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Papers by Eugenia Querci

Apparati, le opere

La correspondencia Zuloaga-Garrett : treinta años de amistad en el emblema del arte / Eugenia Querci

Tra Parigi, Venezia e Roma: Zuloaga, i pittori spagnoli e l'Italia

La tesis doctoral Entre Paris, Venecia y Roma, Zuloaga, los pintores espanoles e Italia se centra... more La tesis doctoral Entre Paris, Venecia y Roma, Zuloaga, los pintores espanoles e Italia se centra en la relacion que Zuloaga mantuvo con Italia a lo largo del periodo comprendido entre 1890 y 1942, fecha esta de su ultima participacion en la Bienal de Venecia. La exposicion veneciana, fundada en 1895, fue el canal a traves del cual el arte de pintores espanoles como Zuloaga, Hermen Anglada Camarasa - al igual que sucedio con Sorolla unos anos antes-, penetro en el gusto y en la cultura visual italianos, generando fenomenos de emulacion y orientando la actitud de la critica hacia el arte espanol. El fenomeno del exito en Italia de Zuloaga y Anglada, y tambien de los hermanos Zubiaurre y de Rusinol, se produce cronologicamente despues y conceptualmente en contra del desbordante fenomeno del fortunysmo. Ese mismo, tambien con difusion internacional, se habia convertido en inmediato sinonimo de arte superficial, sin contenidos, manierista y al servicio del mercado. Por esta razon esta t...

Alma Tadema e la nostalgia dell'antico

Las «ciudades muertas» de Rodenbach a D'Annunzio: un recorrido por la literatura de entresiglos

Roma 1911: il trionfo di Zuloaga, Anglada e dei pittori spagnoli

Storia Dell Arte, 2010

La grande Mostra del Cinquantenario dell’Unita d’Italia che si tenne a Roma nel 1911 in Valle Giu... more La grande Mostra del Cinquantenario dell’Unita d’Italia che si tenne a Roma nel 1911 in Valle Giulia, segno il trionfo della nuova pittura spagnola rappresentata dal basco Zuloaga e dai catalani Anglada e Serolla, artisti gia noti per aver partecipato sin dai primissimi anni del Novecento alle Biennali veneziane (ma caduti in seguito nell’indifferenza). La loro pittura dai toni aggressivi di un cromatismo rude e vibrante, animata da inediti effetti luministici appare una felice alternativa all’impressionismo ormai indebolito da uno stanco epigonismo. Con il sostegno entusiasta di critici come V. Pica e il prestigio di figure come U. Ojetti e E. Cecchi i tre artisti si impongono con decisione e suscitano una corale ammirazione per aver interpretato l’anima ancestrale della Spagna e fatto convergere l’antico folclore popolare con la grande tradizione classica di Velasquez, El Greco e Goya in un linguaggio libero e vivace.

Mario Morasso e Cesare Laurenti: alcune riflessioni sul Simbolismo e l'"arte nuova

Around 1900, while in Italy the nationalist propaganda and antidemocratic ideas were arising, int... more Around 1900, while in Italy the nationalist propaganda and antidemocratic ideas were arising, intellectuals and men of letters strove for a new role in the society. Among them, the critic and writer Mario Morass, better known for his connection with Futurism, applied a socio-political interpretation to art and reflected on crucial aspects of Liberty and Symbolism that this text examines and analyzes.

Alice Warder Garrett: una ambasciatrice per l'arte

Storia Dell Arte, 2004

Roma 1911: presencia y fortuna crítica del arte español

En 1911, Roma acogio una serie de actos para la conmemoracion del cincuentenario de la Unificacio... more En 1911, Roma acogio una serie de actos para la conmemoracion del cincuentenario de la Unificacion Italiana; entre las exposiciones, destaco la Internacional de Bellas Artes, en Valle Giulia. En este articulo se analiza la presencia del arte espanol en esta muestra, asi como la fortuna critica que los artistas espanoles recibieron de la prensa italiana, que centro sus comentarios en las obras de los mas reconocidos: los pintores Ignacio Zuloaga, Hermenegildo Anglada-Camarasa y Joaquin Sorolla y el escultor Mariano Benlliure.

Achille Vertunni e Mariano Fortuny: Roma tra arte e mercato nella nuova stagione internazionale

La correspondencia Zuloaga-Garrett: Treinta años de amistad en el emblema del arte

Gemito, Morelli, Mancini e il soggiorno a Napoli di Mariano Fortuny Marsal (1874)

Nel 1874 il pittore catalano Mariano Fortuny Marsal (1838-1874), il cui intenso rapporto con l&#3... more Nel 1874 il pittore catalano Mariano Fortuny Marsal (1838-1874), il cui intenso rapporto con l'Italia era iniziato nel 1858 con una borsa di studio per Roma della Diputacion Provincial di Barcellona, trascorre l'estate a Napoli. Gia in amicizia con Domenico Morelli, Fortuny, noto internazionalmente grazie al successo della Vicaria (1870) dipinta tra Roma e Parigi, viene accolto con entusiasmo, destando una forte impressione in giovani artisti come Edoardo Dalbono, Antonio Mancini e Vincenzo Gemito, al quale commissionera il proprio ritratto. Attraverso la rilettura delle fonti e alcuni documenti inediti e stato possibile ricostruire con maggiore esattezza questo fondamentale passaggio e definire meglio i rapporti intercorsi con la comunita artistica partenopea.

Ambasciatrice e mecenate

La pintura en Italia y en Roma en la época de Fortuny y Pradilla

Roma 1911: presencia y fortuna crítica del arte español

Goya Revista De Arte, 2009

Biblioteca de la Universidad Complutense de Madrid, Base de datos de artículos de revistas, ...

Gemito, Morelli, Mancini e il soggiorno a Napoli di Mariano Fortuny Marsal (1874)

Storia Dell Arte, 2012

Roma 1911: il trionfo di Zuloaga, Anglada e dei pittori spagnoli

Storia Dell Arte, 2010

Roma 1911: il trionfo di Zuloaga, Anglada e dei pittori spagnoli

Storia Dell Arte, 2010

Joaquin Sorolla e le esposizioni di Roma e Venezia, 1911-1926: il rapporto con i temi regionalisti

Quaderni della Donazione Eugenio da Venezia, 2014

Il rapporto di Sorolla con la Biennale di Venezia si instaura con tempismo sin dalla prima edizio... more Il rapporto di Sorolla con la Biennale di Venezia si instaura con tempismo sin dalla prima edizione. L'artista si presenta sul catalogo con poche, modeste parole, rivendicando la sua discendenza dalla scuola valenziana. Tuttavia è già chiara la distanza che lo separa dal conterraneo José Benlliure, a cui pure è legato da profonda amicizia, o da José Villegas, figure di riferimento per la direzione della mostra nella sua fase gestazionale e entrambi vincolati, pur nell'individualità delle singole personalità artistiche, al retaggio fortunysta e allo storicismo cronachistico tardo ottocentesco. L'opera presentata da Sorolla nel 1895, Costruttore di battelli, presumibilmente Constructores de barcos del Museo de Bellas Artes de Asturias (Oviedo) mostra già, invece, la sua marca distintiva, la ricerca luminosa coniugata con un soggetto popolare, di vita marinara, inquadrata secondo un efficace taglio fotografico, che conferisce alla scena notevole naturalezza. La relazione di Sorolla con l'Italia era iniziata circa dieci anni prima: nel gennaio del 1885 era giunto a Roma come pensionato della Diputación de Valencia, entrando in contatto con la comunità artistica della capitale e sposandone, per un breve periodo e con scarsa convinzione, i generi pittorici più in voga e remunerativi, come quello neopompeiano. Ne sono esempio Bacante (Puerto Rico, Museo de Arte de Ponce), Mesalina en los brazos del gladiador (Colección Banco Bilbao Vizcaya Argentaria), Bacante en reposo (Valencia, Museo de Bellas Artes). Aveva inoltre stretto un saldo legame con José Benlliure, e la sua pittura coglie inoltre alcuni spunti, nella libertà di tocco con cui affronta il paesaggio, dall'esempio del compaesano Ignacio Pinazo, che lo aveva preceduto in Italia di qualche anno. Tuttavia, alla base della sua fluida scioltezza pittorica è la scoperta di Velázquez, che copia al Museo del Prado a partire dal 1881 e la cui importanza Sorolla rivendicherà più volte nel corso della sua vita. L'artista sentì inoltre l'influsso di Domenico Morelli, che negli anni Ottanta si esprimeva con autorevolezza nel panorama dell'arte nazionale. Certamente attratto dall'aura di grande maestro che accompagnava Morelli, dalla sua tecnica vaporosa e dall'interpretazione innovativa dei temi religiosi, Sorolla aveva deciso di misurarsi con un grande dipinto, El Entierro de Cristo; un dipinto il cui soggetto, pur reso con lirismo e sensibilità, non corrispondeva all'indole del pittore valenziano, che solo nel contatto diretto e immersivo con la natura riusciva a esprimere tutta la forza e la libertà della sua tecnica. Nella sua prima produzione non mancano soggetti costumbristi, allora così diffusi, ma negli anni novanta prende piede, come tema dominante, la vita quotidiana, affrontata in alcuni casi con inflessioni sociali, guardando al naturalismo franco-belga, con un registro cromatico piuttosto spento: ¡Otra Margarita! (1892, Washington, Milfred Lane Kemper Art Museum), Joaquín Sorolla e le esposizioni di Roma e Venezia, 1911-1926.

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Zuloaga e il padiglione spagnolo a Venezia nel 1938: una Biennale di guerra

Quaderni della Donazione Eugenio da Venezia, 2012

La Biennale del 1938 si apriva in un momento storico estremamente delicato per gli equilibri nazi... more La Biennale del 1938 si apriva in un momento storico estremamente delicato per gli equilibri nazionali e mondiali. Nel settembre di quell'anno il governo Mussolini avrebbe promulgato le così dette "leggi razziali", precedute nel 1937 da analoghe, sebbene non identiche, disposizioni razziste indirizzate alle popolazioni indigene delle colonie italiane d'Africa. All'apertura della mostra lagunare è inoltre in pieno svolgimento la guerra civile spagnola nella quale, nonostante il patto europeo di non intervento, sono coinvolte tanto le forze militari fasciste, quanto quelle germaniche (con armamenti, mezzi e uomini), mentre il paese risulta diviso in due: una parte del territorio nord-occidentale è sotto il controllo dei nazionalisti guidati dal governo di Burgos, mentre Madrid, con l'ampia zona che si estendeva dalla capitale verso il mare tra Almeria e Valencia, oltre all'area di Barcellona, erano invece sotto l'egida dei Repubblicani del Fronte popolare sostenuti dalle Brigate internazionali appoggiate dall'Unione Sovietica. L'Italia fascista, diversamente dalla Germania di Hitler, aveva inviato in Spagna anche truppe di terra, il Corpo truppe volontarie, composto da oltre 70.000 uomini, per la maggior parte militari di carriera. Nella celebre battaglia di Guadalajara, nel marzo del 1937, queste forze si erano scontrate -soccombendo -, con i volontari italiani antifascisti del battaglione Garibaldi 1 . Da questo punto di vista, la guerra civile spagnola costituiva una sorta di prova generale per la lotta contro il fascismo italiano e internazionale, come chiariva la nota frase pronunciata in una trasmissione radiofonica da Barcellona, nel novembre del 1936, dal fondatore di Giustizia e Libertà, Carlo Rosselli: Oggi in Spagna, domani in Italia 2 . Del resto, l'intervento italiano e tedesco in Spagna era stato deciso e motivato, attraverso i canali della propaganda, agitando lo spettro del bolscevismo e dell'infiltrarsi dei "rossi" nell'Europa occidentale, sebbene il numero dei rappresentanti del Partito Comunista spagnolo all'interno del Governo repubblicano che aveva vinto le elezioni fosse esiguo e nonostante il carattere assolutamente composito delle stesse Brigate internazionali. La Biennale del 1938 era dunque, a tutti gli effetti, una Biennale di guerra.

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