Papers by Anna Romani
Perspectives in Social Contract Theory, 2018
The primary focus of this paper is the issue of the formation of
the citizen in the Rousseau’s so... more The primary focus of this paper is the issue of the formation of
the citizen in the Rousseau’s social contract theory. To begin with I
examine the anthropological basis of Rousseau’s political ideas. These
are based on the conception of the natural human being. In the state
of nature, human beings are simple, free and solitary. Their spiritual
faculties are not yet developed. With the concept of perfectibility,
Rousseau states that human beings are not fixed to a single model of
development, but that they can adapt to different forms. Following I
provide an analysis of the intentions of Rousseau’s social contract, i.e.
the construction of a free and equal society. According to Rousseau,
the social contract gives rise to a political body whose general will
must be expressed through laws directed towards the common good.
Here the civil freedom of the individual finds its accomplishment. But
the distance between one’s own will and the general will still remain
an open issue, with the risk of invalidating the project of the social
contract. Thirdly, I discuss the civil education of the citizen, which is
an instrument for overcoming the worry of the distance between one’s
own will and the general will. The purpose of this kind of education
is to create a particular will that adjusts itself to the general one
without dissonance. In conclusion I look at the set of problems posited by this kind of education with regard to the extent of freedom in the
Rousseau’s social contract theory.
ISBN 9781565183315
LC record available at https://lccn.loc.gov/2018001948
PHILOSOPHICAL READINGS - The Wisdom of the Ancients. The German-Jewish Revaluation of Ancient Philosophy, 2017
In this paper I will make a comparison between the position of two thinkers of the 20th century o... more In this paper I will make a comparison between the position of two thinkers of the 20th century on a specific issue, that is, the crisis of the modern idea of progress. These two German philosophers of jewish origins were both educated in Weimar Germany, and they both were forced to flee from the Nazi-German persecution. They look at the problems of their present with a critical eye oriented towards the research of their origins and they both find, in a certain retrieval of the ancient thought, a way out from the contradiction of Modernity. In the first part I will show the analysis proposed by Leo Strauss and Karl Löwith of a shared problem: the modern idea of progress. They both give an analytical insight of a concept that, otherwise, could be understood in a generic way. Furthermore, they both refer to the contemporary crisis of this idea and propose different ways to tackle philosophically the problem. In the second part I will articulate their respective critics to the belief in progress through the reference to the ancients. In the first place I will go back to their sources, then I will analyze the different meaning attached to their " antiquity turn ": hermeneuthical radicality on the one hand, sense of limit and measure on the other 1 .
In questo contributo intendo analizzare la scena lirica Pygmalion, Scéne lyrique di Jean-Jacques ... more In questo contributo intendo analizzare la scena lirica Pygmalion, Scéne lyrique di Jean-Jacques Rousseau dal punto di vista della finzione nei suoi molteplici significati. È necessario, in via preliminare, risalire all’etimologia del termine “finzione” per poi vedere l’articolazione del problema posto da questo concetto nel contesto di apparizione dell’opera in esame. Successivamente l’analisi del testo del Pygmalion metterà in luce come in esso siano rappresentati i diversi aspetti di finzione precedentemente analizzati. Mi soffermerò infine su alcune questioni filosofiche sollevate dal testo, che chiamano in causa una prospettiva più generale sul pensiero di Jean-Jacques Rousseau.
Recensione a Chiara Bottici. Imaginal Politics. Images Beyond Imagination and the Imaginary. New ... more Recensione a Chiara Bottici. Imaginal Politics. Images Beyond Imagination and the Imaginary. New York, Columbia University Press, 2014, pp. 272
http://testoesenso.it/article/view/191
Partendo da un breve inquadramento della situazione descritta da Weber con l'espressione "polite... more Partendo da un breve inquadramento della situazione descritta da Weber con l'espressione "politeismo dei valori", intendo discutere le istanze che essa suscita tramite un confronto tra Cassirer e Löwith.
Introduco Cassirer a partire da L'idea di costituzione repubblicana, testo che da un lato è espressione dell'orientamento illuminista dell'autore, dall'altro è interessante come esempio operativo della sua idea di capacità del pensiero (filosofico) di influenzare l'agire politico. Si tratta di un punto estremamente problematico, da leggere nei suoi sviluppi in rapporto ai testi successivi, nei quali emergono il disincanto e l'autocritica del "vecchio marburghese". Tale autocritica di Cassirer va letta secondo due direttive: in primo luogo quella teorica, relativa alla revisione della precedente concezione evolutivo-progressiva delle forme simboliche e delle relative forme di coscienza, sviluppata nella Filosofia delle forme simboliche e messa in crisi dalla constatazione del riemergere di forme mitiche della coscienza. In secondo luogo va analizzata la riflessione sul ruolo e sul concetto della filosofia e del filosofare. Cassirer riafferma la concezione kantiana del ruolo cosmico della filosofia: nell'interpretazione cassireriana, la filosofia deve assumere il ruolo di sentinella dei valori e dei principi morali della società. In tal senso Cassirer riafferma l'influenza del pensiero e della riflessione sull'azione, assegnando un compito e un valore alla pratica filosofica. Uno dei bersagli di questa critica, se non il maggiore, è Heidegger: molta della discussione relativa ai miti politici ha a che fare con le conseguenze politiche dell'Existenzialphilosophie di Essere e tempo.
Due aspetti, tra gli altri, rendono interessante l'accostamento della riflessione di Cassirer a quella di Löwith: da un lato il confronto con Heidegger, obiettivo polemico cruciale per entrambi, con la temporalità come punto centrale della critica; dall'altro l'instaurarsi di un rapporto problematico con il pensiero teologico: laddove la filosofia non è riuscita a riconoscere la crisi prima che fosse troppo tardi, sono stati dei teologi a denunciare le mancanze della riflessione e a portare avanti con le proprie scelte di vita una condotta esemplare e al contempo critica. Passando dunque a Löwith, il problema è duplice: analizzare da un lato i punti cardine del suo confronto con Heidegger, incentrato sulle questioni della temporalità e della decisione, e metterne in luce la portata politica e quella filosofica. In secondo luogo, esplicitare la concezione di filosofia come skepsi e ricerca praticata e teorizzata da Löwith, ponendola in rapporto contrastivo con il pensiero teologizzante di Rosenzweig.
Conference Presentations by Anna Romani
In questo intervento discuto il rapporto tra emancipazione e legami nell'ottica della teoria peda... more In questo intervento discuto il rapporto tra emancipazione e legami nell'ottica della teoria pedagogica di Rousseau esposta nell'Emilio, messo a confronto con il suo seguito incompiuto, Emilio e Sofia o I solitari. La posizione di illuminista anomalo, tipica di Rousseau, emerge in questo contesto con tutta la sua conflittualità concettuale.
Con questo contributo intendo far emergere e problematizzare la nozione di tolleranza che si può ... more Con questo contributo intendo far emergere e problematizzare la nozione di tolleranza che si può ricavare da due testi rousseauviani estremamente importanti, la Profession de foi du vicaire savoyard e il capitolo De la religion civile del Du Contract social.
Speech given at the conference The Wisdom of the Ancients. Jerusalem rediscovers Athens: The Germ... more Speech given at the conference The Wisdom of the Ancients. Jerusalem rediscovers Athens: The German-Jewish Revaluation of Ancient Philosophy, held in Pisa from June 24 to June 26, 2015.
In the first part of this paper I show the analysis proposed by Leo Strauss and Karl Löwith of a shared problem: the modern idea of progress. They both give an analytical insight of a concept that, otherwise, could be understood in a generic way. Furthermore, they both refer to the contemporary crisis of this idea and propose different ways to tackle philosophically the problem.
In the second part I articulate their respective critics to the belief in progress through the reference to the ancients. In the first place I will go back to their sources, then I will analyze the different meaning attached to their “antiquity turn”: hermeneuthical radicality on the one hand, sense of limit and measure on the other.
Presentazione al convegno “Una filosofia della cultura per la crisi”, presso Fondazione Eranos, A... more Presentazione al convegno “Una filosofia della cultura per la crisi”, presso Fondazione Eranos, Ascona,
18-19 giugno 2015
Books by Anna Romani
Narciso o l’amante di se stesso Pigmalione. Scena lirica, 2019
Narciso o l'amante di se stesso (per la prima volta in traduzione italiana) e Pigmalione. Scena l... more Narciso o l'amante di se stesso (per la prima volta in traduzione italiana) e Pigmalione. Scena lirica sono due opere teatrali che mettono in scena due miti di amore e metamorfosi: l'adattamento settecentesco della storia di Narciso, innamorato della propria immagine, e il mito di Pigmalione, innamorato della propria statua. Rousseau porta sul palco, insieme ai personaggi, problemi tipici della sua riflessione: la tensione tra essere e apparire, le patologie dell'amor proprio, l'inganno delle relazioni, l'ambiguità della finzione. I personaggi divengono metafora e figu-ra dei concetti filosofici. Scrittura teatrale e riflessione filosofica si implicano e si illuminano a vicenda per il lettore che voglia decifrare i richiami e i rimandi tra le due.
Questo volume raccoglie alcune riflessioni sul ruolo
della finzione nella letteratura e nella fil... more Questo volume raccoglie alcune riflessioni sul ruolo
della finzione nella letteratura e nella filosofia del
Settecento e del Novecento. La premessa del lavoro
è di non negare aprioristicamente il valore della multiforme
nozione di finzione per il pensiero rigoroso. In tal modo,
in un percorso che si dipana da Vico a Queneau passando
per Diderot, Rousseau, Gide e Valéry, gli autori indagano
diverse esperienze di interazione tra riflessione e finzione,
mettendo in luce l’arricchimento per il pensiero che di volta
in volta ne risulta.
Il lavoro è frutto del laboratorio di filosofia della letteratura
del gruppo Zetesis ed è stato realizzato grazie al contributo
del Consiglio degli Studenti dell’Università di Pisa.
Drafts by Anna Romani
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Papers by Anna Romani
the citizen in the Rousseau’s social contract theory. To begin with I
examine the anthropological basis of Rousseau’s political ideas. These
are based on the conception of the natural human being. In the state
of nature, human beings are simple, free and solitary. Their spiritual
faculties are not yet developed. With the concept of perfectibility,
Rousseau states that human beings are not fixed to a single model of
development, but that they can adapt to different forms. Following I
provide an analysis of the intentions of Rousseau’s social contract, i.e.
the construction of a free and equal society. According to Rousseau,
the social contract gives rise to a political body whose general will
must be expressed through laws directed towards the common good.
Here the civil freedom of the individual finds its accomplishment. But
the distance between one’s own will and the general will still remain
an open issue, with the risk of invalidating the project of the social
contract. Thirdly, I discuss the civil education of the citizen, which is
an instrument for overcoming the worry of the distance between one’s
own will and the general will. The purpose of this kind of education
is to create a particular will that adjusts itself to the general one
without dissonance. In conclusion I look at the set of problems posited by this kind of education with regard to the extent of freedom in the
Rousseau’s social contract theory.
ISBN 9781565183315
LC record available at https://lccn.loc.gov/2018001948
http://testoesenso.it/article/view/191
Introduco Cassirer a partire da L'idea di costituzione repubblicana, testo che da un lato è espressione dell'orientamento illuminista dell'autore, dall'altro è interessante come esempio operativo della sua idea di capacità del pensiero (filosofico) di influenzare l'agire politico. Si tratta di un punto estremamente problematico, da leggere nei suoi sviluppi in rapporto ai testi successivi, nei quali emergono il disincanto e l'autocritica del "vecchio marburghese". Tale autocritica di Cassirer va letta secondo due direttive: in primo luogo quella teorica, relativa alla revisione della precedente concezione evolutivo-progressiva delle forme simboliche e delle relative forme di coscienza, sviluppata nella Filosofia delle forme simboliche e messa in crisi dalla constatazione del riemergere di forme mitiche della coscienza. In secondo luogo va analizzata la riflessione sul ruolo e sul concetto della filosofia e del filosofare. Cassirer riafferma la concezione kantiana del ruolo cosmico della filosofia: nell'interpretazione cassireriana, la filosofia deve assumere il ruolo di sentinella dei valori e dei principi morali della società. In tal senso Cassirer riafferma l'influenza del pensiero e della riflessione sull'azione, assegnando un compito e un valore alla pratica filosofica. Uno dei bersagli di questa critica, se non il maggiore, è Heidegger: molta della discussione relativa ai miti politici ha a che fare con le conseguenze politiche dell'Existenzialphilosophie di Essere e tempo.
Due aspetti, tra gli altri, rendono interessante l'accostamento della riflessione di Cassirer a quella di Löwith: da un lato il confronto con Heidegger, obiettivo polemico cruciale per entrambi, con la temporalità come punto centrale della critica; dall'altro l'instaurarsi di un rapporto problematico con il pensiero teologico: laddove la filosofia non è riuscita a riconoscere la crisi prima che fosse troppo tardi, sono stati dei teologi a denunciare le mancanze della riflessione e a portare avanti con le proprie scelte di vita una condotta esemplare e al contempo critica. Passando dunque a Löwith, il problema è duplice: analizzare da un lato i punti cardine del suo confronto con Heidegger, incentrato sulle questioni della temporalità e della decisione, e metterne in luce la portata politica e quella filosofica. In secondo luogo, esplicitare la concezione di filosofia come skepsi e ricerca praticata e teorizzata da Löwith, ponendola in rapporto contrastivo con il pensiero teologizzante di Rosenzweig.
Conference Presentations by Anna Romani
In the first part of this paper I show the analysis proposed by Leo Strauss and Karl Löwith of a shared problem: the modern idea of progress. They both give an analytical insight of a concept that, otherwise, could be understood in a generic way. Furthermore, they both refer to the contemporary crisis of this idea and propose different ways to tackle philosophically the problem.
In the second part I articulate their respective critics to the belief in progress through the reference to the ancients. In the first place I will go back to their sources, then I will analyze the different meaning attached to their “antiquity turn”: hermeneuthical radicality on the one hand, sense of limit and measure on the other.
18-19 giugno 2015
Books by Anna Romani
della finzione nella letteratura e nella filosofia del
Settecento e del Novecento. La premessa del lavoro
è di non negare aprioristicamente il valore della multiforme
nozione di finzione per il pensiero rigoroso. In tal modo,
in un percorso che si dipana da Vico a Queneau passando
per Diderot, Rousseau, Gide e Valéry, gli autori indagano
diverse esperienze di interazione tra riflessione e finzione,
mettendo in luce l’arricchimento per il pensiero che di volta
in volta ne risulta.
Il lavoro è frutto del laboratorio di filosofia della letteratura
del gruppo Zetesis ed è stato realizzato grazie al contributo
del Consiglio degli Studenti dell’Università di Pisa.
Drafts by Anna Romani
the citizen in the Rousseau’s social contract theory. To begin with I
examine the anthropological basis of Rousseau’s political ideas. These
are based on the conception of the natural human being. In the state
of nature, human beings are simple, free and solitary. Their spiritual
faculties are not yet developed. With the concept of perfectibility,
Rousseau states that human beings are not fixed to a single model of
development, but that they can adapt to different forms. Following I
provide an analysis of the intentions of Rousseau’s social contract, i.e.
the construction of a free and equal society. According to Rousseau,
the social contract gives rise to a political body whose general will
must be expressed through laws directed towards the common good.
Here the civil freedom of the individual finds its accomplishment. But
the distance between one’s own will and the general will still remain
an open issue, with the risk of invalidating the project of the social
contract. Thirdly, I discuss the civil education of the citizen, which is
an instrument for overcoming the worry of the distance between one’s
own will and the general will. The purpose of this kind of education
is to create a particular will that adjusts itself to the general one
without dissonance. In conclusion I look at the set of problems posited by this kind of education with regard to the extent of freedom in the
Rousseau’s social contract theory.
ISBN 9781565183315
LC record available at https://lccn.loc.gov/2018001948
http://testoesenso.it/article/view/191
Introduco Cassirer a partire da L'idea di costituzione repubblicana, testo che da un lato è espressione dell'orientamento illuminista dell'autore, dall'altro è interessante come esempio operativo della sua idea di capacità del pensiero (filosofico) di influenzare l'agire politico. Si tratta di un punto estremamente problematico, da leggere nei suoi sviluppi in rapporto ai testi successivi, nei quali emergono il disincanto e l'autocritica del "vecchio marburghese". Tale autocritica di Cassirer va letta secondo due direttive: in primo luogo quella teorica, relativa alla revisione della precedente concezione evolutivo-progressiva delle forme simboliche e delle relative forme di coscienza, sviluppata nella Filosofia delle forme simboliche e messa in crisi dalla constatazione del riemergere di forme mitiche della coscienza. In secondo luogo va analizzata la riflessione sul ruolo e sul concetto della filosofia e del filosofare. Cassirer riafferma la concezione kantiana del ruolo cosmico della filosofia: nell'interpretazione cassireriana, la filosofia deve assumere il ruolo di sentinella dei valori e dei principi morali della società. In tal senso Cassirer riafferma l'influenza del pensiero e della riflessione sull'azione, assegnando un compito e un valore alla pratica filosofica. Uno dei bersagli di questa critica, se non il maggiore, è Heidegger: molta della discussione relativa ai miti politici ha a che fare con le conseguenze politiche dell'Existenzialphilosophie di Essere e tempo.
Due aspetti, tra gli altri, rendono interessante l'accostamento della riflessione di Cassirer a quella di Löwith: da un lato il confronto con Heidegger, obiettivo polemico cruciale per entrambi, con la temporalità come punto centrale della critica; dall'altro l'instaurarsi di un rapporto problematico con il pensiero teologico: laddove la filosofia non è riuscita a riconoscere la crisi prima che fosse troppo tardi, sono stati dei teologi a denunciare le mancanze della riflessione e a portare avanti con le proprie scelte di vita una condotta esemplare e al contempo critica. Passando dunque a Löwith, il problema è duplice: analizzare da un lato i punti cardine del suo confronto con Heidegger, incentrato sulle questioni della temporalità e della decisione, e metterne in luce la portata politica e quella filosofica. In secondo luogo, esplicitare la concezione di filosofia come skepsi e ricerca praticata e teorizzata da Löwith, ponendola in rapporto contrastivo con il pensiero teologizzante di Rosenzweig.
In the first part of this paper I show the analysis proposed by Leo Strauss and Karl Löwith of a shared problem: the modern idea of progress. They both give an analytical insight of a concept that, otherwise, could be understood in a generic way. Furthermore, they both refer to the contemporary crisis of this idea and propose different ways to tackle philosophically the problem.
In the second part I articulate their respective critics to the belief in progress through the reference to the ancients. In the first place I will go back to their sources, then I will analyze the different meaning attached to their “antiquity turn”: hermeneuthical radicality on the one hand, sense of limit and measure on the other.
18-19 giugno 2015
della finzione nella letteratura e nella filosofia del
Settecento e del Novecento. La premessa del lavoro
è di non negare aprioristicamente il valore della multiforme
nozione di finzione per il pensiero rigoroso. In tal modo,
in un percorso che si dipana da Vico a Queneau passando
per Diderot, Rousseau, Gide e Valéry, gli autori indagano
diverse esperienze di interazione tra riflessione e finzione,
mettendo in luce l’arricchimento per il pensiero che di volta
in volta ne risulta.
Il lavoro è frutto del laboratorio di filosofia della letteratura
del gruppo Zetesis ed è stato realizzato grazie al contributo
del Consiglio degli Studenti dell’Università di Pisa.