Vdossier La sfida dell'approfondimento
Vdossier: the challenge of the deepening to innovate volunteering
Knowing is necessary and essential to understand the context and the policy framework for volunteering and Third sector. Vdossier aims at deepening themes and challenges that nowadays involve volunteers and CSOs. In order to make them more aware of their role and responsibilities in civil society and to play an active part as citizens in building the future. Because volunteering has a value for individuals, communities, the economy and society at large as one of the most visible expressions of solidarity.
The style of Vdossier is clear and straightforward, fast and agile, curious and original; it gives voice to experts, opinion leaders, it tells stories and best practices with a "wide-angle" at the end of each article that refers to sites and books to widen the circle of personal interests. Since 2012, the magazine is made from Ciessevi Milano together with Bologna, L’Aquila, Lazio, Lombardia Sud, Marche, Messina, Padova, Palermo, Rovigo and CSVnet Lombardia Volunteering Supporting Centers.
Phone: +39 02.45475856
Address: piazza Castello 3 - 20121 Milano
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Papers by Vdossier La sfida dell'approfondimento
Nelle 112 pagine della rivista di approfondimento di undici Centri di servizio si parla delle trasformazioni che gli enti del Terzo settore affronteranno in questa fase di ricostruzione. Una sfida impegnativa per volontari e organizzazioni, in cui i CSV giocheranno un ruolo chiave. Sono state selezionate alcune “voci” che più di altre saranno protagoniste di rinnovamenti significativi nei prossimi mesi. Si tratta di welfare, senso civico, co-progettazione, relazione government-governance, rapporti con enti pubblici e imprese profit, reclutamento, formazione, impatto sociale, servizio civile, fundraising.
L’obiettivo è importante. La sfida culturale impegnativa, anche per i CSV. Per questo motivo abbiamo chiesto a un pool di studiosi, esperti e specialisti di Terzo settore e non (da Dotti a Sossai, da Sabbadini a Ripamonti, da Fiaschi a Musella) di dialogare, riflettere e interrogarsi su questo argomento nelle pagine di Vdossier. All’interno delle quali c’è spazio anche per le esperienze, con il racconto di attività, progetti e iniziative delle associazioni non profit che, con flessibilità e resilienza, hanno già avviato un processo di cambiamento durante l’emergenza o in questa fase di ricostruzione.
In formato digitale la rivista dei Csv riflette sul futuro dell’Unione europea con le associazioni, un pool di esperti e Romano Prodi.
Senza entrare nella contesa politica, né giudicando posizioni, programmi e impegni che gli schieramenti in campo assumeranno nei prossimi mesi, il voto per il rinnovo del Parlamento europeo (dal 23 al 26 maggio) è un’occasione per il volontariato di guardare in faccia l’Ue e gli scenari che si stagliano all’orizzonte.
C’è infatti una nazione senza confini in Europa. Ed è quella del non profit. Un popolo della solidarietà che cresce anno dopo anno.
In 128 pagine Vdossier dà voce alle organizzazioni di volontariato sia con le proprie pagelle, che danno i voti a ciò che l’assemblea di Strasburgo ha fatto per il Terzo settore negli ultimi cinque anni, sia con le loro lettere aperte per formulare le richieste alla prossima legislatura. E anche il Centro europeo del volontariato (Cev) chiede a Bruxelles di creare una sorta di hub europeo per valorizzare e sviluppare maggiormente la cultura della solidarietà. Così come non manca una sezione di servizio, con i consigli degli esperti per la partecipazione a progetti e bandi europei.
In questo numero della rivista si riflette anche con un pool di studiosi (Beck, Chalmers, Dastoli, Ferrera, Fitoussi, Hemerijck, Nicolaïdis, Offe, Santaniello, Sassen e Vandenbroucke) su economia, politiche sociali, welfare state, eurocrazia, sovranismi, globalizzazione e immigrazione. Mentre il presidente Romano Prodi, in un’intervista con la moglie Flavia Franzoni, traccia la via maestra per un’idea di Europa solidale nella quale il volontariato sia un pilastro.
La partecipazione è in crisi, ma nascono nuove forme che stanno emergendo. Le nuove tecnologie della comunicazione distruggono la partecipazione, ma la facilitano. Il volontariato è scuola di partecipazione, ma ci si arriva avendo già maturato il senso della partecipazione.
Il dibattito sulla partecipazione si sviluppa su visioni e interpretazioni spesso opposte, e si muove tra le une e le altre cogliendo di volta in volta sfumature diverse. Quel che è certo è che si tratta di un tema chiave, che interessa strutturalmente il volontariato e tutta la società civile.
Il nuovo numero di Vdossier “Esserci e non esserci, quale partecipazione” è dedicato a un tema cruciale del nuovo millennio: come internet e i social stanno modificando l’impegno dei cittadini nella politica e nella società. Un ritratto in chiaroscuro su limiti e opportunità, crisi di valori e identità e nuove forme di engagement, in Italia e nel resto del mondo.
La questione di che cosa si intenda esattamente per sharing economy è tuttora aperta e fonte di dibattito nel mondo, considerato che il fenomeno è relativamente recente e in forte espansione. Non a caso si sono sviluppate una varietà di definizioni parallele: da “peer economy” a “economia collaborativa”, da “economia on-demand” a “gig economy” a “consumo collaborativo”. Termini a volte usati in modo intercambiabile, ma che, secondo gli esperti, indicherebbero in realtà settori diversi fra loro. E sui quali non mancano critiche e timori: infatti non essendoci ancora leggi e regolamenti che li disciplinino, tanto in Europa quanto in Italia, c’è chi li accusa di concorrenza sleale, chi di violare norme fiscali e previdenziali, chi di creare un precariato a vita e dilagante soprattutto per i giovani. Se lo scenario futuro dipinto da Rifkin e Sundararajan sta entrando sempre più rapidamente nel nostro presente, anche il Terzo settore è chiamato ad affrontare questa sfida. Con una missione: riportare il sociale all’interno della sharing economy senza farsi coinvolgere in quella spirale dell’economia dei lavoretti che non produce valore sociale, ma disuguaglianze. Di fronte a uno scenario come questo, il non profit è chiamato a farsi parte attiva nel riportare al centro delle nuove forme economiche la realizzazione di obiettivi di interesse generale, a partire dall’esigenza che la capacità delle persone di autorganizzazione e di creazione di legami sociali non divenga oggetto di appropriazione. Questo recupero di centralità delle relazioni va infatti imperniato sulla fiducia fra persone, il carburante che alimenta il motore dell’economia della condivisione, come afferma Rachel Botsman, nota esperta di sharing.
La prima parola nell’ordine è “partecipazione”, che, secondo Luigi Bobba «è quel dovere inderogabile di solidarietà cui è tenuto un cittadino come soggetto attivo, partecipe di una comunità». Proprio perché la partecipazione è dovere del cittadino, la Riforma valorizza il volontariato in tutte le forme che può assumere nei diversi enti del Terzo settore: le persone, prima ancora che le organizzazioni. Ferma restando la necessità di investire sulle reti associative che promuovono un impegno civico e volontario, l’impegno a far diventare continuativo l’impegno occasionale e la necessità di investire sulla formazione e la qualificazione dell’azione volontaria è oggi più che mai necessario.
Un’altra voce importante è “welfare”. Il cambiamento in questo caso si declina come passaggio dal welfare state al welfare civile, nel quale, spiega Stefano Zamagni, è «l’intera società, e non solo lo Stato, che deve farsi carico del benessere di coloro che in essa vivono». All’interno di una logica di sussidiarietà, enti pubblici (Stato, Regioni, Comuni, enti parastatali), imprese e società civile organizzata (associazionismo di vario genere, cooperative sociali, organizzazioni non governative, fondazioni) devono fare la propria parte per un welfare fondato sull’universalismo delle prestazioni, sulla centralità della persona e sulla difesa del bene comune. In fondo, è una grande opera di co-produzione, che può portare risultati visibili e non solo nell’ambito del welfare in senso stretto. Lo dimostra l’esperienza di rigenerazione urbana nel quartiere Mirafiori a Torino, che abbiamo collocato alla voce “territorio”, dove la locale Fondazione di Comunità ha coinvolto istituzioni pubbliche, non profit, cittadini diventando il fulcro attivatore di risorse ed energie per uno sviluppo locale che supera gli stereotipi e soprattutto la logica dell’emergenza.
Un’altra chiave di lettura è “alleanze”: quelle che potrebbero aiutare a superare la frammentazione e la concorrenza, a volte anche sleale, la fragilità di soggetti che spesso condividono obiettivi, ambiti di intervento, priorità. Si possono fare alleanze strategiche, per ottimizzare costi e risorse, oppure su singoli progetti, per ottenere risposte più efficaci ai bisogni. Esistono esperienze con cui confrontarsi, che però esigono un punto di partenza imprescindibile: uscire dal particolarismo delle organizzazioni. Cosa, questa, che aiuterebbe ad affrontare anche il tema della “rappresentanza”, altra parola particolarmente delicata per un settore che non è mai riuscito a darsene una riconosciuta e condivisa. Il problema è che, in un’epoca di disintermediazione, liquidità delle forme organizzative, sfiducia nei sistemi tradizionali di rappresentanza (non solo nel profit), la Riforma, secondo Giovanni Moro, ripropone modelli di rappresentanza di tipo corporativo, che potevano funzionare per le forme associative tradizionali, ma oramai superati.
Un altro princìpio che non poteva mancare è “sussidiarietà”, che Zamagni ripropone nell’accezione di “sussidiarietà circolare”, peraltro molto vicina all’idea di “amministrazione condivisa” portata avanti da Gregorio Arena, secondo il quale «l’essenza della sussidiarietà, ciò che rende unico questo concetto, è la creazione di una relazione di condivisione per raggiungere un obiettivo comune». Se è vero che il valore del volontariato è sempre stato, al di là degli specifici servizi e progetti, quello di costruire relazioni, è vero anche oggi ci si aspetta qualche cosa di più, che è la creazione di fiducia, all’interno della quale si collocano relazioni positive tra le persone, i gruppi e anche tra cittadini e istituzioni. Se la perdita fiducia è uno dei problemi principali della nostra società, il non profit – che ancora ne gode, o almeno ne gode più della maggior parte delle istituzioni e di tutto ciò che ha a che fare con la parola “politica” – deve meritarsela e riconquistarla ogni giorno. Ecco quindi che la parola “trasparenza” deve accompagnare ogni azione e ogni parola. E la trasparenza si fa rispettando alcune regole imprescindibili, necessarie ma non sufficienti. È la salute morale delle organizzazioni, che conta. In fondo, in questa prospettiva si colloca anche la “valutazione dell’impatto”: impegno che la Riforma impone a tutti e che tanto spaventa le associazioni, soprattutto quelle più piccole. Come vada fatta è un tema che merita ulteriore approfondimento, ma serve un passaggio culturale: quello che permette di riconoscere che valutare l’impatto dei propri progetti aiuta a crescere, a migliorare. Per questo, spiega Paolo Venturi di Aiccon «occorre costruire una logica intenzionale, più che imporre una logica normativa», incoraggiando le associazioni a cogliere l’opportunità, anche costruendo competenze.
Ma quali sono i valori che stanno a fondamento del volontariato? E come rileggerli alla luce della Riforma? Con l’articolo “Dono e donazione, dalla gratuità alla filantropia” vogliamo offrire al lettore una sorta di glossario ragionato sulla cultura della solidarietà. Una bussola per orientarsi fra gli articoli della nuova legge. Tutti questi argomenti sono a corollario alla voce “Comunità” quella che, secondo noi, è la vera architrave della Riforma: la risposta che, il Terzo settore è in grado di mettere in campo contro il dis-interesse generale. Cioè quando il “vero” non profit risponde ai bisogni dal basso.
Infine, nella voce “controcorrente” abbiamo raccolto alcune voci critiche. Marco Grumo, economista all’Università Cattolica di Milano, per esempio punta il dito su come sono declinati gli aspetti organizzativi: «Nel Codice ho contato ben 67 vincoli alla gestione dell’organizzazione». Il timore è che solo le organizzazioni grandi riescano a venirne a capo e che quelle piccole invece possano esserne soffocate. E questo vale anche per il fund raising e soprattutto per le norme sulla trasparenza, che impongono una serie di obblighi che probabilmente si tradurranno in costi. Da parte sua Luca Fazzi, sociologo dell’Università di Trento, teme che la legge intacchi lo spirito del volontariato, che si fonda sulla gratuità e sul “dono” – altra parola chiave del cambiamento – soprattutto in alcune norme dove è prevista una pari quota tra volontari e lavoratori che potrebbe favorire una competizione scorretta fra associazioni di volontariato “spurie” e altre realtà di Terzo settore. Anche secondo Ugo Ascoli, sociologo dell’Università di Ancona, la riforma rischia di snaturare il principio di gratuità, laddove prevede la possibilità di rimborsi spesa sulla base di una semplice autocertificazione. Secondo lo studioso, inoltre, anche i Centri di servizio per il volontariato sono ridimensionati dalla Riforma: meno numerosi e quindi con meno radicamento territoriale, probabilmente con meno risorse e con un bacino di utenza più ampio. Ancor più radicale nella critica è però Giovanni Moro, che nel suo intervento sostiene che la Riforma è illegittima, in quanto «le formazioni sociali non possono essere riformate, né dal Governo, né dal Parlamento. Esse sono infatti l’espressione dell’autonomia della società e lo Stato deve limitarsi a riconoscerle, garantendone le possibilità di sviluppo».
Di fronte alla complessa macchina della solidarietà impegnata nell’integrazione e inclusione dei migranti, questo numero si snoda lungo due strade che non corrono parallele, ma si intersecano in un continuo gioco di rimandi: la via “alta” che ci insegna come dovrebbe essere l’arte dell’integrazione o come è cambiata negli ultimi anni; la via “bassa”, che ci racconta come si sta facendo (buona) accoglienza nel nostro Paese, nelle grandi città come nei piccoli centri, anche grazie al contributo del volontariato.
La via “alta” si apre con l’articolo di Carchedi che introduce la dimensione del fenomeno in Italia e le istituzioni europee e gli Stati membri. In un sondaggio Eurombarometro (2017) la questione dell’immigrazione è al terzo posto tra quelle per le quali si ritiene insufficiente l’intervento dell’Unione europea. L’Europa, infatti, gioca un ruolo cruciale nella governance e gestione dei flussi migratori così come nel facilitare percorsi di integrazione, come ci spiega Marasà riferendo il punto di vista del Parlamento europeo.
Ma se è vero che dalle crisi nascono opportunità, allora la grande sfida che le città italiane hanno davanti sta nell’individuare strade che consentano di assorbire i migranti attraverso percorsi di inclusione che creino dei nuovi cittadini anziché dei ghetti e tessano legami anziché innescare conflitti. Approfondiamo questa sfida, attraverso il punto di vista di una serie di docenti ed esperti in vari campi: da quelli raccolti sul sito lavoce.it di Pontara e della Fondazione Leone Moressa; a quella di Padre Ripamonti, dei sociologi Frisanco e Moro e dell’antropologo Appadurai.
E poi ci sono le storie: esperienze modello, buone prassi, che possono fare scuola nell’Italia di oggi e di domani. Perché le modalità tramite cui si racconta l’immigrazione possono fare la differenza, come spiega l’articolo di Binotto che ripercorre trent’anni di narrazione sull’immigrazione in Italia ed evidenzia come questa orienti la percezione collettiva del fenomeno. Questo numero inoltre vuole contribuire a un’altra narrazione, per dare visibilità alle esperienze di successo e porci in controtendenza rispetto al diffondersi dei discorsi d’odio e delle fake news, spesso alimentati dall’uso poco responsabile dei social di cui ci parla Springhetti.
La prospettiva è quella di raccontare il fenomeno dell’immigrazione attraverso la lente dell’integrazione per andare oltre il tema dell’accoglienza nell’emergenza, ampiamente presente nel circuito dei mass media. L’intento è quello di continuare a parlarne per mettere in luce esperienze concrete e racconti di integrazione possibile. Di integrazione di successo, infatti, si parla ancora troppo poco, forse perché attiene al campo dell’ordinario e non più dello straordinario e fa meno notizia. Un’accoglienza made in Italy nella quale il volontariato, da anni ormai, gioca un ruolo chiave su più fronti e che in silenzio opera ogni giorno a favore dell’ospitalità sotto i vessilli della gratuità e dell’altruismo. Un volontariato che insegna agli stranieri la lingua italiana, che aiuta i giovani studenti nei compiti scolastici, che li coinvolge in attività sportive favorendo relazioni con i loro coetanei, che li supporta nel mondo del lavoro o li ospita in casa. Che offre ai migranti e agli italiani delle occasioni per incontrarsi, fare delle cose insieme e conoscersi al di là dei timori e dei pregiudizi.
Quindi oltre alle storie raccontate in questo numero raccoglieremo nella pagine web altre testimonianze che il volontariato, nel suo silenzioso e concreto agire quotidiano, gioca in ambiti delicati quale quello dell’integrazione dei migranti per dare voce a quella prossimità e solidarietà diffusa che caratterizza il nostro tessuto sociale. Ricordandoci che l’Italia produce anche risorse ed energie positive e che il volontariato ne è uno dei principali protagonisti.
ASVIS - Parte anche in Italia la sfida della sostenibilità con 17 obiettivi per il 2030
di Paolo Marelli – pag 9
FOCUS UE - Sviluppo locale: un’idea nata in Europa che si è persa per strada
di Nicoletta Teodosi – pag 19
BARCA - Partecipazione, coesione e ascolto delle piccole voci ecco come nasce lo sviluppo
di Paola Springhetti – pag 26
ASCOLI - Rispondere ai bisogni rafforzando interazioni, legami e relazioni: la mission del volontariato
Ugo Ascoli – pag 34
PASQUALOTTO - I rapporti tra associazioni, ente pubblico e territorio per uno sviluppo condiviso
di Luciano Pasqualotto – pag 39
VOLTERRANI - Le esperienze ci sono, ma serve un network 3.0 per la crescita territoriale
di Paola Springhetti – pag 46
PALTRINIERI - Dal consumo responsabile al consumo collaborativo quale ruolo per il Terzo settore
di Roberta Paltrinieri – pag 53
TERRITORI E STRATEGIE - Una crescita condivisa cambiando gli stili di vita della nostra quotidianità
di Marco Pollastri e Sara Branchini – pag 57
IL PROGETTO - Bologna e la doppia sfida dell’inclusione e innovazione per il benessere interculturale
di Inti Bertocchi – pag 63
FORUM - Csv tra riforma e futuro. Da sentinella dei bisogni a protagonista del welfare
di Elisabetta Bianchetti – pag 68
L’ANALISI - Una partnership innovativa. Ma in Italia si è diffusa a macchia di leopardo
di Elisabetta Bianchetti - pag 9
RELAZIONI - Il coraggio di “perdere” tempo per costruire rapporti solidi tra enti pubblici e non profit
di Paolo Marelli – pag 23
ESPERIENZA DI RELAZIONI - Bergamo, una “città leggera” Case e rete sociale ai disabili grazie alla forza del dialogo
di Paolo Marelli – pag 28
FLESSIBILITÀ - Dalla sostenibilità alla generatività. Ecco come “ripensare” la progettazione sociale
di Jamil Karim Amirian – pag 33
ESPERIENZA DI FLESSIBILITÀ - La carica degli empori solidali. Così il volontariato lotta contro le nuove povertà
di Cinzia Migani – pag 41
COMPETENZE - Il progettista sociale: verso una definizione delle abilità e capacità
di Paola Atzei – pag 45
RETI GENERATIVE - Aggregazione e condivisione sono un processo da costruire, coltivare e curare
di Felice Addario e Francesco D’Angella – pag 53
VALUTAZIONE - Bene comune e sussidiarietà: perché misurare l’impatto degli interventi sociali
di Alessandro Pozzi – pag 62
ESPERIENZA DI VALUTAZIONE - Quando il welfare è “in azione” risorse per 27 progetti grazie a Fondazione Cariplo
di Alessandro Pozzi – pag 69
IL TEMPO - Progetto Territorio Europa e quella “linea” che separa cooperazione e collaborazione
di Tina Miggiano – pag 72
ESPERIENZA DEL TEMPO - Reti stabili e flessibilità: alleanza non profit e Asl per la salute mentale
di Paola Springhetti – pag 79
PROSPETTIVA - Obiettivi sociali e coprogettazione negli appalti pubblici
di Silvano Falocco – pag 84
L’ANALISI - Donna, under 30 e studente: è il volontario dei grandi eventi. Una “comunità” che cresce
di Elisabetta Bianchetti – pag 9
FOCUS GIOVANI - La continuità che spaventa. Meglio esperienze plurime banco di prova per il lavoro
di Antonella Morgano – pag 24
AMBROSINI - Non è una solidarietà di serie B. Le Odv imparino a valorizzare quell’altruismo mordi e fuggi
di Chiara Castri – pag 30
IL RUOLO DEI CSV - Volunteerability: così la voglia di volontariato continua nel dopo evento
di Paola Atzei – pag 37
IL DIBATTITO - Volontari o finti lavoratori? Il rebus che divide l’Italia. Colpa di un vuoto normativo
di Elisabetta Bianchetti e Paolo Marelli – pag 45
L’ESPERIENZA - Ecco le dieci regole d’oro imparate alla guida dell’esercito fucsia
di Marta Moroni pag 51
LA LEZIONE INGLESE - Modello Team London. L’eredità dei Giochi 2012? Un volontariato da record
di Paolo Marelli – pag 57
CARATTI - Dalla condotta alla responsabilità. I principi del Padiglione Ue a Expo modello per un Codice etico
di Giancarlo Caratti – pag 64
TORINO 2006 - L’impegno olimpico scende in città e si auto-organizza
di Alessandro Prandi – pag 69
ROMA - I buoni samaritani del Giubileo. Insieme da 33 Paesi del mondo per un dialogo che parte dal basso
di Paola Springhetti – pag 73
ASCOLI PICENO - Grandi eventi ed emergenze. La rievocazione della Quintana tende la mano ai terremotati
di Valentina De Felice – pag 78
CAPITALE DELLA CULTURA - Eventi e volontariato informale: l’esperienza dei cittadini mantovani
di Paola Rossi e Francesco Molesini – pag 82
BOLOGNA - Festival delle Generazioni, quando un evento nazionale è laboratorio locale di gratuità
di Andrea Arnone – pag 87
LONDRA - Steward (gratis) ai concerti. Quando la musica aiuta i Paesi in via di sviluppo
di Paolo Marelli – pag 92
L’ANALISI - Crescita continua degli enti. E sempre più donne e giovani impegnati nella solidarietà
di Paolo Marelli - pag 9
MORO - In 12 articoli le regole per smascherare la falsa solidarietà
di Giovanni Moro – pag 15
VENTURI - La cultura del dono è rivista in chiave più aperta nel nome del “civismo”
di Elisabetta Bianchetti – pag 21
IL GIURISTA - Via libera alla definizione che identifica il Terzo settore in base al fine sociale
di Lorena Moretti - pag 27
IL NOTAIO - I decreti attuativi puntino a un doppio obiettivo: norme chiare e semplificazione
di Lorena Moretti - pag 32
LA SVOLTA - Il principio di sussidiarietà sancito anche per legge. Così si attua la Costituzione
di Paolo Marelli – pag 37
PROPERSI - Codice civile fermo al 1943. Adesso occorre aggiornarlo. E serve il registro unico
di Elisabetta Bianchetti – pag 41
LA CRITICA - Odv in un limbo fiscale. La lunga lista dei quesiti senza ancora una risposta
di Carlo Mazzini – pag 47
OBIETTIVO SU - Servizio civile universale: una risorsa per le associazioni ma anche un impegno
di Licio Palazzini – pag 52
LA SFIDA - Trasparenza ora il Governo vari un portale online. Il diritto di sapere è di tutti
di Paolo Marelli – pag 57
LEZIONE AMERICANA - È l’ora del settore plurale. Assicura un equilibrio tra pubblico e privato
di Elisabetta Bianchetti – pag 62
VOCE AI PROTAGONISTI
I Csv erogatori di servizi per le organizzazioni oppure agenzie di sviluppo? di Paola Springhetti – pag 71
Le organizzazioni di volontariato. Movi: serve il coraggio di percorrere nuove strade
di Gianluca Cantisani - pag 78
Le associazioni di promozione sociale. Acli: la classe dirigente non ha inciso sulla riforma
di Elisabetta Bianchetti – pag 81
Le pubbliche assistenze. Anpas: più tutele per le associazioni di secondo livello
di Massimo Mezzabotta - pag 84
Le cooperative sociali 1. Con questa legge maggiori competenze e professionalità
di Alessandro Prandi – pag 87
Le cooperative sociali 2. La nostra crescita passa dalla partecipazione alle reti
di Christian Gretter - pag 90
Le imprese sociali. Occorrono più dinamicità per attività e lavoratori
di Alessandro Prandi - pag 92
Le fondazioni. La legge non sia un recinto Il mercato cambi le regole
di Paola Springhetti – pag 96
Appendice
La legge 102/2016
L’ANALISI - Longevità e soci da record. Un doppio primato italiano per cinque mila associazioni
di Luca Muchetti - ag 9
IL SOCIOLOGO - La malattia non è una sconfitta. Le società moderne e in salute sostengono chi è in difficoltà
di Giancarlo Cursi – pag 19
DE BIASI - Più spazio e peso alle Odv nei programmi e progetti della sanità del futuro
di Elisabetta Bianchetti e Paolo Marelli – pag 27
RICERCHE - Quando far del bene fa bene. Il potere fisiologico dell’altruismo che potrebbe allungare la vita
di Elisabetta Bianchetti – pag 32
FORMAZIONE - Sapere, saper fare e saper essere. Le tre dimensioni del non profit e la sfida delle nuove emergenze
di Paola Atzei – pag 37
CURE PALLIATIVE - Donare il proprio tempo. Quando rimane ancora un pezzo di storia da scrivere
dI Luca Moroni - pag 44
FEDERAVO - Dagli ospedali al domicilio. La scommessa per il futuro è l’apertura al territorio
di Paolo Marelli – pag 53
L’INDAGINE - Il modello dell’auto mutuo aiuto. Quella “terra di mezzo” tra paziente, famiglia e istituzione
di Maria Augusta Nicoli, Vittoria Sturlese e Giulia Rodeschini - pag 62
ESPERIENZA 1 - Solidarietà cibo per l’anima. Così tendiamo una mano a chi soffre di disturbi alimentari
di Valentina De Felice - pag 69
ESPERIENZA 2 - Grazie al nostro impegno il dolore incontra la speranza. E in corsia si è meno soli
di Elisabetta Bianchetti – pag 75
ESPERIENZA 3 - Le Case della salute restituiscono al non profit un ruolo da coprotagonista
di Cristina Papitto e Luigi De Matteo – pag 81
ESPERIENZA 4 - Curare il corpo e lo spirito: l’integrazione degli stranieri passa anche dalle corsie
di Chiara Castri – pag 85
ESPERIENZA 5 - Azienda sanitaria e associazioni, alleanza sulla salute mentale per progetti a misura di persona
di Danilo Rasia – pag 91
L’ANALISI - La carica degli 800 mila. Difendono e divulgano i “gioielli” di casa nostra
di Elisabetta Bianchetti – pag 9
COSÌ IN EUROPA - Reclutare, formare e coordinare. Una mappa di buone pratiche sull’asse Budapest-Dublino
di Paolo Marelli – pag 19
LA CRITICA - Lo Stato non può salvare il bello. Occorre aprire una terza via che punti sul non profit
di Paolo Marelli – pag 33
DAVERIO - Il mondo chiuso dei musei. Quella casta sacerdotale che ripudia i volontari
di Paolo Marelli – pag 40
PAOLUCCI - Va tracciata una linea di confine su ciò che può o non può fare il volontariato della cultura
di Paola Springhetti – pag 46
IL DOCUMENTO - Ecco la Magna Charta che sancisce regole, linee guida e sinergie su formazione e progettazione
di Paola Atze – pag 51
RACCOLTA FONDI - È vincente un fundraising flessibile e aperto a differenti fonti di finanziamento
di Marianna Martinoni – pag 57
FOCUS 1 - Dalle guide all’accoglienza. Un impegno per la scoperta di siti e tesori nascosti
di Elisabetta Bianchetti – pag 66
FOCUS 2 - Come arte, musica e cinema possono far rinascere il Sud. Grazie a giovani e Terzo settore
di Alessandro Scassellati – pag 78
ESPERIENZA 1 - Cacciatori di reperti antichi. Quando il non profit entra negli scavi con gli archeologi
di Luca Muchetti – pag 78
ESPERIENZA 2 - Riparano libri, raccolgono fondi e insegnano a navigare sul web. BiblioBologna cresce e fa scuola
di Anna Maria Brandinelli – pag 83
ESPERIENZA 3 - L’integrazione a Roma corre su parole e note delle musiche di strada
di Paola Springhetti – pag 88
ESPERIENZA 4 - Mettiamo in vetrina le opere griffate dagli artisti outsider. Così lottiamo contro il disagio
di Angelo Piazzoli – pag 93
L’ANALISI - Radiografia del volontariato. S’impegna un italiano su otto. La metà in un’organizzazione
di Elisabetta Bianchetti – pag 9
FOCUS 1 - Più pragmatico meno ideologico. Dribbla continuità e legami forti. Preferisce la pluri-appartenenza
di Paola Atzei – pag 25
FOCUS 2 - Valore economico da calcolare. Un’azione strategica per accrescerne la visibilità
di Elisabetta Bianchetti - pag 33
FOCUS 3 - Aumenta la cultura del dono. L’altruismo come antidoto contro la fuga dalla politica
di Elisabetta Bianchetti – pag 39
OBIETTIVO SU
Fare rete e spazio ai giovani. È il futuro delle organizzazioni in bilico fra trionfo e declino
di Paolo Marelli – pag 45
AMBROSINI - Leggera, libera e fuori dall’Odv. La solidarietà si rinnova e fa dire “ci sono anch’io”
di Luca Muchetti – pag 53
LA SFIDA - Diritti, dignità e bene comune. Se non includiamo gli ultimi non ci sarà vera democrazia
di Roberto Mancini – pag 61
LA FOTOGRAFIA
Volontari della porta accanto e gratuità a breve termine. È il mutualismo del Duemila
di Elisabetta Bianchetti - pag 69
ESPERIENZA 1
La nuova frontiera dell’auto aiuto per sconfiggere le dipendenze dal gioco d’azzardo a internet
di Paolo Marelli - pag 81
ESPERIENZA 2 - Non chiamateli angeli. Per superare le emergenze basta solo essere proattivi
di Paola Springhetti – pag 86
ESPERIENZA 3 - Condannati a fare del bene. L’altra faccia della pena in nome della solidarietà
di Paolo Marelli – pag 91
ESPERIENZA 4 - Il fenomeno social street. Da Bologna (sulle vie del web) alla conquista del mondo
di Cinzia Migani – pag 91
L’ANALISI - La strategia dell’Europa per riconoscere i “saperi” non formali e informali
di Elisabetta Bianchetti – pag 9
PERULLI - L’Italia sulle orme dell’Europa. Terzo settore protagonista per far decollare le validazioni
di Elisabetta Perulli – pag 23
FOCUS - Le associazioni investano nelle mansioni trasversali per servizi di qualità
di Cristiana Ranieri – pag 34
LA SFIDA - Per una comunità più competente i Csv stringano legami fra non profit, scuola e lavoro
Paola Atzei – pag 43
LA RICERCA - Dalla flessibilità all’autonomia: così le associazioni valorizzano le “prestazioni” dei volontari
di Agnese Morandotti – pag 50
CALZA - L’impegno nella solidarietà una voce cruciale e utile da inserire nel curriculum
di Monica Cerioni – pag 61
CERTIFICARE IN LOMBARDIA - Riconoscere le proprie capacità un punto di forza da spendere nella ricerca di un impiego
Clementina Marinoni – pag 67
CERTIFICARE IN EMILIA - Per accertare le qualifiche è necessario superare un esame con prova pratica e colloquio – pag 73
REGGIO - Quando le esperienze nel sociale sono una chance da sfruttare nella professione e nello studio
di Piergiorgio Reggio - pag 76
ESPERIENZA 1 - Progetto Attitude, la via lombarda per attestare la competenza del fare. Così il portfolio è più europeo
di Glenda Pagnoncelli – pag 84
ESPERIENZA 2 - CVol, il “libretto” che valorizza le competenze e il patrimonio di conoscenze
di Paola Atzei – pag 89
L’ANALISI - Raccogliere finanziamenti con web, mail, Fb e Twitter. Eppur qualcosa (già) si muove
di Elisabetta Bianchetti - pag 9
LA STRATEGIA - Non profit, miniera di storie. Raccontatele e conquisterete la fiducia dei donatori
di Davide Moro – pag 23
QUISTELLI - Il futuro del direct mail? Rimane uno strumento chiave in una campagna crossmediale – pag 29
FOCUS - Oltre Facebook e Twitter, ecco qual è il confine tra attivisti e spettatori
a cura di Elisabetta Bianchetti – pag 35
CROWDFUNDING - Le piattaforme sono raddoppiate, ma l’offerta supera la domanda. E tanti progetti sono un flop
di Marco Olivieri – pag 43
ZANIN - People raising online. Regole, trucchi e segreti svelati da un esperto
di Monica Cerioni – pag 49
STRATEGIA - Fotografie, video e storie da postare e condividere. Il reclutamento diventa 2.0
di Paolo Marelli – pag 57
LEZIONE AMERICANA - Donazioni con il mouse. L’abc per innovare il vostro sito internet
di Paolo Marelli – pag 63
LA STORIA 1 - La sfida di Cybervoluntarios. Cittadini sempre connessi per un mondo più solidale
di Yolanda Rueda Fernandez – pag 69
LA STORIA 2 - Un clic raduna i sostenitori. La Lega del Filo d’Oro punta su una campagna digital – pag 74
LA STORIA 3 - Ice Bucket Challenge, il nuovo fenomeno mediatico. Ma è un successo che divide
di Paolo Marelli – pag 76
L’ANALISI - Gli invisibili e gli impresentabili, i senza lavoro
e gli sfrattati: ecco chi sono i nuovi poveri - pag 9
L’ALLEANZA - Una legge e un programma per il sostegno
al reddito. E l’Italia sarà come l’Europa - pag 19
MARSICO - Non più soltanto assistenza, ma un aiuto
per casa e lavoro. Ecco dove va il volontariato - pag 25
MAZZOLI - Il non profit come architrave di un nuovo welfare
per l’Italia: costi più bassi e più qualità - pag 33
LA STORIA 1 - La San Vincenzo cerca giovani per un impegno
nelle scuole e contro le ingiustizie sociali - pag 49
LA STORIA 2 - Social market delle buone azioni, dove la spesa
è a costo zero perché si paga con la solidarietà - pag 54
LA STORIA 3 - Banco Alimentare in prima linea con le giornate della colletta. Una missione per il bene comune - pag 59
L’APPELLO - Lotta allo spreco del cibo, la legge del “Buon
samaritano” un modello anche per l’Europa - pag 65
LA SFIDA - Occorre un secondo welfare: che sostituisca
quello statale e tenda la mano ai più deboli - pag 74
QUI EUROPA - Cross, una piattaforma digitale per calcolare il valore economico del non profit a servizio delle città - pag 79
LEZIONE AMERICANA - Oltre la linea della povertà: non basta
più misurarla è necessario conoscerla - pag 89
LA RADIOGRAFIA - Aziende impegnate nel sociale: diminuisce
il loro numero, ma aumenta la cifra investita - pag 9
LO SCENARIO - Le competenze dell’impresa a servizio
delle associazioni per rispondere a nuovi bisogni A PAGINA 17
L’AUTOCRITICA - Odv, serve un rinnovo al vertice. I manager
non bastano più, occorre “imprenditorialità” - pag 33
FOCUS - Più comunità e più territorio con la responsabilità
sociale delle piccole e medie imprese - pag 41
LA SFIDA - Sviluppare una joint venture tra Csv, associazioni
e imprese per i dipendenti-volontari - pag 52
LA PROPOSTA - I Centri di servizio “laureino” i dirigenti
che dialogheranno con il management profit - pag 59
LA RIFLESSIONE - Volontari “a tempo determinato”. Quando i dipendenti lavorano” in un’associazione non profit - pag 65
L’ESPERIENZA - Attività pro bono in crescita. In Italia
più professionisti a servizio della solidarietà - pag 68
LEZIONE AMERICANA - Occorre saper valorizzare abilità e talenti
dei volontari per un reclutamento più facile - pag 75
QUI MARCHE - “Volontariato&Imprese” premia le migliori
partnership fra Odv e aziende del territorio - pag 88
QUI MESSINA - Il welfare “siciliano” del futuro? L’impegno
delle aziende locali per la comunità e i beni comuni - pag 91
QUI MILANO - Regole, trucchi e segreti del volontariato aziendale
Grazie a una guida pratica - pag 94
Nelle 112 pagine della rivista di approfondimento di undici Centri di servizio si parla delle trasformazioni che gli enti del Terzo settore affronteranno in questa fase di ricostruzione. Una sfida impegnativa per volontari e organizzazioni, in cui i CSV giocheranno un ruolo chiave. Sono state selezionate alcune “voci” che più di altre saranno protagoniste di rinnovamenti significativi nei prossimi mesi. Si tratta di welfare, senso civico, co-progettazione, relazione government-governance, rapporti con enti pubblici e imprese profit, reclutamento, formazione, impatto sociale, servizio civile, fundraising.
L’obiettivo è importante. La sfida culturale impegnativa, anche per i CSV. Per questo motivo abbiamo chiesto a un pool di studiosi, esperti e specialisti di Terzo settore e non (da Dotti a Sossai, da Sabbadini a Ripamonti, da Fiaschi a Musella) di dialogare, riflettere e interrogarsi su questo argomento nelle pagine di Vdossier. All’interno delle quali c’è spazio anche per le esperienze, con il racconto di attività, progetti e iniziative delle associazioni non profit che, con flessibilità e resilienza, hanno già avviato un processo di cambiamento durante l’emergenza o in questa fase di ricostruzione.
In formato digitale la rivista dei Csv riflette sul futuro dell’Unione europea con le associazioni, un pool di esperti e Romano Prodi.
Senza entrare nella contesa politica, né giudicando posizioni, programmi e impegni che gli schieramenti in campo assumeranno nei prossimi mesi, il voto per il rinnovo del Parlamento europeo (dal 23 al 26 maggio) è un’occasione per il volontariato di guardare in faccia l’Ue e gli scenari che si stagliano all’orizzonte.
C’è infatti una nazione senza confini in Europa. Ed è quella del non profit. Un popolo della solidarietà che cresce anno dopo anno.
In 128 pagine Vdossier dà voce alle organizzazioni di volontariato sia con le proprie pagelle, che danno i voti a ciò che l’assemblea di Strasburgo ha fatto per il Terzo settore negli ultimi cinque anni, sia con le loro lettere aperte per formulare le richieste alla prossima legislatura. E anche il Centro europeo del volontariato (Cev) chiede a Bruxelles di creare una sorta di hub europeo per valorizzare e sviluppare maggiormente la cultura della solidarietà. Così come non manca una sezione di servizio, con i consigli degli esperti per la partecipazione a progetti e bandi europei.
In questo numero della rivista si riflette anche con un pool di studiosi (Beck, Chalmers, Dastoli, Ferrera, Fitoussi, Hemerijck, Nicolaïdis, Offe, Santaniello, Sassen e Vandenbroucke) su economia, politiche sociali, welfare state, eurocrazia, sovranismi, globalizzazione e immigrazione. Mentre il presidente Romano Prodi, in un’intervista con la moglie Flavia Franzoni, traccia la via maestra per un’idea di Europa solidale nella quale il volontariato sia un pilastro.
La partecipazione è in crisi, ma nascono nuove forme che stanno emergendo. Le nuove tecnologie della comunicazione distruggono la partecipazione, ma la facilitano. Il volontariato è scuola di partecipazione, ma ci si arriva avendo già maturato il senso della partecipazione.
Il dibattito sulla partecipazione si sviluppa su visioni e interpretazioni spesso opposte, e si muove tra le une e le altre cogliendo di volta in volta sfumature diverse. Quel che è certo è che si tratta di un tema chiave, che interessa strutturalmente il volontariato e tutta la società civile.
Il nuovo numero di Vdossier “Esserci e non esserci, quale partecipazione” è dedicato a un tema cruciale del nuovo millennio: come internet e i social stanno modificando l’impegno dei cittadini nella politica e nella società. Un ritratto in chiaroscuro su limiti e opportunità, crisi di valori e identità e nuove forme di engagement, in Italia e nel resto del mondo.
La questione di che cosa si intenda esattamente per sharing economy è tuttora aperta e fonte di dibattito nel mondo, considerato che il fenomeno è relativamente recente e in forte espansione. Non a caso si sono sviluppate una varietà di definizioni parallele: da “peer economy” a “economia collaborativa”, da “economia on-demand” a “gig economy” a “consumo collaborativo”. Termini a volte usati in modo intercambiabile, ma che, secondo gli esperti, indicherebbero in realtà settori diversi fra loro. E sui quali non mancano critiche e timori: infatti non essendoci ancora leggi e regolamenti che li disciplinino, tanto in Europa quanto in Italia, c’è chi li accusa di concorrenza sleale, chi di violare norme fiscali e previdenziali, chi di creare un precariato a vita e dilagante soprattutto per i giovani. Se lo scenario futuro dipinto da Rifkin e Sundararajan sta entrando sempre più rapidamente nel nostro presente, anche il Terzo settore è chiamato ad affrontare questa sfida. Con una missione: riportare il sociale all’interno della sharing economy senza farsi coinvolgere in quella spirale dell’economia dei lavoretti che non produce valore sociale, ma disuguaglianze. Di fronte a uno scenario come questo, il non profit è chiamato a farsi parte attiva nel riportare al centro delle nuove forme economiche la realizzazione di obiettivi di interesse generale, a partire dall’esigenza che la capacità delle persone di autorganizzazione e di creazione di legami sociali non divenga oggetto di appropriazione. Questo recupero di centralità delle relazioni va infatti imperniato sulla fiducia fra persone, il carburante che alimenta il motore dell’economia della condivisione, come afferma Rachel Botsman, nota esperta di sharing.
La prima parola nell’ordine è “partecipazione”, che, secondo Luigi Bobba «è quel dovere inderogabile di solidarietà cui è tenuto un cittadino come soggetto attivo, partecipe di una comunità». Proprio perché la partecipazione è dovere del cittadino, la Riforma valorizza il volontariato in tutte le forme che può assumere nei diversi enti del Terzo settore: le persone, prima ancora che le organizzazioni. Ferma restando la necessità di investire sulle reti associative che promuovono un impegno civico e volontario, l’impegno a far diventare continuativo l’impegno occasionale e la necessità di investire sulla formazione e la qualificazione dell’azione volontaria è oggi più che mai necessario.
Un’altra voce importante è “welfare”. Il cambiamento in questo caso si declina come passaggio dal welfare state al welfare civile, nel quale, spiega Stefano Zamagni, è «l’intera società, e non solo lo Stato, che deve farsi carico del benessere di coloro che in essa vivono». All’interno di una logica di sussidiarietà, enti pubblici (Stato, Regioni, Comuni, enti parastatali), imprese e società civile organizzata (associazionismo di vario genere, cooperative sociali, organizzazioni non governative, fondazioni) devono fare la propria parte per un welfare fondato sull’universalismo delle prestazioni, sulla centralità della persona e sulla difesa del bene comune. In fondo, è una grande opera di co-produzione, che può portare risultati visibili e non solo nell’ambito del welfare in senso stretto. Lo dimostra l’esperienza di rigenerazione urbana nel quartiere Mirafiori a Torino, che abbiamo collocato alla voce “territorio”, dove la locale Fondazione di Comunità ha coinvolto istituzioni pubbliche, non profit, cittadini diventando il fulcro attivatore di risorse ed energie per uno sviluppo locale che supera gli stereotipi e soprattutto la logica dell’emergenza.
Un’altra chiave di lettura è “alleanze”: quelle che potrebbero aiutare a superare la frammentazione e la concorrenza, a volte anche sleale, la fragilità di soggetti che spesso condividono obiettivi, ambiti di intervento, priorità. Si possono fare alleanze strategiche, per ottimizzare costi e risorse, oppure su singoli progetti, per ottenere risposte più efficaci ai bisogni. Esistono esperienze con cui confrontarsi, che però esigono un punto di partenza imprescindibile: uscire dal particolarismo delle organizzazioni. Cosa, questa, che aiuterebbe ad affrontare anche il tema della “rappresentanza”, altra parola particolarmente delicata per un settore che non è mai riuscito a darsene una riconosciuta e condivisa. Il problema è che, in un’epoca di disintermediazione, liquidità delle forme organizzative, sfiducia nei sistemi tradizionali di rappresentanza (non solo nel profit), la Riforma, secondo Giovanni Moro, ripropone modelli di rappresentanza di tipo corporativo, che potevano funzionare per le forme associative tradizionali, ma oramai superati.
Un altro princìpio che non poteva mancare è “sussidiarietà”, che Zamagni ripropone nell’accezione di “sussidiarietà circolare”, peraltro molto vicina all’idea di “amministrazione condivisa” portata avanti da Gregorio Arena, secondo il quale «l’essenza della sussidiarietà, ciò che rende unico questo concetto, è la creazione di una relazione di condivisione per raggiungere un obiettivo comune». Se è vero che il valore del volontariato è sempre stato, al di là degli specifici servizi e progetti, quello di costruire relazioni, è vero anche oggi ci si aspetta qualche cosa di più, che è la creazione di fiducia, all’interno della quale si collocano relazioni positive tra le persone, i gruppi e anche tra cittadini e istituzioni. Se la perdita fiducia è uno dei problemi principali della nostra società, il non profit – che ancora ne gode, o almeno ne gode più della maggior parte delle istituzioni e di tutto ciò che ha a che fare con la parola “politica” – deve meritarsela e riconquistarla ogni giorno. Ecco quindi che la parola “trasparenza” deve accompagnare ogni azione e ogni parola. E la trasparenza si fa rispettando alcune regole imprescindibili, necessarie ma non sufficienti. È la salute morale delle organizzazioni, che conta. In fondo, in questa prospettiva si colloca anche la “valutazione dell’impatto”: impegno che la Riforma impone a tutti e che tanto spaventa le associazioni, soprattutto quelle più piccole. Come vada fatta è un tema che merita ulteriore approfondimento, ma serve un passaggio culturale: quello che permette di riconoscere che valutare l’impatto dei propri progetti aiuta a crescere, a migliorare. Per questo, spiega Paolo Venturi di Aiccon «occorre costruire una logica intenzionale, più che imporre una logica normativa», incoraggiando le associazioni a cogliere l’opportunità, anche costruendo competenze.
Ma quali sono i valori che stanno a fondamento del volontariato? E come rileggerli alla luce della Riforma? Con l’articolo “Dono e donazione, dalla gratuità alla filantropia” vogliamo offrire al lettore una sorta di glossario ragionato sulla cultura della solidarietà. Una bussola per orientarsi fra gli articoli della nuova legge. Tutti questi argomenti sono a corollario alla voce “Comunità” quella che, secondo noi, è la vera architrave della Riforma: la risposta che, il Terzo settore è in grado di mettere in campo contro il dis-interesse generale. Cioè quando il “vero” non profit risponde ai bisogni dal basso.
Infine, nella voce “controcorrente” abbiamo raccolto alcune voci critiche. Marco Grumo, economista all’Università Cattolica di Milano, per esempio punta il dito su come sono declinati gli aspetti organizzativi: «Nel Codice ho contato ben 67 vincoli alla gestione dell’organizzazione». Il timore è che solo le organizzazioni grandi riescano a venirne a capo e che quelle piccole invece possano esserne soffocate. E questo vale anche per il fund raising e soprattutto per le norme sulla trasparenza, che impongono una serie di obblighi che probabilmente si tradurranno in costi. Da parte sua Luca Fazzi, sociologo dell’Università di Trento, teme che la legge intacchi lo spirito del volontariato, che si fonda sulla gratuità e sul “dono” – altra parola chiave del cambiamento – soprattutto in alcune norme dove è prevista una pari quota tra volontari e lavoratori che potrebbe favorire una competizione scorretta fra associazioni di volontariato “spurie” e altre realtà di Terzo settore. Anche secondo Ugo Ascoli, sociologo dell’Università di Ancona, la riforma rischia di snaturare il principio di gratuità, laddove prevede la possibilità di rimborsi spesa sulla base di una semplice autocertificazione. Secondo lo studioso, inoltre, anche i Centri di servizio per il volontariato sono ridimensionati dalla Riforma: meno numerosi e quindi con meno radicamento territoriale, probabilmente con meno risorse e con un bacino di utenza più ampio. Ancor più radicale nella critica è però Giovanni Moro, che nel suo intervento sostiene che la Riforma è illegittima, in quanto «le formazioni sociali non possono essere riformate, né dal Governo, né dal Parlamento. Esse sono infatti l’espressione dell’autonomia della società e lo Stato deve limitarsi a riconoscerle, garantendone le possibilità di sviluppo».
Di fronte alla complessa macchina della solidarietà impegnata nell’integrazione e inclusione dei migranti, questo numero si snoda lungo due strade che non corrono parallele, ma si intersecano in un continuo gioco di rimandi: la via “alta” che ci insegna come dovrebbe essere l’arte dell’integrazione o come è cambiata negli ultimi anni; la via “bassa”, che ci racconta come si sta facendo (buona) accoglienza nel nostro Paese, nelle grandi città come nei piccoli centri, anche grazie al contributo del volontariato.
La via “alta” si apre con l’articolo di Carchedi che introduce la dimensione del fenomeno in Italia e le istituzioni europee e gli Stati membri. In un sondaggio Eurombarometro (2017) la questione dell’immigrazione è al terzo posto tra quelle per le quali si ritiene insufficiente l’intervento dell’Unione europea. L’Europa, infatti, gioca un ruolo cruciale nella governance e gestione dei flussi migratori così come nel facilitare percorsi di integrazione, come ci spiega Marasà riferendo il punto di vista del Parlamento europeo.
Ma se è vero che dalle crisi nascono opportunità, allora la grande sfida che le città italiane hanno davanti sta nell’individuare strade che consentano di assorbire i migranti attraverso percorsi di inclusione che creino dei nuovi cittadini anziché dei ghetti e tessano legami anziché innescare conflitti. Approfondiamo questa sfida, attraverso il punto di vista di una serie di docenti ed esperti in vari campi: da quelli raccolti sul sito lavoce.it di Pontara e della Fondazione Leone Moressa; a quella di Padre Ripamonti, dei sociologi Frisanco e Moro e dell’antropologo Appadurai.
E poi ci sono le storie: esperienze modello, buone prassi, che possono fare scuola nell’Italia di oggi e di domani. Perché le modalità tramite cui si racconta l’immigrazione possono fare la differenza, come spiega l’articolo di Binotto che ripercorre trent’anni di narrazione sull’immigrazione in Italia ed evidenzia come questa orienti la percezione collettiva del fenomeno. Questo numero inoltre vuole contribuire a un’altra narrazione, per dare visibilità alle esperienze di successo e porci in controtendenza rispetto al diffondersi dei discorsi d’odio e delle fake news, spesso alimentati dall’uso poco responsabile dei social di cui ci parla Springhetti.
La prospettiva è quella di raccontare il fenomeno dell’immigrazione attraverso la lente dell’integrazione per andare oltre il tema dell’accoglienza nell’emergenza, ampiamente presente nel circuito dei mass media. L’intento è quello di continuare a parlarne per mettere in luce esperienze concrete e racconti di integrazione possibile. Di integrazione di successo, infatti, si parla ancora troppo poco, forse perché attiene al campo dell’ordinario e non più dello straordinario e fa meno notizia. Un’accoglienza made in Italy nella quale il volontariato, da anni ormai, gioca un ruolo chiave su più fronti e che in silenzio opera ogni giorno a favore dell’ospitalità sotto i vessilli della gratuità e dell’altruismo. Un volontariato che insegna agli stranieri la lingua italiana, che aiuta i giovani studenti nei compiti scolastici, che li coinvolge in attività sportive favorendo relazioni con i loro coetanei, che li supporta nel mondo del lavoro o li ospita in casa. Che offre ai migranti e agli italiani delle occasioni per incontrarsi, fare delle cose insieme e conoscersi al di là dei timori e dei pregiudizi.
Quindi oltre alle storie raccontate in questo numero raccoglieremo nella pagine web altre testimonianze che il volontariato, nel suo silenzioso e concreto agire quotidiano, gioca in ambiti delicati quale quello dell’integrazione dei migranti per dare voce a quella prossimità e solidarietà diffusa che caratterizza il nostro tessuto sociale. Ricordandoci che l’Italia produce anche risorse ed energie positive e che il volontariato ne è uno dei principali protagonisti.
ASVIS - Parte anche in Italia la sfida della sostenibilità con 17 obiettivi per il 2030
di Paolo Marelli – pag 9
FOCUS UE - Sviluppo locale: un’idea nata in Europa che si è persa per strada
di Nicoletta Teodosi – pag 19
BARCA - Partecipazione, coesione e ascolto delle piccole voci ecco come nasce lo sviluppo
di Paola Springhetti – pag 26
ASCOLI - Rispondere ai bisogni rafforzando interazioni, legami e relazioni: la mission del volontariato
Ugo Ascoli – pag 34
PASQUALOTTO - I rapporti tra associazioni, ente pubblico e territorio per uno sviluppo condiviso
di Luciano Pasqualotto – pag 39
VOLTERRANI - Le esperienze ci sono, ma serve un network 3.0 per la crescita territoriale
di Paola Springhetti – pag 46
PALTRINIERI - Dal consumo responsabile al consumo collaborativo quale ruolo per il Terzo settore
di Roberta Paltrinieri – pag 53
TERRITORI E STRATEGIE - Una crescita condivisa cambiando gli stili di vita della nostra quotidianità
di Marco Pollastri e Sara Branchini – pag 57
IL PROGETTO - Bologna e la doppia sfida dell’inclusione e innovazione per il benessere interculturale
di Inti Bertocchi – pag 63
FORUM - Csv tra riforma e futuro. Da sentinella dei bisogni a protagonista del welfare
di Elisabetta Bianchetti – pag 68
L’ANALISI - Una partnership innovativa. Ma in Italia si è diffusa a macchia di leopardo
di Elisabetta Bianchetti - pag 9
RELAZIONI - Il coraggio di “perdere” tempo per costruire rapporti solidi tra enti pubblici e non profit
di Paolo Marelli – pag 23
ESPERIENZA DI RELAZIONI - Bergamo, una “città leggera” Case e rete sociale ai disabili grazie alla forza del dialogo
di Paolo Marelli – pag 28
FLESSIBILITÀ - Dalla sostenibilità alla generatività. Ecco come “ripensare” la progettazione sociale
di Jamil Karim Amirian – pag 33
ESPERIENZA DI FLESSIBILITÀ - La carica degli empori solidali. Così il volontariato lotta contro le nuove povertà
di Cinzia Migani – pag 41
COMPETENZE - Il progettista sociale: verso una definizione delle abilità e capacità
di Paola Atzei – pag 45
RETI GENERATIVE - Aggregazione e condivisione sono un processo da costruire, coltivare e curare
di Felice Addario e Francesco D’Angella – pag 53
VALUTAZIONE - Bene comune e sussidiarietà: perché misurare l’impatto degli interventi sociali
di Alessandro Pozzi – pag 62
ESPERIENZA DI VALUTAZIONE - Quando il welfare è “in azione” risorse per 27 progetti grazie a Fondazione Cariplo
di Alessandro Pozzi – pag 69
IL TEMPO - Progetto Territorio Europa e quella “linea” che separa cooperazione e collaborazione
di Tina Miggiano – pag 72
ESPERIENZA DEL TEMPO - Reti stabili e flessibilità: alleanza non profit e Asl per la salute mentale
di Paola Springhetti – pag 79
PROSPETTIVA - Obiettivi sociali e coprogettazione negli appalti pubblici
di Silvano Falocco – pag 84
L’ANALISI - Donna, under 30 e studente: è il volontario dei grandi eventi. Una “comunità” che cresce
di Elisabetta Bianchetti – pag 9
FOCUS GIOVANI - La continuità che spaventa. Meglio esperienze plurime banco di prova per il lavoro
di Antonella Morgano – pag 24
AMBROSINI - Non è una solidarietà di serie B. Le Odv imparino a valorizzare quell’altruismo mordi e fuggi
di Chiara Castri – pag 30
IL RUOLO DEI CSV - Volunteerability: così la voglia di volontariato continua nel dopo evento
di Paola Atzei – pag 37
IL DIBATTITO - Volontari o finti lavoratori? Il rebus che divide l’Italia. Colpa di un vuoto normativo
di Elisabetta Bianchetti e Paolo Marelli – pag 45
L’ESPERIENZA - Ecco le dieci regole d’oro imparate alla guida dell’esercito fucsia
di Marta Moroni pag 51
LA LEZIONE INGLESE - Modello Team London. L’eredità dei Giochi 2012? Un volontariato da record
di Paolo Marelli – pag 57
CARATTI - Dalla condotta alla responsabilità. I principi del Padiglione Ue a Expo modello per un Codice etico
di Giancarlo Caratti – pag 64
TORINO 2006 - L’impegno olimpico scende in città e si auto-organizza
di Alessandro Prandi – pag 69
ROMA - I buoni samaritani del Giubileo. Insieme da 33 Paesi del mondo per un dialogo che parte dal basso
di Paola Springhetti – pag 73
ASCOLI PICENO - Grandi eventi ed emergenze. La rievocazione della Quintana tende la mano ai terremotati
di Valentina De Felice – pag 78
CAPITALE DELLA CULTURA - Eventi e volontariato informale: l’esperienza dei cittadini mantovani
di Paola Rossi e Francesco Molesini – pag 82
BOLOGNA - Festival delle Generazioni, quando un evento nazionale è laboratorio locale di gratuità
di Andrea Arnone – pag 87
LONDRA - Steward (gratis) ai concerti. Quando la musica aiuta i Paesi in via di sviluppo
di Paolo Marelli – pag 92
L’ANALISI - Crescita continua degli enti. E sempre più donne e giovani impegnati nella solidarietà
di Paolo Marelli - pag 9
MORO - In 12 articoli le regole per smascherare la falsa solidarietà
di Giovanni Moro – pag 15
VENTURI - La cultura del dono è rivista in chiave più aperta nel nome del “civismo”
di Elisabetta Bianchetti – pag 21
IL GIURISTA - Via libera alla definizione che identifica il Terzo settore in base al fine sociale
di Lorena Moretti - pag 27
IL NOTAIO - I decreti attuativi puntino a un doppio obiettivo: norme chiare e semplificazione
di Lorena Moretti - pag 32
LA SVOLTA - Il principio di sussidiarietà sancito anche per legge. Così si attua la Costituzione
di Paolo Marelli – pag 37
PROPERSI - Codice civile fermo al 1943. Adesso occorre aggiornarlo. E serve il registro unico
di Elisabetta Bianchetti – pag 41
LA CRITICA - Odv in un limbo fiscale. La lunga lista dei quesiti senza ancora una risposta
di Carlo Mazzini – pag 47
OBIETTIVO SU - Servizio civile universale: una risorsa per le associazioni ma anche un impegno
di Licio Palazzini – pag 52
LA SFIDA - Trasparenza ora il Governo vari un portale online. Il diritto di sapere è di tutti
di Paolo Marelli – pag 57
LEZIONE AMERICANA - È l’ora del settore plurale. Assicura un equilibrio tra pubblico e privato
di Elisabetta Bianchetti – pag 62
VOCE AI PROTAGONISTI
I Csv erogatori di servizi per le organizzazioni oppure agenzie di sviluppo? di Paola Springhetti – pag 71
Le organizzazioni di volontariato. Movi: serve il coraggio di percorrere nuove strade
di Gianluca Cantisani - pag 78
Le associazioni di promozione sociale. Acli: la classe dirigente non ha inciso sulla riforma
di Elisabetta Bianchetti – pag 81
Le pubbliche assistenze. Anpas: più tutele per le associazioni di secondo livello
di Massimo Mezzabotta - pag 84
Le cooperative sociali 1. Con questa legge maggiori competenze e professionalità
di Alessandro Prandi – pag 87
Le cooperative sociali 2. La nostra crescita passa dalla partecipazione alle reti
di Christian Gretter - pag 90
Le imprese sociali. Occorrono più dinamicità per attività e lavoratori
di Alessandro Prandi - pag 92
Le fondazioni. La legge non sia un recinto Il mercato cambi le regole
di Paola Springhetti – pag 96
Appendice
La legge 102/2016
L’ANALISI - Longevità e soci da record. Un doppio primato italiano per cinque mila associazioni
di Luca Muchetti - ag 9
IL SOCIOLOGO - La malattia non è una sconfitta. Le società moderne e in salute sostengono chi è in difficoltà
di Giancarlo Cursi – pag 19
DE BIASI - Più spazio e peso alle Odv nei programmi e progetti della sanità del futuro
di Elisabetta Bianchetti e Paolo Marelli – pag 27
RICERCHE - Quando far del bene fa bene. Il potere fisiologico dell’altruismo che potrebbe allungare la vita
di Elisabetta Bianchetti – pag 32
FORMAZIONE - Sapere, saper fare e saper essere. Le tre dimensioni del non profit e la sfida delle nuove emergenze
di Paola Atzei – pag 37
CURE PALLIATIVE - Donare il proprio tempo. Quando rimane ancora un pezzo di storia da scrivere
dI Luca Moroni - pag 44
FEDERAVO - Dagli ospedali al domicilio. La scommessa per il futuro è l’apertura al territorio
di Paolo Marelli – pag 53
L’INDAGINE - Il modello dell’auto mutuo aiuto. Quella “terra di mezzo” tra paziente, famiglia e istituzione
di Maria Augusta Nicoli, Vittoria Sturlese e Giulia Rodeschini - pag 62
ESPERIENZA 1 - Solidarietà cibo per l’anima. Così tendiamo una mano a chi soffre di disturbi alimentari
di Valentina De Felice - pag 69
ESPERIENZA 2 - Grazie al nostro impegno il dolore incontra la speranza. E in corsia si è meno soli
di Elisabetta Bianchetti – pag 75
ESPERIENZA 3 - Le Case della salute restituiscono al non profit un ruolo da coprotagonista
di Cristina Papitto e Luigi De Matteo – pag 81
ESPERIENZA 4 - Curare il corpo e lo spirito: l’integrazione degli stranieri passa anche dalle corsie
di Chiara Castri – pag 85
ESPERIENZA 5 - Azienda sanitaria e associazioni, alleanza sulla salute mentale per progetti a misura di persona
di Danilo Rasia – pag 91
L’ANALISI - La carica degli 800 mila. Difendono e divulgano i “gioielli” di casa nostra
di Elisabetta Bianchetti – pag 9
COSÌ IN EUROPA - Reclutare, formare e coordinare. Una mappa di buone pratiche sull’asse Budapest-Dublino
di Paolo Marelli – pag 19
LA CRITICA - Lo Stato non può salvare il bello. Occorre aprire una terza via che punti sul non profit
di Paolo Marelli – pag 33
DAVERIO - Il mondo chiuso dei musei. Quella casta sacerdotale che ripudia i volontari
di Paolo Marelli – pag 40
PAOLUCCI - Va tracciata una linea di confine su ciò che può o non può fare il volontariato della cultura
di Paola Springhetti – pag 46
IL DOCUMENTO - Ecco la Magna Charta che sancisce regole, linee guida e sinergie su formazione e progettazione
di Paola Atze – pag 51
RACCOLTA FONDI - È vincente un fundraising flessibile e aperto a differenti fonti di finanziamento
di Marianna Martinoni – pag 57
FOCUS 1 - Dalle guide all’accoglienza. Un impegno per la scoperta di siti e tesori nascosti
di Elisabetta Bianchetti – pag 66
FOCUS 2 - Come arte, musica e cinema possono far rinascere il Sud. Grazie a giovani e Terzo settore
di Alessandro Scassellati – pag 78
ESPERIENZA 1 - Cacciatori di reperti antichi. Quando il non profit entra negli scavi con gli archeologi
di Luca Muchetti – pag 78
ESPERIENZA 2 - Riparano libri, raccolgono fondi e insegnano a navigare sul web. BiblioBologna cresce e fa scuola
di Anna Maria Brandinelli – pag 83
ESPERIENZA 3 - L’integrazione a Roma corre su parole e note delle musiche di strada
di Paola Springhetti – pag 88
ESPERIENZA 4 - Mettiamo in vetrina le opere griffate dagli artisti outsider. Così lottiamo contro il disagio
di Angelo Piazzoli – pag 93
L’ANALISI - Radiografia del volontariato. S’impegna un italiano su otto. La metà in un’organizzazione
di Elisabetta Bianchetti – pag 9
FOCUS 1 - Più pragmatico meno ideologico. Dribbla continuità e legami forti. Preferisce la pluri-appartenenza
di Paola Atzei – pag 25
FOCUS 2 - Valore economico da calcolare. Un’azione strategica per accrescerne la visibilità
di Elisabetta Bianchetti - pag 33
FOCUS 3 - Aumenta la cultura del dono. L’altruismo come antidoto contro la fuga dalla politica
di Elisabetta Bianchetti – pag 39
OBIETTIVO SU
Fare rete e spazio ai giovani. È il futuro delle organizzazioni in bilico fra trionfo e declino
di Paolo Marelli – pag 45
AMBROSINI - Leggera, libera e fuori dall’Odv. La solidarietà si rinnova e fa dire “ci sono anch’io”
di Luca Muchetti – pag 53
LA SFIDA - Diritti, dignità e bene comune. Se non includiamo gli ultimi non ci sarà vera democrazia
di Roberto Mancini – pag 61
LA FOTOGRAFIA
Volontari della porta accanto e gratuità a breve termine. È il mutualismo del Duemila
di Elisabetta Bianchetti - pag 69
ESPERIENZA 1
La nuova frontiera dell’auto aiuto per sconfiggere le dipendenze dal gioco d’azzardo a internet
di Paolo Marelli - pag 81
ESPERIENZA 2 - Non chiamateli angeli. Per superare le emergenze basta solo essere proattivi
di Paola Springhetti – pag 86
ESPERIENZA 3 - Condannati a fare del bene. L’altra faccia della pena in nome della solidarietà
di Paolo Marelli – pag 91
ESPERIENZA 4 - Il fenomeno social street. Da Bologna (sulle vie del web) alla conquista del mondo
di Cinzia Migani – pag 91
L’ANALISI - La strategia dell’Europa per riconoscere i “saperi” non formali e informali
di Elisabetta Bianchetti – pag 9
PERULLI - L’Italia sulle orme dell’Europa. Terzo settore protagonista per far decollare le validazioni
di Elisabetta Perulli – pag 23
FOCUS - Le associazioni investano nelle mansioni trasversali per servizi di qualità
di Cristiana Ranieri – pag 34
LA SFIDA - Per una comunità più competente i Csv stringano legami fra non profit, scuola e lavoro
Paola Atzei – pag 43
LA RICERCA - Dalla flessibilità all’autonomia: così le associazioni valorizzano le “prestazioni” dei volontari
di Agnese Morandotti – pag 50
CALZA - L’impegno nella solidarietà una voce cruciale e utile da inserire nel curriculum
di Monica Cerioni – pag 61
CERTIFICARE IN LOMBARDIA - Riconoscere le proprie capacità un punto di forza da spendere nella ricerca di un impiego
Clementina Marinoni – pag 67
CERTIFICARE IN EMILIA - Per accertare le qualifiche è necessario superare un esame con prova pratica e colloquio – pag 73
REGGIO - Quando le esperienze nel sociale sono una chance da sfruttare nella professione e nello studio
di Piergiorgio Reggio - pag 76
ESPERIENZA 1 - Progetto Attitude, la via lombarda per attestare la competenza del fare. Così il portfolio è più europeo
di Glenda Pagnoncelli – pag 84
ESPERIENZA 2 - CVol, il “libretto” che valorizza le competenze e il patrimonio di conoscenze
di Paola Atzei – pag 89
L’ANALISI - Raccogliere finanziamenti con web, mail, Fb e Twitter. Eppur qualcosa (già) si muove
di Elisabetta Bianchetti - pag 9
LA STRATEGIA - Non profit, miniera di storie. Raccontatele e conquisterete la fiducia dei donatori
di Davide Moro – pag 23
QUISTELLI - Il futuro del direct mail? Rimane uno strumento chiave in una campagna crossmediale – pag 29
FOCUS - Oltre Facebook e Twitter, ecco qual è il confine tra attivisti e spettatori
a cura di Elisabetta Bianchetti – pag 35
CROWDFUNDING - Le piattaforme sono raddoppiate, ma l’offerta supera la domanda. E tanti progetti sono un flop
di Marco Olivieri – pag 43
ZANIN - People raising online. Regole, trucchi e segreti svelati da un esperto
di Monica Cerioni – pag 49
STRATEGIA - Fotografie, video e storie da postare e condividere. Il reclutamento diventa 2.0
di Paolo Marelli – pag 57
LEZIONE AMERICANA - Donazioni con il mouse. L’abc per innovare il vostro sito internet
di Paolo Marelli – pag 63
LA STORIA 1 - La sfida di Cybervoluntarios. Cittadini sempre connessi per un mondo più solidale
di Yolanda Rueda Fernandez – pag 69
LA STORIA 2 - Un clic raduna i sostenitori. La Lega del Filo d’Oro punta su una campagna digital – pag 74
LA STORIA 3 - Ice Bucket Challenge, il nuovo fenomeno mediatico. Ma è un successo che divide
di Paolo Marelli – pag 76
L’ANALISI - Gli invisibili e gli impresentabili, i senza lavoro
e gli sfrattati: ecco chi sono i nuovi poveri - pag 9
L’ALLEANZA - Una legge e un programma per il sostegno
al reddito. E l’Italia sarà come l’Europa - pag 19
MARSICO - Non più soltanto assistenza, ma un aiuto
per casa e lavoro. Ecco dove va il volontariato - pag 25
MAZZOLI - Il non profit come architrave di un nuovo welfare
per l’Italia: costi più bassi e più qualità - pag 33
LA STORIA 1 - La San Vincenzo cerca giovani per un impegno
nelle scuole e contro le ingiustizie sociali - pag 49
LA STORIA 2 - Social market delle buone azioni, dove la spesa
è a costo zero perché si paga con la solidarietà - pag 54
LA STORIA 3 - Banco Alimentare in prima linea con le giornate della colletta. Una missione per il bene comune - pag 59
L’APPELLO - Lotta allo spreco del cibo, la legge del “Buon
samaritano” un modello anche per l’Europa - pag 65
LA SFIDA - Occorre un secondo welfare: che sostituisca
quello statale e tenda la mano ai più deboli - pag 74
QUI EUROPA - Cross, una piattaforma digitale per calcolare il valore economico del non profit a servizio delle città - pag 79
LEZIONE AMERICANA - Oltre la linea della povertà: non basta
più misurarla è necessario conoscerla - pag 89
LA RADIOGRAFIA - Aziende impegnate nel sociale: diminuisce
il loro numero, ma aumenta la cifra investita - pag 9
LO SCENARIO - Le competenze dell’impresa a servizio
delle associazioni per rispondere a nuovi bisogni A PAGINA 17
L’AUTOCRITICA - Odv, serve un rinnovo al vertice. I manager
non bastano più, occorre “imprenditorialità” - pag 33
FOCUS - Più comunità e più territorio con la responsabilità
sociale delle piccole e medie imprese - pag 41
LA SFIDA - Sviluppare una joint venture tra Csv, associazioni
e imprese per i dipendenti-volontari - pag 52
LA PROPOSTA - I Centri di servizio “laureino” i dirigenti
che dialogheranno con il management profit - pag 59
LA RIFLESSIONE - Volontari “a tempo determinato”. Quando i dipendenti lavorano” in un’associazione non profit - pag 65
L’ESPERIENZA - Attività pro bono in crescita. In Italia
più professionisti a servizio della solidarietà - pag 68
LEZIONE AMERICANA - Occorre saper valorizzare abilità e talenti
dei volontari per un reclutamento più facile - pag 75
QUI MARCHE - “Volontariato&Imprese” premia le migliori
partnership fra Odv e aziende del territorio - pag 88
QUI MESSINA - Il welfare “siciliano” del futuro? L’impegno
delle aziende locali per la comunità e i beni comuni - pag 91
QUI MILANO - Regole, trucchi e segreti del volontariato aziendale
Grazie a una guida pratica - pag 94