Enrico Faini (born in Florence, 1973) has been teaching Medieval History and Cultural History of the Middle Ages at the University of Florence since 2017. He previously received a research grant to study at the Deutsches Historisches Institut in Rome (2007), and also taught both Medieval Church History at the Ippolito Galantini Religious Science Institute in Florence (2009–2011) and Literature to high-school students (2006–2016). He has been serving on the editorial boards of storiadifirenze.org since 2006 and Archivio Storico Italiano since 2017.
His research to date has focussed on politics and society during the 10th to 13th centuries, as well as means of public communication, historiography, and social and cultural memory in the age of the Italian city-states.
Among his major publications are: Firenze nell'età romanica (1000-1211). L'espansione urbana, lo sviluppo istituzionale, il rapporto con il territorio, Firenze, Olschki, 2010; ‘Italica gens’. Memoria e immaginario politico dei cavalieri-cittadini (secoli XII-XIII), Roma, Viella, 2018; and, in collaboration with Jean-Claude Maire Vigueur, Il sistema politico dei comuni italiani (secc. XII-XIV), Milano, Bruno Mondadori, 2010.
Enrico Faini (Firenze, 1973) è professore associato di Storia Medievale presso l'Università di Firenze. Si è diplomato in Archivistica, Paleografia e Diplomatica (1999). Laureato in Storia (2001), nel 2005 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca (PhD) in Storia medievale. È stato borsista presso il Deutsches Historisches Institut di Roma (2007). Ha insegnato Storia della Chiesa medievale presso l’Istituto di Scienze Religiose “Ippolito Galantini di Firenze” (2009-2011). Professore di lettere in ruolo nella scuola secondaria di primo grado (2006-2016). Membro della redazione del portale storiadifirenze.org dal 2006. Membro della redazione dell'Archivio Storico Italiano dal 2017.
Ha compiuto indagini sulla storia politico-sociale dei secoli X-XIII, sulle modalità della comunicazione pubblica e su storiografia, memoria sociale, culture del ricordo in età comunale.
His research to date has focussed on politics and society during the 10th to 13th centuries, as well as means of public communication, historiography, and social and cultural memory in the age of the Italian city-states.
Among his major publications are: Firenze nell'età romanica (1000-1211). L'espansione urbana, lo sviluppo istituzionale, il rapporto con il territorio, Firenze, Olschki, 2010; ‘Italica gens’. Memoria e immaginario politico dei cavalieri-cittadini (secoli XII-XIII), Roma, Viella, 2018; and, in collaboration with Jean-Claude Maire Vigueur, Il sistema politico dei comuni italiani (secc. XII-XIV), Milano, Bruno Mondadori, 2010.
Enrico Faini (Firenze, 1973) è professore associato di Storia Medievale presso l'Università di Firenze. Si è diplomato in Archivistica, Paleografia e Diplomatica (1999). Laureato in Storia (2001), nel 2005 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca (PhD) in Storia medievale. È stato borsista presso il Deutsches Historisches Institut di Roma (2007). Ha insegnato Storia della Chiesa medievale presso l’Istituto di Scienze Religiose “Ippolito Galantini di Firenze” (2009-2011). Professore di lettere in ruolo nella scuola secondaria di primo grado (2006-2016). Membro della redazione del portale storiadifirenze.org dal 2006. Membro della redazione dell'Archivio Storico Italiano dal 2017.
Ha compiuto indagini sulla storia politico-sociale dei secoli X-XIII, sulle modalità della comunicazione pubblica e su storiografia, memoria sociale, culture del ricordo in età comunale.
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Books by Enrico Faini
Gaining Political Recognition in Western Europe, 1200–1600 — FABRIZIO TITONE
Before the ‘Primo Popolo’: Politics and the Popular Movement at San Gimignano in the First Half of the Thirteenth Century— ENRICO FAINI
Putting Pressure on the Lord: the Fiscal Reforms of Pietro Gambacorta, Signore of Pisa (1370-1392) — ALMA POLONI
Flemish Textile Workers’ Struggle for Emancipation in the Thirteenth Century — WIM BLOCKMANS
Rulers and Ruled: Freedom, Submission, and Dissent in the Florentine Correspondences (15th Century) — ISABELLA LAZZARINI
Putting Pressure on Rulers: Petitions, Disciplined Dissent and the Commons in Fourteenth Century England — PETER COSS
Disciplined Dissent and Nostalgia in Late Medieval England — HANNAH SKODA
Civic Ritual and Disciplined Dissent in Late Medieval England — ELIZA HARTRICH
In the Name of the Commonweal : How did French Peasants Manage to Obtain a Legal Recognition of Their Rights to Self-Defence During the Hundred Years War? — VINCENT CHALLET
Knowledge and Agency in Catania in the Later Middle Ages — FABRIZIO TITONE
Pushing Back Male Violence in Marriage: England, 1400–1600 — MARTIN INGRAM
Conclusion— CHRIS WICKHAM
Index
In un’epoca celebre per la conflittualità e la violenza, lasciare la parola alle cronache e ai personaggi che le popolano permette di riconoscere spazi di confronto dialogici, diversi dalla singola realtà urbana e più vasti di essa. Permette inoltre di apprezzare l’estensione che possedevano concetti come libertà ed eguaglianza: non tra le persone, ma tra i poteri e i soggetti collettivi.
In un’epoca celebre per la conflittualità e la violenza, lasciare la parola alle cronache e ai personaggi che le popolano permette di riconoscere spazi di confronto dialogici, diversi dalla singola realtà urbana e più vasti di essa. Permette inoltre di apprezzare l’estensione che possedevano concetti come libertà ed eguaglianza: non tra le persone, ma tra i poteri e i soggetti collettivi.
I. La parola agli storici
1. La formazione dei comuni e l’età dei consoli
1. I poteri in città nell’XI secolo
2. La formazione del comune
3. Il sistema consolare
1.3.1 Gli organi di governo; 1.3.2 L’apparato amministrativo;
1.3.3 Esclusione e adesione; 1.3.4 L’uso della scrittura: la fissazione delle regole
4. Gruppi dirigenti e partecipazione al potere
5. Le trasformazioni della fine del XII secolo
6. Guerre e conflitti
1.6.1 Conflitti esterni; 1.6.2 Conflitti interni
7. Il governo dei consoli: un breve bilancio
2. Il sistema podestarile
1. Dai consoli al podestà:la fase di impianto del regime podestarile
2. Il podestà forestiero
3. Il sistema podestarile-consiliare
2.3.1 Il podestà; 2.3.2 I consigli; 2.3.3 Gli uffici e le nuove
tecniche amministrative; 2.3.4 L’ideologia del regime podestarile
4. Nobiltà e Popolo
2.4.1 La nobiltà; 2.4.2 L’ascesa del Popolo
5. Politica estera e interna
3. L’egemonia del Popolo
1. L’avvento dei regimi di Popolo
2. I regimi di Popolo: le innovazioni istituzionali
3.2.1 Proliferazione e funzionarizzazione delle magistrature
forestiere; 3.2.2 Una nuova magistratura di vertice: i collegi
ristretti di ufficiali locali; 3.2.3 Lo sdoppiamento dei consigli
e degli statuti
3. Arti e società popolari nei regimi di Popolo
4. Il funzionamento dei regimi popolari: personale politico e pratiche di governo
3.4.1 La partecipazione; 3.4.2 Il personale dirigente;3.4.3 Le pratiche di governo
5. Burocrazia e ideologia popolare
3.5.1 La proliferazione degli uffici; 3.5.2 Gli sviluppi dell’ideologia popolare
6. Crisis or not crisis?
3.6.1 Una fitta trama di conflitti; 3.6.2 L’instabilità e la ricerca
7. di nuove formule di governo
II. La parola alle fonti
1. Periodo consolare
1. Gli arimanni – Mantova, 1014
2. Il lodo delle torri – Pisa, 1088-1092
3. Gli elettori degli elettori dei consoli – Pistoia, secolo XII
4. Le distrazioni di Landolfo – Milano, 1117
5. Il giuramento dei consoli – Genova, 1143
6. Una rivoluzione alle porte – Piacenza, 1135 e 1144 a) 1135; b) 1144
7. Tante Rome, un solo impero
8. Leggi flessibili – Pisa, 1162 e 1164 a) 1162; b) 1164; c) 1162; d) 1164
9. La nuova frontiera – Pisa, 1165
10. Lo spirito della Lega Lombarda – Italia del Nord, 1168
11. A patti con il papa – Roma, 1188
12. Un accordo commerciale – Cremona, 1189
2. Periodo podestarile
1. La montagna e la città – Faenza, 1183
2. La sottomissione di Certaldo a Firenze, 1198
3. I patti di una società di torre – Firenze, 1209
4. Signori in casa d’altri – Milano, 1211
5. Il castello d’amore – Treviso, 1214
6. Ribelle a Dio e ai Fiorentini – Mortennano (Firenze), 1219
7. Quando il politico diventa generale – Firenze, ca. 1234
8. Come ingaggiare un podestà – Mantova, 1244
9. Le parole e la guerra – Padova, 1256
3. Periodo popolare
1. Quando si dice popolo... – Milano, 1211
2. Il paradiso in terra – Bologna, 1257
3. Le parole sono importanti – Francia, 1263 ca.
4. «Per tema del popolo» – Firenze, 1293
5. I mille – Modena, 1306
6. La politica: una «cosa sacra» – Pisa, 1307
7. Il tribuno – Roma, 1347
8. Gli “ordinamenti dello buono stato” – Roma, 1347
Bibliografia"
Quando si pensa alla Firenze medievale si pensa a quella del Due e del Trecento: a quella gotica di Giotto, di Dante, di Boccaccio e di Villani. Le origini dell’autonomia cittadina, però, sono ben più antiche e affondano nella precedente stagione artistica, forse poco apprezzata per Firenze, quella dei marmi di San Miniato al Monte e del Battistero. Senza dedicare spazio alla storia dell’arte, il volume intende però analizzare il contesto economico e sociale che vide quel primo rigoglio artistico. Un contesto denso di contraddizioni: l’impetuosa immigrazione di povera gente dalle campagne e la perdita di controllo dei Fiorentini sul contado; la nascita di un sistema di gerarchie sociali all’esterno delle mura e il rigoroso egualitarismo lessicale all’interno; la faticosa costruzione di un potere cittadino univoco e il permanere dei molteplici gruppi di interesse dai quali era scaturito il Comune. La Firenze dei secoli XI e XII era un gigantesco laboratorio cui mancò un narratore consapevole e fecondo. Solo migliaia di modesti documenti notarili, passati al setaccio e messi in relazione l’uno con l’altro, ci permettono oggi di comprenderne fino in fondo la forza innovativa.
Partecipazioni e Curatele by Enrico Faini
Assumendo come contesto di riferimento la geografia politica dell’impero, si indagano le reti di relazione tra attori non solo cittadini ma anche sovralocali. Emerge così un’immagine originale del variegato configurarsi degli spazi politici del regnum Italiae tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, senza centri o protagonisti predeterminati.
È come se questo libro cercasse di descrivere la forma delle nuvole: un modo nuovo per raccontare la ricchezza e la fantasia dell’esperienza politica di quel periodo.
https://www.viella.it/libro/9788833138879
Esta monografía reúne estudios de caso del norte y el de Europa con el objetivo de buscar una explicación transnacional a las diferencias regionales entre las familias urbanas del norte y el sur de Europa en la Baja Edad Media.
Papers by Enrico Faini
Gaining Political Recognition in Western Europe, 1200–1600 — FABRIZIO TITONE
Before the ‘Primo Popolo’: Politics and the Popular Movement at San Gimignano in the First Half of the Thirteenth Century— ENRICO FAINI
Putting Pressure on the Lord: the Fiscal Reforms of Pietro Gambacorta, Signore of Pisa (1370-1392) — ALMA POLONI
Flemish Textile Workers’ Struggle for Emancipation in the Thirteenth Century — WIM BLOCKMANS
Rulers and Ruled: Freedom, Submission, and Dissent in the Florentine Correspondences (15th Century) — ISABELLA LAZZARINI
Putting Pressure on Rulers: Petitions, Disciplined Dissent and the Commons in Fourteenth Century England — PETER COSS
Disciplined Dissent and Nostalgia in Late Medieval England — HANNAH SKODA
Civic Ritual and Disciplined Dissent in Late Medieval England — ELIZA HARTRICH
In the Name of the Commonweal : How did French Peasants Manage to Obtain a Legal Recognition of Their Rights to Self-Defence During the Hundred Years War? — VINCENT CHALLET
Knowledge and Agency in Catania in the Later Middle Ages — FABRIZIO TITONE
Pushing Back Male Violence in Marriage: England, 1400–1600 — MARTIN INGRAM
Conclusion— CHRIS WICKHAM
Index
In un’epoca celebre per la conflittualità e la violenza, lasciare la parola alle cronache e ai personaggi che le popolano permette di riconoscere spazi di confronto dialogici, diversi dalla singola realtà urbana e più vasti di essa. Permette inoltre di apprezzare l’estensione che possedevano concetti come libertà ed eguaglianza: non tra le persone, ma tra i poteri e i soggetti collettivi.
In un’epoca celebre per la conflittualità e la violenza, lasciare la parola alle cronache e ai personaggi che le popolano permette di riconoscere spazi di confronto dialogici, diversi dalla singola realtà urbana e più vasti di essa. Permette inoltre di apprezzare l’estensione che possedevano concetti come libertà ed eguaglianza: non tra le persone, ma tra i poteri e i soggetti collettivi.
I. La parola agli storici
1. La formazione dei comuni e l’età dei consoli
1. I poteri in città nell’XI secolo
2. La formazione del comune
3. Il sistema consolare
1.3.1 Gli organi di governo; 1.3.2 L’apparato amministrativo;
1.3.3 Esclusione e adesione; 1.3.4 L’uso della scrittura: la fissazione delle regole
4. Gruppi dirigenti e partecipazione al potere
5. Le trasformazioni della fine del XII secolo
6. Guerre e conflitti
1.6.1 Conflitti esterni; 1.6.2 Conflitti interni
7. Il governo dei consoli: un breve bilancio
2. Il sistema podestarile
1. Dai consoli al podestà:la fase di impianto del regime podestarile
2. Il podestà forestiero
3. Il sistema podestarile-consiliare
2.3.1 Il podestà; 2.3.2 I consigli; 2.3.3 Gli uffici e le nuove
tecniche amministrative; 2.3.4 L’ideologia del regime podestarile
4. Nobiltà e Popolo
2.4.1 La nobiltà; 2.4.2 L’ascesa del Popolo
5. Politica estera e interna
3. L’egemonia del Popolo
1. L’avvento dei regimi di Popolo
2. I regimi di Popolo: le innovazioni istituzionali
3.2.1 Proliferazione e funzionarizzazione delle magistrature
forestiere; 3.2.2 Una nuova magistratura di vertice: i collegi
ristretti di ufficiali locali; 3.2.3 Lo sdoppiamento dei consigli
e degli statuti
3. Arti e società popolari nei regimi di Popolo
4. Il funzionamento dei regimi popolari: personale politico e pratiche di governo
3.4.1 La partecipazione; 3.4.2 Il personale dirigente;3.4.3 Le pratiche di governo
5. Burocrazia e ideologia popolare
3.5.1 La proliferazione degli uffici; 3.5.2 Gli sviluppi dell’ideologia popolare
6. Crisis or not crisis?
3.6.1 Una fitta trama di conflitti; 3.6.2 L’instabilità e la ricerca
7. di nuove formule di governo
II. La parola alle fonti
1. Periodo consolare
1. Gli arimanni – Mantova, 1014
2. Il lodo delle torri – Pisa, 1088-1092
3. Gli elettori degli elettori dei consoli – Pistoia, secolo XII
4. Le distrazioni di Landolfo – Milano, 1117
5. Il giuramento dei consoli – Genova, 1143
6. Una rivoluzione alle porte – Piacenza, 1135 e 1144 a) 1135; b) 1144
7. Tante Rome, un solo impero
8. Leggi flessibili – Pisa, 1162 e 1164 a) 1162; b) 1164; c) 1162; d) 1164
9. La nuova frontiera – Pisa, 1165
10. Lo spirito della Lega Lombarda – Italia del Nord, 1168
11. A patti con il papa – Roma, 1188
12. Un accordo commerciale – Cremona, 1189
2. Periodo podestarile
1. La montagna e la città – Faenza, 1183
2. La sottomissione di Certaldo a Firenze, 1198
3. I patti di una società di torre – Firenze, 1209
4. Signori in casa d’altri – Milano, 1211
5. Il castello d’amore – Treviso, 1214
6. Ribelle a Dio e ai Fiorentini – Mortennano (Firenze), 1219
7. Quando il politico diventa generale – Firenze, ca. 1234
8. Come ingaggiare un podestà – Mantova, 1244
9. Le parole e la guerra – Padova, 1256
3. Periodo popolare
1. Quando si dice popolo... – Milano, 1211
2. Il paradiso in terra – Bologna, 1257
3. Le parole sono importanti – Francia, 1263 ca.
4. «Per tema del popolo» – Firenze, 1293
5. I mille – Modena, 1306
6. La politica: una «cosa sacra» – Pisa, 1307
7. Il tribuno – Roma, 1347
8. Gli “ordinamenti dello buono stato” – Roma, 1347
Bibliografia"
Quando si pensa alla Firenze medievale si pensa a quella del Due e del Trecento: a quella gotica di Giotto, di Dante, di Boccaccio e di Villani. Le origini dell’autonomia cittadina, però, sono ben più antiche e affondano nella precedente stagione artistica, forse poco apprezzata per Firenze, quella dei marmi di San Miniato al Monte e del Battistero. Senza dedicare spazio alla storia dell’arte, il volume intende però analizzare il contesto economico e sociale che vide quel primo rigoglio artistico. Un contesto denso di contraddizioni: l’impetuosa immigrazione di povera gente dalle campagne e la perdita di controllo dei Fiorentini sul contado; la nascita di un sistema di gerarchie sociali all’esterno delle mura e il rigoroso egualitarismo lessicale all’interno; la faticosa costruzione di un potere cittadino univoco e il permanere dei molteplici gruppi di interesse dai quali era scaturito il Comune. La Firenze dei secoli XI e XII era un gigantesco laboratorio cui mancò un narratore consapevole e fecondo. Solo migliaia di modesti documenti notarili, passati al setaccio e messi in relazione l’uno con l’altro, ci permettono oggi di comprenderne fino in fondo la forza innovativa.
Assumendo come contesto di riferimento la geografia politica dell’impero, si indagano le reti di relazione tra attori non solo cittadini ma anche sovralocali. Emerge così un’immagine originale del variegato configurarsi degli spazi politici del regnum Italiae tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, senza centri o protagonisti predeterminati.
È come se questo libro cercasse di descrivere la forma delle nuvole: un modo nuovo per raccontare la ricchezza e la fantasia dell’esperienza politica di quel periodo.
https://www.viella.it/libro/9788833138879
Esta monografía reúne estudios de caso del norte y el de Europa con el objetivo de buscar una explicación transnacional a las diferencias regionales entre las familias urbanas del norte y el sur de Europa en la Baja Edad Media.
A partire dall'esempio di San Miniato al Monte, il saggio si sofferma sulla relazione tra aristocrazia fiorentina ed enti religiosi. Questi istituti erano elementi indispensabili per l'occupazione dello 'spazio politico' urbano, grazie alle reti sociali che controllavano. Il loro ruolo politico-fino a oggi scarsamente indagato-era chiaramente riconosciuto dai nuovi gruppi dirigenti d'origine popolare. Per questo motivo il regime di Popolo di fine Duecento tentò di rompere la relazione esistente tra famiglie aristocratiche e fondazioni religiose, anche tramite il ricorso a precise norme confluite negli Ordinamenti di Giustizia.
By comparing two passages from two distinct works by Boncompagno da Signa it is perhaps possible to discern the ideological bases of the Florentine participation both in the League of Tuscia (1197) and in the alliance with Pope Innocent III (1198). These bases were also constituted by a mystifying reinterpretation of the recent past. A special role in this re-reading was reserved for the attitude of the Florentine leadership at the time of the Alexandrine schism (1159-1177).
Sed, contra argumentum ad p. 15, vide E. Bartoli, I conti Guidi nelle raccolte inedite dei modelli epistolari del XII secolo, Spoleto 2015, p. 131 (et p. 41): «Florentinis per omnia Romani imperii inimicis» (sed etiam Alexandri papae) secundum epistolam (circa annum 1160) Guelfi Baugeriae ducis et marchionis Tusciae Guidoni Guerrae (II) comiti, Florentinis inimicissimo.
http://www.sehepunkte.de/2018/07/31493.html
La storiografia sui Comuni italiani ha riconosciuto un percorso in varie fasi accompagnato da una progressiva complicazione istituzionale. Dal Comune consolare, caratterizzato dal governo di un gruppo ristretto di maiores cittadini, si passa al Comune podestarile – ove un leader forestiero coordina molte istanze politiche -, poi al Comune di Popolo, caratterizzato dalla giustapposizione di vecchi istituti comunali e nuovi istituti popolari. Il motore di questa trasformazione sarebbe l’economia. L’analisi di alcuni aspetti del Comune fiorentino (i tribunali, i rappresentanti politici) e di altri comuni toscani (le leggi) denota un persistente policentrismo. Esso si manifesta anche nel periodo più antico del Comune. L’attenzione posta sugli aspetti economici (l’economia) mostra, inoltre, come già in pieno secolo XII operassero i fattori ritenuti alla base della ‘complicazione’ del quadro politico-istituzionale successivo. Occorre, quindi, riconoscere anche al periodo più antico del Comune quel carattere ricco e mutevole che tanto affascina nella storia comunale duecentesca.
Un percorso variegato ma tenuto insieme da alcuni lineamenti di metodo profondi. Da una parte, l’approccio alla politica e alle istituzioni sempre mediato da una attenta considerazione degli attori sociali nelle loro caratteristiche peculiari; dall’altro, lo sguardo rivolto alla metodologia della ricerca, alla comprensione delle dinamiche documentarie e ai risvolti di comunicazione culturale che il fare storia si pone. Queste caratteristiche fanno del magistero di Maire Vigueur una tradizione di studi ben delineata, che trova interpreti in una giovane generazione di studiosi sia in Italia che in Francia.
Indice
Élisabeth Crouzet-Pavan, Avant-propos (p. 7-17
Enrico Faini, Società di torre e società cittadina. Sui pacta turris del XII secolo (p. 19-39)
Tommaso Casini, Storia medievale ed esperimenti naturali di storia: alcuni spunti di ricerca sulla violenza collettiva organizzata nelle campagne toscane del tardo secolo XII e del secolo XIII (p. 41-58)
Silvia Diacciati, Lorenzo Tanzini, Uno spazio per il potere: palazzi pubblici nell’Italia comunale (p. 59-80)
Ilaria Taddei, La Toscane, terre d’élection du vituperium. Une note (p. 81-93)
Andrea Barlucchi, Immagini dalla crisi trecentesca: il Mercatale di San Salvatore di Leccio (p. 95-114)
Jean-Baptiste Delzant, Dénoncer le tyran. Éléments sur l’étude du langage politique dans les petits centres urbains (Italie, fin du Moyen Âge) (p. 115-129)
Clémence Revest, La prise de Rome le 8 juin 1413, vue par les curialistes de Jean XXIII (p. 131-146)
Cécile Troadec, «Breviter loquendo tutti paiono vaccari»: l’économie de l’élevage à Rome au XVe siècle (p. 147-160)
Patrizia Meli, Cerimonie nella Napoli aragonese: la caccia agli Astroni (p. 161-180)
Francesco Barone, Il tema aleramico tra erudizione e storiografia di interesse siciliano (secoli XVI-XX) (p. 181-201)
Martedì 19 dicembre 2023, ore 13,00. Dipartimento SAGAS. Firenze, Via San Gallo, 10, Aula Parva.
Circolo Medievistico Romano - presso Institut français Centre Saint Louis, Largo G. Toniolo, 20-22.
Loris MOTTA, «Multiforme ingegno»: esempi e ambiti delle strategie di
costruzione, ottimizzazione e appropriazione della memoria nel gruppo parentale degli Obertenghi (X-XII secolo); Luca ANGELI, La parola e il giudizio. Strutturazione in domus e costruzione di memoria nella “pace di Lucca” del 1124; Nicolò GALLUZZI, Una storia senza fine. Selezione della memoria e contesti di elaborazione nel Chronicon dell’Anonimo di Bari (XI-XII secolo).
Discussant: Enrico FAINI
Grazie ad un finanziamento della Deutsche Forschungsgemeinschaft, negli ultimi tre anni il gruppo di ricerca Krise und Aufbruch coordinato da Étienne Doublier (Colonia) ed Enrico Faini (Firenze) si è interrogato sul nesso causale tra una serie di mutamenti realizzatisi a nord ed a sud delle Alpi ed aspetti di quel fascio di fenomeni e accadimenti sussunti dall’espressione ‘lotta per le invesiture’. Ciò non è avvenuto con l’intento di abolire questa o altre categorie, quanto piuttosto di guardare al di là e riflettere su modelli interpretativi più complessi.
Per farlo, il gruppo ha affrontato il problema da quattro punti di vista (discorsi, strutture e pratiche dominative, reti relazionali e pratiche scrittorie), in una prospettiva di comparazione tra regnum Teutonicum e regnum Italicum ed ispirandosi agli approcci di ricerca più recenti. Facendo ricorso ad una formula innovativa, i risultati delle attività saranno presentati nel corso di un convegno che si terrà presso l’università di Colonia il 31 marzo 2023: ad una relazione introduttiva seguiranno una esposizione di poster e quattro tavole rotonde coordinate da ospiti esterni.
Nell’allegato maggiori informazioni. Chi desidera partecipare è pregato di scrivere entro il 26 marzo a e.doublier@uni-koeln.de.
https://youtu.be/Q3T7VOln2b0
Introduce Marcello Ciccuto. Intervengono Luigi Canetti, Alison Cornish, Enrico Faini, Sebastiana Nobili, Mirko Tavoni. Coordina Giuseppe Ledda
Il convegno si terrà in videoconferenza e sarà trasmesso in diretta sul canale YouTube “SAGAS UniFi”: youtube.com/SagasUniFiVideo
La lezione illustra i risultati di ricerche recenti in grado di svelare il mistero. Verranno presentati i più diffusi modelli di sviluppo economico delle città italiane del XII secolo. Si vedrà che Firenze si discosta da tali modelli: priva di sbocchi sul mare e incapace di controllare il suo vasto territorio, la città sull'Arno costituisce un modello alternativo e, in un certo senso, originale. Alcuni oggetti e simboli ancora oggi visibili sono indizi preziosi. Cosa significa la nuova datazione della Maestà di Santa Maria Maggiore? Cosa rappresentano le colonne di porfido all'esterno del Battistero? Perché l'aquila domina nella città del Battista? Cosa fa capire l'iscrizione metrica nel pavimento di San Miniato al Monte? Non si tratta di simbologia esoterica, sono piuttosto i lacerti di un passato per molti versi scomodo. Prima che giganti come Arnolfo, Giotto e Dante forgiassero il mito di Firenze, era esistita una città fatta di gente dalle origini varie, umili e incerte: una città di miserabili. I Fiorentini costruirono un sistema in grado di assimilare queste differenze e ordinarle in uno sforzo comune. La città doveva la propria fortuna anche a quella che oggi definiamo 'economia della conoscenza' e a un avanzato sistema formativo. È questa la storia che, negli ultimi anni, archeologi, storici dell'economia, delle istituzioni, della cultura e dell'arte stanno cercando – non senza difficoltà – di raccontare.