Papers by Angelo Tonnellato
CRITICA SOCIALE , 1919
Segnalo un articolo di Giacomo Matteotti, Spunti universitari, in «Critica sociale» XXIX (1919), ... more Segnalo un articolo di Giacomo Matteotti, Spunti universitari, in «Critica sociale» XXIX (1919), n. 11 (1-15 giugno), pp. 138-139, abbastanza sconosciuto e poco discusso. Si compone di quattro paragrafi: Lo squilibrio della cultura italiana – Troppi avvocati – Troppe Università – L’Università di Trieste. Osservo che il titolo del secondo capitoletto, Troppi avvocati, è lo stesso, al netto del punto esclamativo, del celebre pamphlet postvociano di Piero Calamandrei, Troppi avvocati!, Firenze 1921. Calamandrei non cita Matteotti, certamente perché non ne conosceva l’articolo, non meno polemico del suo saggio, al quale tuttavia sarebbe stato funzionale per “oggettiva connessione”. Matteotti verbalizza una polemica che correva da tempo tra addetti ai lavori e politici, ancorché per cautelate ufficiose e, spesso, anche alquanto ipogeiche. Da tenersi comunque in evidenza da chi, anche incidentalmente, volesse ripercorrere quelle lontane vicende – che pertengono ormai all’illud tempus di un mondo lontano e per certi versi anche premoderno – in appropriata sede storiografica e non più polemica.
Il Ponte, LXVIII, 2012, n. 7, pp. 96-104, 2012
Il Ponte, 2019
Discussion of two monographic issues that "Venetica", a Journal of Contemporary History, dedicate... more Discussion of two monographic issues that "Venetica", a Journal of Contemporary History, dedicated 150 years of the union of Veneto to Italy.
Il Ponte, 2019
Recensione di Novello Papafava, Fissazioni liberali [1924], a cura di Valeria Mogavero, Edizioni ... more Recensione di Novello Papafava, Fissazioni liberali [1924], a cura di Valeria Mogavero, Edizioni di storia e letteratura, Roma 2019 e della postfazione della stessa Mogavero, Le fissazioni liberali di Novello Papafava: la libertà, la Costituzione e la patria
IL PONTE, 2019
Note sul 150.mo anniversario dell'unione del Veneto all'Italia
ANTOLOGIA VIEUSSEUX, 2018
Per un paradosso non del tutto inspiegabile a me tocca di dire qualcosa intorno a ciò che nella r... more Per un paradosso non del tutto inspiegabile a me tocca di dire qualcosa intorno a ciò che nella raccolta di scritti di Francesco Papafava per il cui operoso e militante ricordo siamo stati qui discretamente convenuti da Giovanna Dolcetti -non c'è, in quanto trama esplicita, pur annidandosi nelle interlinee di tutte le pagine, come una movenza che a tutto imprime una tacita e quasi naturale vocazione, o come una filigrana che più o meno facilmente si può scorgere guardandole in controluce. Mi riferisco al rapporto da Francesco intrattenuto o 'sentito' o praticato, e come e quando e perché, con la storia della sua famiglia. Una storia lunga mille anni, ma a lui non tutta e integralmente e allo stesso modo presente. Non certo per mancata o difettiva conoscenza, ma perché, sulla linea della crociana contemporaneizzazione del passato, non tutta disposta sull'asse dei suoi interessi, fossero essi di condivisione o conflitto, ma sempre e naturaliter sostanziati da un filo di sutura eminentemente etico-politico.
Che sia destinato a essere sostituito dal serraglio politico-istituzionale ideato dal tandem Bosc... more Che sia destinato a essere sostituito dal serraglio politico-istituzionale ideato dal tandem Boschi-Renzi o, come a questo punto sarebbe forse più giusto e sensato, da una stanza vuota, il Senato della Repubblica, evidentemente in preda a un vero e proprio cupio dissolvi, ha deciso di auto-sciogliersi e di dichiararsi, più o meno, un "morto che parla". E tanto per disonorarsi definitivamente, e disperdere le sue stesse ceneri, ha approfittato della discussione della norma, già passata alla Camera, che avrebbe lasciato spazio all'«istanza di parte» (discendenti, eredi, ecc.) per la restituzione dell'«onore militare e [del]la dignità di vittime della guerra a quanti furono passati per le armi, addirittura senza processo, facendo anche ricorso alla intollerabile pratica della decimazione o per esecuzione immediata e diretta da parte dei superiori». Un atto riparatorio della memoria di centinaia di soldati praticamente assassinati dai loro superiori.
Finalmente, l'attesa e sollecitata edizione integrale del Diario di Calamandrei arriva in libreri... more Finalmente, l'attesa e sollecitata edizione integrale del Diario di Calamandrei arriva in libreria. Va dato merito a Tommaso Codignola, in continuità, non solo editoriale, ma etica e civile, con la comunità calamandreiana dei suoi «maggiori» -il bisnonno Ernesto, il nonno Tristano, il padre Federico -di aver degnamente corrisposto a una sollecitazione di lunga data della cultura italiana. Queste le coordinate del libro: Piero Calamandrei, Diario 1939-1945, introduzione di Mario Isnenghi, 2 voll., Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2015. Prezzo dei due volumi euro 56.00, che si possono ordinare anche sul sito dell'editore a euro 47.60. L'edizione del 1982, come si sa, fu realizzata con alcuni omissis, dettati dalla cautela verso persone, allora ancora in vita, e dal desiderio di Franco Calamandrei di attutire qualche punta particolarmente acre dei numerosi «paragrafi dello scontento» compilati su di lui dal padre. Notazioni che erano il riflesso e la proiezione d'un dissidio che, emerso fin dal 1937-38, era venuto dilatandosi, negli anni successivi, su latitudini non solo politiche, come uno sciame sismico di cui il (troppo) sensibile e fibrillante sismografo paterno era venuto registrando tutte le evoluzioni e impennate. Non poche volte, peraltro, esacerbando e irrigidendo i contrasti sotto l'effetto di una solitudine che lo conduceva, da un lato, a far fibrillare le sue scontentezze fino ai limiti di una quasi vendicativa insofferenza e, dall'altro, a restringere -come nella sequenza di un precipite -la messa a fuoco dei suoi propri «dintorni» relazionali alle dimensioni e andature di un microcosmo che, apparendogli, appunto, addirittura privo di un condiviso «lessico famigliare», risulta in definitiva affidato al solo codice dei segni -il rimpicciolito e clandestino esperanto dell'opposizione moderata al fascismo -in vigore nel vigilato circuito di una ridottissima pattuglia di persone fidate.
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