Papers by Francesca Bocca-Aldaqre
Occhialì, 2023
Il termine “psicologia islamica” è presente nell’ambiente accademico da meno di cinquant’anni; in... more Il termine “psicologia islamica” è presente nell’ambiente accademico da meno di cinquant’anni; in questo breve lasso di tempo si è trasformata da corrente di nicchia all’interno dell’attivismo islamico a movimento globale (Rothman, Coyle, 2018).
In questi decenni, i concetti e il linguaggio della psicologia islamica sono mutati; per esempio, da un primo paradigma di forte “islamizzazione” (Long, 2014) della psicologia, si è passati ad un concetto di “integrazione” tra Islam e psicologia (Keshavarzi, Khan, 2018).
La Luce, 2022
L’Istituto Averroè è la prima realtà in Italia a insegnare le scienze dell’Islam, una a una, alla... more L’Istituto Averroè è la prima realtà in Italia a insegnare le scienze dell’Islam, una a una, alla Umma di domani
La Luce, 2022
I musulmani italiani arrivano divisi alle elezioni. È perché una cultura islamica italiana non es... more I musulmani italiani arrivano divisi alle elezioni. È perché una cultura islamica italiana non esiste ancora.
ICONIPSY, 2022
The incredible significance of gratitude (shukr) that Islam advocates and the one that positive p... more The incredible significance of gratitude (shukr) that Islam advocates and the one that positive psychology showcases are very similar in nature. This paper is a representation of an endeavor of deeply studying this topic both from the perspective of Islam and Positive Psychology, analyzing the conceptualization of gratitude that both sides espouse and establishing a link between the two. Content and textual analysis methods were used to scrutinize the data related to the study. The literature from the Holy Quran and Sunnah (Prophet's practices) suggests that gratitude can be a source of abundance, well-being, and life satisfaction. Positive psychology endorses gratitude as a source that can guide people towards meaning and a higher level of selfesteem and happiness. This analysis can potentially serve as a tool to examine the level of contentment, better interpersonal relationships, wellbeing, and overall happiness both at individual and collective levels.
The incredible significance of gratitude (shukr) that Islam advocates and the one that positive p... more The incredible significance of gratitude (shukr) that Islam advocates and the one that positive psychology showcases are very similar in nature. This paper is a representation of an endeavor of deeply studying this topic both from the perspective of Islam and Positive Psychology, analyzing the conceptualization of gratitude that both sides espouse and establishing a link between the two. Content and textual analysis methods were used to scrutinize the data related to the study. The literature from the Holy Quran and Sunnah (Prophet's practices) suggests that gratitude can be a source of abundance, well-being, and life satisfaction. Positive psychology endorses gratitude as a source that can guide people towards meaning and a higher level of selfesteem and happiness. This analysis can potentially serve as a tool to examine the level of contentment, better interpersonal relationships, wellbeing, and overall happiness both at individual and collective levels.
Nuova Secondaria, 2019
È Curioso Come tAlvoltA dei grAndi PersonAggi dellA letterAturA o dellA storiA sfuggAno AsPetti r... more È Curioso Come tAlvoltA dei grAndi PersonAggi dellA letterAturA o dellA storiA sfuggAno AsPetti reConditi; di JohAnn WolfgAng von goethe È stAto detto Che fosse CristiAno, mAssone, di rAzionAlità illuministA o sentimento romAntiCo. fACCiAmo luCe sul suo APProCCio Con lA religione islAmiCA. N elle opere di Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832), poeta, scrittore e scienziato tedesco, il continuo attingere a tradizioni religiose diverse da quella evangelica nella quale fu educato è stato interpretato o come sforzo sincretico, o all'interno della corrente di tolleranza volterriana verso le altre fedi. All'interno del confronto tra il poeta e tutte queste posizioni spirituali, ritengo che la più interessante sia stata tralasciata, ovvero quella con l'Islam. Nell'accademia italiana in particolare, la religiosità di Goethe è stata spesso mal interpretata, a causa di traduzioni e adattamenti estranei ai testi originali 1 . Solo Benedetto Croce, nella sua rivista La Critica, nel 1918, realizzò una traduzione del Canto a Maometto, interpretandola però nel filone delle "poesie titaniche", e non come frutto di un interesse religioso verso la figura del Profeta.
Studi e Materiali di Storia delle Religioni, 2021
Studying the understanding of Islam from figures like Johann Wolfgang von Goethe1 (1749-1832) or ... more Studying the understanding of Islam from figures like Johann Wolfgang von Goethe1 (1749-1832) or Georg Wilhelm Friedrich Hegel2 (1770-1831) carries a twofold interest: on a historical aspect, it can provide valuable in- sights on the origin of Western theories – or prejudices – on the Muslim world, while on a philosophical aspect, it can provide cues for re-elaborating their thought in order to open new roads. Goethe and Hegel are not only relevant for discussing the development of German culture in the 19th century and be- yond, but are also key figures in the identity of Western modernity at large3.
When discussing how the West shaped its view of Islam, especially in the 18th-19th century, the classical critical work is Said’s Orientalism4. He- gel is completely absent in it, while Goethe is only briefly mentioned – and dismissed – as one of the many Western writers who used the Orient as an inspiration for their art, producing a «protective Orientalized Orient»5, which instead of a real place is «a form of release, a place of original opportunity»6.
Nonostante i frutti della scienza islamica medievale siano conosciuti e vastamente apprezzati, il... more Nonostante i frutti della scienza islamica medievale siano conosciuti e vastamente apprezzati, il sistema educativo che li ha generati è tuttora poco noto. Sappiamo che sono stati i lavori di traduzione compiuti da studiosi musulmani ad aver permesso la trasmissione della cultura greco-ellenistica durante i secoli medievali, e conosciamo i contributi originali dei sapienti islamici in discipline come la medicina, l’astronomia, filosofia, matematica, musica, architettura, cartografia e geometria. Tuttavia, parlare di educazione islamica significa, per il lettore occidentale, un rigido sistema orientato esclusivamente alla memorizzazione del Corano. Il significato del termine madrasa, che in arabo può essere reso con “scuola”, prende nella traduzione italiana il significato di istituto per la pura memorizzazione del Libro Sacro. Lo scopo di queste pagine è quello di contribuire alla conoscenza del sistema educativo islamico medievale, analizzandone le caratteristiche dal generale al particolare: partendo quindi dai concetti principali di filosofia dell’educazione e di pedagogia, per poi passare a illustrare le principali istituzioni nelle quali aveva luogo l’apprendimento sino a concludere con alcuni esempi di quotidianità educativa.
Intellectual Discourse, 2019
Goethe’s religiosity appears at the same time profoundly sincere yet escaping confessional labels... more Goethe’s religiosity appears at the same time profoundly sincere yet escaping confessional labels. It has been claimed that Goethe was Christian, theist, mason, and even a pagan. Our work aims at studying Goethe’s religiosity throughout his life, and in particular in his relationship with Islam. Of all religions Goethe studied and interacted with, Islam is remarkably absent from literary critic, yet he elaborated it throughout his life. We will propose a periodization which divides his relationship with Islam into four stages, in which specific religious themes echo in his letters and works, most of which have not been pointed out before, such as in the Faust. Finally, we will discuss our findings in the context of religious studies scholarship, and approach the issue of what can Goethe suggest for the meaning of a European Islam today.
Occhialì, 2020
We propose a review and elaboration on some contemporary theories of Islamic aesthetics proposing... more We propose a review and elaboration on some contemporary theories of Islamic aesthetics proposing the existence of common themes underlying all forms of Islamic art. We will first present the two most important authors involved in the contemporary philosophical elaboration of Islamic aesthetics: Titus Burckhardt and Sayyed Hossein Nasr. Then, we will proceed examining the Qur'anic bases of their positions. The concept of void will be then employed to study some forms of Sufi art, and finally calling for a qur'anic aesthetics to be further developed, to include all products of Islamic art: from architecture to poetry, from calligraphy to music.
Civiltà delle Macchine , 2021
Nella paura di perdere ben più che la quotidianità – perfino se stessi – ripensarsi come unità in... more Nella paura di perdere ben più che la quotidianità – perfino se stessi – ripensarsi come unità inscindibile di mondo, memoria e corpo sprigiona una nuova potenza. È il conforto che arriva dalla fenomenologia.
Niente è come prima, eppure il sé più caparbio si tiene dentro tutto.
Non sentirsi amputati dalla realtà, nella quotidianità fatta di distanziamenti e quarantene sembra uno sforzo innaturale, un vezzo.
Eppure, è un errore pensare che il mondo sia là fuori e il corpo ne rimanga escluso; i due sono compenetrati a tal punto da formare un’unità che nemmeno l’isolamento può spezzare.
È l’insegnamento di Maurice Merlau-Ponty, che nella Fenomenologia della Percezione descrive un corpo che comprende il mondo, al quale è collegato intimamente, originariamente, ancora prima del riflesso.
Il sé vero, quindi, non è un’astrazione cognitiva, una mente disincarnata e tantomeno un’anima, ma è lo stesso corpo, liberato dalla dicotomia con il mondo.
L’unità tra corpo e mondo si estende nell’unità del comportamento. Non vi è più l’azione intelligente contrapposta a un’attività tutta corporea, riflessiva; si trascende perfino il discrimine tra fisiologico e psicologico.
La chiave per questo capovolgimento dell’azione è l’abitudine. Ogni abitudine, infatti, porta in sé una specifica comprensione del mondo, un raggrumarsi di certezze e aspettative che, non venendo smentite, si solidificano sempre più.
Annali di Scienze Religiose, 2020
Goethe’s interest in Islam and Oriental studies culminated in the composition of the West-östlich... more Goethe’s interest in Islam and Oriental studies culminated in the composition of the West-östlicher Divan; up to now, though, these influences have been examined as a whole, as part of the wider relationship of Goethe with Islamic culture, without separating religious from cultural components. Starting from the analysis of Goethe’s letters, we will attempt to show an authentically personal re- elaboration of three key terms from the Islamic vocabulary: Islam, Prophet and Hegira. By cross- comparing the letters with his diaries, conversation, and autobiography, we will propose a coherent reading of Goethe’s personal relationship with Islam.
Nuova Secondaria, 2021
l’islaM si trova Di Fronte a una Doppia sFiDa nell’iDeare il proprio sisteMa eDucativo: aFFerMare... more l’islaM si trova Di Fronte a una Doppia sFiDa nell’iDeare il proprio sisteMa eDucativo: aFFerMare il valore Di un’eDucazione reliGiosa nel MonDo secolarizzato e inDiviDuare cosa siGniFichi un approccio islaMico alle Discipline scientiFiche e applicate. la teoria Dell’embodied cognition oFFre uno spunto Fertile per ripensare cosa siGniFica eDucare nell’islaM.
Studi Magrebini, 2021
L’ultima fatica di Massimo Campanini, Maometto. La vita e il messaggio di Muhammad il profeta del... more L’ultima fatica di Massimo Campanini, Maometto. La vita e il messaggio di Muhammad il profeta dell’Islam, edito da Salerno editrice, è una lettura multi- forme. L’autore vuole catturare diverse tipologie di lettori, alternando perciò la scrittura tra racconto, riflessione filosofica e critica storica. Il secondo merito riguarda le fonti (ne parleremo tra breve); resoconti originali arabi – in prima traduzione italiana – si alternano a lavori orientalisti – classici e moderni – e ancora a recentissimi lavori di esegeti e pensatori musulmani contemporanei.
L’introduzione è una vera e propria presa di campo. Dividendo le biografie di Muḥammad in tre gruppi – della vecchia, della nuova orientalistica e dei credenti – Campanini si situa fin dall’inizio nell’altrove. Il suo sforzo è, dichia- ratamente, “uno sguardo dall’interno, in qualche modo non indifferente, privi- legiando il punto di vista auto-analitico della storiografia musulmana classica” (p. 8), cimentandosi in un’opera che “manterrà e rivendicherà l’analisi critica e storicizzante che il credente spesso sacrifica” (p. 8).
Civiltà delle Macchine, 2020
È un riflesso della memoria, ricordare la storia di Galileo, quando si accosta la teologia allo s... more È un riflesso della memoria, ricordare la storia di Galileo, quando si accosta la teologia allo studio del cosmo. Lo sforzo della scienza di liberarsi dall'egida della teologia diventa mito di fondazione della modernità; le due discipline si separano, si spartiscono «come si vadia al cielo» e «come vadia il cielo», e nella promessa di reciproca non belligeranza, cosmologia ed esegesi proseguono non intersecandosi più, anzi difendendo e delimitando il proprio terri-torio. Nei tuoi lavori dedicati al legame tra pro-gresso scientifico e interpretazione del testo sacro nel mondo islamico, parli di un processo opposto. Cosa significa esegesi scientifica? Il tafsīr 'ilmī è un tipo di commentario al Corano, una disciplina di venerabile antichità. I primi sforzi in questo senso risalgono già al cosid-detto Medioevo, e sono un tentativo di capire se e in che modo il testo sacro contenga antici-pazioni, spiegazioni o quelle leggi che regolano il funzionamento dell'universo, sia dal punto di vista strettamente cosmologico che delle scienze naturali in genere. L'esegesi scientifica è quindi soltanto un ten-tativo di armonizzare, di "far andare insieme" scienza ed esegesi, o è qualcosa di più? Il tafsīr 'ilmī è anche tentativo di armonizzare, ma non solo. Solitamente è quel tipo di com-mentario che cerca di individuare all'interno del Corano le leggi di natura o le strutture di funzionamento della realtà, primariamente quella cosmologica. In alcune sue emanazioni metodologicamente meno solide, però, si ritrova a compiere esatta-mente l'errore dal quale Galileo cercava di met-terci in guardia, cioè leggere il Corano come un libro di scienza. Uno degli autori che hai studiato con più atten-zione è Averroè. Qual era la sua idea di cosmo? Anche se Averroè non si può dire favorevole all'esegesi scientifica, entra comunque nel merito del dibattito cosmologico più importante del Medioevo, cioè quello dell'eternità del cosmo e a riguardo assume una posizione ambigua: per lui il cosmo è contemporaneamente eterno e creato; eterno nella misura in cui lo si paragona a Dio e creato se lo si paragona agli uomini, alle piante e agli animali. Averroè, inoltre, rilegge in chiave cosmologica anche alcuni passaggi del Corano; quando nel Libro si afferma che prima della creazione i cieli fossero fumo, l'interpretazione che elabora è l'e-sistenza di una materia primordiale, risalente a prima dell'atto creativo. Come si conosce il cosmo per Averroè? Attraverso la filosofia che usa i metodi della razionalità e dell'intelletto, quindi quella che oggi si chiamerebbe la scienza. Chiaramente, essendo Averroè un aristotelico, la scienza LA TEOLOGIA CHE IMPARA DAL COSMO INTERVISTA A MASSIMO CAMPANINI Connettere esegesi ed ermeneutica del testo aiuta ad andare oltre la letteralità, a mantenere vivo il testo, in costante contatto con la realtà umana, sociale e politica
Civiltà delle Macchine , 2019
Die Maschine kann dem Menschen den Handlungsspielraum nehmen oder als Anhang dienen und seine Fäh... more Die Maschine kann dem Menschen den Handlungsspielraum nehmen oder als Anhang dienen und seine Fähigkeiten verbessern, bis er in der Lage ist, sich alles anzueignen. Das neuronale Netzwerk ist aus der Hypothese einer mechanischen Intelligenz entstanden, deren Geschichte die Dringlichkeit offenbart, sich von der Maschine abzuheben. Es ist der digitale Humanismus, in dem jedoch die zu Grunde liegende Ambivalenz keine Lösung findet. Indem der Mensch zum erkenntnistheoretischen Dreh- und Angelpunkt, zur Technik und zum Sakralen – zum Nichtmenschen – gemacht wird, bleibt das zum Aufteilen übrig, was jenseits der erreichbaren Grenze liegt.
La Medicina allo Specchio del Sacro - Incontri e confronti tra scienza e religione, 2020
La medicina profetica – al-tibb al-nabawī – è una disciplina che trae la sua origine dalle narraz... more La medicina profetica – al-tibb al-nabawī – è una disciplina che trae la sua origine dalle narrazioni – ahadīth – attribuite a Muhammad. Da esse de- rivano una visione teorica della medicina, alcuni rudimenti di farmacologia e uno stile di vita preventivo nei confronti di varie patologie.
La codifica del tibb al-nabawī avverrà in un periodo più tardo rispetto alle altre discipline classiche del pensiero islamico, come la giurisprudenza o la teologia; saranno tre i testi fondamentali, prodotti a partire dal secolo XIV. Il primo trattato, di al-Dhahabī (1274-1348), è profondamente legato al materia- le testuale degli hadīth, non discostandosene né nella trattazione teorica della medicina né nella ricerca delle soluzioni farmacologiche. Negli altri due testi, invece, oltre a un nucleo basato sulle narrazioni, l’autore include tematiche più ampie; Ibnul-Qayyim al-Jawziyya (1292-1350) discute la complementa- rietà tra malattia del cuore e del corpo, mentre Jalāl al-Dīn al-Suyūtī (1445- 1505) discute i componenti dell’uomo, integrando dottrine greche e teologia islamica.
Nonostante i pareri autorevoli in favore del tibb al-nabawī, la sua na- tura testuale – naqlī – e non razionale – ʿaqlī – lo ha reso materia di intenso dibattito nella teologia musulmana; già nel mu’tazilismo del secolo VIII si trovano delle forti critiche a pratiche mediche attribuite al Profeta. Con la nascita del riformismo, nel secolo XIX, autori come Rashid Ridā (1865-1935) hanno visto in queste pratiche un ostacolo alla modernizzazione del mondo musulmano. Analizzeremo le diverse critiche musulmane al tibb al-nabawī tramite le reazioni al “hadīth della mosca”, come paradigmatico dello scontro tra narrazione ed empirismo.
Nel pensiero islamico contemporaneo, invece, la medicina profetica ha visto una rivalutazione positiva, valorizzandone gli aspetti di complementa- rietà rispetto alle terapie convenzionali, o la sua visione olistica della persona, che esamineremo tramite il pensiero del riformista Fazlul Rahman (1919- 1988) e dell’esoterista Hossein Nasr (nato nel 1933).
Conflitti, 2019
Nel dibattito pedagogico, l’importanza di appartenenze e intersezioni cultu rali sta guadagnando... more Nel dibattito pedagogico, l’importanza di appartenenze e intersezioni cultu rali sta guadagnando sempre più spa zio. Nel riconoscimento della ricchez za che la cultura rappresenta, si utiliz za spesso il termine “pedagogia del patrimonio”, anziché il più neutro “pe dagogia socioculturale”. Non soltanto la differenza culturale rappresenta un valore aggiunto per il bambino che si trova ad essere educato in una cultura diversa da quella della propria fami glia, o a cambiarla durante la crescita, ma il patrimonio culturale può essere uno stimolo per tutti coloro che si tro vano nel suo contesto educativo: fa miglia, insegnanti, compagni e amici.
Malattia, morte e cura, 2021
È il futuro la vera identità del vissuto islamico della morte. È una certezza nuova in me, che si... more È il futuro la vera identità del vissuto islamico della morte. È una certezza nuova in me, che si è fatta strada di colpo quando, nei giorni successivi alla morte di Iyad, mi sono trovata a dover prendere posizione sul reale. Accettare una morte-e questo la moderna psicologia ce lo conferma-è fondamentale per potere di nuovo guardare in avanti; ma per passare dall'accettazione all'amore per ciò che avviene, intercorre una distanza abissale. È profondissimo amor fati quello che l'Islam incoraggia nel credente, ed è uguale gioia che si spalanca di fronte alle benedizioni e alla sofferenza. Così insegna uno hadīth, notissimo nel mondo musulmano, nel quale Muhammad afferma: «Sorprendente è la situazione del credente. In verità, ogni suo affare è buono. E questo non avviene se non per il credente; se gli accade un periodo di prosperità, è grato e ciò è bene per lui, e se gli accade un periodo di avversità, persevera con pazienza, e anche questo è bene per lui». Quest'ottimismo di fondo porta ad un insolito cortocircuito tra accettazione e sguardo al futuro. Sorprendermi a pensare all'ottimismo, in queste circostanze, ha stupito me stessa, quindi immagino il lettore si trovi disorientato. Ed è certo però che 'dire sì'-per prendere in prestito da Nietzsche quello che è l'atteggiamento di fondo di fronte a ciò che accade-non sia affatto rinuncia, ma liberazione. V'è un'altra intuizione di Nietzsche che mi è tornata alla mente, nello schianto dell'evento: ego fatum. Coincidere con il proprio destino, affermandolo anziché rinunciandovi, è posizione autenticamente islamica. Non è un caso che, sempre per Nietzsche, l'Islam fosse una religione affermativa, ja-sagend, guardata anche con una certa stima e attrazione, specialmente negli anni della gioventù (Bocca-Aldaqre, in corso di pubblicazione). Laddove Nietzsche però reinterpreta il destino nell'eterno ritorno, in un ripetersi quindi «di ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro» (Nietzsche, 1977, p. 341), l'Islam mette di fronte il credente a una ben chiara teleologia: «Tutte le cose periscono salvo il Suo volto. A Lui spetta il Giudizio, e tutti a Lui sarete ricondotti!» (Cor. 28, 88).
Civiltà delle Macchine, 2021
Dati, cose, persone. Con il 5g, tutto può essere interconnesso.
Ci si immagina, nell’ansia di cre... more Dati, cose, persone. Con il 5g, tutto può essere interconnesso.
Ci si immagina, nell’ansia di crearsi un’anteprima mentale di questo futuro prossimo, un’interazione più vasta con le cose attraverso il cellulare, ma la vera spinta è la possibilità di fare a meno di qualunque strumento intermediario e di collegare direttamente il cervello strumenti, sensori, o agli altri.
È proprio questo che fanno i brain hackers. Comprendendo che il 5g non rappresenta soltanto un aumento qualitativo, nell’interlinking tra cervello e ciò che lo circonda cercano di sfondare la mediazione tra pensiero e azione, liberandosi perfino del movimento stesso.
Così, utilizzando degli impianti multielettrodo sviluppati ad hoc, bioingegneri e programmatori – degni eredi dei positivisti – riescono ad utilizzare tastiere virtuali con il pensiero, a liberare la domotica da ogni telecomando e perfino a migliorare l’umore secondo il proprio desiderio.
Bastano una pila a 9 volt e delle istruzioni reperite su internet, ed è possibile realizzare un dispositivo che porti a quello che nella comunità anglofona del do-it-yourself è definito neuromiglioramento – neuroenhancement. Pochi minuti di saldatura, elettrodi ricavati da una spugna umida e spille da balia, una fascia annodata attorno alla testa per mantenere stabile il tutto, ed è possibile alterare l’eccitabilità della corteccia cerebrale a piacimento
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Papers by Francesca Bocca-Aldaqre
In questi decenni, i concetti e il linguaggio della psicologia islamica sono mutati; per esempio, da un primo paradigma di forte “islamizzazione” (Long, 2014) della psicologia, si è passati ad un concetto di “integrazione” tra Islam e psicologia (Keshavarzi, Khan, 2018).
When discussing how the West shaped its view of Islam, especially in the 18th-19th century, the classical critical work is Said’s Orientalism4. He- gel is completely absent in it, while Goethe is only briefly mentioned – and dismissed – as one of the many Western writers who used the Orient as an inspiration for their art, producing a «protective Orientalized Orient»5, which instead of a real place is «a form of release, a place of original opportunity»6.
Niente è come prima, eppure il sé più caparbio si tiene dentro tutto.
Non sentirsi amputati dalla realtà, nella quotidianità fatta di distanziamenti e quarantene sembra uno sforzo innaturale, un vezzo.
Eppure, è un errore pensare che il mondo sia là fuori e il corpo ne rimanga escluso; i due sono compenetrati a tal punto da formare un’unità che nemmeno l’isolamento può spezzare.
È l’insegnamento di Maurice Merlau-Ponty, che nella Fenomenologia della Percezione descrive un corpo che comprende il mondo, al quale è collegato intimamente, originariamente, ancora prima del riflesso.
Il sé vero, quindi, non è un’astrazione cognitiva, una mente disincarnata e tantomeno un’anima, ma è lo stesso corpo, liberato dalla dicotomia con il mondo.
L’unità tra corpo e mondo si estende nell’unità del comportamento. Non vi è più l’azione intelligente contrapposta a un’attività tutta corporea, riflessiva; si trascende perfino il discrimine tra fisiologico e psicologico.
La chiave per questo capovolgimento dell’azione è l’abitudine. Ogni abitudine, infatti, porta in sé una specifica comprensione del mondo, un raggrumarsi di certezze e aspettative che, non venendo smentite, si solidificano sempre più.
L’introduzione è una vera e propria presa di campo. Dividendo le biografie di Muḥammad in tre gruppi – della vecchia, della nuova orientalistica e dei credenti – Campanini si situa fin dall’inizio nell’altrove. Il suo sforzo è, dichia- ratamente, “uno sguardo dall’interno, in qualche modo non indifferente, privi- legiando il punto di vista auto-analitico della storiografia musulmana classica” (p. 8), cimentandosi in un’opera che “manterrà e rivendicherà l’analisi critica e storicizzante che il credente spesso sacrifica” (p. 8).
La codifica del tibb al-nabawī avverrà in un periodo più tardo rispetto alle altre discipline classiche del pensiero islamico, come la giurisprudenza o la teologia; saranno tre i testi fondamentali, prodotti a partire dal secolo XIV. Il primo trattato, di al-Dhahabī (1274-1348), è profondamente legato al materia- le testuale degli hadīth, non discostandosene né nella trattazione teorica della medicina né nella ricerca delle soluzioni farmacologiche. Negli altri due testi, invece, oltre a un nucleo basato sulle narrazioni, l’autore include tematiche più ampie; Ibnul-Qayyim al-Jawziyya (1292-1350) discute la complementa- rietà tra malattia del cuore e del corpo, mentre Jalāl al-Dīn al-Suyūtī (1445- 1505) discute i componenti dell’uomo, integrando dottrine greche e teologia islamica.
Nonostante i pareri autorevoli in favore del tibb al-nabawī, la sua na- tura testuale – naqlī – e non razionale – ʿaqlī – lo ha reso materia di intenso dibattito nella teologia musulmana; già nel mu’tazilismo del secolo VIII si trovano delle forti critiche a pratiche mediche attribuite al Profeta. Con la nascita del riformismo, nel secolo XIX, autori come Rashid Ridā (1865-1935) hanno visto in queste pratiche un ostacolo alla modernizzazione del mondo musulmano. Analizzeremo le diverse critiche musulmane al tibb al-nabawī tramite le reazioni al “hadīth della mosca”, come paradigmatico dello scontro tra narrazione ed empirismo.
Nel pensiero islamico contemporaneo, invece, la medicina profetica ha visto una rivalutazione positiva, valorizzandone gli aspetti di complementa- rietà rispetto alle terapie convenzionali, o la sua visione olistica della persona, che esamineremo tramite il pensiero del riformista Fazlul Rahman (1919- 1988) e dell’esoterista Hossein Nasr (nato nel 1933).
Ci si immagina, nell’ansia di crearsi un’anteprima mentale di questo futuro prossimo, un’interazione più vasta con le cose attraverso il cellulare, ma la vera spinta è la possibilità di fare a meno di qualunque strumento intermediario e di collegare direttamente il cervello strumenti, sensori, o agli altri.
È proprio questo che fanno i brain hackers. Comprendendo che il 5g non rappresenta soltanto un aumento qualitativo, nell’interlinking tra cervello e ciò che lo circonda cercano di sfondare la mediazione tra pensiero e azione, liberandosi perfino del movimento stesso.
Così, utilizzando degli impianti multielettrodo sviluppati ad hoc, bioingegneri e programmatori – degni eredi dei positivisti – riescono ad utilizzare tastiere virtuali con il pensiero, a liberare la domotica da ogni telecomando e perfino a migliorare l’umore secondo il proprio desiderio.
Bastano una pila a 9 volt e delle istruzioni reperite su internet, ed è possibile realizzare un dispositivo che porti a quello che nella comunità anglofona del do-it-yourself è definito neuromiglioramento – neuroenhancement. Pochi minuti di saldatura, elettrodi ricavati da una spugna umida e spille da balia, una fascia annodata attorno alla testa per mantenere stabile il tutto, ed è possibile alterare l’eccitabilità della corteccia cerebrale a piacimento
In questi decenni, i concetti e il linguaggio della psicologia islamica sono mutati; per esempio, da un primo paradigma di forte “islamizzazione” (Long, 2014) della psicologia, si è passati ad un concetto di “integrazione” tra Islam e psicologia (Keshavarzi, Khan, 2018).
When discussing how the West shaped its view of Islam, especially in the 18th-19th century, the classical critical work is Said’s Orientalism4. He- gel is completely absent in it, while Goethe is only briefly mentioned – and dismissed – as one of the many Western writers who used the Orient as an inspiration for their art, producing a «protective Orientalized Orient»5, which instead of a real place is «a form of release, a place of original opportunity»6.
Niente è come prima, eppure il sé più caparbio si tiene dentro tutto.
Non sentirsi amputati dalla realtà, nella quotidianità fatta di distanziamenti e quarantene sembra uno sforzo innaturale, un vezzo.
Eppure, è un errore pensare che il mondo sia là fuori e il corpo ne rimanga escluso; i due sono compenetrati a tal punto da formare un’unità che nemmeno l’isolamento può spezzare.
È l’insegnamento di Maurice Merlau-Ponty, che nella Fenomenologia della Percezione descrive un corpo che comprende il mondo, al quale è collegato intimamente, originariamente, ancora prima del riflesso.
Il sé vero, quindi, non è un’astrazione cognitiva, una mente disincarnata e tantomeno un’anima, ma è lo stesso corpo, liberato dalla dicotomia con il mondo.
L’unità tra corpo e mondo si estende nell’unità del comportamento. Non vi è più l’azione intelligente contrapposta a un’attività tutta corporea, riflessiva; si trascende perfino il discrimine tra fisiologico e psicologico.
La chiave per questo capovolgimento dell’azione è l’abitudine. Ogni abitudine, infatti, porta in sé una specifica comprensione del mondo, un raggrumarsi di certezze e aspettative che, non venendo smentite, si solidificano sempre più.
L’introduzione è una vera e propria presa di campo. Dividendo le biografie di Muḥammad in tre gruppi – della vecchia, della nuova orientalistica e dei credenti – Campanini si situa fin dall’inizio nell’altrove. Il suo sforzo è, dichia- ratamente, “uno sguardo dall’interno, in qualche modo non indifferente, privi- legiando il punto di vista auto-analitico della storiografia musulmana classica” (p. 8), cimentandosi in un’opera che “manterrà e rivendicherà l’analisi critica e storicizzante che il credente spesso sacrifica” (p. 8).
La codifica del tibb al-nabawī avverrà in un periodo più tardo rispetto alle altre discipline classiche del pensiero islamico, come la giurisprudenza o la teologia; saranno tre i testi fondamentali, prodotti a partire dal secolo XIV. Il primo trattato, di al-Dhahabī (1274-1348), è profondamente legato al materia- le testuale degli hadīth, non discostandosene né nella trattazione teorica della medicina né nella ricerca delle soluzioni farmacologiche. Negli altri due testi, invece, oltre a un nucleo basato sulle narrazioni, l’autore include tematiche più ampie; Ibnul-Qayyim al-Jawziyya (1292-1350) discute la complementa- rietà tra malattia del cuore e del corpo, mentre Jalāl al-Dīn al-Suyūtī (1445- 1505) discute i componenti dell’uomo, integrando dottrine greche e teologia islamica.
Nonostante i pareri autorevoli in favore del tibb al-nabawī, la sua na- tura testuale – naqlī – e non razionale – ʿaqlī – lo ha reso materia di intenso dibattito nella teologia musulmana; già nel mu’tazilismo del secolo VIII si trovano delle forti critiche a pratiche mediche attribuite al Profeta. Con la nascita del riformismo, nel secolo XIX, autori come Rashid Ridā (1865-1935) hanno visto in queste pratiche un ostacolo alla modernizzazione del mondo musulmano. Analizzeremo le diverse critiche musulmane al tibb al-nabawī tramite le reazioni al “hadīth della mosca”, come paradigmatico dello scontro tra narrazione ed empirismo.
Nel pensiero islamico contemporaneo, invece, la medicina profetica ha visto una rivalutazione positiva, valorizzandone gli aspetti di complementa- rietà rispetto alle terapie convenzionali, o la sua visione olistica della persona, che esamineremo tramite il pensiero del riformista Fazlul Rahman (1919- 1988) e dell’esoterista Hossein Nasr (nato nel 1933).
Ci si immagina, nell’ansia di crearsi un’anteprima mentale di questo futuro prossimo, un’interazione più vasta con le cose attraverso il cellulare, ma la vera spinta è la possibilità di fare a meno di qualunque strumento intermediario e di collegare direttamente il cervello strumenti, sensori, o agli altri.
È proprio questo che fanno i brain hackers. Comprendendo che il 5g non rappresenta soltanto un aumento qualitativo, nell’interlinking tra cervello e ciò che lo circonda cercano di sfondare la mediazione tra pensiero e azione, liberandosi perfino del movimento stesso.
Così, utilizzando degli impianti multielettrodo sviluppati ad hoc, bioingegneri e programmatori – degni eredi dei positivisti – riescono ad utilizzare tastiere virtuali con il pensiero, a liberare la domotica da ogni telecomando e perfino a migliorare l’umore secondo il proprio desiderio.
Bastano una pila a 9 volt e delle istruzioni reperite su internet, ed è possibile realizzare un dispositivo che porti a quello che nella comunità anglofona del do-it-yourself è definito neuromiglioramento – neuroenhancement. Pochi minuti di saldatura, elettrodi ricavati da una spugna umida e spille da balia, una fascia annodata attorno alla testa per mantenere stabile il tutto, ed è possibile alterare l’eccitabilità della corteccia cerebrale a piacimento