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Giuliana Katz | University of Toronto - Academia.edu

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Giuliana Katz

University of Toronto, Italian Studies, Faculty Member

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I am Professor Emeritus of Italian. My interests are contemporary Italian literature and applied psychoanalysis.

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Papers by Giuliana Katz

L'umorismo di Pirandello come specchio dell'alienazione dell'uomo moderno

Marta Morazzoni e la ricerca della libertà

Quaderni D Italianistica, Oct 1, 1995

razionalità funziona in questo caso da meccanismo di difesa della parte cosciente dell'io contro ... more razionalità funziona in questo caso da meccanismo di difesa della parte cosciente dell'io contro l'irrompere dell'inconscio. 4 E funziona anche come forza sublimatrice, perché la descrizione fascinosa di musicisti famosi, re, imperatori, nelle loro ville, palazzi e monasteri, sullo sfondo di paesaggi ora idillici ora pittoreschi, ci rappresenta l'importanza dei valori artistici nella nostra civiltà e la loro capacità di ridirigere i nostri impulsi distruttivi verso scopi più alti e di farci trovare il modo di superare le difficoltà che ci circondano. Come nei sogni, il messaggio della narratrice, ci giunge dunque indiretta

Il tema della magia ne La giara e ne La patente di Pirandello (novella, commedia e film)

La representación de la mujer en I racconti de Calvino

Pirandello e Woody Allen

Similarities between the work of Pirandello and that of Woody Allen

Il mondo della macchina nell'opera di De Chirico

Immagini e strutture in un racconto della Deledda

Quaderni D Italianistica, Oct 1, 1994

In questa nota illustrerò il modo in cui la Deledda rappresenta il mondo della famiglia, tramite ... more In questa nota illustrerò il modo in cui la Deledda rappresenta il mondo della famiglia, tramite l'esame dettagliato di un suo racconto particolarmente significativo, intitolato "Battesimi", apparso nella terza pagina del Corriere della sera del 6 aprile del 1928 e ripubblicato nel 1930 nella raccolta di novelle Casa del poeta (71-78).' Come ha ben dimostrato il Piromalli (che esprime ed elabora le opinioni della critica precedente), la Deledda descrive costantemente nelle sue opere un modello di vita patriarcale che si rifa alle sue esperienze nella nativa Sardegna: "una vita arcaica sentita quasi biblicamente, con le sue leggi della necessità della pena, dell'espiazione dopo il compimento del male" {Convegno 213).L a scrittrice trovava questo modello nell'ambito della propria famiglia e rifletteva nei suoi libri la sua visione della vita e della società. Per esempio, in una lettera del 20 maggio 1894 a Giovanni De Nava, un ammiratore dei suoi scritti, la Deledda così parla di sé: Appartengo ad una famiglia di quei principali sardi che io metto spesso nei miei racconti; gente bizzarra, tra il patriarcale e il selvaggio, che non appartiene né alla borghesia né ai pop)olo né alla nobiltà. Forma una casta da sé, e quando, come la mia famiglia, può disporre di un patrimonio più o meno vasto, ha tutta la prepotenza boriosa che, più d'ogni altra cosa, accusa l'origine spagnuola. {Grazia Deledda 29-30) Sempre dalle lettere della Deledda risulta chiaro che, anche quando è diventata una scrittrice affermata a Roma, continua a rispettare i principi della famiglia patriarcale e a credere nella subordinazione della donna all'uomo. In una lettera del 17 gennaio 1905 scrive al signor De Laigue, Console Generale di Francia a Trieste: Se fossi nata uomo sarei stato un solitario; sarei vissuto in un eremo fra le braccia immense della grande Natura .... Donna, devo adattarmi a piegarmi, a vivere fra coloro che amandomi e proteggendomi completano la mia esistenza. Ed io sono felice così, forse più che non lo sarei stata se fossi nata uomo. Ho un marito bello e buono e due bambini graziosi che adoro. (Momigliano 87) Pur accettando le regole ancestrali della famiglia patriarcale, e riaffermandone immancabilmente i valori, la Deledda tratta ripetutamente l'infrazione dei tabù sessuali e delle strutture sociali della famiglia. Come il Sapegno scrive in "Ricor

Her Maestro’s Echo. Pirandello and the Actress Who Conquered Broadway in One Evening

Quaderni D Italianistica, Aug 1, 2012

ter ego del poeta; Icaro considerato come archetipo dell'uomo stesso con la sua volontà di conqui... more ter ego del poeta; Icaro considerato come archetipo dell'uomo stesso con la sua volontà di conquista e di sfida, e i Centauri, perno della teoria poetica alcioniana e simbolo letterario della vitalità umana che la Natura incita e la civiltà soffoca (77). Come è palese in "A Roma", il mito è l'elemento chiave della cultura il cui ritorno garantisce la rinascita della città di Roma (182), ma, secondo il messaggio dannunziano, anche di tutta Italia. Se il mito in primo luogo gli serve per indagare la storia e l'essenza stessa della vita, gli torna anche utile nel comunicare con il suo pubblico. I miti dell'antichità, insieme a quelli italici e biblici, sono da D'Annunzio usufruiti per creare miti novelli e una vera mitologia nazionale, avendo quest'ultima lo scopo di rafforzare l'ideologia nazionalista e di incitare l'espansione dell'Italia. Anche se il libro della Scicchitano è davvero lodevole per molte ragioni, mi permetto comunque di esprimere alcune critiche. Innanzi tutto è un peccato che, per la politica della casa editrice, l'autrice, dopo averlo terminato con cura, anche aggiungendovi numerose note informative, non vi abbia potuto inserire un indice dei nomi, e neanche una bibliografia finale. Il vocabolario della Scicchitano è impressionante, ma a volte anche piuttosto antiquato. Lo stesso si potrebbe dire dello stile: a volte la sofisticatezza stilistica rende addirittura il contenuto difficile da decifrare. Tutto questo appesantisce inutilmente la lettura di un testo già denso per la quantità e la qualità dell'informazione che offre al lettore. Le dettagliate analisi sulle poesie a volte fanno sì che il filo conduttore del testo sfumi. In altre parole, l'autrice avrebbe potuto focalizzare il testo perché corrispondesse meglio ai suoi accattivanti sottotitoli. Neanche nell'introduzione l'autrice ha saputo esprimere chiaramente di cosa tratti il libro. Le comparazioni al fratello maggiore, ossia a Pascoli, sono interessanti e importanti, e un ulteriore segno dell'erudizione dell'autrice; non avrebbe però guastato contestualizzare la ricerca nell'ambito europeo, o almeno menzionare il modo radicale di interpretare e di utilizzare l'antichità ad esempio degli inglesi cui D'Annunzio comunque era in debito per diverse innovazioni. Nonostante queste critiche è opportuno sottolineare che il libro è un importantissimo contributo nella già vastissima bibliografia dannunziana. È un contributo atteso e convincente, frutto di una ricerca fatta con altissima professionalità, e quindi un libro indispensabile per chi vuole conoscere D'Annunzio, la fortuna del classicismo nel fin de siècle, e utile a chiunque s'interessi del periodo.

Natalia Ginzberg: A Voice of the Twentieth Century

Quaderni D Italianistica, 2001

The Tigress in the Snow. Motherhood and Literature in Twentieth-Century Italy

Quaderni D Italianistica, Jun 1, 2008

Giuricin, Rosanna Turcinovich. In the Maelstrom of History: A Conversation with Miriam

Italian Canadiana, Oct 3, 2022

The Mafia in Italian Lives and Literature: Life Sentences and Their Geographies

Quaderni D Italianistica, Jun 9, 2017

Sagittarius: A Psychoanalytic Reading

... 134 Giuliana Sanguinetti Katz creativity in a constructive way through her writing career and... more ... 134 Giuliana Sanguinetti Katz creativity in a constructive way through her writing career and her university studies ... The mother&amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;#x27;s fear of a critical and severe father figure is revealed in the episode when, after discovering Scilla&amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;#x27;s robbery, she goes to a police inspector to report the ...

Natalia Ginzburg

University of Toronto Press eBooks, Dec 31, 2000

<i>La vita che ti diedi</i> di Luigi Pirandello e <i>L'attesa</i> di Piero Messina

Quaderni d'Italianistica, Nov 6, 2019

Questo articolo esamina in primo luogo il dramma di Pirandello La vita che ti diedi del 1923 e in... more Questo articolo esamina in primo luogo il dramma di Pirandello La vita che ti diedi del 1923 e in secondo luogo il film L'attesa, del 2015, in cui il regista Piero Messina, ispirandosi al lavoro di Pirandello, ha creato un'opera profondamente originale. Sia il dramma sia il film svolgono il tema di una madre che non riesce ad accettare la morte del suo unico figlio e cerca di mantenere l'illusione che sia ancora vivo nascondendo la notizia della sua morte alla donna che lo ama e che viene a trovarlo. Nel dramma la madre trova sollievo al suo stato d'animo attraverso il suo bisogno costante di comunicare i suoi sentimenti con vari personaggi e si difende dall'angoscia della perdita negando che sia avvenuta, anche se alla fine deve accettare la realtà. Nel film L'attesa, il regista Piero Messina, pur mantenendo intatto il tema principale del dramma, trasforma l'esperienza dello spettatore sostituendo ai lunghi discorsi di Pirandello la forza delle immagini e portando la vicenda ai giorni nostri. I protagonisti comunicano tramite messaggi telefonici e sono le musiche di Ben Lukas Boysen, Alexander Knaifel e Arvo Pärt che sottolineano i momenti più tristi della storia. Ma sono soprattutto i paesaggi, gli interni e il folclore siciliani che segnano l'originalità del film e ci comunicano i sentimenti dei protagonisti. Mentre il dramma di Pirandello si svolge in una villa solitaria della campagna toscana, il film ha luogo in vari luoghi della Sicilia orientale e le riprese vanno dalla villa ottocentesca della madre vicino a Ragusa, all'areoporto di Comiso, ai crateri Silvestri ricoperti di lava ai piedi dell'Etna, al lago artificiale vicino a Ragusa, agli antichi mosaici romani di Piazza Armerina e infine alle cerimonie di Pasqua a Caltagirone. La vicenda del film si svolge poco prima di Pasqua e termina con le cerimonie pasquali, quando la madre cerca invano di rintracciare suo figlio scrutando i volti spettrali degli incappucciati, crede in una impossibile resurrezione, ma alla fine deve accettare la realtà della sua perdita e della propria solitudine.

Theatre and the Visual Arts

Quaderni d'Italianistica, Jun 1, 2002

«Forse che sì forse che no». Gabriele d’Annunzio a Mantova. Atti del Convegno di studi nel primo centenario della pubblicazione del romanzo

Quaderni d'italianistica, 2013

Artemisia Gentileschi: Trial at Savella Court

Quaderni d'italianistica, 2015

Il Convegno Volta sul teatro drammatico. Roma 1934. Un evento culturale nell’età dei totalitarismi

Quaderni D Italianistica, 2016

Uno specchio infranto. Adolescenti e abuso sessuale nell’opera di Alberto Moravia

Italian Studies, 2016

L'umorismo di Pirandello come specchio dell'alienazione dell'uomo moderno

Marta Morazzoni e la ricerca della libertà

Quaderni D Italianistica, Oct 1, 1995

razionalità funziona in questo caso da meccanismo di difesa della parte cosciente dell'io contro ... more razionalità funziona in questo caso da meccanismo di difesa della parte cosciente dell'io contro l'irrompere dell'inconscio. 4 E funziona anche come forza sublimatrice, perché la descrizione fascinosa di musicisti famosi, re, imperatori, nelle loro ville, palazzi e monasteri, sullo sfondo di paesaggi ora idillici ora pittoreschi, ci rappresenta l'importanza dei valori artistici nella nostra civiltà e la loro capacità di ridirigere i nostri impulsi distruttivi verso scopi più alti e di farci trovare il modo di superare le difficoltà che ci circondano. Come nei sogni, il messaggio della narratrice, ci giunge dunque indiretta

Il tema della magia ne La giara e ne La patente di Pirandello (novella, commedia e film)

La representación de la mujer en I racconti de Calvino

Pirandello e Woody Allen

Similarities between the work of Pirandello and that of Woody Allen

Il mondo della macchina nell'opera di De Chirico

Immagini e strutture in un racconto della Deledda

Quaderni D Italianistica, Oct 1, 1994

In questa nota illustrerò il modo in cui la Deledda rappresenta il mondo della famiglia, tramite ... more In questa nota illustrerò il modo in cui la Deledda rappresenta il mondo della famiglia, tramite l'esame dettagliato di un suo racconto particolarmente significativo, intitolato "Battesimi", apparso nella terza pagina del Corriere della sera del 6 aprile del 1928 e ripubblicato nel 1930 nella raccolta di novelle Casa del poeta (71-78).' Come ha ben dimostrato il Piromalli (che esprime ed elabora le opinioni della critica precedente), la Deledda descrive costantemente nelle sue opere un modello di vita patriarcale che si rifa alle sue esperienze nella nativa Sardegna: "una vita arcaica sentita quasi biblicamente, con le sue leggi della necessità della pena, dell'espiazione dopo il compimento del male" {Convegno 213).L a scrittrice trovava questo modello nell'ambito della propria famiglia e rifletteva nei suoi libri la sua visione della vita e della società. Per esempio, in una lettera del 20 maggio 1894 a Giovanni De Nava, un ammiratore dei suoi scritti, la Deledda così parla di sé: Appartengo ad una famiglia di quei principali sardi che io metto spesso nei miei racconti; gente bizzarra, tra il patriarcale e il selvaggio, che non appartiene né alla borghesia né ai pop)olo né alla nobiltà. Forma una casta da sé, e quando, come la mia famiglia, può disporre di un patrimonio più o meno vasto, ha tutta la prepotenza boriosa che, più d'ogni altra cosa, accusa l'origine spagnuola. {Grazia Deledda 29-30) Sempre dalle lettere della Deledda risulta chiaro che, anche quando è diventata una scrittrice affermata a Roma, continua a rispettare i principi della famiglia patriarcale e a credere nella subordinazione della donna all'uomo. In una lettera del 17 gennaio 1905 scrive al signor De Laigue, Console Generale di Francia a Trieste: Se fossi nata uomo sarei stato un solitario; sarei vissuto in un eremo fra le braccia immense della grande Natura .... Donna, devo adattarmi a piegarmi, a vivere fra coloro che amandomi e proteggendomi completano la mia esistenza. Ed io sono felice così, forse più che non lo sarei stata se fossi nata uomo. Ho un marito bello e buono e due bambini graziosi che adoro. (Momigliano 87) Pur accettando le regole ancestrali della famiglia patriarcale, e riaffermandone immancabilmente i valori, la Deledda tratta ripetutamente l'infrazione dei tabù sessuali e delle strutture sociali della famiglia. Come il Sapegno scrive in "Ricor

Her Maestro’s Echo. Pirandello and the Actress Who Conquered Broadway in One Evening

Quaderni D Italianistica, Aug 1, 2012

ter ego del poeta; Icaro considerato come archetipo dell'uomo stesso con la sua volontà di conqui... more ter ego del poeta; Icaro considerato come archetipo dell'uomo stesso con la sua volontà di conquista e di sfida, e i Centauri, perno della teoria poetica alcioniana e simbolo letterario della vitalità umana che la Natura incita e la civiltà soffoca (77). Come è palese in "A Roma", il mito è l'elemento chiave della cultura il cui ritorno garantisce la rinascita della città di Roma (182), ma, secondo il messaggio dannunziano, anche di tutta Italia. Se il mito in primo luogo gli serve per indagare la storia e l'essenza stessa della vita, gli torna anche utile nel comunicare con il suo pubblico. I miti dell'antichità, insieme a quelli italici e biblici, sono da D'Annunzio usufruiti per creare miti novelli e una vera mitologia nazionale, avendo quest'ultima lo scopo di rafforzare l'ideologia nazionalista e di incitare l'espansione dell'Italia. Anche se il libro della Scicchitano è davvero lodevole per molte ragioni, mi permetto comunque di esprimere alcune critiche. Innanzi tutto è un peccato che, per la politica della casa editrice, l'autrice, dopo averlo terminato con cura, anche aggiungendovi numerose note informative, non vi abbia potuto inserire un indice dei nomi, e neanche una bibliografia finale. Il vocabolario della Scicchitano è impressionante, ma a volte anche piuttosto antiquato. Lo stesso si potrebbe dire dello stile: a volte la sofisticatezza stilistica rende addirittura il contenuto difficile da decifrare. Tutto questo appesantisce inutilmente la lettura di un testo già denso per la quantità e la qualità dell'informazione che offre al lettore. Le dettagliate analisi sulle poesie a volte fanno sì che il filo conduttore del testo sfumi. In altre parole, l'autrice avrebbe potuto focalizzare il testo perché corrispondesse meglio ai suoi accattivanti sottotitoli. Neanche nell'introduzione l'autrice ha saputo esprimere chiaramente di cosa tratti il libro. Le comparazioni al fratello maggiore, ossia a Pascoli, sono interessanti e importanti, e un ulteriore segno dell'erudizione dell'autrice; non avrebbe però guastato contestualizzare la ricerca nell'ambito europeo, o almeno menzionare il modo radicale di interpretare e di utilizzare l'antichità ad esempio degli inglesi cui D'Annunzio comunque era in debito per diverse innovazioni. Nonostante queste critiche è opportuno sottolineare che il libro è un importantissimo contributo nella già vastissima bibliografia dannunziana. È un contributo atteso e convincente, frutto di una ricerca fatta con altissima professionalità, e quindi un libro indispensabile per chi vuole conoscere D'Annunzio, la fortuna del classicismo nel fin de siècle, e utile a chiunque s'interessi del periodo.

Natalia Ginzberg: A Voice of the Twentieth Century

Quaderni D Italianistica, 2001

The Tigress in the Snow. Motherhood and Literature in Twentieth-Century Italy

Quaderni D Italianistica, Jun 1, 2008

Giuricin, Rosanna Turcinovich. In the Maelstrom of History: A Conversation with Miriam

Italian Canadiana, Oct 3, 2022

The Mafia in Italian Lives and Literature: Life Sentences and Their Geographies

Quaderni D Italianistica, Jun 9, 2017

Sagittarius: A Psychoanalytic Reading

... 134 Giuliana Sanguinetti Katz creativity in a constructive way through her writing career and... more ... 134 Giuliana Sanguinetti Katz creativity in a constructive way through her writing career and her university studies ... The mother&amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;#x27;s fear of a critical and severe father figure is revealed in the episode when, after discovering Scilla&amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;amp;#x27;s robbery, she goes to a police inspector to report the ...

Natalia Ginzburg

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<i>La vita che ti diedi</i> di Luigi Pirandello e <i>L'attesa</i> di Piero Messina

Quaderni d'Italianistica, Nov 6, 2019

Questo articolo esamina in primo luogo il dramma di Pirandello La vita che ti diedi del 1923 e in... more Questo articolo esamina in primo luogo il dramma di Pirandello La vita che ti diedi del 1923 e in secondo luogo il film L'attesa, del 2015, in cui il regista Piero Messina, ispirandosi al lavoro di Pirandello, ha creato un'opera profondamente originale. Sia il dramma sia il film svolgono il tema di una madre che non riesce ad accettare la morte del suo unico figlio e cerca di mantenere l'illusione che sia ancora vivo nascondendo la notizia della sua morte alla donna che lo ama e che viene a trovarlo. Nel dramma la madre trova sollievo al suo stato d'animo attraverso il suo bisogno costante di comunicare i suoi sentimenti con vari personaggi e si difende dall'angoscia della perdita negando che sia avvenuta, anche se alla fine deve accettare la realtà. Nel film L'attesa, il regista Piero Messina, pur mantenendo intatto il tema principale del dramma, trasforma l'esperienza dello spettatore sostituendo ai lunghi discorsi di Pirandello la forza delle immagini e portando la vicenda ai giorni nostri. I protagonisti comunicano tramite messaggi telefonici e sono le musiche di Ben Lukas Boysen, Alexander Knaifel e Arvo Pärt che sottolineano i momenti più tristi della storia. Ma sono soprattutto i paesaggi, gli interni e il folclore siciliani che segnano l'originalità del film e ci comunicano i sentimenti dei protagonisti. Mentre il dramma di Pirandello si svolge in una villa solitaria della campagna toscana, il film ha luogo in vari luoghi della Sicilia orientale e le riprese vanno dalla villa ottocentesca della madre vicino a Ragusa, all'areoporto di Comiso, ai crateri Silvestri ricoperti di lava ai piedi dell'Etna, al lago artificiale vicino a Ragusa, agli antichi mosaici romani di Piazza Armerina e infine alle cerimonie di Pasqua a Caltagirone. La vicenda del film si svolge poco prima di Pasqua e termina con le cerimonie pasquali, quando la madre cerca invano di rintracciare suo figlio scrutando i volti spettrali degli incappucciati, crede in una impossibile resurrezione, ma alla fine deve accettare la realtà della sua perdita e della propria solitudine.

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«Forse che sì forse che no». Gabriele d’Annunzio a Mantova. Atti del Convegno di studi nel primo centenario della pubblicazione del romanzo

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Artemisia Gentileschi: Trial at Savella Court

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Il Convegno Volta sul teatro drammatico. Roma 1934. Un evento culturale nell’età dei totalitarismi

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Uno specchio infranto. Adolescenti e abuso sessuale nell’opera di Alberto Moravia

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