Talks by Vittorio Pajusco
Un patrimonio da salvare Pieghevole, 2024
Nel 1817 l’ex Collegio Somasco vicino alla Basilica della Salute viene affidato dal governo asbur... more Nel 1817 l’ex Collegio Somasco vicino alla Basilica della Salute viene affidato dal governo asburgico al Patriarcato e trasformato in Seminario. Alla fine del 1818 viene inaugurato il primo anno nella nuova sede e sin da subito si cominciano a raccogliere opere d’arte, soprattutto oggetti di scultura e lapidi, provenienti da chiese e monasteri soppressi del territorio lagunare. Il curatore di questi importanti oggetti “che di continuo si aumenta” è il religioso Giannantonio Moschini (1773- 1840). Figura singolare di erudito e poligrafo, celebre per le sue pionieristiche Guide di Venezia.
Moschini viveva stabilmente nell’edificio del Seminario in quanto frate somasco; aveva poi lasciato la congregazione per entrare nel clero secolare. Grazie a lui, inoltre, l’imponente palazzo progettato da Baldassare Longhena, oltre a raccogliere le “pietre” della Laguna, diventa un museo a tutti gli effetti con il generoso lascito della Pinacoteca del Marchese Federico Manfredini (1743-1829). Di questo museo, Moschini redige anche una accurata guida per i visitatori che verrà pubblicata
postuma nel 1842. La multiforme collezione artistica del Seminario di Venezia è oggi testimonianza della forte volontà di Giannantonio Moschini e di altri intellettuali della città di salvare dalla dispersone o distruzione il patrimonio artistico locale
Molti furono gli artisti che ebbero il privilegio di ritrarre la celebre attrice. Le poche opere ... more Molti furono gli artisti che ebbero il privilegio di ritrarre la celebre attrice. Le poche opere che lei decise di tenere sempre con sé testimoniano episodi salienti della sua vita fuori e dentro al palcoscenico.
There were many artists who had the privilege of portraying the famous actress. The few works that she decided to always keep with her testify to salient episodes of her life on and off the stage.
Nel 1887 Venezia è sede dell’Esposizione Nazionale d’arte: un evento che si era già svolto in alt... more Nel 1887 Venezia è sede dell’Esposizione Nazionale d’arte: un evento che si era già svolto in altre città italiane (Firenze, Milano e Torino) per affermare con una grande mostra la nuova identità nazionale. La rassegna è molto attesa dalla giunta comunale perché spera che sia un volano per l’economia locale. Si costruiscono perciò grandi edifici sulla riva dei Giardini di Castello, ma l’esposizione, alla fine, comporterà un grande disavanzo nelle casse comunali. Nonostante ciò, l’evento è considerato la prova generale in vista della prima Biennale che si inaugurerà nel 1895.
Nel 1894 si abbattono, al centro del parco pubblico del Sestiere di Castello, i vecchi edifici delle cavallerizze. Esse erano diventate negli anni una sorta di zoo con attrazione principale, regalo della Casa Reale ai bambini veneziani, l’elefantino Toni, anche detto il carcerato dei Giardini. Si decide di costruire un unico palazzo; sovraintendente dei lavori l’ingegnere Enrico Trevisanato mentre il progetto della facciata è dei pittori Bartolomeo Bezzi e Mario De Maria. Il tempio dell’arte (definito «Pro Arte») creato dai due artisti si ispira alle architetture neoclassiche, in particolare di Monaco di Baviera sede della prima Secessione.
In 1887 Venice hosted the Esposizione Nazionale Artistica (National Artistic Exposition), a major event that had already been held in other Italian cities to bolster the new national identity. The event was eagerly anticipated by the local government, which hoped it would boost the Venetian economy. Large buildings were therefore constructed on the Giardini di Castello shore, but ultimately the exhibition left a large hole in the city budget. Despite this the event was considered a dress rehearsal for the first Biennale, held in 1895.
In 1894 the old riding school designed by Tommaso Meduna was partially knocked down. Over the years it had become a sort of zoo, its main attraction being a gift from the royal family to the children of Venice: Toni the elephant, also known as “the prisoner in the Giardini”. A single building was to be constructed incorporating some rooms from the former structure, like its main hall (which became the concert hall). The project was overseen by the engineer Enrico Trevisanato, while the facade was designed by the painters Bartolomeo Bezzi and Mario De Maria. Their temple of art (called “Pro Arte”) was inspired by Neoclassical architecture and especially that of Munich, home to the first Secession.
11 Novembre 2023
Giornata di studi:
Moschini e l’erudizione storico-artistica a Venezia nel pri... more 11 Novembre 2023
Giornata di studi:
Moschini e l’erudizione storico-artistica a Venezia nel primo Ottocento
a cura di Silvia Marchiori e Vittorio Pajusco
Venezia, Seminario Patriarcale
MATTINA (9.30-12.30)
Don Diego: Il Fondo Moschini della Biblioteca del Seminario
Gianni Bernardi, Moschini e il Seminario di Venezia
Andrea Zannini: Le Guide di Venezia di Moschini allo schiudersi del secolo del turismo
Michele Gottardi: Giannantonio Moschini e il suo tempo: oltre il rimpianto
Irene Favaretto: Giovanni Davide Weber, un industriale cultore dell’arte classica
POMERIGGIO (14.30-18.00)
Paolo Delorenzi: Moschini sulla tutela e sul restauro
Luca Caburlotto: Giannantonio Moschini e Giovanni de Lazara
Isabella Collavizza: Pagine di letteratura veneziana: il sodalizio Moschini e Cicogna
Antonella Bellin – Elena Catra: Moschini e l’Accademia di Belle Arti: considerazioni sul progetto “Dell’incisione a Venezia”
Enrico Noè: Pietro Edwards e Giannantonio Moschini sulla fondazione delle Gallerie dell'Accademia: due cataloghi a confronto
Paolo Pastres: Moschini, Lanzi e i falsi "primitivi" veneziani
Marina Niero: Moschini e l’Ateneo Veneto
Camillo Tonini: Bella scoperta ha fatto Davide Weber, che ne avvisò Moschini: Moschini avvisò Casoni: Casoni avvisò me
SABATO 1 APRILE 2023 VENEZIA
Auditorium del Seminario Patriarcale
Ore 15.00 Accoglienza e salut... more SABATO 1 APRILE 2023 VENEZIA
Auditorium del Seminario Patriarcale
Ore 15.00 Accoglienza e saluti
don Fabrizio Favaro, rettore del Seminario Patriarcale
Ore 15.15 Venezia e il saccheggio napoleonico
Alessandro Marzo Magno, scrittore e giornalista
Ore 15.45 Fondi archivistici del Seminario
don Diego Sartorelli, direttore dell’Archivio Storico Diocesano
Ore 16.15 La Pia casa delle Zitelle, luogo dell’assistenza, delle arti e della musica
Agata Brusegan, conservatore patrimonio storico artistico IPAV
(Istituzioni Pubbliche Assistenza Veneziane)
Ore 16.45 Presentazione delle registrazioni discografiche di musiche
del Seminario Patriarcale e dal nuovo Antifonale dell’Abbazia di Praglia
don Luca Biancafior, direttore della Scuola Diocesana di Musica Sacra per la Liturgia
Ore 17.00 Apporti dell’Ordine benedettino alla conservazione del canto liturgico
don Giacomo Frigo osb, curatore del nuovo Antifonale di Praglia
Ore 17.30 Visita guidata alla mostra “Memorie Canoviane”
Silvia Marchiori e Vittorio Pajusco
and on line) In 2000, René Block states that "the term 'biennial' is not protected by copyright a... more and on line) In 2000, René Block states that "the term 'biennial' is not protected by copyright and consequently is open to abuse" (Glaser, 2000). The following year, the Revista USP publishes an article by Ivo Mesquita, which begins with a long list of biennials, making us travel to the five continents (Mesquita, 2001/2002). And "Bienais, bienais, bienais..." is also the title of the roundtable discussion that, on the occasion of Em vivo contato (28th São Paulo Biennial, 2008), sought to elaborate categories and typologies of biennials and to define their different goals, adding to previous or ongoing attempts (Enwezor, 2003/2004; Bydler, 2004; Van Hal, 2010). Biennials are a true puzzle because of their heterogeneous character and shifting exhibition format, their local or global interests, or their ambitions at once cultural and
In occasione delle celebrazioni del bicentenario dalla morte di Antonio Canova (1822/2022), la Pi... more In occasione delle celebrazioni del bicentenario dalla morte di Antonio Canova (1822/2022), la Pinacoteca Manfrediniana rende omaggio al grande scultore neoclassico nato a Possagno nel 1757.
Numerose sono le prove di uno stretto rapporto tra Antonio Canova, i professori e gli allievi dell’Accademia di Belle Arti e il Seminario patriarcale. Alcune di queste testimonianze sono state silenziosamente custodite da personalità di indubbio valore, come il canonico Giannantonio Moschini (1773-1840) che abitò il palazzo costruito da Longhena accanto alla Basilica della Salute anche dopo la partenza dell’ordine somasco cui apparteneva. In mostra opere di: Antonio Bosa, Rinaldo Rinaldi, Gaetano Ferrari, Giuseppe de Fabris, Luigi Zandomeneghi, Francesco Puttinati, Giuseppe Borsato, Giovanni Battista Cecchini, Eugenio Bosa, Giuseppe Dala, Pietro Fontana, Raffaello Morghen, Giovanni Volpato, Marianna Pascoli Angeli, Pietro Benvenuti, Antonio Canoppi, Anton Raphael Mengs.
Corso di Storia dell’Arte 2022
CANOVA A VENEZIA
Corso a cura di Camillo Tonini
Giornata di studi "Antonio Canova e Padova", Nov 24, 2022
I Musei Civici di Padova organizzano questa Giornata di Studi con l'obiettivo di fare il punto c... more I Musei Civici di Padova organizzano questa Giornata di Studi con l'obiettivo di fare il punto critico sulle attuali conoscenze relative alla personalità e all'arte di Antonio Canova rispetto alla città di Padova e proiettare questa conoscenza verso il futuro della conservazione, dello studio e della fruizione.
L’ARCHIVIO STORICO DELLA BIENNALE DEDICA UN INCONTRO A ALBERTO MARTINI Mercoledì 9 novembre, ore 15-18, Biblioteca della Biennale, 2022
L’Archivio Storico della Biennale di Venezia, in occasione delle giornate martiniane organizzate ... more L’Archivio Storico della Biennale di Venezia, in occasione delle giornate martiniane organizzate dalla Fondazione Oderzo Cultura, dedica un incontro ad Alberto Martini (Oderzo, 1876 – Milano, 1954), disegnatore, pittore, incisore e illustratore italiano.
Mercoledì 9 novembre presso la Biblioteca della Biennale, dalle ore 15 alle 18.
Nel 1922 e nel 1957 si svolgono a Venezia e a Treviso due storiche mostre commemorative per ricor... more Nel 1922 e nel 1957 si svolgono a Venezia e a Treviso due storiche mostre commemorative per ricordare Antonio Canova. L’evento del 1922 organizzato dalla Biennale è particolarmente significativo perché inserisce per la prima volta lo scultore neoclassico all’interno della cosiddetta “arte contemporanea”. Dagli anni Trenta in poi il regime fascista organizza imponenti esposizioni di arte italiana all’estero e Canova è sempre tra gli artisti imprescindibili per esaltare il genio italico, per esempio, nelle grandi manifestazioni di Parigi nel 1935 o di Berlino nel 1937. Nel dopoguerra la presenza di opere di Canova a grandi eventi espositivi è praticamente nulla; anche l’omaggio che gli dedica la città di Treviso nel 1957 risulta molto dimesso e si dovranno attendere gli anni Settanta per una riscoperta delle opere del grande scultore di Possagno.
CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI
Da Parigi a New York.
Dialoghi sull’arte contemporanea, con un o... more CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI
Da Parigi a New York.
Dialoghi sull’arte contemporanea, con un oceano
a cura di Sergio Marinelli e Stefania Portinari
16 dicembre 2021.
Il convegno, domandandosi se davvero New York ha rubato la scena all'Europa e in particolare a Parigi come capitale dell'arte a partire dal secondo dopoguerra, ispirandosi al quesito posto dal noto libro di Serge Guibault, How New York Stole the Idea of Modern Art, vuole indagare le strategie espositive degli artisti italiani in America, com'era la Roma della Dolce Vita rispetto alla New York underground degli anni Sessanta, se in Italia non abbiamo davvero la Land art, come coraggiose giovani curatrici negli anni Ottanta hanno scoperto la Graffiti Art, nipote della street art dell'oggi
CORSO DI STORIA DELL’ARTE 2019
Venezia Ottocento: dispersione e conservazione del patrimonio arti... more CORSO DI STORIA DELL’ARTE 2019
Venezia Ottocento: dispersione e conservazione del patrimonio artistico e nuovo collezionismo
In ordine di partecipazione hanno esposto a Ca’ Pesaro dal 1908 al 1913:
Emma Ciardi, Maria Vinca... more In ordine di partecipazione hanno esposto a Ca’ Pesaro dal 1908 al 1913:
Emma Ciardi, Maria Vinca, Elisa Franchi, Maria Molinari, Maria Ponzilacqua, Rita Ravà, Lina Rosso, Bice Castelnuovo, Letizia Marchesini Dal Pietro, Silvia Monis, Adriana Bisi Fabbri, Alis Levi, Elisabetta Scopinich Trefurth. Se a queste mostre di Ca’ Pesaro aggiungiamo l’evento organizzato dai giovani artisti rifiutati dalla Biennale di Venezia all’Hotel Excelsior del Lido nell’estate del 1914 possiamo annoverare una quattordicesima figura la pittrice Livia Tivoli.L’esiguo numero di artiste ammesse alle mostre veneziane del tempo era dovuto ai soliti, e solidi, motivi di considerazione sociale.
Giovanni Poli, nasce a Crosara di Marostica, in provincia di Vicenza, il 2 luglio 1917. La sua a... more Giovanni Poli, nasce a Crosara di Marostica, in provincia di Vicenza, il 2 luglio 1917. La sua avventura teatrale ha inizio nel secondo dopoguerra a Venezia, nell’ambito del gruppo de “L’Arco” e all’insegna del rinnovamento delle arti, accanto ad Emilio Vedova, Armando Pizzinato, lo scenografo Mischa Scandella, Luigi Ferrante, e altri intellettuali. Ma trova un impulso e una linea di sperimentazione ben definita a partire dalla creazione del Teatro di Ca’ Foscari, impresa che si sviluppa dal 1949 al 1964, affermando un procedimento artistico basato sul recupero dei classici antichi e moderni, sulla riscoperta della grande tradizione veneta e sulla valorizzazione della drammaturgia contemporanea.
Secessioni, Biennali e arte di regime. Artisti austriaci e
tedeschi a Venezia (1895–1938).
Sezess... more Secessioni, Biennali e arte di regime. Artisti austriaci e
tedeschi a Venezia (1895–1938).
Sezessionen, Biennalen und Regimekunst. Österreichische und deutsche Künstler in Venedig (1895–1938).
Nel 1845 John Ruskin, l’artista e letterato inglese, torna a Venezia per preparare il suo libro L... more Nel 1845 John Ruskin, l’artista e letterato inglese, torna a Venezia per preparare il suo libro Le pietre di Venezia e scopre con orrore che la città è cambiata, non serviva più un romantico giro in gondola per raggiungere la città lagunare perché è stato costruito il ponte ferroviario; all'esterno di molti palazzi poi erano stati inseriti dei fanali con luce elettrica, lo scrittore così commenta nei suoi taccuini: “pensate il nuovo stile delle serenate alla luce delle lampade a gas”.
Alla metà del 1800 quindi il governo austriaco comincia il processo di modernizzazione della città, l’isola del Lido risulta in questi anni in stato di semiabbandono e per questo disponibile per qualsiasi tipo di destinazione. Si attua sin dall’inizio un progetto di urbanizzazione associato alla creazione di stabilimenti balneari. All’inizio le difficoltà riguardano l’approdo del Lido infatti non esiste nessuna rete viaria e quindi si crea innanzitutto una prima strada (attuale Gran Viale) che porta dalla zona verso Venezia (Santa Maria Elisabetta) alla zona costiera delle spiagge.
All’inizio del 1900 il Lido è già un centro urbano con servizi quali caserme, scuole e ospizi. Grande la varietà di edilizia privata alto borghese vengono infatti chiamati importanti architetti per progettare le “Villette del Lido” con stili differenti legati al Liberty, alla Secessione viennese e l’Art Nouveau francese. Sul versante marino sono già presenti i primi grandi alberghi L’Hotel de Bains e l’Excelsior e quindi il Lido diventa il luogo d’eccellenza del turismo balneare dell’élite europea. Nel periodo tra le due guerre mondiali continua il rinnovamento della “spiaggia dorata” con la creazione dell’aeroporto, del tiro a volo, del luna park, del campo da golf, del casinò e del festival del cinema nato nel 1932 per volontà dell’industriale Giuseppe Volpi di Misurata. Volpi, già ministro delle finanze del governo Mussolini, è presidente della Biennale e della CIGA (Compagnia italiana Grandi Alberghi) quindi la valorizzazione del Lido è per lui un affare economico. Nel secondo dopoguerra al Lido si assiste una grande inurbamento che spesso è andato anche a rovinare l’aspetto iniziale di città balneare, continua comunque, per tutti gli anni Cinquanta e Sessante, l’effetto benefico del Festival del cinema che attira sulla spiaggia i divi dello spettacolo e le teste coronate d’Europa.
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Talks by Vittorio Pajusco
Moschini viveva stabilmente nell’edificio del Seminario in quanto frate somasco; aveva poi lasciato la congregazione per entrare nel clero secolare. Grazie a lui, inoltre, l’imponente palazzo progettato da Baldassare Longhena, oltre a raccogliere le “pietre” della Laguna, diventa un museo a tutti gli effetti con il generoso lascito della Pinacoteca del Marchese Federico Manfredini (1743-1829). Di questo museo, Moschini redige anche una accurata guida per i visitatori che verrà pubblicata
postuma nel 1842. La multiforme collezione artistica del Seminario di Venezia è oggi testimonianza della forte volontà di Giannantonio Moschini e di altri intellettuali della città di salvare dalla dispersone o distruzione il patrimonio artistico locale
There were many artists who had the privilege of portraying the famous actress. The few works that she decided to always keep with her testify to salient episodes of her life on and off the stage.
Nel 1894 si abbattono, al centro del parco pubblico del Sestiere di Castello, i vecchi edifici delle cavallerizze. Esse erano diventate negli anni una sorta di zoo con attrazione principale, regalo della Casa Reale ai bambini veneziani, l’elefantino Toni, anche detto il carcerato dei Giardini. Si decide di costruire un unico palazzo; sovraintendente dei lavori l’ingegnere Enrico Trevisanato mentre il progetto della facciata è dei pittori Bartolomeo Bezzi e Mario De Maria. Il tempio dell’arte (definito «Pro Arte») creato dai due artisti si ispira alle architetture neoclassiche, in particolare di Monaco di Baviera sede della prima Secessione.
In 1887 Venice hosted the Esposizione Nazionale Artistica (National Artistic Exposition), a major event that had already been held in other Italian cities to bolster the new national identity. The event was eagerly anticipated by the local government, which hoped it would boost the Venetian economy. Large buildings were therefore constructed on the Giardini di Castello shore, but ultimately the exhibition left a large hole in the city budget. Despite this the event was considered a dress rehearsal for the first Biennale, held in 1895.
In 1894 the old riding school designed by Tommaso Meduna was partially knocked down. Over the years it had become a sort of zoo, its main attraction being a gift from the royal family to the children of Venice: Toni the elephant, also known as “the prisoner in the Giardini”. A single building was to be constructed incorporating some rooms from the former structure, like its main hall (which became the concert hall). The project was overseen by the engineer Enrico Trevisanato, while the facade was designed by the painters Bartolomeo Bezzi and Mario De Maria. Their temple of art (called “Pro Arte”) was inspired by Neoclassical architecture and especially that of Munich, home to the first Secession.
Giornata di studi:
Moschini e l’erudizione storico-artistica a Venezia nel primo Ottocento
a cura di Silvia Marchiori e Vittorio Pajusco
Venezia, Seminario Patriarcale
MATTINA (9.30-12.30)
Don Diego: Il Fondo Moschini della Biblioteca del Seminario
Gianni Bernardi, Moschini e il Seminario di Venezia
Andrea Zannini: Le Guide di Venezia di Moschini allo schiudersi del secolo del turismo
Michele Gottardi: Giannantonio Moschini e il suo tempo: oltre il rimpianto
Irene Favaretto: Giovanni Davide Weber, un industriale cultore dell’arte classica
POMERIGGIO (14.30-18.00)
Paolo Delorenzi: Moschini sulla tutela e sul restauro
Luca Caburlotto: Giannantonio Moschini e Giovanni de Lazara
Isabella Collavizza: Pagine di letteratura veneziana: il sodalizio Moschini e Cicogna
Antonella Bellin – Elena Catra: Moschini e l’Accademia di Belle Arti: considerazioni sul progetto “Dell’incisione a Venezia”
Enrico Noè: Pietro Edwards e Giannantonio Moschini sulla fondazione delle Gallerie dell'Accademia: due cataloghi a confronto
Paolo Pastres: Moschini, Lanzi e i falsi "primitivi" veneziani
Marina Niero: Moschini e l’Ateneo Veneto
Camillo Tonini: Bella scoperta ha fatto Davide Weber, che ne avvisò Moschini: Moschini avvisò Casoni: Casoni avvisò me
Auditorium del Seminario Patriarcale
Ore 15.00 Accoglienza e saluti
don Fabrizio Favaro, rettore del Seminario Patriarcale
Ore 15.15 Venezia e il saccheggio napoleonico
Alessandro Marzo Magno, scrittore e giornalista
Ore 15.45 Fondi archivistici del Seminario
don Diego Sartorelli, direttore dell’Archivio Storico Diocesano
Ore 16.15 La Pia casa delle Zitelle, luogo dell’assistenza, delle arti e della musica
Agata Brusegan, conservatore patrimonio storico artistico IPAV
(Istituzioni Pubbliche Assistenza Veneziane)
Ore 16.45 Presentazione delle registrazioni discografiche di musiche
del Seminario Patriarcale e dal nuovo Antifonale dell’Abbazia di Praglia
don Luca Biancafior, direttore della Scuola Diocesana di Musica Sacra per la Liturgia
Ore 17.00 Apporti dell’Ordine benedettino alla conservazione del canto liturgico
don Giacomo Frigo osb, curatore del nuovo Antifonale di Praglia
Ore 17.30 Visita guidata alla mostra “Memorie Canoviane”
Silvia Marchiori e Vittorio Pajusco
Numerose sono le prove di uno stretto rapporto tra Antonio Canova, i professori e gli allievi dell’Accademia di Belle Arti e il Seminario patriarcale. Alcune di queste testimonianze sono state silenziosamente custodite da personalità di indubbio valore, come il canonico Giannantonio Moschini (1773-1840) che abitò il palazzo costruito da Longhena accanto alla Basilica della Salute anche dopo la partenza dell’ordine somasco cui apparteneva. In mostra opere di: Antonio Bosa, Rinaldo Rinaldi, Gaetano Ferrari, Giuseppe de Fabris, Luigi Zandomeneghi, Francesco Puttinati, Giuseppe Borsato, Giovanni Battista Cecchini, Eugenio Bosa, Giuseppe Dala, Pietro Fontana, Raffaello Morghen, Giovanni Volpato, Marianna Pascoli Angeli, Pietro Benvenuti, Antonio Canoppi, Anton Raphael Mengs.
Mercoledì 9 novembre presso la Biblioteca della Biennale, dalle ore 15 alle 18.
Da Parigi a New York.
Dialoghi sull’arte contemporanea, con un oceano
a cura di Sergio Marinelli e Stefania Portinari
16 dicembre 2021.
Il convegno, domandandosi se davvero New York ha rubato la scena all'Europa e in particolare a Parigi come capitale dell'arte a partire dal secondo dopoguerra, ispirandosi al quesito posto dal noto libro di Serge Guibault, How New York Stole the Idea of Modern Art, vuole indagare le strategie espositive degli artisti italiani in America, com'era la Roma della Dolce Vita rispetto alla New York underground degli anni Sessanta, se in Italia non abbiamo davvero la Land art, come coraggiose giovani curatrici negli anni Ottanta hanno scoperto la Graffiti Art, nipote della street art dell'oggi
Venezia Ottocento: dispersione e conservazione del patrimonio artistico e nuovo collezionismo
Emma Ciardi, Maria Vinca, Elisa Franchi, Maria Molinari, Maria Ponzilacqua, Rita Ravà, Lina Rosso, Bice Castelnuovo, Letizia Marchesini Dal Pietro, Silvia Monis, Adriana Bisi Fabbri, Alis Levi, Elisabetta Scopinich Trefurth. Se a queste mostre di Ca’ Pesaro aggiungiamo l’evento organizzato dai giovani artisti rifiutati dalla Biennale di Venezia all’Hotel Excelsior del Lido nell’estate del 1914 possiamo annoverare una quattordicesima figura la pittrice Livia Tivoli.L’esiguo numero di artiste ammesse alle mostre veneziane del tempo era dovuto ai soliti, e solidi, motivi di considerazione sociale.
tedeschi a Venezia (1895–1938).
Sezessionen, Biennalen und Regimekunst. Österreichische und deutsche Künstler in Venedig (1895–1938).
Alla metà del 1800 quindi il governo austriaco comincia il processo di modernizzazione della città, l’isola del Lido risulta in questi anni in stato di semiabbandono e per questo disponibile per qualsiasi tipo di destinazione. Si attua sin dall’inizio un progetto di urbanizzazione associato alla creazione di stabilimenti balneari. All’inizio le difficoltà riguardano l’approdo del Lido infatti non esiste nessuna rete viaria e quindi si crea innanzitutto una prima strada (attuale Gran Viale) che porta dalla zona verso Venezia (Santa Maria Elisabetta) alla zona costiera delle spiagge.
All’inizio del 1900 il Lido è già un centro urbano con servizi quali caserme, scuole e ospizi. Grande la varietà di edilizia privata alto borghese vengono infatti chiamati importanti architetti per progettare le “Villette del Lido” con stili differenti legati al Liberty, alla Secessione viennese e l’Art Nouveau francese. Sul versante marino sono già presenti i primi grandi alberghi L’Hotel de Bains e l’Excelsior e quindi il Lido diventa il luogo d’eccellenza del turismo balneare dell’élite europea. Nel periodo tra le due guerre mondiali continua il rinnovamento della “spiaggia dorata” con la creazione dell’aeroporto, del tiro a volo, del luna park, del campo da golf, del casinò e del festival del cinema nato nel 1932 per volontà dell’industriale Giuseppe Volpi di Misurata. Volpi, già ministro delle finanze del governo Mussolini, è presidente della Biennale e della CIGA (Compagnia italiana Grandi Alberghi) quindi la valorizzazione del Lido è per lui un affare economico. Nel secondo dopoguerra al Lido si assiste una grande inurbamento che spesso è andato anche a rovinare l’aspetto iniziale di città balneare, continua comunque, per tutti gli anni Cinquanta e Sessante, l’effetto benefico del Festival del cinema che attira sulla spiaggia i divi dello spettacolo e le teste coronate d’Europa.
Moschini viveva stabilmente nell’edificio del Seminario in quanto frate somasco; aveva poi lasciato la congregazione per entrare nel clero secolare. Grazie a lui, inoltre, l’imponente palazzo progettato da Baldassare Longhena, oltre a raccogliere le “pietre” della Laguna, diventa un museo a tutti gli effetti con il generoso lascito della Pinacoteca del Marchese Federico Manfredini (1743-1829). Di questo museo, Moschini redige anche una accurata guida per i visitatori che verrà pubblicata
postuma nel 1842. La multiforme collezione artistica del Seminario di Venezia è oggi testimonianza della forte volontà di Giannantonio Moschini e di altri intellettuali della città di salvare dalla dispersone o distruzione il patrimonio artistico locale
There were many artists who had the privilege of portraying the famous actress. The few works that she decided to always keep with her testify to salient episodes of her life on and off the stage.
Nel 1894 si abbattono, al centro del parco pubblico del Sestiere di Castello, i vecchi edifici delle cavallerizze. Esse erano diventate negli anni una sorta di zoo con attrazione principale, regalo della Casa Reale ai bambini veneziani, l’elefantino Toni, anche detto il carcerato dei Giardini. Si decide di costruire un unico palazzo; sovraintendente dei lavori l’ingegnere Enrico Trevisanato mentre il progetto della facciata è dei pittori Bartolomeo Bezzi e Mario De Maria. Il tempio dell’arte (definito «Pro Arte») creato dai due artisti si ispira alle architetture neoclassiche, in particolare di Monaco di Baviera sede della prima Secessione.
In 1887 Venice hosted the Esposizione Nazionale Artistica (National Artistic Exposition), a major event that had already been held in other Italian cities to bolster the new national identity. The event was eagerly anticipated by the local government, which hoped it would boost the Venetian economy. Large buildings were therefore constructed on the Giardini di Castello shore, but ultimately the exhibition left a large hole in the city budget. Despite this the event was considered a dress rehearsal for the first Biennale, held in 1895.
In 1894 the old riding school designed by Tommaso Meduna was partially knocked down. Over the years it had become a sort of zoo, its main attraction being a gift from the royal family to the children of Venice: Toni the elephant, also known as “the prisoner in the Giardini”. A single building was to be constructed incorporating some rooms from the former structure, like its main hall (which became the concert hall). The project was overseen by the engineer Enrico Trevisanato, while the facade was designed by the painters Bartolomeo Bezzi and Mario De Maria. Their temple of art (called “Pro Arte”) was inspired by Neoclassical architecture and especially that of Munich, home to the first Secession.
Giornata di studi:
Moschini e l’erudizione storico-artistica a Venezia nel primo Ottocento
a cura di Silvia Marchiori e Vittorio Pajusco
Venezia, Seminario Patriarcale
MATTINA (9.30-12.30)
Don Diego: Il Fondo Moschini della Biblioteca del Seminario
Gianni Bernardi, Moschini e il Seminario di Venezia
Andrea Zannini: Le Guide di Venezia di Moschini allo schiudersi del secolo del turismo
Michele Gottardi: Giannantonio Moschini e il suo tempo: oltre il rimpianto
Irene Favaretto: Giovanni Davide Weber, un industriale cultore dell’arte classica
POMERIGGIO (14.30-18.00)
Paolo Delorenzi: Moschini sulla tutela e sul restauro
Luca Caburlotto: Giannantonio Moschini e Giovanni de Lazara
Isabella Collavizza: Pagine di letteratura veneziana: il sodalizio Moschini e Cicogna
Antonella Bellin – Elena Catra: Moschini e l’Accademia di Belle Arti: considerazioni sul progetto “Dell’incisione a Venezia”
Enrico Noè: Pietro Edwards e Giannantonio Moschini sulla fondazione delle Gallerie dell'Accademia: due cataloghi a confronto
Paolo Pastres: Moschini, Lanzi e i falsi "primitivi" veneziani
Marina Niero: Moschini e l’Ateneo Veneto
Camillo Tonini: Bella scoperta ha fatto Davide Weber, che ne avvisò Moschini: Moschini avvisò Casoni: Casoni avvisò me
Auditorium del Seminario Patriarcale
Ore 15.00 Accoglienza e saluti
don Fabrizio Favaro, rettore del Seminario Patriarcale
Ore 15.15 Venezia e il saccheggio napoleonico
Alessandro Marzo Magno, scrittore e giornalista
Ore 15.45 Fondi archivistici del Seminario
don Diego Sartorelli, direttore dell’Archivio Storico Diocesano
Ore 16.15 La Pia casa delle Zitelle, luogo dell’assistenza, delle arti e della musica
Agata Brusegan, conservatore patrimonio storico artistico IPAV
(Istituzioni Pubbliche Assistenza Veneziane)
Ore 16.45 Presentazione delle registrazioni discografiche di musiche
del Seminario Patriarcale e dal nuovo Antifonale dell’Abbazia di Praglia
don Luca Biancafior, direttore della Scuola Diocesana di Musica Sacra per la Liturgia
Ore 17.00 Apporti dell’Ordine benedettino alla conservazione del canto liturgico
don Giacomo Frigo osb, curatore del nuovo Antifonale di Praglia
Ore 17.30 Visita guidata alla mostra “Memorie Canoviane”
Silvia Marchiori e Vittorio Pajusco
Numerose sono le prove di uno stretto rapporto tra Antonio Canova, i professori e gli allievi dell’Accademia di Belle Arti e il Seminario patriarcale. Alcune di queste testimonianze sono state silenziosamente custodite da personalità di indubbio valore, come il canonico Giannantonio Moschini (1773-1840) che abitò il palazzo costruito da Longhena accanto alla Basilica della Salute anche dopo la partenza dell’ordine somasco cui apparteneva. In mostra opere di: Antonio Bosa, Rinaldo Rinaldi, Gaetano Ferrari, Giuseppe de Fabris, Luigi Zandomeneghi, Francesco Puttinati, Giuseppe Borsato, Giovanni Battista Cecchini, Eugenio Bosa, Giuseppe Dala, Pietro Fontana, Raffaello Morghen, Giovanni Volpato, Marianna Pascoli Angeli, Pietro Benvenuti, Antonio Canoppi, Anton Raphael Mengs.
Mercoledì 9 novembre presso la Biblioteca della Biennale, dalle ore 15 alle 18.
Da Parigi a New York.
Dialoghi sull’arte contemporanea, con un oceano
a cura di Sergio Marinelli e Stefania Portinari
16 dicembre 2021.
Il convegno, domandandosi se davvero New York ha rubato la scena all'Europa e in particolare a Parigi come capitale dell'arte a partire dal secondo dopoguerra, ispirandosi al quesito posto dal noto libro di Serge Guibault, How New York Stole the Idea of Modern Art, vuole indagare le strategie espositive degli artisti italiani in America, com'era la Roma della Dolce Vita rispetto alla New York underground degli anni Sessanta, se in Italia non abbiamo davvero la Land art, come coraggiose giovani curatrici negli anni Ottanta hanno scoperto la Graffiti Art, nipote della street art dell'oggi
Venezia Ottocento: dispersione e conservazione del patrimonio artistico e nuovo collezionismo
Emma Ciardi, Maria Vinca, Elisa Franchi, Maria Molinari, Maria Ponzilacqua, Rita Ravà, Lina Rosso, Bice Castelnuovo, Letizia Marchesini Dal Pietro, Silvia Monis, Adriana Bisi Fabbri, Alis Levi, Elisabetta Scopinich Trefurth. Se a queste mostre di Ca’ Pesaro aggiungiamo l’evento organizzato dai giovani artisti rifiutati dalla Biennale di Venezia all’Hotel Excelsior del Lido nell’estate del 1914 possiamo annoverare una quattordicesima figura la pittrice Livia Tivoli.L’esiguo numero di artiste ammesse alle mostre veneziane del tempo era dovuto ai soliti, e solidi, motivi di considerazione sociale.
tedeschi a Venezia (1895–1938).
Sezessionen, Biennalen und Regimekunst. Österreichische und deutsche Künstler in Venedig (1895–1938).
Alla metà del 1800 quindi il governo austriaco comincia il processo di modernizzazione della città, l’isola del Lido risulta in questi anni in stato di semiabbandono e per questo disponibile per qualsiasi tipo di destinazione. Si attua sin dall’inizio un progetto di urbanizzazione associato alla creazione di stabilimenti balneari. All’inizio le difficoltà riguardano l’approdo del Lido infatti non esiste nessuna rete viaria e quindi si crea innanzitutto una prima strada (attuale Gran Viale) che porta dalla zona verso Venezia (Santa Maria Elisabetta) alla zona costiera delle spiagge.
All’inizio del 1900 il Lido è già un centro urbano con servizi quali caserme, scuole e ospizi. Grande la varietà di edilizia privata alto borghese vengono infatti chiamati importanti architetti per progettare le “Villette del Lido” con stili differenti legati al Liberty, alla Secessione viennese e l’Art Nouveau francese. Sul versante marino sono già presenti i primi grandi alberghi L’Hotel de Bains e l’Excelsior e quindi il Lido diventa il luogo d’eccellenza del turismo balneare dell’élite europea. Nel periodo tra le due guerre mondiali continua il rinnovamento della “spiaggia dorata” con la creazione dell’aeroporto, del tiro a volo, del luna park, del campo da golf, del casinò e del festival del cinema nato nel 1932 per volontà dell’industriale Giuseppe Volpi di Misurata. Volpi, già ministro delle finanze del governo Mussolini, è presidente della Biennale e della CIGA (Compagnia italiana Grandi Alberghi) quindi la valorizzazione del Lido è per lui un affare economico. Nel secondo dopoguerra al Lido si assiste una grande inurbamento che spesso è andato anche a rovinare l’aspetto iniziale di città balneare, continua comunque, per tutti gli anni Cinquanta e Sessante, l’effetto benefico del Festival del cinema che attira sulla spiaggia i divi dello spettacolo e le teste coronate d’Europa.
TANTE COSE DELLA VITA AMERICANA».
Lettere dagli Stati Uniti di Giuseppe Santomaso a Silvio Branzi
Letters from the United States by Giuseppe Santomaso to Silvio Branzi
de Bellas Artes.
En la Exposición de Roma de 1911, en la zona más importante del pabellón de Véneto el techo está decorado con una gran pintura circular que representa un rica y articulada alegoría histórica de la Serenísima: El triunfo de Venecia. En el exposición del Palacio de Bellas Artes, sin embargo, la sala reservada para el pintor veneciano es
compuesto por siete lienzos, entre los que destaca una gran Deposición. El triunfo de Venecia y la Deposición, después de la exposición romana, viajan por todo el mundo para llegar a su ubicación definitiva como museo en los años veinte: el primero en Venecia en las salas del museo Ca 'Pesaro, el segundo en Buenos Aires en el Museo Nacional de Bellas Artes.
Un doveroso riconoscimento che giunge nel centenario della morte con la prima mostra monografica a lui dedicata neii due Comuni che segnano l’inizio e la fine della sua vita e della sua carriera: Castelfranco Veneto, dove Bordignon nacque (nella frazione di Salvarosa) e San Zenone degli Ezzelini luogo prediletto, ove l’artista si ritirò definitivamente negli ultimi anni di vita e che custodisce le sue spoglie.
Con saggi di: Antonella Bellin, Isabella Collavizza, Fernando Mazzocca, Marco Mondi, Vittorio Pajusco, Alberto Peratoner, P. Serop vrt. Jamourlian OMM
Neri Pozza, 1979
«Guarda Oppi, dodici mesi all’anno con indosso un grembiule da meccanico, e magari non se lo cambia neanche il giorno di Natale». Così un’umile nonna ammonisce il giovane nipote che vorrebbe intraprendere l’insicura professione d’artista, il racconto di Neri Pozza è parte nel volume Una città per la vita del 1979 . Protagonista del testo è la Signora Adele (Siora Dele) che narra in prima persona episodi della storia della città di Vicenza dal 1866 al 1938. Nel libro dichiaratamente autobiografico è facile ravvisare nella figura del giovane Salvatore lo stesso Neri Pozza che nella Vicenza degli anni Trenta inizia la sua carriera artistica e che forse alla data del racconto, il 1937, non ha ancora confidenza con il famoso artista che gira per le strade di Vicenza.
misunderstandings with the publisher Enrico Gaifas. All the material prepared for the book is kept in Silvio Branzi Fund, now part of the Bonsanti Archive of the Vieusseux Cabinet in Florence.
Texts of the exhibition realised by the Historical Archives of Contemporary Arts - ASAC and curated for the first time by the artistic directors of all six departments (Art, Architecture, Cinema, Dance, Music, and Theatre) with the cooperation of Istituto Luce-Cinecittà, Rai Teche and other Italian and international archives.
the archival documentation of the Biennale and for this reason he thought of a new project for the library and the archive: to realize it he previously entrusted with the architect Carlo Scarpa and then with BBPR Group. After the great disorders of the 1968 edition, in 1970 Apollonio became Bienniale director. He curated with Dietrich Mahlow the special exhibition «Proposal for an experimental exhibition». On this occasion, a strong dialogue with the public was sought, focusing on issues such as art and society, art and production, analysis of seeing. The result was an exhibition holding arts from historical avant-garde to the most recent researches.
di Davide, agiato commerciante di tessuti, e di Giovanna Comisso; fu cugino dello scrittore Giovanni Comisso.
Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 91, Treccani, 2018
For the forthcoming monographic issue of the Journal we welcome original, unpublished contributions which focus, for instance, on the interest developed in the 19th century for individual artists and architects, or for single works of art and architecture; also relevant are aspects of art criticism and art literature, as well as topics concerning collections or museums, or restoration projects; further, contributors might wish to focus on the role played by artists and artworks in the thought and writings of historians of art and architecture, as well as of intellectuals, artists and architects, active in the 19th century.
A list of suggested topics, by no means exhaustive, includes:
o the 19th century reception of individual artists, architects, artworks;
o the 19th century art market: collections, museum acquisitions, exhibitions and installation projects;
o the function and role of non-specialist publications (tourist guidebooks, brochures, pamphlets, catalogues etc.) in the 19th century;
o the use and role of photography in the 19th century in familiarising the general public with works of art and architecture;
o thinking and teaching about individual masters and works within Art Academies in the 19th century;
o the influence of individual masters and works on the artistic development of 19th century artists and architects.
We welcome submissions for papers in Italian, English, French, Spanish and German.
ABSTRACT SUBMISSION | Please submit an abstract concerning the topic you propose with a provisional title and a short autobiography. The abstract should not exceed 3,000 characters (spaces included). Files should be submitted by 2 December 2018 to the Editorial Board. The authors of selected abstracts will receive a reply by the end of the month. The editorial rules concerning the text and any images the author might wish to include are available (in Italian, English and Spanish) at the following link: http://edizionicafoscari.unive.it/en/edizioni/norme-redazionali/
Papers should be of a length between 20,000 and 40,000 characters. All articles will undergo a double peer review process prior to publication. Articles should be uploaded on the MDCCC1800 platform by 31 March 2019.
Please do not hesitate to contact us at the following email address mdccc1800@unive.it with any queries you might have regarding the application or any further stage of the process
Articles for the 7th number of MDCCC 1800
MDCCC1800 is pleased to announce the Call for Papers for its seventh issue (forthcoming in Autumn 2018).
Founded in 2011, MDCCC1800 is an international academic journal focused on cultural history and history of the arts in the Nineteenth century (http://edizionicafoscari.unive.it/it/edizioni/riviste/mdccc-1800/)
We welcome papers on History of Art and Architecture, with special attention to the History of Museums and Art Collecting, as well as the History of Photography, Travel Literature, Antiquarianism. Papers are accepted in the five official European languages.
Editorial guidelines, including info on the quality of images, are available for download at this link in Italian and English:
http://edizionicafoscari.unive.it/it/edizioni/norme-redazionali/
Please note that we have a suggested limit of 40,000 characters per paper. Papers with fewer than 20,000 characters will not be accepted.
Every paper will undergo a double peer review process.
The deadline for submissions is March 4th 2018.
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Best regards,
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Numerose sono le prove di uno stretto rapporto tra Antonio Canova, i professori e gli allievi dell’Accademia di Belle Arti e il Seminario patriarcale. Alcune di queste testimonianze sono state silenziosamente custodite da personalità di indubbio valore, come il canonico Giannantonio Moschini (1773-1840) che abitò il palazzo costruito da Longhena accanto alla Basilica della Salute anche dopo la partenza dell’ordine somasco cui apparteneva.
L’esposizione indaga una parte di queste memorie canoviane che riguardano il celebre scultore, i suoi amici ed allievi, ed il gusto neoclassico di tempo.
Opere in mostra di: Antonio Bosa, Rinaldo Rinaldi, Gaetano Ferrari, Giuseppe de Fabris, Luigi Zandomeneghi, Francesco Puttinati, Giuseppe Borsato, Giovanni Battista Cecchini, Eugenio Bosa, Giuseppe Dala, Pietro Fontana, Raffaello Morghen, Giovanni Volpato, Marianna Pascoli Angeli, Pietro Benvenuti, Antonio Canoppi, Anton Raphael Mengs.
a restituirci l’immagine più autentica della Basilica di Santa Maria
Gloriosa dei Frari che il presente volume vuole indagare nella
sua veste ottocentesca, quale luogo ideale per la costruzione dei
cenotafi a celebrazione di due illustri nomi dell’arte veneziana:
il pittore Tiziano Vecellio e lo scultore Antonio Canova. Nello
stesso arco temporale la tavola dell’Assunta di Tiziano, passando
dalla Chiesa alle Gallerie dell’Accademia, viene consacrata come
il capolavoro assoluto della pittura rinascimentale veneta, monito
per studenti, docenti e visitatori del Museo.
Attorno a queste tre manufatti, l’Assunta di Tiziano, Il Monumento
a Antonio Canova e il Monumento a Tiziano Vecellio, ruotano
i saggi presenti nel volume che approfondiscono nel dettaglio:
l’aspetto storico-culturale della Basilica e di Venezia nella prima
metà del XIX secolo, la fortuna di Antonio Canova a Venezia
nell’Ottocento, la genesi e la realizzazione dei due Monumenti
scultorei, le vicissitudini dell’Assunta di Tiziano tra Ottocento e
Novecento e la fortuna dell’immagine della Chiesa nelle fotografia
e nella guidistica del tempo. Particolare attenzione è stata data al
corredo iconografico composto di riproduzioni di incisioni, dipinti,
fotografie, cartoline provenienti da collezioni pubbliche e
private spesso inedite.
Getting the most authentic image of the 19 century Church of
Santa Maria Gloriosa dei Frari through the contemporary artistic
historiography is the aim of this volume.
In the 19th century the church is considered as the ideal place
to build cenotaphs which celebrate two famous Venetian artists:
the painter Tiziano Vecellio and the sculptor Antonio Canova.
During the same period, the Assunta by Titian, which was moved
from the Church to the Accademia Galleries of Venice, is celebrated
as the absolute masterpiece of the Venetian Renaissance
painting, an example for students, professors and visitors of the
museum.
The essays collected in this volume want to examine three works:
the Assunta by Titian, the Monument to Antonio Canova and the
Monument to Tiziano Vecellio. The reader will discover the historical-
cultural aspects of the Church and of Venice in the first half
of the 19th century, the fortune of Antonio Canova in the 19th
century Venice, the origin and realization of the two sculptural
monuments, the vicissitudes of the Assunta by Titian between the
19th and 20th century, the fortune of the images of the Church
in the guides of that time. Special attention has been given to the
numerous images, such as reproduction of engravings, paintings,
photographs, postcards coming from public and private collections
often unpublished.
Tra le carte sono state rinvenute numerose raccolte epistolari tra Branzi e critici d’arte, giornalisti, artisti, curatori, galleristi, oltre ad articoli e ritagli di giornali divisi per soggetto, riviste, estratti, inviti, fotografie e molto altro, il tutto diviso e sistemato in migliaia di buste. La documentazione, raccolta e ordinata in fascicoli da Branzi stesso, era uno strumento per la sua attività di critico d’arte che gli permetteva il veloce reperimento di riferimenti bibliografici ed iconografici da associare ai suoi articoli. A questo enorme patrimonio storico è legato una biblioteca personale di composta da cinquemila volumi e una raccolta d’arte che è da considerare come uno specchio dei gusti e delle amicizie del critico. L’insieme di tutto questo materiale è una fonte documentaria indispensabile e poco indagata per la storia dell’arte veneziana e italiana del ‘900, oggi divisa tra il Mart di Rovereto, il Gabinetto Vieusseux di Firenze e gli eredi del critico.
From Biennale to Biennials. The Impossible Desire
26 – 28 April 2023
Università Ca’ Foscari Venezia
Convegno Internazionale a cura di
Anita Orzes, Vittorio Pajusco, Stefania Portinari
Wednesday, 26 April
10.00 Institutional Greetings
Caterina Carpinato - Prorettrice alla Terza Missione, Università Ca’ Foscari Venezia
Giovanni Vian - Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, Università Ca’ Foscari Venezia
Debora Rossi - Responsabile Archivio Storico della Biennale di Venezia
10.30 – 11.00 Introduction
Stefania Portinari - Università Ca’ Foscari Venezia Vittorio Pajusco - Università Ca’ Foscari Venezia Anita Orzes - Universidad de Barcelona / Université Grenoble Alpes
11.00 – 13.00 Panel 1 - Biennials, biennials, biennials…
Chair: Stefania Portinari
Nuria Querol (Goldsmiths, University of London) Southern Biennales in India: Paradoxes and Impossible Desires in Global Art and Politics Kristian Handberg (University of Copenhagen)
The Socialist Biennial between Art and Politics: The case of Danish artists at biennials in the GDR, 1965- 1989
Irene Quarantini (Sapienza Università di Roma) Appeal for a possible alternative: micro-history of the Arab Biennale 1974 - 1976
Nathalie Zonnenberg (Open Universiteit)
The Biennale model: Key to Success or Recipe for Disaster? The Sonsbeek 20-24 Affair
15.00 – 16.00 Panel 2 – Brazil and the Biennial ‘Condition’
Chair: Vinicius Spricigo
Tatiane de Oliveira Elias (Universidade Federal de Santa Maria)
As Bienais brasileiras e a geopolítica
Dária Jaremtchuk (Universidade de São Paulo) The Museum of Modern Art of New York at the São Paulo Biennials: 1951-1961.
16.15 – 17.45 Panel 3 – Biennials of Engraving
Chair: Stefania Portinari
Mariagrazia Muscatello (Universidad de Chile / Università Ca’ Foscari Venezia)
Le biennali cilene nel contesto latinoamericano dal 1963 al 1990
Wiktor Komorowski (The Courtauld Institute of Art, London)
The Inrush and Regress of Modernity: The Demise of Krakow’s International Biennale of Graphic Arts Alessia Del Bianco (Accademia di Belle Arti, Venezia) Le Biennali di Incisione Italiana Contemporanea all’Opera Bevilacqua La Masa, 1955-1968
Thursday, 27 April
10.00 – 11.30 Panel 4 – The Geopolitics of
Biennials
Chair: Stefania De Vincentis
German Alfonso Nunez (University of the Arts, London)
The biennale as a bureau de change: symbolic exchange, the Cultural Cold War, and the case of the planned US exhibition in the X São Paulo Biennale Ana Eres (University of Belgrade)
The Shifting Policies of Representing Conceptual Art from Yugoslavia at Biennials in the 1970s: An Overview
Luca Palermo (Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale)
A Sud dell’impero. Le “altre” Biennali tra anticolonialismo e postcolonialismo (1951-1987)
12.00 – 13.00 Panel 5 – Assembling and Disassembling: National Pavilions
Chair: Anita Orzes
Laura Moure Cecchini (Università degli Studi di Padova)
Between Discrimination and Self-Exclusion: Latin America at the Venice Biennale in the First Decade of the Fascist Regime
Marina Martin Barbosa (Independent Researcher / Photo Elysée Lausanne)
Brazil in the “renewed international solidarity” of biennials
15.00 – 16.15 Here and There: Exchanges between Italy and Brazil from the Biennials (1948-1952) Chair: Anita Orzes
Conversation: Vinicius Spricigo (Universidade Federal de São Paulo) and Ana Magalhães (Museu de Arte Contemporânea – Universidade de São Paulo)
16.30 – 18.30 Panel 6 - São Paulo Biennial: Multidirectional Wefts
Chair: Vittorio Pajusco
Maria de Fátima Morethy Couto (Universidade Estadual de Campinas)
The Pan-American Union and the São Paulo Biennial (1955-1967): geopolitical arrangements in defense of modern art
Tálisson Melo de Souza / Marina Mazze Cerchiaro
(Universidade de São Paulo)
The international awards at the Bienal de São Paulo (1951-1979): circulation, prestige and symbolical cartographies of art
Gabriela Saenger Silva (Liverpool John Moores University)
Archaeology of engagement and discursive practices in biennials: São Paulo Biennial
Sileno Salvagnini (già Accademia di Belle Arti, Venezia)
Focus on the exchanges between Italian Artists and São Paulo Biennial from several Italian Archives
Friday, 28 April
10.00 – 12.00 Panel 7 – Biennials as Interfaces of Dimensions
Chair: Marianna Rossi
Giulia Pollicita (University of the Arts London) Locating Representations: Biennials as Vectors of National, International, and Transnational Art Ecosystems
Francisca Gigante Godinho da Silva
(Universidade Nova de Lisboa)
Tensions between the national and international dimension at the Venice Biennale and documenta in Kassel in postwar Europe: the 1980s
Francesca Della Ventura (University of Cologne/ Università degli Studi del Molise) The Future of the Biennales: Curating Art
Collectives between Global Art and Contestation
Yannick Le Pape (Musée d’Orsay, Paris)
The flags and the flow. A critical story of the Biennale di Venezia, from local gardens to global village
12.00 – 12.30 Closing words
Discussant
Sabina Laura De Stefano (Università Ca’ Foscari Venezia), Fabio Fantuzzi (Università Ca’ Foscari Venezia), Sen Fu (Università Ca’ Foscari Venezia), Yaning Zhu (AAIE Center for Contemporary Art, Roma)