Papers by Antonio Ciaralli
Carta canta. Atti della giornata di studio Pavia, 28 maggio 28 2019, a cura di Marco D'Agostino e Pier Luigi Mulas, 2019
Some general notes on the texts and their transmission and especially on the palaeographic dating... more Some general notes on the texts and their transmission and especially on the palaeographic dating of the manuscript fragments.
Agli inizi della storiografia medievistica in Italia, 2020
La pubblicazione del volume è stata finanziata con fondi del programma di ricerca PRIN 2010-2011 ... more La pubblicazione del volume è stata finanziata con fondi del programma di ricerca PRIN 2010-2011 "Concetti, pratiche e istituzioni di una disciplina: la medievistica del Mezzogiorno e della Sicilia nei secoli XIX e XX", coordinato dal prof.
Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria, 2022
Analisi grafica dei presunti abbozzi de L'Infinito di Giacomo Leopardi pubblicati da padre Cozza ... more Analisi grafica dei presunti abbozzi de L'Infinito di Giacomo Leopardi pubblicati da padre Cozza Luzi nel 1898. Il lavoro dialoga con P. Stoppelli, Riaffiorano gli abbozzi de L’infinito Sono davvero dei falsi? pubblicato nel fasc. 6 (2021) di questa medesima rivista. Resta tutta da fare la storia delle falsificazioni leopardiane sotto il profilo grafico.
Artikel The Corpus Iuris Civilis in the Middle Ages: A case study in historiography and medieval ... more Artikel The Corpus Iuris Civilis in the Middle Ages: A case study in historiography and medieval history Radding, Charles M.; Ciaralli, Antonio in: Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte / Romanistische Abteilung | Zeitschrift de... 37 Seite(n) ([274] -310)
Harry DONDORP, Jan HALLEBEEK, Tammo WALLINGA, Laurens WINKEL (eds): Ius Romanum - Ius Commune - Ius Hodiernum. Studies in honour of Eltjo J.H. Schrage on the occasion of his 65th birthday. Amsterdam & Aalen: Scientia Verlag, 2010
Analysis of a very early manuscript of Codex Justinianus (epitomised), originating from Central I... more Analysis of a very early manuscript of Codex Justinianus (epitomised), originating from Central Italy, second half of the 11th century - kept in Beinecke Library, Yale University.
Alla generosità del Centro di studi filologici e linguistici siciliani debbo la possibilità di un... more Alla generosità del Centro di studi filologici e linguistici siciliani debbo la possibilità di una ispezione diretta del manoscritto.
Tutti i diritti sono riservati. Questo volume è protetto da copyright. !\essuna parte di questo l... more Tutti i diritti sono riservati. Questo volume è protetto da copyright. !\essuna parte di questo libro può essere riprodotta in ogni forma e con ogni mezzo, inclusa la fotocopia e la copia su supporti magnetico-ottici senza il consenso scritto dei detentori dei diritti. Volume pubblicato con il contributo del Dipartimento "Tempo, spazio, immagine, società" e Finito di stampare nel di dicembre 2011 da Studio Rabbi· Bologna . Cfr., per esempio, doc. n. rr. -relative alla consacrazione di S. Giorgio, un tema che ritorna alle rr. -.
Lezione di apertura dei corsi della scuola di paleografia e archivistica dell'Archivio di stato d... more Lezione di apertura dei corsi della scuola di paleografia e archivistica dell'Archivio di stato di Perugia. Anno 2010
Per la migliore riuscita delle pubblicazioni si invitano gli autori ad attenersi, nel predisporre... more Per la migliore riuscita delle pubblicazioni si invitano gli autori ad attenersi, nel predisporre i materiali da consegnare alla Redazione ed alla Casa editrice, alle norme specificate nel volume Fabrizio Serra, Regole editoriali, tipografiche & redazionali, Pisa-Roma, Serra, 20092 (ordini a: fse@libraweb.net). Il capitolo Norme redazionali, estratto dalle Regole, cit., è consultabile Online alla pagina «Pubblicare con noi» di www.libraweb.net.
Edizione elettronica a cura di I. Bonincontro ROMA * Pubblico il testo come è stato letto, solo a... more Edizione elettronica a cura di I. Bonincontro ROMA * Pubblico il testo come è stato letto, solo aggiungendo i riferimenti bibliografici e, fra parentesi quadre, poche altre osservazioni che non potevano trovare spazio nel tempo destinato alla lettura.
L' origine dell''errore' è un interessante esempio di wundtiana eterogenesi dei fini. È famosa l'... more L' origine dell''errore' è un interessante esempio di wundtiana eterogenesi dei fini. È famosa l'ipotesi di Mommsen che postulò l' esistenza per il Digestum Vetus di un testimone perduto, da lui denominato Codex Secundus (S), derivato in parte da F e responsabile, tramite interposto apografo, anch' esso deperdito, di buona parte delle lezioni tramandate dalla più antica tradizione manoscritta medievale. Mommsen è pur chiaro nella sua, non volontaria, indeterminatezza: "item ex errorum qualitate intellegitur codicem eum, ex quo descripti sunt codices uetustissimi digesti Ueteris certe plerique, scriptum fuisse litteris non quadratis, ut scriptum est Florentinus, sed minusculis iisque Langobardicis saeculi decimi uel undecimi." Il codice derivato da S è, dunque, litteris Langobardicis scriptus. Da un certo punto di vista, quindi, sembra non avere torto Radding a scrivere che "subsequent [a Mommsen] scholars have added an error of their own by equating his 'langobardic' script with the Beneventan script of southern Italy, concluding on that basis that S originated in the Beneventan zone." Il riferimento è a Miquel e al suo famoso saggio sugli errori meccanici di copia presenti in F, laddove, senza più esplicita giustificazione, lo studioso scrive: "Die Entdeckung Jaffés, daß die ältesten Vulgathandschriften eine Reihe von Textverderbnissen aufweisen, die sich aus Verlesung eines in beneventanischer Schrift gehaltenen Codex erklären lassen, hat Mommsen nicht dazu benutz, die Schriftgattung des Codex S zu bestimmen." L' azzardo è, per i lettori della Praefatio ai Digesta, evidente; eppure Miquel non aveva del tutto torto a scrivere così. Che Mommsen, infatti, potesse avere presente la distinzione tra forme grafiche caroline e disegno beneventano dei caratteri alfabetici risulta per la descrizione, fornitagli proprio da Philipp Jaffé, del ms. lat. 269 della Staatsbibliothek dottrine paleografiche dall'Umanesimo a Jean Mabillon", in: Studi Medievali, s. 3, 5 (1964), 525-578: specialmente 563-567, e S. Rizzo, Il lessico filologico degli umanisti (Roma 1973), 122-126. 4. Il parere è espresso in J. Miquel, "Mechanische Fehler in der Überlieferung der Digesten", in: ZRG, Rom. Abt. 80 (1963), 231-286: 283, nota 115a. La traduzione ricorrente della frase di Bischoff ("una scrittura prettamente beneventana", così Caprioli e Miquel) non è terminologicamente corretta: l' aggettivo 'typisch' richiede, infatti, di essere reso con 'tipico' , termine che indica, nella terminologia paleografica, un insieme organico e riconoscibile di caratteristiche tale da consentire l'identificazione non discutibile di una tipologia grafica. 5. Mommsen, Digesta, LXIIII e LXVI. 6. Così Ch. M. Radding, "The Vatican Latin 1406, Mommsen's Ms. S, and the Reception of the Digest in the Middle Ages", in: ZRG, Rom. Abt. 110 (1993), 501-551: 513; si veda ora Ch. M. Radding -A. Ciaralli, The Corpus Iuris Civilis in the Middle Ages. Manuscripts and Transmission from the Sixth Century to the Juristic Revival (Leiden, Boston 2007), 175-177. 7. Miquel (nota 4), 276-284.
Il documento qui riedito, già noto in quanto pubblicato dapprima dal Tiraboschi ( 1 ) e poi dal P... more Il documento qui riedito, già noto in quanto pubblicato dapprima dal Tiraboschi ( 1 ) e poi dal Porro Lambertenghi ( 2 ), tramanda un livello concesso dal monaco Ammemperto, a nome del monastero di S. Silvestro di Nonantola ( 3 ), a Urseberto di Canionico, località posta entro i confini del comitato di Lodi. La cessione riguarda una cospicua porzione di beni -comprensiva di case, chiusure, terreni vitati, seminativi e pascolivi -ubicata in quella medesima località, con gli obblighi consueti di risedervi, di lavorare e migliorare le terre affidate.
Nell'ottobre del 1090, i preti Domenico e Gandulfo, abbracciando la vita comune, decisero di abit... more Nell'ottobre del 1090, i preti Domenico e Gandulfo, abbracciando la vita comune, decisero di abitare la chiesa di S. Lorenzo di Sezano, una dipendenza in Val Pantena del ricco monastero di S. Maria in Organo di Verona. Trasferendosi nella nuova dimora, giudicarono opportuno dotare quell'istituzione con alcuni loro beni immobili affinché servissero a quanti in futuro, «de sacerdotes in sacerdotes usque in perpetuum», si fossero trovati a vivere nella chiesa. Si unì a loro il chierico Peregrino che contribuì versando cento soldi di denari veronesi; a redigere la relativa carta donationis i tre chiamarono Amelgauso, notaio attivo a Verona e nel suo territorio. Anche Uberto, abitante fuori Porta Organa e vicino alla chiesa di S. Giovanni in Valle, nell'agosto del 1102, vendendo a Persenaldo e a Liuzo, cognati, una terra coltivata a vite nella valle Proturiensis ( 2 ), ricorse ad Amelgauso e sempre all'opera di questo notaio si deve la carta vendicionis con la quale nel giugno del 1109 Domenico e Zeno, rispettivamente padre e figlio, vendettero a Giovanni prete e monaco del monastero di S. Salvar in Corte Regia un loro seminativo nella valle Provinianensis, parte dell'attuale Valpolicella ( 3 ). Le tre chartae ora ricordate presentano tutte una caratteristica peculiare che non mancò, oltre settanta anni or sono, di attirare l'attenzione di Guiscardo Moschetti, storico del diritto d'origine veronese, all'epoca giovane assistente di Nino Tamassia ( 4 ).
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Papers by Antonio Ciaralli
MADDALENA SIGNORINI, Chi e perché: la rivoluzione paleografica
di Armando Petrucci
PASQUALE ORSINI, Dagli alberi alla foresta: uno sguardo archivistico alla storia della cultura scritta
ANDREA DE PASQUALE, Petrucci e la storia del libro
VITTORIO FORMENTIN, Il contributo di Armando Petrucci agli studi italianistici
ERMINIA IRACE, Scrittura e società: l’età moderna
I'm pleased to announce the publication of a volume collecting Armando Petrucci's articles dealing with the manuscripts, texts, and authors of Italian literature.
Comunista per tutta la vita, ha inteso l’attività di ricerca, il lavoro universitario, l’impegno culturale e sociale come momenti congiunti di responsabilità politica. Questo libro documenta una parte della sua operosità, quella affidata a quotidiani (soprattutto «il Manifesto») e riviste. Sono interventi non accademici e perciò espressioni libere della sua militanza civile. A quelli pubblicati si aggiungono alcune interviste e un “quasi inedito” (o “pressappoco edito”), meritevole – nella prospettiva di questa raccolta – di più ampia diffusione.
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È finalmente ripubblicato il libro più bello e innovativo di Armando Petrucci. La nuova edizione si avvale di una premessa di Nicolas Barker, di correzioni dell'autore, di un rinnovato apparato di immagini e di un nuovo formato. Ne leggi un estratto al link che rinvia al sito dell'editore.
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The most innovative book by Armando Petrucci has finally been republished. A preface by Nicolas Barker introduces the new edition, that takes advantage of the author's corrections, exhibits a renewed images set and a new book look. You can read an extract at the link to the publisher's website.
Il gruppo Scritture '500 è un gruppo informale nato nel febbraio del 2023 e composto da studiose e studiosi che, con diversi obiettivi e differenti competenze, si sono trovati a lavorare su manoscritti di epoca moderna, in particolare del secolo XVI. Nei periodici incontri tenutisi in quest’ultimo anno, il gruppo si è soffermato su questioni di metodo e ha lavorato su specifici casi di studio: da questo continuo scambio è nata l’idea del convegno.
Aperto a proposte e discussioni, infatti, il convegno si pone l’obiettivo di elaborare una metodologia condivisa per lo studio di un materiale che si presenta particolarmente complesso.
La scrittura dell’età moderna, in termini paleografici, è ancora in larga parte una terra incognita. Nell’inesauribile materiale che si offre allo studio coesistono scritture di professionisti, inizialmente preponderanti, ed una massa man mano crescente di carte prodotte da scriventi occasionali. Dalla metà del ’400 la diffusione della stampa ha profondamente modificato il rapporto tra scritture librarie e documentarie, tra modelli posati e corsivi, formali e informali. Si vanno sviluppando, inoltre, tipologie grafiche proprie di singole nazioni, ma improprie alla comunicazione internazionale; si apre così una fase della storia della scrittura che si potrebbe definire «la seconda età del particolarismo grafico». La comunicazione internazionale invece associa alla lingua latina l’uso di scritture umanistiche e italiche.
Dai primi decenni del ’500 la pubblicazione di libri destinati a fornire modelli per la scrittura a mano apre una nuova stagione pedagogica caratterizzata tra l’altro dalla diffusione a largo raggio di determinate tipologie grafiche, e quindi dalla possibilità per singoli maestri di esercitare un’influenza diretta sull’evoluzione della scrittura comune.
L’esistenza di matrici formali (calligrafiche?) di larga diffusione, diversamente dalle scritture “normali” costruite come riferimenti ideali dalla paleografia medievale, offre la possibilità di confrontare la potenzialmente infinita varietà dell’uso con gli specifici modelli di apprendimento, in modo da capire in che misura questi siano interpretati, modificati, ibridati da singoli scriventi, di diversa competenza grafica e in differenti situazioni. I trattati di scrittura sono ricchi di precisazioni tecniche, lessicali e funzionali, tutte da sfruttare.
In particolare si pone la questione delle possibili interferenze, nella produzione grafica dei meno esperti, tra modelli di scrittura a mano e modelli tipografici, o più genericamente tra modelli documentari o epistolari e modelli librari, noti attraverso l’apprendimento e la pratica della lettura.
Il confronto con la stampa porta ad altre considerazioni circa l’influenza sulle modalità di impaginazione e la circolazione di testi manoscritti in alternativa alla stampa.
Il Convegno si propone di estendere oltre il Medioevo lo studio e la discussione delle questioni teoriche, formali, sociali e tecniche proprie della paleografia. Si auspicano proposte che, in base a singoli manoscritti o a più ampi corpora, contribuiscano a definire metodologie di analisi, descrizione e interpretazione storica della scrittura moderna.
Tra i temi suggeriti
– Modelli e pratiche, tra canoni, variazioni e ibridazioni
– Scriventi di professione e occasionali
– Autografia e scrittura delegata
– Scrittura a mano e scrittura a stampa
– Scritture librarie e documentarie
– La materialità della scrittura
https://www.viella.it/download/6801/7235aaf373fa/eredita-armando-petrucci.pdf