Papers by pier paolo zampieri
Rowman & Littlefield Publishers eBooks, 2023
SOCIOLOGIA URBANA E RURALE
ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, 2022
La fabula di una coppia innamorata, e ancor più innamorata della propria terra, che investe le pr... more La fabula di una coppia innamorata, e ancor più innamorata della propria terra, che investe le proprie risorse per generare un futuro diverso nel proprio comune attraverso la creatività, l'architettura e l'arte trasformando un perimetro ottocentesco di ruderi e abusivismo, collocato in un centro storico abbandonato nella parte sudoccidentale della Sicilia, nel roboante "sesto posto al mondo come meta turistica culturale" https://blog.purpletravel.co.uk/ è, non solo mediaticamente, irresistibile. L'analisi proposta cercherà di sottrarsi al mantra celebrativo a cui è, giustamente, sottoposto dalla letteratura scientifica e dal carnivoro interesse mediatico, inserendo Farm Cultural Park in un processo che per quanto innervato di contemporaneità e in-tenzioni prospettiche trova le ragioni culturali del suo successo nell'emporio di Storia, segni e contraddizioni che hanno caratterizzato una regione ossimorica come la Sicilia, posta al centro del mediterraneo e a...
Crescere nell’Assurdo, 2018
Im@go. A Journal of the Social Imaginary, 2015
1938: a flying man with an S on his breast appears in the sky of an American metropolis, catapult... more 1938: a flying man with an S on his breast appears in the sky of an American metropolis, catapulting cartoon mass entertainment into a new dimension. 1986: a spot of blood on a Smiley icon (Moore, 1986) puts an end to the innocence of an entire narrative genre. The two logos, which share a great retroactive symbolic impact, are presented as the two great epistemic divides (Foucault, 1966) of the superheroic cartoon literature. This paper is aimed at offering a sociological view on a whole genre, made up of pure visual grammar and accounted as being particularly suitable for the representation of the implicit tensions of contemporary societies (Di Nocera, 2000). The paper offers genealogic systematizing and discussion of the implications inherent to Watchmen’s, mature and conscious production. Starting from the title, Watchmen (Moore, 1986) stands as a deliberate investigation of the archetype on which the whole genre rests. In the end, in more and more complex systems and societies,...
The paper framework aims to be a reasoning between two media images, set in a time span covering ... more The paper framework aims to be a reasoning between two media images, set in a time span covering almost half a century: Spiderman’s debut in the “cartoon” medium (1962) and what is probably the first “narrative” elaboration on 9/11 produced by the great cultural industry machine (Straczynski J. M, Romita J. JR., [December] 2001). This paper offers a genealogy of the superhero genre, and discusses the internal reasoning of a medium which, having metropolis, image and seriality as its constituents, summarizes and maybe discloses contemporary societies’ dynamics. Show and catastrophe, under this perspective, are perhaps only logical and ordinary consequences.
SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, 2015
L’articolo vuole ragionare intorno a quella galassia di fenomeni irregolari recentemente radunati... more L’articolo vuole ragionare intorno a quella galassia di fenomeni irregolari recentemente radunati da Gabriele Mina sotto la categoria di "costruzioni babeliche" e cerchera di proporne una possibile lettura in chiave territoriale e paesaggistica che si possa aggiungere al grande sdoganamento culturale fornito dall’Outsider art. Dopo una ricostruzione storica del fenomeno, con relative implicazioni concettuali, l’articolo proporra la categoria del paesaggio come chiave di lettura. L’intero apparato argomentativo verra infine usato su due casi emblematici: le Watts Towers di Sam Rodia a Watts, Los Angeles e la casa del Puparo di Giovanni Cammarata a Maregrosso, supposta periferia di Messina. Un processo di rivincita identitaria di un quartiere suburbano e uno che ha tutti gli elementi per andare in quella direzione.
SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, 2019
La corrélative et le « quotatif » dans les langues indiennes : deux systèmes ... Linx, 11 | 2012 ... more La corrélative et le « quotatif » dans les langues indiennes : deux systèmes ... Linx, 11 | 2012 La corrélative et le « quotatif » dans les langues indiennes : deux systèmes ...
SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE
Lo spleen rurale di Mancuso fuoco, 2019
Antonino Mancuso Fuoco (1969-1996) was a well-known Sicilian naïf painter who lived in Capizzi ne... more Antonino Mancuso Fuoco (1969-1996) was a well-known Sicilian naïf painter who lived in Capizzi near Messina. In his paintings he documented the peasant and pastoral world of his village, sometimes composing entire pictorial sequences on themes like the harvest. The author of this essay proposes a reading of all his works through their sociological and anthropological implications. Mancuso Fuoco’s painting proves to be a true ‘mnemonic atlas’ of moments of the community fabric, from which the themes of landscape and territory emerge, key topoi for understanding the twentiethcentury events in Sicily and probably in the whole south.
La Sicilia, il segno outsider e la luna. Il teatrino integrato di Lunaria, 2018
In Messina the Dart workshop since 1991 has organized an encounter between art and disability thr... more In Messina the Dart workshop since 1991 has organized an encounter between art and disability through the method of playful collective work, whose main stages the article reconstructs. This is work that now, with the collaboration of the Lunaria social cooperative, has also come to figure theatre, which includes not only manufacture of puppets or sceneries, but is an exceptional place of synthesis among different artistic languages and different professionalisms. It is a rare case of ‘integrated theatre’ in which there operate differently abled people, entertainment professionals,
craftsmen and teachers, musicians and even philologists of Sicilian fables, who have taken to art as a way of relating to disability in a horizon going far beyond mere care.
L’articolo vuole ragionare intorno a quella galassia di fenomeni irrego-lari recentemente radunat... more L’articolo vuole ragionare intorno a quella galassia di fenomeni irrego-lari recentemente radunati da Gabriele Mina (2011) sotto la categoria di “costruzioni babeliche” e cercherà di proporne una possibile lettura in chia-ve territoriale e paesaggistica che si possa aggiungere al grande sdogana-mento culturale fornito dall’Outsider art (di Stefano, 2008; Dubuffet, 2006). La collocazione spaziale di tali manufatti, spesso edificati in aree di confine, costituiti da un linguaggio radicalmente simbolico prodotto da per-sone cresciute fuori da ogni contesto artistico, suggerisce una lettura più ampia del fenomeno, soprattutto in un’ottica di recupero di tali siti. Come dei geroglifici sociali tali monumenti abitati, o architetture cosmologiche sembrano restituire, magari in un’ottica deformata, le forze e le resistenze che hanno agito in quei territori.
Dopo una ricostruzione storica del fenomeno, con relative implicazioni concettuali, l’articolo proporrà la categoria del paesaggio come preziosa chiave di lettura. Spesso proprio quell’eccezionalità eterotopica prodotta da un uomo solo riesce, a posteriori, a mettere in moto dinamiche di addensa-mento simbolico e narrativo che trasforma quegli “Egomusei" in simboli identitari di zone periferiche altrimenti condannate, nel migliore dei casi, all’anonimato. Sembra che il potenziale simbolico cristallizzato in quelle imponenti opere deformate sia costituito prevalentemente di una strana mo-neta retroattiva che per potere essere scambiata necessita di talune condi-zioni, la più importante delle quali è il riconoscimento sociale (Dal Lago, Giordano, 2008; Del Giudice 2014). Da oggetti derisi, residuali, folklorici, o al massimo resistenti, nati all’interno di una condizione di forte omologa-zione culturale le costruzioni babeliche possono diventare il simbolo stesso di quella zona, il magnete paesaggistico in grado di attirare energie “ester-ne” e di riattivare risorse sociali prima non percepite tali.
L’intero apparato argomentativo verrà usato su due casi emblematici: le Watts Towers di Sam Rodia a Watts, Los Angeles e La casa del Puparo di Giovanni Cammarata a Maregrosso, supposta periferia di Messina. Un pro-cesso di rivincita identitaria di un quartiere suburbano, ampiamente trattato dalla letteratura (Del Giudice, 2014) e una ricerca/azione condotta da chi scrive (Zampieri, 2014) in un quartiere che ha tutti gli elementi per andare in quella direzione.
Quartiere di Maregrosso, il «sogno del mare» tradito di Messina, fra baracche e resti industriali... more Quartiere di Maregrosso, il «sogno del mare» tradito di Messina, fra baracche e resti industriali. Qui un muratore babelico, Giovanni Cammarata (1914-2002) aveva trasformato la sua misera abitazione in un castello colorato, colmo di decorazioni e sculture. Le ruspe, anni fa, hanno risparmiato solo la facciata: tutto intorno oggi c’è un grande parcheggio di un supermercato. Di tale vicenda eccezionale il saggio propone uno sguardo urbano capace di cogliere le relazioni e i legami con la storia sociale e il mancato processo di ricostruzione di una città azzerata dal grande terremoto del 1908. Intorno alla casa si muovono nuovi passi e nuove idee, in una città in trasformazione. Paesaggi retroattivi.
Luca Lo Coco ottobre 2013 -numero 06 Outsider Art, reinventing the world Rivista dell'Osservatori... more Luca Lo Coco ottobre 2013 -numero 06 Outsider Art, reinventing the world Rivista dell'Osservatorio Outsider Art, pubblicazione semestrale Autorizzazione del Tribunale di Palermo n. 25 del 6/10/2010
da 153 a 163: Collezione Prinzhorn, Heidelberg. Foto Naida Samonà, Roma/Palermo da 165 a 175: cou... more da 153 a 163: Collezione Prinzhorn, Heidelberg. Foto Naida Samonà, Roma/Palermo da 165 a 175: courtesy Ilija and Mangelos Foundation, Novi Sad (Serbia) da 177 a 191:
Il perimetro argomentativo dell'articolo si propone come un ragionamento tra due immagini mediali... more Il perimetro argomentativo dell'articolo si propone come un ragionamento tra due immagini mediali collocate in un arco temporale di quasi mezzo secolo: l'esordio dell'Uomo Ragno nel medium fumetto (1962) e quella che forse è la prima elaborazione "narrativa" sull'11 settembre prodotta dalla grande macchina dell'industria culturale (Straczynski J. M, Romita J. JR., .
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Papers by pier paolo zampieri
craftsmen and teachers, musicians and even philologists of Sicilian fables, who have taken to art as a way of relating to disability in a horizon going far beyond mere care.
Dopo una ricostruzione storica del fenomeno, con relative implicazioni concettuali, l’articolo proporrà la categoria del paesaggio come preziosa chiave di lettura. Spesso proprio quell’eccezionalità eterotopica prodotta da un uomo solo riesce, a posteriori, a mettere in moto dinamiche di addensa-mento simbolico e narrativo che trasforma quegli “Egomusei" in simboli identitari di zone periferiche altrimenti condannate, nel migliore dei casi, all’anonimato. Sembra che il potenziale simbolico cristallizzato in quelle imponenti opere deformate sia costituito prevalentemente di una strana mo-neta retroattiva che per potere essere scambiata necessita di talune condi-zioni, la più importante delle quali è il riconoscimento sociale (Dal Lago, Giordano, 2008; Del Giudice 2014). Da oggetti derisi, residuali, folklorici, o al massimo resistenti, nati all’interno di una condizione di forte omologa-zione culturale le costruzioni babeliche possono diventare il simbolo stesso di quella zona, il magnete paesaggistico in grado di attirare energie “ester-ne” e di riattivare risorse sociali prima non percepite tali.
L’intero apparato argomentativo verrà usato su due casi emblematici: le Watts Towers di Sam Rodia a Watts, Los Angeles e La casa del Puparo di Giovanni Cammarata a Maregrosso, supposta periferia di Messina. Un pro-cesso di rivincita identitaria di un quartiere suburbano, ampiamente trattato dalla letteratura (Del Giudice, 2014) e una ricerca/azione condotta da chi scrive (Zampieri, 2014) in un quartiere che ha tutti gli elementi per andare in quella direzione.
craftsmen and teachers, musicians and even philologists of Sicilian fables, who have taken to art as a way of relating to disability in a horizon going far beyond mere care.
Dopo una ricostruzione storica del fenomeno, con relative implicazioni concettuali, l’articolo proporrà la categoria del paesaggio come preziosa chiave di lettura. Spesso proprio quell’eccezionalità eterotopica prodotta da un uomo solo riesce, a posteriori, a mettere in moto dinamiche di addensa-mento simbolico e narrativo che trasforma quegli “Egomusei" in simboli identitari di zone periferiche altrimenti condannate, nel migliore dei casi, all’anonimato. Sembra che il potenziale simbolico cristallizzato in quelle imponenti opere deformate sia costituito prevalentemente di una strana mo-neta retroattiva che per potere essere scambiata necessita di talune condi-zioni, la più importante delle quali è il riconoscimento sociale (Dal Lago, Giordano, 2008; Del Giudice 2014). Da oggetti derisi, residuali, folklorici, o al massimo resistenti, nati all’interno di una condizione di forte omologa-zione culturale le costruzioni babeliche possono diventare il simbolo stesso di quella zona, il magnete paesaggistico in grado di attirare energie “ester-ne” e di riattivare risorse sociali prima non percepite tali.
L’intero apparato argomentativo verrà usato su due casi emblematici: le Watts Towers di Sam Rodia a Watts, Los Angeles e La casa del Puparo di Giovanni Cammarata a Maregrosso, supposta periferia di Messina. Un pro-cesso di rivincita identitaria di un quartiere suburbano, ampiamente trattato dalla letteratura (Del Giudice, 2014) e una ricerca/azione condotta da chi scrive (Zampieri, 2014) in un quartiere che ha tutti gli elementi per andare in quella direzione.