Stefano Mavilio
Stefano Mavilio, Roma 1957. Iscritto all’Ordine degli architetti di Roma e provincia dal 1990. Cultore della Materia per le discipline storiche dal 1990 (ICAR 18); a far data dall’AA 1999/2000 è stato professore a contratto per le seguenti discipline: Caratteri tipologici e morfologici dell’architettura (ICAR 18), Composizione e Progettazione architettonica (ICAR 14), Arredamento (ICAR 16). Attualmente è professore a contratto presso la Facoltà di architettura Valle Giulia - Sapienza Roma, dove tiene il corso di Progettazione dello spazio per la liturgia (Design for sacred space) ed è supplente al corso di Storia e fondamenti di Architettura e Arte sacra.
Nel 2000, per conto della CEI-Conferenza Episcopale Italiana, organizza il primo Master in Progettazione di Chiese, di cui è dapprima Segretario didattico, quindi membro del Consiglio Didattico Scientifico e docente; infine Coordinatore Didattico e Scientifico. Ha collaborato con diversi uffici della CEI fra i quali si segnalano: Ufficio BB. CC.; Ufficio Edilizia di Culto; CUC - Centro Universitario Cattolico. Ha collaborato inoltre con il Pontificio Consiglio per la Cultura.
Nel 2005, per i tipi della Electa, ha pubblicato la Guida all’architettura sacra di Roma 1945-2005; nel 2014 per le edizioni Nuova Phromos di Perugia ha pubblicato L'architettura è una scala - la scala di Giacobbe dell'architettura; nel 2022 per Amazon, ha pubblicato il Manuale per giovani architetti. Ha organizzato il progetto editoriale e redatto le schede progetti del volume Chiese della periferia romana 2000-2013 -Electa 2013- curato da M. Petreschi e N. Valentin.
Socio fondatore e partner dello Studio Romano (oggi In-Area Strategic Design) dal 1981 al 1990; ha lavorato in studio con G. Todisco dal 1991 al 1992; socio fondatore e Amministratore Delegato della Concept Design S.r.l. con F. Toldonato, C. Ciborra e A. Romano dal 1992 al 1995: socio fondatore e partner degli Amazing Archimatt Team con G. Appetecchi, D. Barletti, L. Bruckmann, M. Crivellari, G. Gentili, F. Gasque Velte, G. Sanguigni dal 1997 al 2001; socio fondatore di Arx Group dal 2003 al 2005; è stato partner del T-Studio dal 2000 al 2005 (con il quale ha ripreso la collaborazione dal 2013).
Tra le realizzazioni si segnalano: la nuova aula liturgica detta Sala della Pace nel complesso monumentale di S. Rita a Cascia, ultimata nella primavera del 2009; il complesso parrocchiale di S. Bernardino Realino a Lecce in collaborazione con D. Boscia, inaugurato nell'aprile del 2013; il complesso parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo all’Olgiata Cerqueta – Roma, inaugurato nel settembre 2014 e la ristrutturazione della chiesa di S. Monica, presso la curia Agostiniana, Roma, completata 2022. Ha partecipato alla IV serie del concorso Pilota bandito dalla CEI in forma diretta e come consulente alle successive V e VI serie.
Nel 2000, per conto della CEI-Conferenza Episcopale Italiana, organizza il primo Master in Progettazione di Chiese, di cui è dapprima Segretario didattico, quindi membro del Consiglio Didattico Scientifico e docente; infine Coordinatore Didattico e Scientifico. Ha collaborato con diversi uffici della CEI fra i quali si segnalano: Ufficio BB. CC.; Ufficio Edilizia di Culto; CUC - Centro Universitario Cattolico. Ha collaborato inoltre con il Pontificio Consiglio per la Cultura.
Nel 2005, per i tipi della Electa, ha pubblicato la Guida all’architettura sacra di Roma 1945-2005; nel 2014 per le edizioni Nuova Phromos di Perugia ha pubblicato L'architettura è una scala - la scala di Giacobbe dell'architettura; nel 2022 per Amazon, ha pubblicato il Manuale per giovani architetti. Ha organizzato il progetto editoriale e redatto le schede progetti del volume Chiese della periferia romana 2000-2013 -Electa 2013- curato da M. Petreschi e N. Valentin.
Socio fondatore e partner dello Studio Romano (oggi In-Area Strategic Design) dal 1981 al 1990; ha lavorato in studio con G. Todisco dal 1991 al 1992; socio fondatore e Amministratore Delegato della Concept Design S.r.l. con F. Toldonato, C. Ciborra e A. Romano dal 1992 al 1995: socio fondatore e partner degli Amazing Archimatt Team con G. Appetecchi, D. Barletti, L. Bruckmann, M. Crivellari, G. Gentili, F. Gasque Velte, G. Sanguigni dal 1997 al 2001; socio fondatore di Arx Group dal 2003 al 2005; è stato partner del T-Studio dal 2000 al 2005 (con il quale ha ripreso la collaborazione dal 2013).
Tra le realizzazioni si segnalano: la nuova aula liturgica detta Sala della Pace nel complesso monumentale di S. Rita a Cascia, ultimata nella primavera del 2009; il complesso parrocchiale di S. Bernardino Realino a Lecce in collaborazione con D. Boscia, inaugurato nell'aprile del 2013; il complesso parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo all’Olgiata Cerqueta – Roma, inaugurato nel settembre 2014 e la ristrutturazione della chiesa di S. Monica, presso la curia Agostiniana, Roma, completata 2022. Ha partecipato alla IV serie del concorso Pilota bandito dalla CEI in forma diretta e come consulente alle successive V e VI serie.
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Papers by Stefano Mavilio
che ogni oggetto artefatto, ogni costruzione, ogni paesaggio,
non è mai identico a se stesso,
presentando tante anime quante sono le sue "edizioni"
ciascuna avente vita propria.
Considerare gli artefatti quali ipertesti
composti delle diverse edizioni degli oggetti stessi
che negli ipertesti si manifestano,
significa identificare una vera e propria
Editoria degli oggetti
con una sua epistemologia e con le sue regole.
si narra la vita romanzata di un famoso Maestro del '900
a proposito del quale, fra agiografia e disprezzo,
si sono sprecati fiumi di inchiostro.
In particolare si narra la vicenda dei suoi amori veri o presunti
vere e proprie Margherite, che gli colorarono la vita,
vita che io immagino spesso troppo grigia
come gli abiti doppio petto che soleva indossare.
Per motivi di leggerezza, al testo sono state evitate le note.
ad un livello più alto e secondo una prospettiva più ampia.
che ogni oggetto artefatto, ogni costruzione, ogni paesaggio,
non è mai identico a se stesso,
presentando tante anime quante sono le sue "edizioni"
ciascuna avente vita propria.
Considerare gli artefatti quali ipertesti
composti delle diverse edizioni degli oggetti stessi
che negli ipertesti si manifestano,
significa identificare una vera e propria
Editoria degli oggetti
con una sua epistemologia e con le sue regole.
si narra la vita romanzata di un famoso Maestro del '900
a proposito del quale, fra agiografia e disprezzo,
si sono sprecati fiumi di inchiostro.
In particolare si narra la vicenda dei suoi amori veri o presunti
vere e proprie Margherite, che gli colorarono la vita,
vita che io immagino spesso troppo grigia
come gli abiti doppio petto che soleva indossare.
Per motivi di leggerezza, al testo sono state evitate le note.
ad un livello più alto e secondo una prospettiva più ampia.
non esiste progetto che non sia simbolico. Tutto il resto è culto della personalità, moda, fiction, insulsaggine.
Un ringraziamento particolare va all'amico Bilancioni, Maestro di architettura tradizionale.
Qui, in breve sintesi, con il corredo di alcuni brani di Eliade e Guenon, si propone l’argomento per un pubblico diverso: studenti universitari. Molti brani sono stati stralciati, perché non necessari alla pubblicazione, giacché le necessità didattiche differiscono da quelle di una lettura. Il senso dello scritto risiede nell’idea che l’Architettura -in quanto cosmogonia per eccellenza- sia lo strumento principe per riunire il Cielo e la Terra. Questo per insegnare agli studenti che un progetto di architettura non può procedere dal singolo edificio al piano, bensì dal piano al dettaglio. La lezione procedeva poi con l’esplicitazione di alcune tecniche progettuali consistenti nell’elaborazione di un’immagine -che sia sognata o che sia semplicemente “trouvé”- immagine che come nel sacrificio di Mastro Manole, “conferisca un’anima al progetto”, e così facendo lo vivifichi.
Qui, in breve sintesi, con il corredo di alcuni brani di Eliade e Guenon, si propone l’argomento per un pubblico diverso: studenti universitari. Molti brani sono stati stralciati, perché non necessari alla pubblicazione, giacché le necessità didattiche differiscono da quelle di una lettura. Il senso dello scritto risiede nell’idea che l’Architettura -in quanto cosmogonia per eccellenza- sia lo strumento principe per riunire il Cielo e la Terra. Questo per insegnare agli studenti che un progetto di architettura non può procedere dal singolo edificio al piano, bensì dal piano al dettaglio. La lezione procedeva poi con l’esplicitazione di alcune tecniche progettuali consistenti nell’elaborazione di un’immagine -che sia sognata o che sia semplicemente “trouvé”- immagine che come nel sacrificio di Mastro Manole, “conferisca un’anima al progetto”, e così facendo lo vivifichi.
perché troppo brevi, oppure perché non riconducibili chiaramente ad uno dei miei filoni di ricerca abituali.
Rileggendoli, però, mi capita talvolta di trovare delle perle rare e senza presunzione me ne compiaccio.
Pubblicando questi “Scritti brevi” cerco di rendere loro la dignità che ad oggi non hanno avuto, relegati sul fondo del mio disco rigido. Sono presentati in puro ordine alfabetico. Prosit. Stefano Mavilio, febbraio 2019
Mi propongo di dimostrare che le dimore non sono case.