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2019, Carta canta. Atti della giornata di studio Pavia, 28 maggio 28 2019, a cura di Marco D'Agostino e Pier Luigi Mulas
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Some general notes on the texts and their transmission and especially on the palaeographic dating of the manuscript fragments.
Scripta, 2020
Using paleography to analyze a newly-discovered early Italian text gives rise to a series of observations on how to date short Latin texts that lack clear contextualization.
"La cattedrale di Crema. Assetti originari e opere disperse", a cura di G. Cavallini, M. Facchi., 2012
La Divina Commedia di Federico da Montefeltro. Il Dante Urbinate, Urb. lat. 365. Commentario, a cura di A. M. Piazzoni, Rimini, Biblioteca Apostolica Vaticana - Franco Cosimo Panini Editore - Istituto della Enciclopedia Italiana, 2020, pp. 67-99, 2020
Progetto grafico e impaginazione: Alessandro Micheli Redazione: Alessandro Vicenzi Tutti i diritti riservati. È proibita la riproduzione, anche parziale, in ogni forma o mezzo, dei contenuti di questo volume senza espresso permesso scritto dell'editore.
Per non appesantire eccessivamente l'apparato erudito delle note, si è scelto di non aggiungere, per i molti papiri citati, riferimenti a repertori e database friubili on-line (come in particolare il TM, il LDAB, il MP 3 , ma non solo…), anche se il loro apporto nella presente ricerca è stato indispensabile. Per i suggerimenti ricevuti ringrazio Guido Bastianini, Guglielmo Cavallo, Daniela Colomo (che ha inoltre effettuato alcuni controlli sul PAntinoë 1, custodito ad Oxford) e Rosario Pintaudi. Sono grato, infine, a Mario Capasso e Mario De Nonno per il loro invito a partecipare a questo volume.
Il contributo della «Geniza» italiana alla paleografia ebraica non è stato ·ancora adeguatamente valutato. Il fatto che questa «Genizah» comprenda frammenti sparsi e non singoli codici interi, rende minimo il suo contributo alla codicologia ebraica. Ma, nonostante ciò, il suo contributo alla ricerca sulla scrittura non può essere messo in discussione. Benché non ci siano che tre o quattro frammenti datati, i circa seimila frammenti rinvenuti fino ad oggi forniscono un'ampia documentazione che copre tre importanti tipi di grafia che dominarono la scrittura ebraica durante il Medioevo: quella askenazita, quella italiana and quella sefardita, a cui vanno aggiunti anche pochi esempi del tipo orientale. Ad eccezione di quello orientale, ciascun tipo è rappresentato da due o tre stili principali: quello quadrato, il semicorsivo e quello corsivo. Inoltre, attraverso le numerosissime grafie fornite dai frammenti, si possono tracciare le principali fasi dello sviluppo cronologico indicato in ciascun tipo di scrittura.
AIAR, 2006
In questo articolo vengono presentati i risultati ottenuti nell'ambito della collaborazione fra il Dipartimento di Archeologia dell'Università di Siena e il laboratorio CIRCE (Centro di Ricerche Isotopiche per i Beni Ambientali e Culturali). Oggetto del presente studio è la caratterizzazione di scansioni cronologiche mediante l'utilizzo di datazioni al radiocarbonio con spettrometria di massa con acceleratore. Il sito analizzato è situato nel comune di San Giovanni d'Asso (SI) in località Pieve di Pava. Il sito di Pava è un contesto plurifrequentato, la cui cronologia si estende dal periodo etrusco al pieno Medioevo. Le due campagne svolte hanno messo in luce una chiesa in vita dal VI al XII secolo, un cimitero datato tra X e XIII secolo ed una fornace probabilmente precedente alla fine dell'VIII secolo. Queste scansioni cronologiche derivano dalle datazioni radiocarboniche realizzate a partire dalla prima campagna 2004 su campioni scelti in base ai rapporti stratigrafici e che sono state poi confrontate con risultati ottenuti da sistemi di datazione tradizionali. Il sito archeologico di Pava, per l'assenza di elementi archeologici datanti, rientra in una tipologia di siti che trae particolare beneficio dall'utilizzo della datazione radiocarbonica. Le cronologie sopra indicate derivano dalla datazione radiocarbonica di 12 campioni di carboni e ossa umane selezionati nella prima campagna di scavo, alle quali è stata agganciata la sequenza stratigrafica. La cronologia proposta per la fondazione della chiesa si basa sulla datazione radiocarbonica (427-
in atti di convegno 'IV Congresso Nazionale di Archeometria - Scienza e Beni Culturali - Riassunti', PISA, Edizioni ETS, 2006, pp. 725-736.
P.Corrias ed., Forme e caratteri della presenza bizantina nel Mediterraneo occidentale: la Sardegna (secoli VI-XI). Atti del convegno di Oristano (22-23 marzo 2003). Cagliari: Condaghes, 2012
Roccapelago, un piccolo centro nell'Appennino Modenese, durante il periodo medievale fu una delle maggiori roccaforti militari sia per posizione strategica che per morfologia del luogo. Attualmente è noto per essere sede di una contenuta ma interessante collezione di corpi mummificati, esposti nella cripta sottostante la Chiesa di Roccapelago. Il campione antropologico esposto 1 fa parte di un ritrovamento avvenuto tra la fine del 2010 ed inizio 2011, di circa 300 presenze umane sia scheletrizzate che mummificate, rinvenute fortuitamente durante lavori di consolidamento strutturale dell'edificio. Grazie all'immediato intervento della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna 2 e la disponibilità ad accogliere e studiare il materiale antropologico da parte mummie di Roccapelago sono divenute oggetto di studio multidisciplinare a partire dall'autunno del 2011, che tuttora prosegue. Gli Scriventi, in seno al progetto di ricerca citato, hanno potuto campionare e ispezionare un primo clust di mummie oltre a poter effettuare una ricognizione dei registri dei morti conservati nell'archivio parrocchiale nella chiesa di Roccapelago 4 , acquisendo dati paleopatologici preliminari. L'analisi delle fonti scritte (figg. 1-2) ha riguardato in questa prima fase, il periodo che va dalla metà del XVII secolo alla fine del XVIII secolo in accordo con lo studio antropologico che ha considerato i corpi sepolti per ultimi all'interno della cripta 5 . Numerose furono le mani che vergarono le pagine dei registri, dissimili per grafia e lingua usata oltreché per modalità di registrazione. Il parroco Domenico Bartolomeo Turrini, che muore nel 1649 all'età di 64 anni, annotava i decessi della comunità con stile prettamente annotativo, facendo esclusivo riferimento al giorno di morte, ai sacramenti ricevuti e al luogo di seppellimento 6 ( , del 1636 è la formula sul luogo di sepoltura «Sepolto l'istesso nella Chiesa parochiale di S. Pauli» (parroco don Stefani). Altra 1 Si tratta di 12 individui esposti. 2 Nella persona del Dott. Donato Labate, responsabile del progetto assieme al Prof. Giorgio Gruppioni. 3 Diretto dal Prof. Giorgio Gruppioni. 4 L'autorizzazione allo spoglio del materiale di archivio è stato consentito dietro regolare richiesta della Soprintendenza dalla Curia e dallo stesso Don Elvino, Parroco di Roccapelago. 5 Ci si riferisce all'US 23 della cripta. 6 Registro dei Morti dal 1599 al 1738, libro 1°, foglio 63 r.
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Atti e Memorie dell'Accademia Patavina di Scienze Lettere e Arti, 1990
DigItalia, 2021
Catalogo della sezione di Paleontologia Preistoria e Protostoria, 2019
Analisi paleoantropologiche in scavi di emergenza in Basilicata: Palazzo San Gervasio e San Chirico Nuovo (PZ), 2023
in Miscellanea in ricordo di Francesco Nicosia, Studia Erudita, Fabrizio Serra Editore (2010), in cds., 2010
Il cristianesimo in Istria fra tarda antichita' e alto medioevo, 2009
Tra Alcuino e Gigliola Cinquetti. Discorsi di paleografia, 2020
Michele Antonio Corona, 2015
La trasmissione delle parole di Gesù, ed. M. Pesce., 2010
Atti del 40° Convegno Nazionale di Preistoria-Protostoria-Storia della Daunia, 2020
Società Italiana di Storia della Medicina , 2024