Eleonora Lima
I am a Visiting Research Fellow in the Department of Italian at Trinity College Dublin (previously a EU Marie Skłodowska-Curie Postdoctoral Fellow), where I am carrying out a project titled 'Mapping Remediation in Italian Literature Beyond the Digital Revolution,' devoted to the intermedial dialogue between Italian literature and computer science from the 1950s to the present. I am currently working on the first comprehensive history of computing in Italian literature.
I am the website manager and blog editor for the AHRC-funded project Interdisciplinary Italy 1900-2020: Interart/Intermedia (www.interdisciplinaryitaly.org).
Since May 2029, I am a member of the Ethically Aligned Designed for the Arts Committee, which is it part of the IEEE Global Initiative on Ethics of Autonomous and Intelligent Systems.
I hold a BA in Italian Philology (University of Florence, 2005), a Master in Modern Philology (University of Florence, 2008), and a PhD in Italian (University of Wisconsin-Madison, 2015), where I was also University Fellow. I previously was a Postdoctoral Fellow in Italian at the University of Toronto (2017-2018).
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Since May 2029, I am a member of the Ethically Aligned Designed for the Arts Committee, which is it part of the IEEE Global Initiative on Ethics of Autonomous and Intelligent Systems.
I hold a BA in Italian Philology (University of Florence, 2005), a Master in Modern Philology (University of Florence, 2008), and a PhD in Italian (University of Wisconsin-Madison, 2015), where I was also University Fellow. I previously was a Postdoctoral Fellow in Italian at the University of Toronto (2017-2018).
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Papers by Eleonora Lima
"Piccoli piedi in cerca di cibo" è costruito sull’opposizione tra le fabbriche della Silicon Valley, in cui si producono i minuscoli e potenti microchip, emblema perfetto di una materia che sta scomparendo e dell’avanzata del virtuale, e le botteghe artigiane che i protagonisti del libro tentano di aprire a Milano, in opposizione alle tendenze del momento e come opportunità per un ritorno ai valori della civiltà contadina. A guidare queste strategie di resistenza è la convinzione, di Leonetti quanto dei suoi personaggi, della necessità di un rinnovato rapporto con l’ambiente della campagna, interrottosi per la prima volta con l’avvento del Capitalismo. In anni precedenti, infatti, nel suo "Atlante secondo Lenin" (1976), ideato insieme ad Enzo Mari, Leonetti, citando il Marx dei Grundisse, denunciava la “[d]issoluzione del rapporto con la terra—col suolo—quale condizione naturale di produzione”.
Il contributo si propone quindi di analizzare il pensiero di Leonetti sulla necessità di un ritorno alla terra e al lavoro manuale come valori atti a contrastare il dominio dell’immateriale sentito dallo scrittore come una pericolosa deriva dai risvolti filosofici—l’avanzata del postmoderno e del pensiero debole—, ed economici—il post-capitalismo delle speculazioni finanziarie e l’automazione del lavoro. Il fine è inoltre quello, da un lato, di contestualizzare il romanzo nella più lunga riflessione dell’autore sul tema di ambiente e lavoro, da lui sempre affrontato secondo un’ottica marxista, e dall’altro di porre a confronto il suo punto di vista sull’impatto della cultura del virtuale con il più ampio dibattito critico di quegli anni.
********************
Questo studio si propone di investigare il sodalizio artistico che legò per più di un cinquantennio lo scrittore Francesco Leonetti e lo scultore Arnaldo Pomodoro, al fine di mettere in luce come parte della produzione artistica di entrambi sia stata influenzata dal loro assiduo scambio intellettuale e dalla longeva e profonda amicizia. A seguito di un’introduzione volta a ricostruire brevemente le innumerevoli collaborazioni e i progetti comuni, il saggio analizza inizialmente le basi teoriche condivise da Leonetti e Pomodoro su cui si fondò il reciproco interesse per la ricerca artistica dell’altro, individuandole nei concetti di «continuità» ed «eversione programmata». A ciò segue poi una sezione dedicata all’analisi di specifici esperi- menti ecfrastici e di testi poetici e opere plastiche nate dalla meditazione comune attorno agli stessi nuclei tematici, quando non già da una effettiva collaborazione tra i due artisti. Scopo di questo studio è pertanto non solo gettare luce su una lunga e significativa collaborazione tra due figure assai distanti per fama e ricezione, ma anche offrire dell’opera troppo spesso dimenticata di Leonetti una nuova prospettiva che metta al centro la sua capacità di muoversi tra diversi linguaggi – scritti teorici, poesia, arti visive – e di facilitare dialoghi intermediali.
Books by Eleonora Lima
entities and technological artefacts, new identities are formed and a new epistemological and ethical approach to reality is needed. Through twelve thought-provoking, scholarly essays, this volume analyzes works by a range of modern and contemporary Italian authors, from Giacomo Leopardi to Elena Ferrante, who have captured the shift from anthropocentrism and postmodernism to posthumanism. Indeed, this is the first academic volume investigating narrative configurations of posthuman identity in Italian literature and film.
Nell’ultimo decennio è stata dedicata una notevole attenzione a come la società dell’informazione e gli strumenti digitali stiano mutando il panorama culturale e linguistico in cui avviene la produzione letteraria. Ma quali sono le radici di questo cambiamento e del dibattito conseguente? Questo libro nasce con l’intento di studiare come, fin dalla prima diffusione delle tecnologie dell’informazione a metà degli anni Cinquanta, due tra gli scrittori italiani più influenti della seconda metà del Novecento, Italo Calvino e Paolo Volponi, abbiano reagito ponendosi domande sulla funzione del linguaggio letterario e della creatività artistica in un contesto di macchine intelligenti ed informazione di massa. Eleonora Lima, sottoponendo a una serrata analisi testi tra i meno battuti dei due autori, tratta dell’opposizione tra mondo naturale e tecnologico in una società in cui l’informazione è divenuta un prodotto e un bene da sfruttare; ricostruisce prerogative e identità dei soggetti biologici e meccanici così come definite dall’allora nascente scienza cibernetica; indaga il ruolo politico della rappresentazione televisiva negli anni della contestazione e del terrorismo. Le analisi comparate, organizzate per nuclei tematici preceduti da un complessivo inquadramento storico-metodologico, fanno emergere le modalità secondo cui ebbe luogo nella scrittura un processo di ‘rimediazione’, e mostrano come, con strategie nuove e spesso divergenti, i due narratori abbiano affrontato in modo personalissimo la necessità di adattare gli strumenti letterari al mutato contesto comunicativo.
Dalle lettere emerge, così, la necessità dei due poeti di connettere il mondo letterario con il vasto pubblico che radio e televisione si stavano in quegli anni conquistando, pur nel sempre difficile equilibrio tra la richiesta di intrattenimento, che già allora pesava sulle politiche Rai, e le alte finalità che il Comitato de «L'Approdo» si andava proponendo.
Blog posts by Eleonora Lima
"Piccoli piedi in cerca di cibo" è costruito sull’opposizione tra le fabbriche della Silicon Valley, in cui si producono i minuscoli e potenti microchip, emblema perfetto di una materia che sta scomparendo e dell’avanzata del virtuale, e le botteghe artigiane che i protagonisti del libro tentano di aprire a Milano, in opposizione alle tendenze del momento e come opportunità per un ritorno ai valori della civiltà contadina. A guidare queste strategie di resistenza è la convinzione, di Leonetti quanto dei suoi personaggi, della necessità di un rinnovato rapporto con l’ambiente della campagna, interrottosi per la prima volta con l’avvento del Capitalismo. In anni precedenti, infatti, nel suo "Atlante secondo Lenin" (1976), ideato insieme ad Enzo Mari, Leonetti, citando il Marx dei Grundisse, denunciava la “[d]issoluzione del rapporto con la terra—col suolo—quale condizione naturale di produzione”.
Il contributo si propone quindi di analizzare il pensiero di Leonetti sulla necessità di un ritorno alla terra e al lavoro manuale come valori atti a contrastare il dominio dell’immateriale sentito dallo scrittore come una pericolosa deriva dai risvolti filosofici—l’avanzata del postmoderno e del pensiero debole—, ed economici—il post-capitalismo delle speculazioni finanziarie e l’automazione del lavoro. Il fine è inoltre quello, da un lato, di contestualizzare il romanzo nella più lunga riflessione dell’autore sul tema di ambiente e lavoro, da lui sempre affrontato secondo un’ottica marxista, e dall’altro di porre a confronto il suo punto di vista sull’impatto della cultura del virtuale con il più ampio dibattito critico di quegli anni.
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Questo studio si propone di investigare il sodalizio artistico che legò per più di un cinquantennio lo scrittore Francesco Leonetti e lo scultore Arnaldo Pomodoro, al fine di mettere in luce come parte della produzione artistica di entrambi sia stata influenzata dal loro assiduo scambio intellettuale e dalla longeva e profonda amicizia. A seguito di un’introduzione volta a ricostruire brevemente le innumerevoli collaborazioni e i progetti comuni, il saggio analizza inizialmente le basi teoriche condivise da Leonetti e Pomodoro su cui si fondò il reciproco interesse per la ricerca artistica dell’altro, individuandole nei concetti di «continuità» ed «eversione programmata». A ciò segue poi una sezione dedicata all’analisi di specifici esperi- menti ecfrastici e di testi poetici e opere plastiche nate dalla meditazione comune attorno agli stessi nuclei tematici, quando non già da una effettiva collaborazione tra i due artisti. Scopo di questo studio è pertanto non solo gettare luce su una lunga e significativa collaborazione tra due figure assai distanti per fama e ricezione, ma anche offrire dell’opera troppo spesso dimenticata di Leonetti una nuova prospettiva che metta al centro la sua capacità di muoversi tra diversi linguaggi – scritti teorici, poesia, arti visive – e di facilitare dialoghi intermediali.
entities and technological artefacts, new identities are formed and a new epistemological and ethical approach to reality is needed. Through twelve thought-provoking, scholarly essays, this volume analyzes works by a range of modern and contemporary Italian authors, from Giacomo Leopardi to Elena Ferrante, who have captured the shift from anthropocentrism and postmodernism to posthumanism. Indeed, this is the first academic volume investigating narrative configurations of posthuman identity in Italian literature and film.
Nell’ultimo decennio è stata dedicata una notevole attenzione a come la società dell’informazione e gli strumenti digitali stiano mutando il panorama culturale e linguistico in cui avviene la produzione letteraria. Ma quali sono le radici di questo cambiamento e del dibattito conseguente? Questo libro nasce con l’intento di studiare come, fin dalla prima diffusione delle tecnologie dell’informazione a metà degli anni Cinquanta, due tra gli scrittori italiani più influenti della seconda metà del Novecento, Italo Calvino e Paolo Volponi, abbiano reagito ponendosi domande sulla funzione del linguaggio letterario e della creatività artistica in un contesto di macchine intelligenti ed informazione di massa. Eleonora Lima, sottoponendo a una serrata analisi testi tra i meno battuti dei due autori, tratta dell’opposizione tra mondo naturale e tecnologico in una società in cui l’informazione è divenuta un prodotto e un bene da sfruttare; ricostruisce prerogative e identità dei soggetti biologici e meccanici così come definite dall’allora nascente scienza cibernetica; indaga il ruolo politico della rappresentazione televisiva negli anni della contestazione e del terrorismo. Le analisi comparate, organizzate per nuclei tematici preceduti da un complessivo inquadramento storico-metodologico, fanno emergere le modalità secondo cui ebbe luogo nella scrittura un processo di ‘rimediazione’, e mostrano come, con strategie nuove e spesso divergenti, i due narratori abbiano affrontato in modo personalissimo la necessità di adattare gli strumenti letterari al mutato contesto comunicativo.
Dalle lettere emerge, così, la necessità dei due poeti di connettere il mondo letterario con il vasto pubblico che radio e televisione si stavano in quegli anni conquistando, pur nel sempre difficile equilibrio tra la richiesta di intrattenimento, che già allora pesava sulle politiche Rai, e le alte finalità che il Comitato de «L'Approdo» si andava proponendo.
technology is going unless you understand where it came from.
(Howard Rheingold)
The World Wide Web made the long-lived dream of a universal library – the bibliotheca mundi – a reality. Knowledge is no longer a tower to be conquered by few, but a dispersed network for all to navigate. At the same time, information overload and lack of source hierarchy can lead to a so-called “post-truth” society.
This talk discusses how issues concerning the way we deal with knowledge in the present digital network society have been explored ahead of our time by two of the most internationally acclaimed Italian authors, Italo Calvino and Umberto Eco.
In his novel Invisible Cities (1972), Calvino considered the potential of non-linear narrative and anticipated many of the crucial concepts defining hypertext as we know it. The novel, significantly, is set in Kublai Khan’s palace, Xanadu: in 1967, the computer pioneer Ted Nelson named the first project on hypertext and computer networks ‘Project Xanadu’.
In his novel Foucault’s Pendulum (1988), Eco narrated the story of a computer processing and connecting a high volume of information so as to create a very convincing conspiracy theory leading to the protagonists’ death. In this prescient novel, fake news creates real tragic events and users drown, rather than roam freely, in the network.
Treating these two books as case studies, the talk explores how Italo Calvino and Umberto Eco contributed to shape the concept of network culture and, more broadly, how the intellectual work done upstream by writers often inform our understanding of digital technologies.
Far from the neorealist aesthetics that dominated the debate at the time, these two texts succeed in transfiguring the socio-political theme of industrial alienation into a lyrical and existentialist meditation. Such unconventional and powerful depictions are achieved through the deliberate choice of adopting the point of view of their troubled protagonists: "Memoriale" is the first-person narration of Albino Saluggia and "Il Deserto Rosso"’s images, as Pier Paolo Pasolini noted, should be interpreted as Giuliana’s “free indirect speech.” This lecture aims at analyzing how the stylistic choice of granting the floor to “troubled narrators” has been realized in term of images, rhetorical devices, and theoretical implications in the two works. The intent is to investigate how media specificity determines the features and meaning of the subjective, free person narration when employed in a literary text like "Memoriale" and in a cinematic one such as "Il Deserto Rosso."
EVENT OVERVIEW
While Primo Levi is mainly known for his painstaking and harsh books about his imprisonment in Auschwitz, he also wrote two collections of short stories that can be labelled as science fiction: 'Storie naturali' (1966) and 'Vizio di forma' (1971). A chemist by training, Levi wrote these stories at a time when science fiction was still perceived as unworthy of attention by Italian intellectuals—to the extent that 'Storie naturali' was initially published under a pseudonym. In both books, Levi uses science fiction to investigate the ethical implications of technological progress and probe its hidden and inherent flaws while adopting a tone that was only apparently light. The eerie effect reached by many of these short stories is due to a strong clash: the literary genre was considered superficial and disengaged by the vast majority of Levi’s contemporaries, and yet the writer addresses crucial existential questions in his narrations of clones, intelligent technologies, mutant animals.
By drawing attention to Levi’s contributions in science fiction, this one-day conference aims to contribute to reshaping the scholarly reputation of this genre within Italian Studies and to question Levi’s perception vis-à-vis his position within the hierarchy of genres. This event brings together some of the most renowned scholars who have explored the intersections between his work and science fiction. The speakers will dialogue with early-career researchers and established Levi scholars to foster the debate on this new area of research and explore it from an interdisciplinary perspective.