di chiarire la questione; a tale proposito c'è chi, a partire dagli studi del Mansuelli 6 , ha ritenuto al contrario di poter accertare la presenza di tre soli fornici, anche se con qualche dubbio. Due disegni, il primo di F. Jov. Ant. Berlongani datato al 1644 e l'altro di autore ignoto del1706 7 , raffigurano, infatti, la struttura a tre arcate; prezioso è poi un secondo prospetto del Buonamici, realizzato sempre nel 1775, che riproduce il ponte su tre fornici liberi, più una quarta arcata minore a tutto sesto, in direzione Rimini, occlusa da un muro in laterizio di contenimento 8 , forse a protezione di un vecchio mulino, oggi non conservato, che doveva trovarsi immediatamente a valle del ponte. Resta quindi impossibile, per ora, poter stabilire quale fosse la forma originaria del ponte; i dati raccolti sono insufficienti e spesso discordanti, non utili a fornire elementi validi al riguardo. Verosimile, ma non comprovata da elementi certi, è pure la ricostruzione del profilo longitudinale del ponte, vale a dire del rapporto che intercorreva fra la struttura e la via Emilia. La costruzione attuale si presenta a sezione superiore orizzontale, carattere per altro comune ad altri ponti realizzati su corsi d' acqua di pianura. Disegni di A. Mosconi del1856 rappresentano, tuttavia, la struttura dotata di rampe di accesso laterali, funzionali al collegamento del piano stradale con l'Emilia. Non è da escludere che tale carattere sia legato a modifiche successive al1755, delle quali la ricostruzione contemporanea non porta traccia 9 .
Terra Insubre n°64, 2012
La storia e il significato di un’opera tutta ticinese che ha cambiato il paesaggio del lago di Lugano, aprendo un fondamentale collegamento tra la pianura insubre, le Alpi e l’Europa.
G. Cantoni – A. Capurso (a cura di), On the road. Via Emilia 187 a.C. >> 2017. Catalogo della Mostra (Reggio Emilia, 2017-2018), Parma 2017, pp. 92-93.
Presentazione e commento del decreto Orientalium Ecclesiarum del Concilio Vaticano II e della sua recezione
Erba d'Arno, n. 101-102, pp. 64-76, 2006
In mancanza di indagini archeologiche sul sito in oggetto, analizziamo insieme le fonti scritte che citano questo fondamentale manufatto stradale della via consolare Quinctia Flaminina.....
Sulla costruzione di un ponte in legno nei pressi di Tolmino (1321) * L'importanza delle strutture viarie per l'economia di una regione e, all'interno di queste, dei ponti, veri e propri gangli vitali di collegamento tra i diversi segmenti stradali, è stata messa convincentemente in rilievo, per l'epoca medioevale, dalla storiografia, in specie grazie ai ripetuti contributi e alle enunciazioni metodologiche e di principio di Federigo Melis. 1 I ponti, anzi, vengono ormai annoverati generalmente, dagli storici dell'economia, tra i più importanti elementi del cosiddetto capitale fisso. 2 Ma se essi sono stati di recente presi in considerazione, in maniera analitica e soddisfacente, in relazione alla politica territoriale e stradale dei Comuni italiani in crescita, in specie nel Due e Trecento, e quindi relativamente alle scelte finanziarie e amministrative di tali enti per erigerli e manutenerli, 3 poco si sa della loro struttura materiale, complice una povertà documentaria davvero sorprendente. Sembra perciò opportuno segnalare e valorizzare quelle poche testimonianze che ci forniscono invece particolari costruttivi e architettonici riguardanti l'erezione di questi fondamentali punti di connessione e di transito. 4 B. Figliuolo è professore ordinario di Storia Medioevale presso l'Università di Udine -bruno.figliuolo@uniud.it * Ringrazio vivamente il collega Drago Trpin, Nova Gorica, per i numerosi suggerimenti fornitimi e per avermi suggerito l'identificazione di più di un toponimo sloveno. 1 Essi sono raccolti in F. Melis, I trasporti e le comunicazioni nel Medioevo, a cura di L. Frangioni, Firenze, Le Monnier, 1984. 2 Cfr. per esempio C. M. Cipolla, Storia economica dell'Europa pre-industriale, Bologna, il Mulino, 1994 5 , pp. 98 sgg.; G. Fourquin, Storia economica dell'Occidente medievale, trad. it., Bologna, il Mulino, 1987, pp. 50-51. 3 Vedi per tutti il perspicuo esempio fornito da T. szabó, Comuni e politica stradale in Toscana e in Italia nel Medioevo, Bologna, Clueb, 1992. 4 Segnalo, a questo proposito, per la ricchezza di particolari tecnici, tra le non
«Percorsi Storici», 1 rivista on-line, 2013
Il ponte sull’Àposa in via Codivilla, sotto San Michele in Bosco.
Archivi di Lecco e della Provincia, 2005
Ipotesi, formulate da vari storici, sul percorso seguito dalla antica Bergamo-Como attraversando il territorio lecchese. (Elaborazione di Danila Colombo)
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G. Cantoni – A. Capurso (a cura di), On the road. Via Emilia 187 a.C. >> 2017. Catalogo della Mostra (Reggio Emilia, 2017-2018), Parma 2017, p. 100.
Ozieri. Pont Etzu ("Ponte Vecchio"), in "I Club del Distretto 2080 raccontano "Nell'obiettivo la bellezza dei nostri Club", 2021
Studi di Storia degli Insediamenti in onore di G. Garzella, a cura di E. Salvatori, Pisa, Pacini Editore SpA, pp. 217-231 , 2014
in "RR roma nel rinascimento", 2013, pp. 303-310
Plastici di strutture di legno antiche, a cura di G. Tampone, catalogo della Mostra (Firenze, Accademia delle Arti del disegno 1999), «Bollettino Ingegneri», 12 (1999), pp. 5-8, 1999
AAA ITALIA Progettare il mutevole. Nuovi studi su Maurizio Sacripanti - Numero speciale, 2017
Dialogues d'histoire ancienne, 2014
Archivi di Lecco, 2001
STUDI SULL'ORIENTE CRISTIANO , 2022
FrancoAngeli srl eBooks, 2023
«Aquileia Nostra», LXXVI, 2005, coll. 81-136, ISSN: 0391-7304., 2005